giovedì 21 maggio 2015

Conferenza stampa di presentazione della Conferenza Internazionale “Donne verso l’agenda per lo sviluppo post-2015”



Donne africane

 Sala stampa della Santa Sede
-Intervento del Cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson
-Intervento dell’On. Olimpia Tarzia
-Intervento della Prof.ssa Maria Giovanna Ruggieri
Alle ore 11.30 di questa mattina, nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, ha luogo la conferenza stampa di presentazione della Conferenza Internazionale “Donne verso l’agenda per lo sviluppo post-2015: quali sfide dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS)?”, promossa e organizzata dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace (...)

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Pellegrinaggio nella zona demilitarizzata di confine fra le due Coree. Il regalo delle donne 

Un «regalo meraviglioso» per la Corea e i coreani. Così il cardinale arcivescovo di Seoul, Andrew Yeom Soo-jung, ha definito l’iniziativa per la riconciliazione tra i due Paesi divisi dal famigerato 38° parallelo lanciata da un gruppo di donne di varia nazionalità e sostenuta dal premio Nobel per la pace 1976, Mairead Corrigan-Maguire. 
La nota pacifista britannica — fondatrice della Community of Peace People, organizzazione a lungo impegnata per la riconciliazione nel conflitto nordirlandese — insieme ad altre trenta donne coinvolte in organizzazioni che promuovono il dialogo, ha lanciato un appello alle istituzioni coreane per compiere un simbolico pellegrinaggio il 24 maggio prossimo, in occasione della Giornata internazionale delle donne per la pace e il disarmo. 
Gli attivisti vorrebbero raggiungere il villaggio di Panmunjom, che si trova nella zona demilitarizzata di confine. Il gruppo — secondo quanto riferito da organi d’informazione locali — ha già ricevuto la risposta positiva delle autorità della Corea del Nord. Un invito ad approvare con celerità il progetto della marcia è stato adesso rivolto alle autorità sudcoreane dal porporato, che in una lettera ha sottolineato come «questo evento sarebbe un regalo meraviglioso per il settantesimo anniversario della separazione», che cade appunto nel 2015.
Lo stesso porporato proprio un anno fa, per la precisione il 21 maggio 2014, aveva varcato la frontiera — primo cardinale ad aver messo piede in Corea del Nord — per compiere una breve visita nella zona industriale di Kaesong, area nella quale, in base a un accordo internazionale, sorgono imprese e industrie dove lavorano fianco a fianco cittadini dei due Paesi. La zona industriale di Kaesong, che si trova appena al di là del confine, è il più recente progetto di riavvicinamento transfrontaliero fra le due Coree che, formalmente, dopo l’armistizio siglato nel 1953, sono ancora in stato di guerra. Nell’aprile 2013 l’area di Kaesong era stata interdetta ai lavoratori del sud su iniziativa nordcoreana. A luglio 2013 lo stesso Andrew Yeom Soo-jung aveva celebrato una speciale messa per la riconciliazione, pregando per la ripresa di questo progetto fortemente simbolico. Nel gennaio 2014, al momento dell’annuncio della sua nomina cardinalizia, in una dichiarazione all’agenzia Fides, il presule aveva assicurato come «attraverso questa chiamata di Dio, darò il mio pieno sostegno all’evangelizzazione della Chiesa asiatica, in particolare di Cina e Corea del Nord». La Chiesa sudcoreana, del resto, tiene aperto un canale di comunicazione con il Nord attraverso la Caritas Corea, che organizza periodicamente missioni umanitarie oltreconfine. 
Nei prossimi mesi, inoltre, sempre in occasione del settantesimo anniversario della separazione, la Conferenza coreana delle religioni per la pace ha ottenuto il permesso dalle autorità del Nord di organizzare a Pyongyang un incontro interreligioso al fine di pregare per la pace.
L'Osservatore Romano

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I diritti della donna al centro della Conferenza di Iustitia et Pax



Dal 22 al 24 maggio a Roma l'incontro fra le organizzazioni cattoliche femminili. Famiglia, vita, femminicidi, lavoro, lotta alla povertà, pari opportunità fra i temi affrontati

FRANCESCO PELOSOCITTÀ DEL VATICANO

Si apre domani a Roma la 2ª Conferenza internazionale sulle donne organizzata, come già avvenne per la prima nel 2009, dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, in collaborazione con l’Unione mondiale delle Organizzazioni femminili cattoliche (Umofc/Wucwo) e con la World Women’s Alliance for Life and Family (Wwalf). La Conferenza avrà per tema «Donne verso l’agenda per lo sviluppo post-2015: quali sfide dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Oss)?». I lavori si terranno presso la Domus pacis e dureranno dal 22 al 24 maggio. L'iniziativa è stata presentata nel corso di una conferenza stampa in Vaticano alla quale oltre a padre Federico Lombardi, hanno preso parte il cardinale Peter Turkson, presidente di Iustitia et Pax, l'onorevole Olimpia Tarzia presidente della World Women’s Alliance for Life and Family, Giovanna Ruggeri presidente dell’Unione mondiale delle Organizzazioni femminili cattoliche; con loro anche il sottosegretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, Flaminia Giovannelli.

Molti i temi all'ordine del giorno fra i quali i diversi protagonisti dell'incontro con i media ne hanno sottolineati una serie: l'educazione, il diritto alla vita, il contrasto alla tratta delle persone, i femminicidi, la diffusione della teoria del gender, la servitù domestica, la tutela della maternità, le pari opportunità uomo-donna, i ritardi nell'affermazione di principi di uguaglianza sociale uomo-donna, le discriminazioni sui luoghi di lavoro, la condizione femminile nei paesi poveri, la promozione di imprenditoria femminile nel sud del mondo.

Un catalogo dunque ampio descritto con vari riferimenti al magistero di papa Francesco, ai suoi interventi sulla donna. Tuttavia, il cardinale Turkson, ha osservato come la Conferenza che prende il via domani «non vuole offrire solo una panoramica delle questioni più urgenti legate alle condizioni della donna oppure essere solo un momento di denuncia delle violazioni della dignità della donna e dei suoi diritti. Essa si prefigge anche, e oserei dire, soprattutto, di offrire un contributo che possa essere di utilità anche nel quadro delle negoziazioni in corso per la nuova agenda per lo sviluppo post-2015». «La seconda giornata dell’incontro – ha rilevato ancora il Porporato - quella di sabato 23 maggio, si svolgerà, infatti, in gruppi di lavoro sulle principali aree tematiche delineate su quelli che verranno a configurarsi come gli “Obiettivi di Sviluppo Sostenibile”». «La questione della donna è – ha affermato Turkson - trasversale e cruciale per la maggioranza delle attuali proposte di Oss: la donna svolge un ruolo chiave nella riduzione della povertà, della fame nel mondo, nell’educazione, ma è anche la custode della vita in ogni sua fase».

Olimpia Tarzia ha sottolineato come l'incontro alla Domuns pacis – che vedrà più di 100 partecipanti – dovrà misurarsi con gli obiettivi per lo sviluppo sostenibile stabiliti dall'Onu, e per questo è necessario porre al centro del dibattito anche temi come la difesa del matrimonio fra uomo e donna e la tutela della vita dal suo concepimento alla morte naturale, che non rientrano in nessuno dei punti decisi dalle Nazioni Unite. Tuttavia, ha proseguito la presidente della Wwalf , «in particolare vorrei richiamarmi all’obiettivo n.5, che recita: “Raggiungere uguaglianza di genere e dare maggior potere a tutte le donne e le ragazze” e mi domando: come si può realizzare un’effettiva pari opportunità se non si tiene conto che la donna è spesso contemporaneamente lavoratrice, madre e, visto l’allungamento dell’età, anche figlia e che, a qualunque latitudine, i compiti di cura sono per lo più affidati a lei?». «Come si può pensare – ha detto ancora - di “dare maggiore potere alle donne” senza fare alcun riferimento alla tutela sociale della maternità, all’armonizzazione tra tempi di lavoro e tempi di vita familiare, al diritto di essere libere di accogliere la vita, alle politiche fiscali familiari?». E proprio il tema della tutela sociale della maternità è stato ulteriormente sottolineato dall'onorevole Tarzia che ha ricordato come spesso quando una donna si presenta per un colloquio di lavoro, la prima domanda che gli viene posta è se ha figli, se ha intenzione di farne, se sia sposata o meno. Dunque al di là delle leggi, è anche una cultura che deve cambiare mentre sulle pari opportunità a livello mondiale sono stati fatti progressi «molto relativi» allo stesso tempo ha messo in guardia dal rischio di colonizzazione della cultura del gender.

«Consideriamo – ha detto a sua volta Giovanna Ruggeri - gli obiettivi fissati dall’Onu una grande sfida per lo sviluppo reale di tutta l’umanità, con una speciale attenzione alle donne e con un indispensabile contributo delle donne». «A livello locale – ha quindi aggiunto - esistono tante esperienze che vanno dalla formazione e preparazione al matrimonio secondo la nostra fede, al sostegno per le coppie miste nei paesi dove la fede cattolica è minoritaria, centri e sostegno per ragazze madri principalmente in America Latina, cura e sostegno per orfani di famiglie colpite dall’aids soprattutto in alcuni paesi africani». In senso generale, Ruggeri ha precisato che il tema del gender riguarda soprattutto i paesi ricchi, «nei Paesi poveri le donne combattono per sopravvivere». Quindi ha ricordato varie esperienze in cui sono state promosse attività economiche gestite da donne nei Paesi africani attraverso il microcredito o le cooperative, iniziative che hanno avuto successo dando slancio al genio femminile anche in campo economico. «Sull'eguaglianza di genere – ha poi aggiunto - credo invece che ci sia ancora molto da lavorare».

Flaminia Giovannelli ha voluto invece spiegare che la Conferenza è stata preparata da un gruppo di donne e uomini del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace che hanno collaborato insieme, e ha messo in luce come il magistero del Pontefice sulla questione femminile sia di particolare rilievo e ha ricordato come di recente il Papa abbia chiarito che la crisi della famiglia non può essere attribuita al processo di emancipazione femminile.