lunedì 15 giugno 2015

Più chiaro di così...



La notizia è trapelata più volte: l’ostacolo ad una manifestazione pubblica contro ddl Cirinnà e gender nelle scuole veniva da mons. Galantino. Un segretario Cei analogo al suo predecessore,
mons. Crociata, per posizioni ideali e protagonismo. Ma lo stop di Galantino è stato stoppato, dal papa in persona.
Che oggi, a pochi giorni dalla manifestazione del 20 giugno e un giorno dopo il gay pride romano, per far comprendere ancora una volta ai più sordi cosa pensa ha ribadito che:
– I genitori e le famiglie devono reagire alle «colonizzazioni ideologiche che avvelenano l’anima”
– «la complementarietà e reciprocità nella differenza è molto importante per i figli che maturano la loro identità nel confronto tra le differenze di papà e mamma»
– molte famiglie “debbono ‘ricatechizzare’ i figli quando tornano dalla scuola”

Difficile essere più espliciti. E anche profondamente umani, come quando il papa ha affermato: «Dopo 50 anni di matrimonio, vedo  che alcuni mariti ancora carezzano le loro mogli. Hanno gli occhi con la luce della gioia di tanti anni di complementarietà e reciprocità. Non hanno paura della differenze, questa sfida arricchisce».
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Io me lo chiedo, spesso e volentieri, come si possa rimanere indifferenti a quello che sta succedendo.
Si può pensare che la rivoluzione antropologica che vogliono operare sulla pelle dei nostri figli ci porti ad un futuro migliore?
Distruggere l'istituto famigliare che costituisce il tessuto sociale e garantisce il perpetuarsi delle generazioni, mercificare l'essere umano, renderlo prodotto di laboratorio da vendere e acquistare, dissolverlo togliendogli la propria identitá sessuata, pensiamo davvero che tutto questo sia progresso?
Chi ci guadagna in tutto ciò? Lo sappiamo?
Ma cosa piú urgente, chiediamoci, chi ci perde in tutto ciò?
Abbiamo figli, nipoti, figli di amici, bambini che aspettiamo, che vorremmo, che sognamo, sono loro ad essere le vittime di questa barbarie!
Guardiamo in faccia la realtá, non pensiamo che queste cose non ci tocchino da vicino e che tanto noi possiamo fare la nostra vita e non ci cambierá niente, perchè chiudere gli occhi e tapparsi le orecchie e la bocca è scavare adesso il baratro nel quale sprofonderanno i nostri figli.
È vitale che ognuno faccia la propria parte per arginare questa marea nera, è essenziale esserci, con la persona, con la propria faccia, con la voce, ovunque ci siano altri che si stanno opponendo, unirsi e fare muro.
Ma dobbiamo essere un tanti!
Un popolo che alza la barriera e non fa passare i pochi, pochissimi ma forti del potere soprattutto economico, che da anni, decenni, lavorano per ottenere burattini da manovrare a loro piacimento.
Il tempo è finito, non si può piú aspettare!

IL 20 GIUGNO SARÒ A ROMA con questo intento, mettermi come piccolo sacco di sabbia, insieme a tanti sacchi, a fare argine.
Vorrei tanto vedere parenti e amici con me, aspetto col battito del cuore accelerato che mi chiamino per dirmi : "Barbara, andiamo, ci sarò anche io!". (Barbara Canova)