domenica 20 settembre 2015

Insieme contro la guerra




Conferenza del cardinale Tauran a Buenos Aires sul dialogo fra le religioni. 

«Cerchiamo di lavorare insieme per costruire ponti di pace e promuovere la riconciliazione soprattutto nelle zone in cui musulmani e cristiani soffrono insieme l’orrore della guerra». Perché l’obiettivo primario è «dimostrare che le religioni non sono la causa dei conflitti, ma parte della loro soluzione». È l’invito fatto dal cardinale presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, Jean-Louis Tauran, in occasione della conferenza internazionale che si è svolta a Buenos Aires il 18 e il 19 settembre sul tema «Promuovere una cultura di rispetto reciproco e di solidarietà umana fra i fedeli delle religioni».L’incontro è stato organizzato dal dicastero vaticano insieme all’Islamic Educational, Scientific and Cultural Organization in coordinamento con il Governo argentino e con l’Islamic Organization for Latin America and the Caribbean. Erano presenti anche il cardinale arcivescovo di Buenos Aires, Mario Aurelio Poli, il presidente dell’Istituto per il dialogo interreligioso di Buenos Aires, Omar Abboud, membri del Forum of Heads of Islamic Cultural Centers and Associations in Latina America and the Caribbean, rappresentanti di varie religioni e di organizzazioni internazionali. Nel saluto che ha aperto i lavori, il porporato ha evidenziato «i due punti cardinali» che devono guidare il dialogo fra le religioni: «mutuo rispetto e amicizia solidale». I credenti di ogni religione, ha detto, sono chiamati «a lavorare uniti per la giustizia, la pace e il rispetto dei diritti e della dignità di ogni persona» sentendosi «particolarmente responsabili delle necessità dei più bisognosi: poveri, malati, orfani, migranti, vittime della tratta delle persone e tutti coloro che soffrono qualsiasi forma di dipendenza». 
Nel ricevere il riconoscimento «Huésped de Honor» della città di Buenos Aires, il cardinale Tauran ha sollecitato le autorità governative, politiche e religiose «a collaborare per trovare soluzioni adeguate alle difficili sfide di oggi in un mondo sempre più precario». Parlando ai partecipanti alla conferenza e richiamando le parole di Papa Francesco, il porporato ha sottolineato che se è vero che la «vita è un cammino», è altrettanto vero che si tratta di un «cammino che non si può percorrere da soli». Insieme, quindi, si deve lavorare per affrontare gravi sfide come le minacce per l’ambiente, la crisi globale dell’economia, la disoccupazione, le famiglie divise forzatamente, e contribuire a rimuovere le cause della violenza tra i credenti. La cooperazione interreligiosa, infatti, nel mondo contemporaneo, «non si può più considerare come un’opzione facoltativa, ma come una necessità. Essere religiosi oggi — ha affermato il porporato — è possibile solo essendo interreligiosi».

L'Osservartore Romano