Voglio che il mio Volto,
il quale riflette le pene intime del mio animo,
il dolore e l'amore del mio Cuore,
sia più onorato.
Chi mi contempla mi consola.
Il Signore alla Beata Pierina De Micheli
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Dal Vangelo secondo Luca 5,33-39
In quel tempo, i farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere, così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!».
Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno».
Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”».
In quel tempo, i farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere, così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!».
Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno».
Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”».
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“In quel tempo”, nel quale Gesù aveva guardato, amato e chiamato Matteo, l’uomo più odiato della Galilea, il pubblicano, come dire il politico più corrotto che ha usato dei soldi pubblici per farsi rimborsare di tutto, comprese le escort. “In quel tempo”, nel quale Gesù era sceso nel digiuno di vita e di amore di Matteo, e questi, trasformato dalla misericordia imprevista e gratuita, sazio di vita e di amore, aveva invitato Gesù a casa sua, la più impura, la più lontana dal Regno di Dio. “In quel tempo” in cui i peccatori erano stati “invitati a nozze” e “lo Sposo era con loro”, alcuni scribi farisei si indignano perché le loro “preghiere” apparivano improvvisamente come un “vestito vecchio”, e i loro “digiuni” come “otri vecchi”. Le loro “preghiere” cioè, non erano il vestito adeguato per entrare al banchetto, e i loro “digiuni” erano otri nei quali non si poteva “versare il vino nuovo” delle nozze. Erano troppo gelosi del “vino vecchio” per “desiderare” il “nuovo. Paradossalmente, le “preghiere” e i “digiuni”, li impermeabilizzavano proprio di fronte a ciò che la preghiera implora e il digiuno attende. Il rispetto scrupoloso delle regole li rendeva giusti, e per questo avevano perso la capacità di stupirsi di fronte all’imprevedibilità di un amore che giustifica gratuitamente il peccatore. Si illudevano di non averne bisogno: “avevano zelo per Dio, ma non secondo una retta conoscenza; poiché, ignorando la giustizia di Dio e cercando di stabilire la propria, non si sono sottomessi alla giustizia di Dio” (Rm 9,2-3). Come accade a noi, “abituati” alle nostre regole con cui cerchiamo di stabilire in famiglia, nella comunità cristiana, ovunque la nostra giustizia. Ma, come “Israele, che ricercava una legge che gli desse la giustizia, non è giunto alla pratica della legge” così anche noi falliamo su tutti i fronti. “E perché mai? Perché”, come Israele, non ricerchiamo” la giustizia - il compimento della vita - “dalla fede, ma come se derivasse dalle opere”. E così anche noi “ urtiamo contro la pietra d'inciampo” che è Cristo crocifisso, l’amore che, gratuitamente, guarda, giustifica e chiama il peccatore a seguirlo in un vita nuova. In fondo non “desideriamo” andare dietro al Signore (è lo stesso verbo), perché il “vino vecchio” avvelenato dalla superbia che il demonio “versa” nell’“otre” che è il nostro uomo “vecchio”, insieme all’“abito” religioso e onesto con cui rivestiamo ipocritamente parole e gesti, ci impediscono di aprirci con stupore alla Grazia. I “discepoli” di Gesù, invece, Matteo e i suoi amici peccatori per cominciare, non avevano altro “otre” che la loro debolezza; i loro peccati, noti a tutti, li vestivano di indegnità. Non potevano immaginare che Gesù, il famoso Rabbì di Nazaret che si diceva Figlio di Dio, fissasse lo sguardo del suo cuore su di loro. Erano esclusi dalla comunità, ingiusti, empi, corrotti e traditori dell’Alleanza.