lunedì 7 settembre 2015

XXIII Convegno Ecumenico Internazionale di spiritualità ortodossa MISERICORDIA E PERDONO

"La misericordia non ha confini, il settanta volte sette che ha chiesto Gesù va applicato sul serio. La Chiesa stessa non sempre è riuscita ad essere all'altezza di questa infinita misericordia di Dio, annunciata in Gesù. Ma dobbiamo ricordarci che non c'è peccato sul quale non vinca la misericordia di Dio". Enzo Bianchi, priore della Comunità monastica di Bose, presenta così il tema del XXIII Convegno Ecumenico Internazionale di Spiritualità Ortodossa, in programma nel Monastero piemontese, dal 9 al 12 settembre, e dedicato proprio a "Misericordia e perdono". "L'altro aspetto che va rivalutato, sempre nel confronto con la spiritualità delle chiese orientali - spiega Bianchi - è il significato concreto dell'espressione 'fare misericordia'. Deve essere un aiuto concreto, quotidiano, verso gli ultimi, gli esclusi, le vittime, i poveri. Si tratta di dimensioni che tolgono l'individualismo alla virtù del perdono e la incarnano nella storia".
Al centro del convegno, al quale partecipano una quarantina di vescovi ortodossi, anche il tema del perdono tra le chiese, quelle ortodosse e la Chiesa di Roma. "La Chiesa cattolica su questo cammino si è messa fin dall'inizio di questo secolo, con la liturgia del perdono del Giubileo del 2000, voluta da S. Giovanni Paolo II. Perdono che poi Papa Wojtyla ha chiesto in varie occasioni e che aveva già chiesto Paolo VI e lo stesso Papa Francesco ha chiesto recentemente ai valdesi. Si attenderebbe ora, ma senza pretese e in piena umiltà, che le altre Chiese chiedessero perdono reciprocamente. Perché il perdono deve essere dato da una sola parte perché il Vangelo ci chiede la gratuità e non vuole che ci sia un 'do ut des'. Però ogni chiesa deve applicare a sé questa responsabilità del perdono. E noi avremo bisogno che certe Chiese, anche loro ferite, avessero la forza di chiedere perdono perché, anche loro, hanno commesso il male o hanno difeso la verità con metodi non evangelici. Non ci sono delle Chiese colpevoli e delle Chiese solo vittime: sovente chi è stato vittima si è vendicato o ha esercitato la rivalsa su altri. Il perdono deve essere perciò davvero reciproco tra noi che viviamo come chiesa militante sulla terra".   
Enzo Bianchi commenta anche l'invito del Papa, a parrocchie, comunità religiose, monasteri e santuari, a un gesto concreto di solidarietà in vista del Giubileo della Misericordia: accogliere una famiglia di profughi. "Francesco vuole una carità concreta e si rivolge, mi rincresce dirlo, anche a certe porzioni di Chiesa sorde. Il Papa pronuncia questi appelli fin dall'inizio del suo pontificato, ma tante Chiese sono ammorbate dallo spirito mondano, nutrito di diffidenza, ostilità, egoismo, rispetto a questi stranieri che bussano alle nostre porte. Non dimentichiamo che questa sordità che il Papa vuole risvegliare è diventata il peccato di alcune chiese e alcuni cristiani. La maniera più fattiva è rivolgersi non tanto ai governi nazionali, spesso dominati da localismi, ma alle parrocchie. Lì si misurerà se sono davvero cristiani del Vangelo o sono solo cristiani del campanile, come simbolo culturale". RV

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Programma dei giorni

XXIII Convegno Ecumenico Internazionale di spiritualità ortodossa
MISERICORDIA E PERDONO
Bose, 9-12 settembre 2015
in collaborazione con le Chiese Ortodosse

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“Misericordia e Perdono” è il titolo della XXIII edizione del Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa, che si terrà nel Monastero di Bose dal 9 al 12 settembre. L'evento è diventato un punto di riferimento internazionale per il dialogo ecumenico e lo studio della tradizione spirituale dell’oriente cristiano, secondo una visione ampia del dialogo interculturale e interreligioso, che include l’Europea orientale, l’Ucraina, la Russia e il Medio Oriente. Ad esso prenderanno parte i rappresentanti di tutte le Chiese ortodosse, della Chiesa cattolica, della Chiesa d’Inghilterra e delle Chiese della Riforma, insieme a biblisti, patrologi e teologi, monaci d’oriente e di occidente, filosofi e scrittori da tutto il mondo.
Il tema del Convegno - come informa una nota sul sito del Monastero di Bose - "nel tempo drammatico che viviamo, segnato dalla barbarie della guerra e dell’intolleranza, dal prevalere della logica di mercato sulla solidarietà condivisa", vuole ricordare "l’urgenza di una pratica del perdono, accanto alla ricerca della giustizia, per ritrovare un’idea di bene comune e una fiducia reciproca che si traduca in responsabilità verso l’altro".
In ascolto della Scrittura e della tradizione spirituale ortodossa, l'incontro propone quindi "un itinerario di riflessione sull’arte del perdono, raccogliendo le domande che interrogano la speranza cristiana: Come annunciare oggi il perdono di Dio? Come risanare la memoria ferita? Dove ritrovare la gioia del perdono tra le chiese e gli uomini? Quali sono oggi i luoghi del perdono cristiano (gli sposi che si separano, la ricostruzione della fiducia dopo i conflitti, la ricomposizione delle relazioni interpersonali e comunitarie)? Come coniugare giustizia e perdono nella loro dimensione pubblica e storica?".
I lavori si apriranno con il discorso inaugurale del priore di Bose, Enzo Bianchi, e le prolusioni del cardinale Walter Kasper presidente emerito del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani e del metropolita Kallistos Ware di Diokleia, che metteranno al centro il tema del perdono cristiano e della riconciliazione tra le chiese. Seguiranno gli interventi dei diversi relatori che si susseguiranno in diverse sezioni: la Scrittura e i padri, il perdono nella tradizione monastica e nella sua dimensione antropologica, i testimoni della misericordia nelle diverse chiese, e infine giustizia e perdono. Interverranno tra gli altri John Behr (New York), Eugen J. Pentiuc (Brookline), Dimitrios Moschos (Atene), Alexis Torrance (Notre Dame), Sebastian Brock (Oxford), Elena Romanenko (Mosca), Despina Prassas (Providence), Krastu Banev (Durham), Christos Yannaras (Atene), George Demacopoulos (New York.).
Numerosi i messaggi inviati dai capi delle Chiese per il convegno. A cominciare da Papa Francesco che, in un messaggio a firma del cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, ricorda che “la misericordia è la grande luce di amore e tenerezza di Dio che porta in sé il perdono”. Poi Bartolomeo, patriarca di Costantinopoli, che esprime l'auspicio che “la misericordia e la compassione nei confronti dei nostri compagni in umanità occupino un posto centrale tra le altre virtù nell’insegnamento del Signore”. O ancora il metropolita Ilarion di Volokolamsk, presidente del dipartimento per le relazioni esterne del patriarcato di Mosca, a nome del patriarca Kirill, che sottolinea come nell’appello evangelico a essere “misericordiosi, come anche il padre vostro è misericordioso” (Lc 6,36), sia contenuta "la testimonianza della più alta dignità dell’uomo, chiamato a collaborare con Dio”.
Per la Chiesa Cattolica, oltre al cardinale Kasper, saranno presenti l’arcivescovo Antonio Mennini, Nunzio Apostolico nel Regno Unito, i vescovi Gabriele Mana di Biella, Marco Arnolfo di Vercelli, Mansueto Bianchi, assistente ecclesiastico generale dell'Azione Cattolica Italiana, Pier Giorgio Debernardi di Pinerolo, Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea, mons. Andrea Palmieri, sottosegretario, delegato del Pontificio consiglio per la Promozione dell’Unità dei cristiani e don Cristiano Bettega, direttore dell’Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo della Cei. Il dottor Michel Nseir rappresenterà il Consiglio ecumenico delle Chiese. Di grande rilievo è la presenza di numerosi monaci e monache d’Oriente e Occidente.
Nel corso del Convegno, infine, sarà presentato il volume Beati i pacifici. Atti del XXII Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa. Bose, 3-6 settembre 2014, con contributi di John Behr, Anca Manolescu, Aristotle Papanikolaou, Athenagoras Peckstadt, Michail Seleznev, Kallistos Ware.