(di Lupo Glori) Si è appena concluso il tour italiano del controverso filosofo australiano Peter Singer, invitato a tenere una serie di lectio magistralis tra Torino, Milano e Como per la presentazione del suo ultimo libro dal titolo La cosa migliore che tu puoi fare (Edizioni Sonda – Casale Monferrato, pp. 240).
Singer, docente di Bioetica presso l’Università di Princeton, ha tenuto una lezione all’Università di Torino, dal titolo Bioethics, animals and effective altruism. Philosophical conversation with Peter Singer. Conclusa la lectio l’autore è stato insignito delll’Empty Cages Price, un premio internazionale riservato a coloro che con il loro lavoro hanno offerto un contributo, sul piano intellettuale e pratico, per una nuova consapevolezza del rapporto tra umani e animali.
Il filosofo australiano è infatti noto al grande pubblico in particolare per il suo volumeLiberazione animale, pubblicato la prima volta nel 1975, e divenuto negli anni un classico del pensiero cosiddetto “antispecista”, dando vita al movimento per i diritti degli animali.
Attraverso tale opera, lo studioso di Melbourne è divenuto il principale divulgatore della teoria antispecista, elaborata per la prima volta nel 1970 dallo psicologo inglese Richard Ryder; un pensiero filosofico che nega la distinzione di specie tra uomini e animali, liquidando tale, a parer loro, «impropria» suddivisione con lo spregiativo termine di “specismo”, visto come una forma di intollerabile “pregiudizio” da assimilare al razzismo e al sessismo.
Un pensiero folle ed ideologico che ha portato Singer ad affermare nel suo libro del 1975 che «scimpanzé, cani, maiali adulti e molte altre specie sorpassano di gran lunga un bambino dal cervello leso, in quanto le capacità di comunicare con gli altri, di agire autonomamente, di essere autocoscienti e in ogni altri capacità di cui giustamente si potrebbe dire che dà valore alla vita».
A distanza di oltre 40 anni dalla pubblicazione di Liberazione animale gli assunti teorici di Singer non cambiano. In questo suo ultimo lavoro La cosa migliore che tu puoi fare, l’autore teorizza ed auspica infatti la realizzazione di un fantastico ed utopico mondo, privo di dolore e sofferenza, con alcune dichiarazioni che appaiono tra l’altro banali e scontate: «Un mondo con meno sofferenza e più felicità, a parità di tutte le altre circostanze, è migliore di uno con più sofferenza e meno felicità. Chiunque abbia tempo o denaro a disposizione può diventare un altruista efficace. La domanda più interessante è se gli altruisti efficaci possano diventare abbastanza numerosi da influenzare la cultura della beneficenza delle nazioni abbienti».
Per diventare un “altruista efficace” e contribuire così con il proprio operato a “rendere migliore” il mondo sarebbe necessario, secondo Singer, mettere da parte i sentimenti e farsi condurre dalla razionalità. In tale ottica, l’“altruismo efficace” diviene una vera e propria filosofia di vita utilitarista che si propone di affrontare e risolvere i problemi attraverso la messa in pratica di metodi puramente razionali e scientifici. In altre parole, l’altruista efficace non si fa influenzare dall’emotività e dai sentimenti ma si muove unicamente per un mero e cinico calcolo di costi e benefici.
È evidente come tale moderna etica utilitarista spalanchi le porte a qualsiasi tipo di aberrazione dall’infanticidio dei bambini malformati, all’eutanasia delle persone anziane, visti come inefficienti e gravosi costi sociali di cui liberarsi. Intervistato dalCorriere della Sera, Singer spiega cosi la sua concezione di altruismo efficace: «È la somma di due concetti messi assieme. Da un lato quello dell’altruismo, ovvero l’aspirazione delle persone a contribuire a far diventare il mondo un posto migliore. Dall’altro quello di efficacia delle nostre azioni e quindi l’uso delle nostre abilità cognitive, razionali, scientifiche per analizzare la realtà e gli obiettivi che vogliamo raggiungere e scegliere di conseguenza i passi concreti da fare per avere il maggior impatto possibile».
Per chiarire meglio il concetto l’autore fornisce questo esempio: «Per esempio fornire le zanzariere per le case in Africa. È il modo migliore per prevenire la malaria che causa oltre un milione di morti ogni anno ed è una delle principali cause di morte infantile. Un gesto semplice ma efficace: esiste infatti un’ampia evidenza scientifica che l’impiego delle zanzariere in aree dove la malaria è diffusa sia in grado di ridurre significativamente la mortalità infantile e generale. Ogni volta che doniamo, dovremmo chiederci se si tratta del gesto più efficace che possiamo fare per migliorare il pianeta».
Interpellato a proposito delle rivoluzionarie tesi esposte nel suo libro del 1975,Liberazione Animale, Singer sottolinea come un vero altruismo efficace debba tenere da conto i diritti degli animali, quest’ultimi intesi come essere viventi al pari degli uomini: «Impegnarsi per rendere il pianeta un posto migliore significa farlo non solo per gli umani ma anche per gli altri esseri viventi. Non c’è differenza in questo. Ridurre la sofferenza animale, in particolare lottare contro gli allevamenti intensivi, serve anche a ridurre l’inquinamento che questi provocano del suolo, dell’acqua, dell’ambiente in generale. Le sofferenze animali contano quanto quelle umane nel decidere se un’azione è giusta. Se sei un altruista efficace di preoccupi di tutti gli esseri viventi».
La cosa migliore che tu puoi fare, in sostanza, sembra esprimere con un titolo meno “filosofico” e più esplicativo quanto già esposto da Peter Singer in un altro suo libro del 1979, Etica pratica, in cui l’autore presenta la sue idee di filosofia morale in tema di aborto, eutanasia, fame del mondo, diritti degli animali e rapporto tra legge e morale in termini puramente utilitaristici.
Un pensiero filosofico laico guidato unicamente dal calcolo del principio di utilità inteso come agire in tutti quei modi che generano il massimo grado di felicità e il minimo grado di sofferenza. Un’etica della situazione, fluida e schizofrenica, che svincolata da qualsiasi legge naturale o principio assoluto si modella e si adatta opportunisticamente ad ogni specifico contesto. Una logica utilitarista che privilegiando il mezzo giustifica e legittima qualsiasi comportamento al di là del fine, abbassando così l’uomo al livello della bestia.