“Ma come si fa ad aggrapparsi a Gesù che risorge da morte, in modo da poter salire con lui, e non essere travolti nella rovina del mondo?
Gesù ci risponde: prima di tutto, pentitevi, cioè, riconoscete i vostri torti e decidete di cambiare. Chiamate i vostri vizi col loro nome e non mascherateli agli occhi vostri e degli altri indicandoli con le parole della virtù.
Se siete pigri, non chiamatevi prudenti; dite: io sono pigro e devo cambiare.
Se non sapete dominare i vostri istinti, non parlate di amore e di forza virile, parlate di lussuria e riconquistate la vostra capacità di arrossire.
Se siete superbi, non dite di avere il senso della vostra dignità: riconoscete di essere egoisti e orgogliosi, e cercate di umiliarvi.
Non chiamate conquista civile l’incapacità di conservare il patto nuziale o la disinvoltura nell’uccidere a spese dello Stato la vita umana indifesa e innocente. Cominciate ad adoperare i nomi giusti e così vi avvicinerete alla salvezza.
Così ci parla il nostro Signore e Maestro, con la franchezza di chi ci vuol bene davvero e davvero desidera che abbiamo a crescere e a vivere.
Certo l’autentico pentimento è un fatto raro. Un uomo che riconosca i suoi torti è la cosa più grande e difficile che si dia al mondo.
È difficile: un uomo non s’infuria tanto con la propria moglie come quando gli ha fatto un’osservazione giusta e meritata. Ma è la cosa più grande: è la stessa risurrezione di Gesù che arriva fino all’anima nostra e ci fa passare con lui dalla morte alla vita.”
È difficile: un uomo non s’infuria tanto con la propria moglie come quando gli ha fatto un’osservazione giusta e meritata. Ma è la cosa più grande: è la stessa risurrezione di Gesù che arriva fino all’anima nostra e ci fa passare con lui dalla morte alla vita.”
cardinal Giacomo Biffi –La rivincita del Crocifisso. Riflessioni sull’avvenimento pasquale (Bologna 2008, pp. 22-23)