martedì 12 maggio 2015

Dalla Bibbia alla Sindone



Rileggere la Via crucis alla luce della sindone. In cerca del volto

Con una preghiera di Francesco. Una preghiera autografa di Francesco apre il volumetto Via Crucis dalla Bibbia alla Sindone (Editrice Shalom, Camerata Picena, 2015, pagine 96, euro 3), scritto dal sacerdote egiziano segretario di nunziatura in servizio presso la prima Sezione della Segreteria di Stato. In questa pagina riproduciamo l’autografo papale e pubblichiamo la prefazione dell’autore.

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(Yoanni Lahzi Gaid) Da sempre, ogni cristiano desidera poter scorgere com’era effettivamente il “volto” del Figlio dell’uomo e così acquisire una ulteriore “prova” storica della sua esistenza!
Il volto di colui che ha “sconvolto” la storia dell’umanità e ancora oggi “scuote” chiunque lo incontra!
È immutata nel ricordo l’emozione di quando mio zio, sacerdote e rettore del seminario al Cairo, tornando da Roma mi portò quale souvenir l’immagine del volto della sacra sindone, ove a margine stava descritta la sintesi della ricostruzione degli studi effettuati da parte degli scienziati e degli studiosi.
E da lì, da quel provvidenziale incontro, che iniziò il mio interesse verso la sindone, quel sacro lino conservato, dopo varie peripezie e percorsi, nel duomo di Torino.
Il mio grande interesse, extra scolastico, diventò la sindone!
Proveniente dall’Egitto, la terra evangelizzata dalla predicazione di san Marco, lessi e rilessi il suo Vangelo e man mano che ne proseguivo l’approfondimento, scrissi a mio uso personale una Via Crucis secondo la Sindone, per pregare meditando la passione, la morte e la risurrezione del nostro salvatore e redentore Gesù Cristo.
Divenuto sacerdote, sentii forte il bisogno di “coinvolgere” la gente della mia comunità ecclesiale con una riflessione che rispondesse maggiormente alle esigenze di una evangelizzazione attualizzata nella storia di oggi!
Pensai quindi a uno studio e a una pubblicazione in lingua araba che potessero divenire una proposta per tanti, cattolici e non, che vivono in Egitto. Così realizzai un dvd sulla sindone, memore di quel “maestoso volto” che ha segnato la meditazione degli uomini di ogni tempo confidando in quella parola del salmista: «Il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondere il tuo volto da me» (Salmo 27, 8b-9a). Sono passati circa quindici anni e ora ho pensato di estrarre dal cassetto delle mie carte quel testo, già pubblicato, della Via Crucis dalla Bibbia alla Sindone che è stato per me un efficace aiuto spirituale per la preghiera nel sacro tempo quaresimale. Oggi il volto di Cristo, impresso nell’uomo della sindone, rappresenta un costante richiamo, come ci esorta Papa Francesco, a portare la nostra attenzione e il nostro impegno verso le periferie del mondo e a fermare il nostro sguardo a questo particolare lenzuolo che ha avvolto colui che, in realtà, ha abbracciato l’umanità avvolgendone tutte le sofferenze!
L’esposizione della sindone a Torino, che vedrà pellegrino Papa Francesco, mi ha spinto pertanto a pubblicare questo libretto, confidando che possa aiutare nella preghiera i credenti e alla riflessione tutti coloro che sono alla ricerca di Dio.
Gesù, ancora oggi, come ebbero a dire tanti scrittori e insigni studiosi, rimane il mistero più grande della storia umana, poiché fu figlio di una donna umile e semplice, nacque in un oscuro villaggio e visse in un altro sobborgo non meno dimenticato dove ha lavorato come falegname fino a trent’anni. Poi per tre anni, percorse in lungo e in largo la sua terra predicando. Non lasciò nulla di scritto. Non ottenne nessuna carica pubblica o istituzionale. Soprattutto non ebbe famiglia che ne riconoscesse la paternità né una propria abitazione. Non ottenne nessun titolo accademico ma si intratteneva a discutere con i sapienti del suo tempo fin dall’età di dodici anni. Non si allontanò più di trecento chilometri da dov’era nato. Non perseguì nessuna di quelle imprese che di solito si definiscono con il termine “successo”. Non offrì altre credenziali che la sua persona!
Al compimento dei trentatré anni l’opinione pubblica gli si rivoltò contro. I suoi amici allora lo abbandonarono lasciandolo solo e uno di loro lo tradì vendendolo ai suoi persecutori. Ne sortì un processo definibile soltanto con il termine di farsa. Fu messo in croce in mezzo a due ladri e mentre stava morendo i suoi carnefici si giocarono ai dadi l’unica proprietà che aveva: la sua tunica!
Da morto venne deposto in un sepolcro donatogli da Giuseppe d’Arimatea, un amico spinto dalla compassione. Dopo tre giorni quel sepolcro fu trovato vuoto. Di lui, là dentro, rimase solo quel lenzuolo (la sindone) che lo aveva avvolto con i segni della sua passione: quasi una foto ricordo!
Sono passati venti secoli e lui, ancora oggi, è la figura centrale dell’umanità. Il tempo storico degli uomini è segnato da un prima e un dopo di... LUI!
Nessuno dei potenti di ogni epoca ha cambiato la vita dell’umanità sulla terra quanto la vita di quest’uomo straordinario!
Oggi quell’uomo continua a “parlarci” anche attraverso la sindone, ricordandoci che se lui ha avuto le mani inchiodate sulla croce occorre che noi ci adoperiamo a schiodare quelle dell’umanità crocifissa. Il suo cuore trafitto ci insegni l’intensità dell’amore! Le sue piaghe siano un continuo richiamo a condividere le sofferenze di tutti coloro che, anche oggi, sono piagati nel corpo e nello spirito!
Questo è l’intento che mi ha spinto a scrivere queste semplici pagine, con l’auspicio che il lettore, contemplando il volto dell’uomo dei dolori, ottenga il dono delle lacrime per camminare, con autenticità, insieme ai fratelli, seguendo le orme di Cristo povero e sofferente verso l’alba radiosa della risurrezione.

L'Osservatore Romano

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La preghiera del Papa: «Fa' o Signore che io sia la tua sindone»


Un inedito di Francesco introduce il volume scritto da don Yoannis Lahzi Gaid e intitolato «Via Crucis. Dalla Bibbia alla Sindone»

ANDREA TORNIELLICITTÀ DEL VATICANO

«Fa' o Signore che io sia una Tua icona, la Tua sindone, per testimoniare agli uomini del nostro tempo l'abbraccio del tuo ineffabile amore!». Sono le parole con cui si conclude la preghiera di Francesco che apre - come prefazione - un agile volume scritto da monsignor Yoannis Lahzi Gaid, il sacerdote egiziano che lavora nella segreteria particolare del Papa e gli fa da speaker in lingua araba durante le udienze generali del mercoledì.

«Via Crucis. Dalla Bibbia alla Sindone» è il titolo del libro, edito da Shalom (96 pagine, 3 euro), un vero e proprio sussidio di preghiera per compiere il tradizionale esercizio di pietà e di devozione che ripercorre le tappe della Passione di Cristo avendo però davanti agli occhi la misteriosa immagine del telo di lino conservato a Torino. Nel tessuto sindonico, infatti, si possono «leggere» tutti i segni della Passione: l'uomo avvolto nella Sindone ha subito con esattezza millimetrica il terribile trattamento riservato a Gesù e narrato nei quattro Vangeli. Le percosse, la coronazione di spine, la flagellazione, la crocifissione, la morte e la ferita post-mortem che ha squarciato il costato.

«Fa', o Signore, che io possa vederti oggi nei volti sfigurati, nei corpi sofferenti di ogni tempo, nelle persone scartate, emarginate e schiacciate dal peso delle loro croci», scrive Francesco nella preghiera iniziale.

«Donaci, o Signore, di contemplare il Tuo Volto presente e nascosto nei volti dei miei fratelli e delle mie sorelle». E infine il passaggio con l'invito a diventare «icona», anzi «sindone» di Gesù.

Nell'introduzione del libro, don Yoannis racconta dell'impressione che ebbe quando lo zio, sacerdote e Rettore del Seminario al Cairo, tornando da Roma gli portò come souvenir l'immagine del Volto della Sacra Sindone e la descrizione delle ricostruzioni di scienziati e studiosi. Fu l'inizio di un interesse verso la misteriosa immagine torinese che da allora non è più finito. «Proveniente dall'Egitto, la terra evangelizzata dalla predicazione di san Marco, lessi e rilessi il suo Vangelo e man mano che ne proseguivo l'approfondimento, scrissi a mio uso personale una "Via Crucis secondo la Sindone", per pregare meditando la Passione, la morte e la resurrezione» di Gesù.

Nel testo, oltre alle tredici stazioni dove brani di Vangelo si alternano a proposte di riflessione e meditazione su ciò che vediamo nella Sindone, si trovano le notizie fondamentali sul telo torinese e la possibilità di leggerne le impronte, da quelle di sangue che per prime si sono trasferite per contatto sul lino, a quella misteriosa e ancora non spiegata che riproduce l'intera figura di un uomo torturato e crocifisso. Vi sono infine raccolte orazioni particolari scritte per «contemplare e pregare la Sindone».

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Scienza e Umanesimo: oltre il modello neutrale

Se ne è discusso alla tavola rotonda tenutasi sabato scorso presso il Centro San Carlo di  Torino

di Giorgia Innocenti 

Quale rapporto esiste tra la Scienza e chi la coltiva? La dimensione personale dello scienziato si riflette sull’oggetto della sue ricerche? A questi interrogativi hanno cercato di rispondere i partecipanti a un incontro moderato dal giornalista Pietro Bianucci.
Il dibattito, tenutosi sabato 9 maggio a Torino, presso il Centro Culturale San Carlo, è stato organizzato dalla Scuola Internazionale Superiore per la Ricerca Interdisciplinare (SISRI), in collaborazione con l’Associazione delle Attività Educative e Culturali (AEC) di Torino, il Centro Culturale Piergiorgio Frassati, con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo.
Scienza, umanesimo e passione sono i tre elementi che fanno riferimento a vissuti e discipline diverse con un denominatore comune: l’Uomo che ricerca.
In questo contesto ha trovato la giusta collocazione la relazione del prof. Giancarlo Genta, Ordinario di Costruzione di Macchine al Politecnico di Torino dal titolo L’Esplorazione dello Spazio tra tecnologia e domande ultime.
“L’Esplorazione dello Spazio pone sfide tecnologiche significative - ha esordito il professore -. Esplorazione robotica ed umana si completano a vicenda in quanto lo scopo ultimo è trasformare l’uomo in un abitante del cosmo. In questo processo l’individuo porta tutto se stesso: la scienza, la tecnologia, ma anche i dubbi e le domande, che implicano la sua visione filosofica e religiosa del mondo”.
Il ruolo dei presupposti filosofici personali nella teoria scientifica: il caso del problema mente/corpo: è stata la problematica affrontata dal prof. Filippo Tempia, ordinario di Fisiologia all’Università di Torino.
“La motivazione che ha spinto molti neuroscienziati - ha dichiarato Tempia - a studiare il cervello umano è stata una domanda sull’identità dell’Uomo. In particolare, l’aspetto più interessante ed enigmatico dell’individuo è stato da sempre la sua attività mentale cosciente, che lo rende autore dei suoi pensieri. I paradossi a cui sono giunte le neuroscienze possono essere superati solo con un approccio non-riduzionista che utilizzi un’epistemologia a cui gli scienziati d’oggi sono estranei. Ciò richiede una profonda formazione umanistica oltre che scientifica”.
L’evento si è inserito nel quadro dei seminari promossi dalla SISRI, attività del Centro di Documentazione interdisciplinare di Scienza e Fede della Pontificia Università Santa Croce di Roma. Nel pomeriggio i partecipanti si sono poi recati nel Duomo di Torino per la contemplazione della Sacra Sindone.