martedì 5 maggio 2015

Giubileo della Misericordia: Presentazione e Logo





Un moto dello spirito

Un calendario ricco di celebrazioni scandirà l’Anno santo della misericordia indetto da Papa Francesco dall’8 dicembre 2015 al 20 novembre 2016. A presentarlo è stato l’arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione — al quale è affidata l’organizzazione del giubileo — durante la conferenza stampa tenutasi martedì mattina, 5 maggio, nella Sala stampa della Santa Sede, alla presenza di monsignor Graham Bell, sottosegretario del dicastero.L’idea del giubileo è nata come un vero e proprio «moto dello Spirito», ha spiegato il presule rivelando che il 28 agosto dello scorso anno, durante una udienza privata, Francesco gli aveva confidato: «Quanto mi piacerebbe un giubileo della misericordia!». Per questo si può parlare di «un moto dello Spirito, non solo un desiderio, ma un moto suscitato nel Papa dall’azione dello Spirito Santo».
Quanto al calendario degli avvenimenti, il primo appuntamento è previsto dal 19 al 21 gennaio. Sarà riservato a coloro che operano nel settore dell’organizzazione dei pellegrinaggi. In quell’occasione verrà chiesto ai partecipanti di compiere un tratto a piedi, per prepararsi a oltrepassare la porta santa con spirito di fede e di devozione. «È un segno — ha spiegato monsignor Fisichella — che intendiamo offrire per far comprendere che l’Anno santo è un vero pellegrinaggio e come tale va vissuto». 
Un appuntamento particolare sarà quello del 22 febbraio, riservato alla Curia romana. Seguirà il 3 aprile una celebrazione per tutto il variegato mondo che si ritrova nella spiritualità della misericordia (movimenti, associazioni, istituti religiosi). Ai ragazzi che dopo la Cresima sono chiamati a professare la fede è riservato l’incontro del 24 aprile. Un altro appuntamento, 29 maggio, sarà per i diaconi, che per vocazione e ministero sono chiamati a presiedere la carità nella vita della comunità cristiana. Nel 160° anniversario della solennità del Sacro Cuore di Gesù il 3 giugno, invece, si celebrerà il giubileo dei sacerdoti. Il 12 giugno sarà la volta dei malati, delle persone disabili e di quanti si prendono cura di loro. 
La gmg di Cracovia, dal 26 al 31 luglio, costituirà l’appuntamento per il giubileo dei giovani. Il mondo del volontariato caritativo si radunerà invece il 4 settembre. «È il segno concreto — ha detto il presule — di chi vive le opere di misericordia nelle sue diverse espressioni e merita una celebrazione riservata». Il 25 settembre sarà celebrato il giubileo dei catechisti e delle catechiste, che «con il loro impegno di trasmettere la fede sostengono la vita delle comunità cristiane, in particolare nelle nostre parrocchie». Anche il mondo della spiritualità mariana avrà la sua giornata, il 9 ottobre, per celebrare la Madre della misericordia.
Il 6 novembre si terrà il giubileo dei carcerati, il primo a loro riservato nella storia dei giubilei. «Questo non avverrà solo nelle carceri — ha spiegato l’arcivescovo — ma stiamo studiando la possibilità perché alcuni carcerati possano avere l’opportunità di celebrare con Papa Francesco in San Pietro il loro proprio Anno santo». 
Queste iniziative riguardano solo la prima parte del calendario delle celebrazioni, che va letto in una triplice prospettiva. Da una parte, vi sono gli appuntamenti organizzati che prevedono una grande affluenza di persone. Una seconda prospettiva sarà caratterizzata da alcuni segni che Papa Francesco «compirà in modo simbolico raggiungendo alcune “periferie” esistenziali per dare di persona testimonianza della vicinanza e dell’attenzione ai poveri, ai sofferenti, agli emarginati e a quanti hanno bisogno di un segno di tenerezza». Questi momenti, ha spiegato il presule, «avranno un valore simbolico, ma chiederemo ai vescovi e ai sacerdoti di compiere nelle loro diocesi lo stesso segno in comunione con il Papa perché a tutti possa giungere un segno concreto della misericordia e della vicinanza della Chiesa». A testimonianza della carità del Papa e «come memoria di questo giubileo», verrà compiuto un gesto significativo «venendo incontro a una realtà bisognosa nel mondo, per esprimere la misericordia in un aiuto concreto e fattivo». Una terza prospettiva, infine, è dedicata ai tanti pellegrini che giungeranno a Roma singolarmente e senza un’organizzazione alle spalle. Per loro saranno individuate alcune chiese del centro storico dove potranno trovare accoglienza, vivere momenti di preghiera e di preparazione. Tutti i pellegrini che arriveranno a Roma, comunque, avranno un percorso privilegiato per attraversare la porta santa. «Questo — ha spiegato — si rende necessario per consentire che l’evento sia vissuto in modo religioso, con sicurezza e al riparo dalle intemperie dell’abusivismo che ogni giorno sembra investire i milioni di persone che giungono nei luoghi sacri della cristianità».
Per la prima volta nella storia dei giubilei, ha sottolineato monsignor Fisichella, viene data la possibilità di aprire la porta santa — “porta della misericordia” — anche nelle singole diocesi, in particolare nella cattedrale o in una chiesa importante o in un santuario caro ai pellegrini. Il presule ha individuato poi alcune caratteristiche che fanno di questo giubileo un avvenimento unico. A cominciare dal richiamo alla misericordia, che rompe gli schemi tradizionali. Infatti, la storia dei giubilei si caratterizza per la scadenza dei 50 e dei 25 anni. «I due giubilei straordinari — ha detto — hanno rispettato la scadenza dell’anniversario della redenzione compiuta da Cristo (1933-1983)». Al contrario, questo è invece un giubileo tematico. «Si fa forte — ha aggiunto — del contenuto centrale della fede e intende richiamare la Chiesa alla sua missione prioritaria di essere segno e testimonianza della misericordia». 
L’arcivescovo ha fatto anche riferimento al richiamo di Papa Francesco all’ebraismo e all’islam per «ritrovare proprio sul tema della misericordia la via del dialogo e del superamento delle difficoltà che sono di dominio pubblico». Un altro tratto di originalità sarà offerto dai missionari della misericordia, ai quali Papa Francesco affiderà il mandato il mercoledì delle Ceneri con la celebrazione nella basilica di San Pietro. Questi missionari «dovranno essere sacerdoti pazienti, capaci di comprendere i limiti degli uomini, ma pronti a esprimere l’afflato del buon Pastore, nella loro predicazione e nella confessione». 
Monsignor Fisichella ha poi presentato il logo dell’Anno santo, che «rappresenta una summa teologica della misericordia e del motto che lo accompagna», tratto dal Vangelo di Luca (6, 36): misericordiosi come il Padre. Il logo è opera del gesuita Marko Ivan Rupnik. Si tratta di un’immagine molto cara alla Chiesa antica. Il disegno è realizzato in modo tale da «far emergere che il buon Pastore tocca in profondità la carne dell’uomo e lo fa con amore tale da cambiargli la vita». Un particolare, tuttavia, va considerato. «Il buon Pastore — ha detto — con estrema misericordia si carica l’umanità, ma i suoi occhi si confondono con quelli dell’uomo. Cristo vede con l’occhio di Adamo e questi con l’occhio di Cristo». La scena si colloca all’interno della mandorla, figura cara all’iconografia antica e medioevale, che «richiama la compresenza delle due nature, divina e umana, in Cristo». I tre ovali concentrici, di colore progressivamente più chiaro verso l’esterno, suggeriscono il movimento di Cristo che porta l’uomo fuori dalla notte del peccato e della morte. 
È stato anche ricordato il sito internet ufficiale del giubileo, che è già attivo (www.iubilaeummisericordiae.va oppure www.im.va). Il sito è disponibile in sette lingue: italiano, inglese, spagnolo, portoghese, francese, tedesco e polacco.
L'Osservatore Romano

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Conferenza Stampa di presentazione del Giubileo della Misericordia (8 dicembre 2015 – 20 novembre 2016)
Sala stampa della Santa Sede

Alle ore 11.30 di questa mattina, nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, ha luogo la Conferenza Stampa di presentazione del Giubileo della Misericordia che si aprirà l’8 dicembre 2015 per concludersi il 20 novembre 2016.    Intervengono S.E. Mons. Salvatore Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione e Mons. Graham Bell, Sottosegretario del medesimo Pontificio Consiglio. Interventi: (...)


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Il logo e il motto offrono insieme una sintesi felice dell’Anno giubilare. Nel motto Misericordiosi come il Padre (tratto dal Vangelo di Luca, 6,36) si propone di vivere la misericordia sull’esempio del Padre che chiede di non giudicare e di non condannare, ma di perdonare e di donare amore e perdono senza misura (cfr. Lc 6,37-38).

Il logo – opera del gesuita Padre Marko I. Rupnik – si presenta come una piccola summa teologica del tema della misericordia. Mostra, infatti, il Figlio che si carica sulle spalle l’uomo smarrito, recuperando un’immagine molto cara alla Chiesa antica, perché indica l’amore di Cristo che porta a compimento il mistero della sua incarnazione con la redenzione. Il disegno è realizzato in modo tale da far emergere che il Buon Pastore tocca in profondità la carne dell’uomo, e lo fa con amore tale da cambiargli la vita. Un particolare, inoltre, non può sfuggire: il Buon Pastore con estrema misericordia carica su di sé l’umanità, ma i suoi occhi si confondono con quelli dell’uomo. Cristo vede con l’occhio di Adamo e questi con l’occhio di Cristo. Ogni uomo scopre così in Cristo, nuovo Adamo, la propria umanità e il futuro che lo attende, contemplando nel Suo sguardo l’amore del Padre.
La scena si colloca all’interno della mandorla, anch’essa figura cara all’iconografia antica e medioevale che richiama la compresenza delle due nature, divina e umana, in Cristo. I tre ovali concentrici, di colore progressivamente più chiaro verso l’esterno, suggeriscono il movimento di Cristo che porta l’uomo fuori dalla notte del peccato e della morte. D’altra parte, la profondità del colore più scuro suggerisce anche l’imperscrutabilità dell’amore del Padre che tutto perdona.