venerdì 12 giugno 2015

Per un asciutto su misura...




+++ HUGGIES: GARANTE PUBBLICITA' CONDANNA SPOT PANNOLINI BIMBO/BIMBA +++
Clamoroso!
Solo qualche giorno fa avevamo segnalato con vivo apprezzamento il nuovo spot dei pannolini Huggies diversificati sulle esigenze maschili e femminili (QUI IL VIDEO: https://www.youtube.com/results…). La pubblicità è pensata intorno alle differenti attitudini tendenzialmente riscontrabili nelle bambine e nei bambini, diversità caratteriali che qualsiasi genitore nota nei suoi figli vedendoli crescere.
La Manif Italia apprende ora che il garante per la pubblicità, l'Istituto per l'Autodisciplina Pubblicitaria, ha ingiunto alla Huggies di desistere dalla diffusione di questa pubblicità, perché violerebbe gli articoli del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale su "Convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona" e su "Bambini e adolescenza"!
Il video è stato oggetto nei giorni di scorsi di accuse di "sessismo": il modo con cui si accusa qualcosa di non conformarsi ai nuovi parametri del Gender, in cui è un'eresia evidenziare le differenze tra il maschile e il femminile, anche nel modo tendenziale di comportarsi.
Riteniamo scandaloso questo giudizio del garante, dettato da meri convincimenti ideologici e contrario alla libertà di esprimere una parte della realtà senza dover rendere conto agli ormai diffusi Comitati del Pensiero Unico. Questo è solo l'ennesimo motivo per cui saremo tutti a Roma sabato 20 giugno in Piazza San Giovanni alle 15:30, per dire che ci siamo stufati dell'onnipresente filtro del Gender che decida chi sono i buoni e i cattivi nella società.
Vi invitiamo a mettere "mi piace" al video su YouTube, a comunicare il vostro sostegno alla Huggies tramite messaggio privato sulla loro pagina Facebook (https://www.facebook.com/HuggiesItalia?ref=ts&fref=ts) e SOPRATTUTTO a scrivere tutta la vostra indignazione all'Istituto di Autoregolamentazione Pubblicitaria, mandando una mail simile o uguale a quella qui sotto all'indirizzo: iap@iap.it
Ecco la nostra:
Gentile amministrazione,
apprendiamo con estremo disappunto dell'ingiunzione di desistenza rivolta dal vostro spettabile ente all'azienda di prodotti per l'infanzia "Huggies S.p.A.", a motivo dello spot "Huggies Bimba e Huggies Bimbo: Per un asciutto su misura" trasmesso sulle reti Rai e Mediaset nel mese di giugno 2015. In qualità di telespettatori e consumatori, ci è incomprensivile come questa pubblicità possa violare gli articoli del del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale su "Convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona" e su "Bambini e adolescenza", dal momento che si limita ad evidenziare tendenziali caratteristiche tipiche dello sviluppo psico-comportamentale dell'infanzia che qualsiasi genitore può rintracciare nella crescita dei propri figli e delle proprie figlie, e che sono comunque considerate dalle scienze sociali e psicologiche del tutto naturali. Vi chiediamo pertanto di ritirare l'ingiunzione alla Huggies S.p.A. e di non cedere alla pressione di proteste meramente ideologiche sul tema dell'identità sessuale e c.d. identità di genere.
cordialmente
La Manif Pour Tous Italia
‪#‎IoStoConHuggies‬

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Gender. Mamma: nell'educazione scuola non scavalchi genitori

In piazza san Giovanni in Laterano a Roma, il prossimo 20 giugno alle 15.30, con il comitato “Difendiamo i nostri figli” ci saranno numerosi genitori provenienti da varie parti di Italia che lamentano l’indottrinamento gender subito a loro insaputa dai ragazzi nelle aule scolastiche. Tra loro, c’è Tiziana Piedimonte: sua figlia nella scuola media di Capaci ha partecipato a un corso contro il bullismo e la discriminazione, ma senza che i genitori fossero avvertiti che la didattica era affidata ad organizzazioni gay Lgbt. 
R.  – Prima di tutto, dobbiamo precisare che la scuola ha presentato dei laboratori contro il bullismo e le discriminazioni. Io ho dato adesione. Il giorno 28 novembre nostra figlia chiede alla maestra di poter chiamare al telefono perché non si sente bene. Mio marito è andata a prenderla e la bambina ha cominciato a dire: “Papà, sai, c’erano due omosessuali in classe che parlavano di famiglia, che i figli si possono avere con l’inseminazione artificiale…”. Dopo una mezz'oretta, siamo tornati a scuola, c’ero pure io, abbiamo chiesto spiegazioni, chi fosse l’insegnante in classe e quali associazioni stavano sviluppando il laboratorio. Non mi hanno voluto dire niente di tutto questo. Un bambino che era all’interno di questa classe ha detto alla mamma che avevano fatto vedere anche omosessuali e lesbiche in intimità. Ora, noi stiamo cercando di accedere agli atti, non so se la scuola risponderà. Il discorso è che non si deve discriminare nessuno, però da questo passare a lezioni che contengano anche questioni di sessualità, no.
D.  – Quanti genitori si sono mobilitati dopo questa cosa?
R. – Come genitori siamo 4-5 in tutto il paese ad esserci mobilitati. C’è una bambina di seconda media, sua madre mi raccontava di essere andata a prenderla a scuola perché aveva chiamato anche lei dicendo che non stava bene. L’ha presa in lacrime mentre diceva: “Mamma portami via, portami via!” La bambina non è riuscita a spiegare niente a sua madre, si è confidata con il padre, dicendogli che gli avevano spiegato la masturbazione. Io ho provato a parlare con questa ragazzina ma tuttora ha il rifiuto.
D. – Indipendentemente che si descriva un atto sessuale, omosessuale, eterosessuale, di autoerotismo, lo si fa nei confronti di minori senza informare i genitori…
R. – Io dico sempre che la scuola ha sbagliato a non avvisare noi genitori, perché siamo i primi educatori. Noi genitori conosciamo modi e tempi per spiegare ai nostri figli determinate cose: possiamo avere 10 figli ma ogni figlio avrà il suo modo e il suo tempo in cui vanno spiegate determinate cose.
D. - E “Difendiamo i nostri figli” è il titolo della manifestazione del 20 giugno. Dunque le ragioni per scendere in piazza ci sono…
R. – Ci sono tutte. Noi siamo i primi educatori. Articolo 26 comma 3 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, articolo 30 della Costituzione italiana: noi genitori ci dobbiamo riprendere il mano il nostro diritto di primi educatori, la scuola non può scavalcarci. Ci saranno genitori che magari diranno pure di sì: va bene, non per questo tutti gli altri devono essere scavalcati. Radio Vaticana