venerdì 11 settembre 2015

Les "valeurs" del la République...



(di Mauro Faverzani) Incredibile! Con un trionfale comunicato, il Comitato nazionale per l’Educazione Cattolica francese ha annunciato l’adozione lo scorso 7 luglio del testo intitolato «Progetto educativo ed etica repubblicana», firmato dai genitori al momento dell’iscrizione dei propri figli. E’ stato definito entusiasticamente uno dei contributi più significativi ai «Valori della Repubblica», benché questi abbian dimostrato di essere agli antipodi del Cattolicesimo ed agli antipodi delle varie forme di libertà – religiosa, di coscienza, d’insegnamento, di pensiero o il semplice agire conformemente alla propria fede -.
Questo progetto non è nient’altro che la versione “confessionale” della cosiddetta «Carta della laicità», imposta da una circolare ministeriale a tutte le scuole pubbliche, ma non applicabile per legge alle strutture cattoliche in quanto tali. Le quali, tuttavia, non han voluto essere da meno e, di concerto con le autorità di vigilanza, hanno messo a punto questo documento, che tra le altre cose ritiene la laicità pienamente compatibile con i propri orientamenti educativi.
Il quotidiano di news on line Perepiscopus ha commentato sconsolato come, alla fine, l’«incubo sia divenuto realtà», l’agenzia Boulevard Voltaire ha commentato: «pare di sognare», mentre una sua firma di punta, François Teutsch, ha aggiunto: «Invece di lottare per la libertà educativa, che è fondamentale ed accentua la responsabilità della famiglia, la scuola privata non cessa, da decenni, di adeguarsi», piegandosi al repubblicanismo più bieco.
Scrive in merito l’agenzia Riposte Catholique, sdegnata: appiattendosi sulle linee elaborate dal ministro della Pubblica Istruzione, Najat Vallaud-Belkacem, prima ancora che giungano i suoi diktat, «l’insegnamento privato consuma l’ultimo atto del tradimento della missione, cui dovrebbe essere votato. Non è nemmeno certo che ne sia consapevole». E conclude, chiedendosi a quando la soppressione totale anche della qualifica di “scuola cattolica”, essendo ormai questi istituti «nulla più che una scuola pubblica a pagamento» (Mauro Faverzani).