giovedì 7 maggio 2015

Roma: vietato indossare la maglietta con il simbolo della famiglia

violenza eterofobica_omofobia_maglietta _Manif

Sarà ora che qualcuno si preoccupi della prevenzione dell’eterofobia e del bullismo eterofobico.
Rilanciamo il comunicato stampa della Manif Pour Tous che denuncia l’aggressione subita da un ragazzo romano solo perché indossava una maglietta col simbolo della Manif.


Comunicato stampa Roma, 6 maggio 2015


La Manif Pour Tous Italia denuncia aggressione
Indossava una maglietta che raffigura la famiglia. Questa la ragione dell’aggressione di cui è stato vittima un ragazzo di Roma, il pomeriggio del primo maggio scorso. Durante un picnic in un parco in zona Tiburtina, il ragazzo è statoinsultato e strattonato, a causa della sua t-shirt con il logo de La Manif Pour Tous che rappresenta una famiglia che si tiene per mano. A denunciare l’accaduto è La Manif Pour Tous Italia, associazione nata con lo scopo di “garantire la libertà di espressione, preservare l’unicità del matrimonio tra uomo e donna e il diritto dei bambini ad avere una mamma e un papà”.
L’aggredito racconta di essere stato circondato da tre persone (due uomini e una donna ), apostrofato e poi spinto a terra. “Questa maglietta te la devi togliere. Sei un fascista, sei un antiabortista e un cattolico integralista”, gli hanno gridato contro. Al suo rifiuto, in presenza di testimoni, gli è stata squarciata la t-shirt con violenza. Secondo la vittima, l’autore del gesto ha affermato di essere “gay e anarchico” e di voler picchiare quanti indossano magliette con quel simbolo.
La Manif Pour Tous Italia si dichiara profondamente scossa dalla brutale aggressione. “Difendere la famiglia oggi, significa rischiare violenti attacchi personali – afferma Jacopo Coghe, presidente de La Manif Pour Tous Italia -. Quanto accaduto a Roma è un fatto gravissimo, che testimonia la volontà di intimidire chi sostiene un’associazione pro-family come la nostra, che tra l’altro è apartitica e laica. Siamo nati per promuovere la libertà di opinione – conclude Coghe – e per questo minacce e prepotenze non riusciranno a chiuderci la bocca”.
Ufficio stampa La Manif Pour Tous Italia:
press@lamanifpourtous.it
Cell. 393 8182082
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Gb: bimba tolta alla madre surrogata e affidata al padre-committente gay


"Contrariamente agli accordi pre-parto, la donna non ha comunicato ai due uomini la nascita della figlia, l'ha poi allattata al seno, le ha dato un nome non concordato e l'ha persino battezzata in chiesa".
Quel "persino" è bellissimo, ma il massimo dell'ipocrisia sta nella soluzione proposta per evitare questo tipo di problemi...

Sentinelle in piedi

(AGI) - Londra, 6 mag. - Polemiche e stupore nel Regno Unito per la decisione dell'Alta Corte di sottrarre una bimba a una madre surrogata per affidarla al suo padre biologico, un omosessuale convivente con il suo partner. La causa legale, raccontata dal 'Daily Mail', era sorta dopo che nei giorni precedenti il parto la madre aveva deciso di tenere la bimba.
  Secondo la coppia gay, la donna aveva acconsentito con un accordo a voce a svolgere il ruolo di madre surrogata mentre la donna ha sostenuto di aver messo in chiaro che si sarebbe presa cura lei della piccola. La giudice Alison Russell ha pero' sentenziato che la bimba, che ora ha quindici mesi, debba essere affidata ai due omosessuali, in quanto la madre avrebbe intenzionalmente ingannato il padre biologico, tenendogli nascosta intenzione di tenersi la piccola. Nel Regno Unito e' legale ricorrere a madri surrogate, che tuttavia non possono essere pagate, se non con rimborsi per le spese mediche e di primo mantenimento del figlio. A far decidere la giuria per questo tipo di sentenza sono stati anche altri elementi.
  Contrariamente agli accordi pre-parto, la donna non ha comunicato ai due uomini la nascita della figlia, l'ha poi allattata al seno, le ha dato un nome non concordato e l'ha persino battezzata in chiesa. Inoltre, la donna si sarebbe anche prodigata in commenti omofobici, prima e dopo la nascita della bimba. Le associazioni che difendono i diritti delle madri surrogate hanno comunque sottolineato come la soluzione degli accordi informali sia la migliore per il contesto giuridico britannico, in quanto un patto registrato in modo ufficiale potrebbe ledere i diritti delle donne.

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 Meraviglioso Cirinna!
di Mario Adinolfi
Dovreste leggerlo il ddl Cirinnà, è meraviglioso. Non ci si capisce niente. Qualsiasi essere umano normale non capisce di che si parla. La Croce come sapete, negli scorsi giorni ha indicato alcune strade per bloccare questa legge anticostituzionale, che di fatto istituisce il matrimonio omosessuale e legittima la pratica dell’utero in affitto. C’è scritto chiaramente? No, perché è una legge di cui i proponenti stessi si vergognano. Poiché tra le strade per bloccare la legge abbiamo indicato anche quella di inondarla di emendamenti in commissione Giustizia e poiché i parlamentari sono pigri, ci siamo occupati noi di “ispirare” alcuni emendamenti. Li abbiamo materialmente scritti, di fatto.
Tra questi, uno chiede l’abrograzione dell’articolo 5 del ddl, l’articolo che aprendo alla “stepchild adoption” legittimerebbe di fatto l’utero in affitto. Volete sapere cosa c’è scritto in quell’articolo? Eccovi serviti: “Art. 5. (Modifiche alla legge 4 maggio 1983 n. 184) 1. All'articolo 44 lettera b) della legge 4 maggio 1983, n. 184 dopo la parola «coniuge» sono inserite le parole «o dalla parte dell'unione civile tra persone dello stesso sesso»”. Oplà, il gioco è fatto. Voi non ci avete capito nulla, vero? Non c’è scritto che se questo articolo diventa legge si potrà dichiarare il falso e cioè che i bambini possono essere figli di due papà e di nessuna mamma, dunque trionfo dell'ideologia gender, trionfo del genitore 1 e genitore 2, fine della necessità di una figura materna e una figura paterna, maternità e paternità saranno concetti obsoleti sostituiti dall'idea che non esistono legami naturali come quelli tra una mamma e il suo bambino, anzi, prevale il valore dei contratti di compravendita (l'utero in affitto tale è), il bambino è un oggetto come un altro di cui si può rivendicare il possesso in virtù di una transazione di denaro seppure compiuta all'estero. La persona più debole, il bimbo, diventa una cosa che colma un bisogno, un individuale desiderio.
Comunque sia, non ci hanno fregati. Abbiamo fatto depositare l’emendamento soppressivo dell'astruso articolo 5 del ddl Cirinnà, sapevamo cosa cercare, sappiamo leggere il politichese e il burocratese dei disegni di legge. Lunedì prossimo scade il termine per la presentazione degli emendamenti a questa legge incomprensibile, di cui persino i proponenti si vergognano. Se conoscete parlamentari, sollecitateli affinché inondino la commissione di emendamenti soppressivi.