giovedì 18 giugno 2015

Venti ore di tweet



Sessantatré cinguettii nello spazio di poco più di venti ore: nell’era dei social network Papa Francesco ha scelto di diffondere la sua enciclica anche attraverso Twitter, con un ritmo incalzante, che prevede un messaggio in 140 caratteri ogni venti minuti. Il primo della serie è apparso alle 12 sull’account @Pontifex nelle varie lingue, in concomitanza con la presentazione ufficiale dell’atteso documento pontificio: «Invito tutti — si legge sulla pagina italiana — a dedicare un momento di riflessione alle sfide che ci troviamo davanti in merito alla cura della nostra casa comune». Nel secondo, alle 12.20, è comparso per la prima volta l’hashtag #LaudatoSi, che ritorna per oltre venti volte ed è destinato sicuramente a diventare uno dei più cliccati nelle prossime ore. Significativo infine in ambito ecumenico il tweet delle 14 in cui il Papa cita esplicitamente una frase del patriarca Bartolomeo: «Un crimine contro la natura è un crimine contro noi stessi e un peccato contro Dio».

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In dialogo con tutti
di Giovanni Maria Vian

Che il pontificato di Bergoglio avrebbe con forza accentuato la preoccupazione per l’ambiente espressa nell’ultimo mezzo secolo dalla sede romana si era avvertito subito. Sin da quando il Papa spiegò, incontrando per la prima volta i giornalisti, la scelta del nome da poco assunto: riferendosi all’amore per i poveri e per le creature alle quali il santo di Assisi dedicò il meraviglioso cantico da cui ora prende il nome la seconda enciclica del Pontefice.Laudato si’ è un documento lungo, a tratti poetico e commovente, che mostra bene la novità radicale — che va alle radici, cioè all’essenziale della fede — di Papa Francesco, in continuità evidente con la tradizione cristiana e con i suoi predecessori. Non poche sono infatti le novità nel testo, molto atteso, in alcuni ambienti criticato e respinto ideologicamente addirittura a priori, fino al tentativo di disturbarne la presentazione con l’ombra di giochi, certo non disinteressati né innocenti, che del fair play giornalistico non si sono preoccupati.
Ora l’enciclica è pubblica, e chiunque voglia leggerla e discuterla onestamente non può non coglierne appunto le novità. Sin dai destinatari — per la prima volta «ogni persona che abita questo pianeta» — e dall’intenzione. Come infatti l’altro grande documento personale di Bergoglio, l’Evangelii gaudium, ha voluto «mobilitare un processo di riforma missionaria ancora da compiere», così questo si propone di «entrare in dialogo con tutti riguardo alla nostra casa comune».
Frutto di esperienze e ricerche di ampio respiro, l’enciclica ha il merito di collegare la riflessione cristiana sull’ambiente dell’ultimo mezzo secolo con il dibattito culturale e scientifico, vivace e segnato da estremismi di segno opposto, in un contesto dove sono sempre più preoccupanti la debolezza e l’inerzia della politica. Ma non rinuncia a radicare l’attuale sensibilità ecologica nella tradizione, dalle Scritture a Tommaso e Bonaventura, fino ai contributi di due teologi contemporanei come Romano Guardini e Pierre Teilhard de Chardin, aprendosi a voci spirituali non cristiane, come quella di un mistico musulmano.
Imponente come mai in un testo papale è poi il ricorso alle voci dei vescovi di tutto il mondo: non sono infatti meno di venti le volte in cui la Laudato si’ cita o ricorda documenti di conferenze o commissioni episcopali pubblicati nell’ultimo trentennio. Senza dimenticare il rilievo che l’enciclica riconosce alle tradizioni del cristianesimo orientale e in particolare al pensiero ortodosso contemporaneo. Da tempo si è infatti imposta l’importanza della riflessione condotta dal patriarca Bartolomeo ed eloquente è il fatto che in Vaticano l’enciclica sia stata presentata, tra gli altri, da Ioannis Zizioulas, l’autorevole teologo che oggi è metropolita di Pergamo.
Con questa enciclica Papa Francesco — esprimendo sicuramente un sentire condiviso da moltissime persone in tutto il mondo al di là dell’appartenenza religiosa — vuole offrire un contributo che «non pretende di definire le questioni scientifiche, né di sostituirsi alla politica», ma invita a «un dibattito onesto e trasparente» mettendo in atto un principio sacrosanto come quello di precauzione. In gioco sono il destino della terra, «casa comune», e il futuro dei poveri, i più colpiti da un degrado che sarebbe da insensati negare. Per questo il Pontefice invita alla loro protezione, nell’attesa e nella contemplazione del creatore.
L'Osservatore Romano


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L'enciclica di Francesco: «La terra è ferita, serve una conversione ecologica»
Vatican Insider

(Andrea Tornielli) «La terra, nostra casa, sembra trasformarsi sempre più in un immenso deposito di immondizia» La lettera «Laudato si'»: siamo cresciuti credendoci autorizzati a saccheggiare il pianeta. La crisi ambientale è crisi antropologica ed è legata al modello di sviluppo: bisogna eliminare le cause strutturali di un'economia che non rispetta l'uomo. (...)

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Vatican Insider
(Andrea Tornielli) Nella «Laudato si'» Francesco mostra grande attenzione per i movimenti ambientalisti ma spiega che non ci si può battere per salvare piante e animali, e giustificare l'aborto o la manipolazione degli embrioni. La grande apertura manifestata da Francesco nell'enciclica «Laudato si'» verso molte istanze dei movimenti ambientalisti non è affatto incondizionata. (...)

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Vatican Insider
(Gianni Valente) Il Papa, seguendo il «filo verde» della crisi ambientale, disegna una critica globale e incalzante al sistema di sviluppo che spinge il mondo verso gli scogli dell'auto-annientamento. E suggerisce a tutti le possibili vie di salvezza. La Laudato si’ di Papa Francesco non è “soltanto” un’Enciclica ecologica. Seguendo il filo verde della questione ambientale fin nei suoi risvolti più capillari, il vescovo di Roma in realtà disegna (...)

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Exclusive: Patriarch Bartholomew on Pope Francis’ Climate Encyclical 
 Time 
() Ecology, Economy and Ecumenism -- In a series of seminars organized between 1994 and 1998 on the island of Halki off the coast of Istanbul in Turkey, we drew attention to the close connection between ecology and economy. Both terms share the Greek root oikos, which signifies “home.” It therefore came as no surprise to us that our beloved brother Francis of Rome opens his encyclical, which is (...)