martedì 7 luglio 2015

Per i violenti



di Lorella Cuccarini
Lo so. Usare 140 caratteri per esprimere un pensiero complesso può rivelarsi una scelta poco azzeccata. Ma di fronte ad un attacco violento e gratuito, si può agire d’impulso.
Ho fatto il retweet di una foto della manifestazione a S.Giovanni. Era solo una bella foto di una piazza colorata di persone e famiglie. Nessun simbolo, nessuno slogan.
I commenti che ho ricevuto mi hanno lasciato sbalordita per la violenza e la cattiveria che lasciavano trasparire.
E così, dopo poco scrivo un tweet. Questo: “Io sono favorevole alle unioni civili ma i figli non sono un diritto. E non si comprano. Punto. Chi non è d’accordo rispetti le opinioni altrui”.
E nuovamente una pioggia di insulti.
Cari amici, io non ho mai nascosto la mia opinione su questo tema: per me un bambino non è l’oggetto di nessun “diritto alla riproduzione” dei genitori ma è piuttosto una piccola persona che ha bisogno che vengano riconosciuti e tutelati proprio i suoi di diritti! E tra i possibili soggetti da tutelare io non ho dubbi: prima di tutto il bambino.
Capisco che non per tutti questa affermazione appaia scontata e magari non saremo d’accordo, ma quando dico che i bambini non si comprano mi riferisco ad una realtà devastante ed inaccettabile per me (http://www.uteroinaffitto.com/servizzicosti/) che riguarda allo stesso modo coppie etero o coppie gay, che a questo tipo di mercato fanno ricorso. E su questo punto tutto si potrà dire tranne che la mia sia una posizione omofoba o discriminatoria per chiunque.
Ma davvero volete continuare a gridare all’untore e tacciare di omofobia chi non è d’accordo con voi? Volete ancora riesumare gli spauracchi di boicottaggi, come negli anni ’60? E contro chi? Io non sono (e credo non sarò mai) una multinazionale. Grazie davvero ma mi sopravvalutate.
Io non rappresento nessuno oltre me stessa. E ci metto un nome e una faccia. Fate lo stesso anche voi. Nomi veri, facce vere e la responsabilità di ciò che si dice. Niente nickname dietro i quali può esserci di tutto: uno, nessuno o centomila (poco probabile).
Da venti anni, faccio tutto ciò che è nelle mie possibilità per combattere le discriminazioni. Ne esistono moltissime, di ogni tipo. Ma certamente quella sessuale è una delle più odiose e può provocare grande sofferenza. Per questo motivo posso comprendere (non certo approvare) certi toni al limite, ma solo fino a un certo punto. L’insulto dell’omofoba no, quello non lo merito e non sono disposta da accettarlo. Riserviamo questo insulto agli omofobi veri e non a chi la pensa diversamente.
Per i violenti impulsivi un invito: calmatevi!
Per i violenti irriducibili invece una comunicazione di servizio: è possibile individuare e perseguire le persone che si nascondono dietro un nickname commettendo reati.
Ma io sono ottimista di natura e credo che non sarà necessario.
Un abbraccio.