martedì 24 marzo 2015

Crisi dei valori



Il metropolita ortodosso russo Hilarion sulla diffusione del secolarismo.
Si stanno verificando nel mondo processi allarmanti che «rappresentano una minaccia per la religione e per il sistema, basato sulla religione, di norme morali e valori relativi alla vita privata, familiare e sociale». Tra essi, il matrimonio come unione «voluta di Dio» tra un uomo e una donna, eroso nella società occidentale dalla legalizzazione delle unioni tra persone dello stesso sesso. 
Intervenuto, giovedì scorso, alla prima riunione della Commissione per la cooperazione internazionale del Consiglio per la collaborazione con le organizzazioni religiose (organismo in seno alla presidenza della Repubblica), il metropolita di Volokolamsk, Hilarion, presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, ha ribadito la preoccupazione della Chiesa ortodossa russa di fronte alle crescenti manifestazioni di «secolarismo aggressivo» che mettono a repentaglio diritti e libertà dei credenti.
Il metropolita, come riferisce il sito della Chiesa ortodossa russa, ha sottolineato come dieci delle diciannove nazioni dove sono state legalizzate le unioni fra persone dello stesso sesso si trovano in Europa e ha rimarcato l’azione legislativa della Russia contro la propaganda omosessuale. 
Hilarion ha anche espresso forte preoccupazione di fronte al «deprezzamento della vita umana nel mondo moderno. Sembrerebbe — ha detto — che il ventunesimo secolo sia un tempo dove trionfano umanesimo, diritti umani e libertà» mentre «stiamo assistendo alla palese e massiccia violazione di tali diritti». In particolare ha ricordato il dramma dell’aborto — «dobbiamo dare a ogni individuo il diritto di nascere e il diritto di vivere una vita come Dio ha deciso» — e quello dell’eutanasia. 
Ma la minaccia del secolarismo è anche contro la pace sociale. Questo avviene soprattutto quando i sentimenti dei fedeli e i loro valori sacri sono oggetto di insulti e di disprezzo con il pretesto della libertà di parola e di espressione: «A volte vediamo che la gente non comprende la preoccupazione dei credenti per atti blasfemi importanti, come la tragedia nella sede di “Charlie Hebdo” ha mostrato».
Il metropolita ortodosso ha parlato anche della drammatica situazione nel Vicino oriente: «È giunto il momento di adottare misure energiche per sradicare l’estremismo e creare le condizioni necessarie per un’esistenza pacifica delle minoranze religiose, cristiani compresi».
A questo proposito, il metropolita ha espresso apprezzamento per la «dichiarazione a difesa dei cristiani e delle altre minoranze nel Vicino oriente promossa da Russia, Santa Sede e Libano», presentata il 13 marzo a Ginevra alla ventottesima sessione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, e sottoscritta da sessantacinque Paesi.
Durante i lavori della Commissione per la cooperazione internazionale (istituita l’11 dicembre 2014) è stato tra l’altro annunciato che Mosca ospiterà nel prossimo autunno la terza conferenza internazionale «Religione e pace». L’incontro sarà dedicato ai temi della salvaguardia dei valori tradizionali nella società, della difesa dei sentimenti religiosi dei credenti, dei simboli religiosi, dei luoghi di venerazione e del ministero sociale delle organizzazioni religiose.
L'Osservatore Romano