«Un segno importante del reciproco attaccamento fra le Chiese ortodossa e cattolica»: così il patriarca ecumenico, Bartolomeo, ha definito la visita che Papa Francesco effettuerà a fine novembre a Istanbul in occasione della festa di sant’Andrea. Parlando a un gruppo di giornalisti austriaci ricevuti nei giorni scorsi al Fanar, l’arcivescovo di Costantinopoli — riferisce Radio Vaticana — ha precisato che non ci saranno «gesti spettacolari» ma la «dichiarazione che sarà firmata durante l’incontro costituirà una tappa importante nelle relazioni tra le due Chiese». La quasi millenaria separazione «non può essere superata dall’oggi al domani. Nemmeno sessant’anni fa ci si considerava come nemici piuttosto che come fratelli. Ma molte cose positive sono accadute negli ultimi decenni. Certo, ora c’è bisogno di progressi sostanziali», ha osservato il patriarca ortodosso.
Bartolomeo si è soffermato poi sui lavori della tredicesima sessione plenaria della Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa, svoltasi dal 15 al 23 settembre ad Amman, in Giordania, non nascondendo che su alcuni punti — in particolare sulla questione del primato (e quindi sul ruolo del Vescovo di Roma nella Chiesa universale) — permangono divergenze di opinioni al momento insuperabili, soprattutto all’interno del mondo ortodosso. Di contro l’arcivescovo di Costantinopoli ha ricordato l’ottimo rapporto che lo lega a Papa Francesco, fin dalla celebrazione (nel marzo 2013) che segnò l’inizio del ministero petrino: «Era la prima volta dallo scisma del 1054 che un patriarca ecumenico partecipava alla cerimonia di inizio pontificato», ha precisato. Un’amicizia rafforzata nel maggio scorso, durante il pellegrinaggio del Papa in Terra Santa, e poi l’8 giugno quando Bartolomeo si è recato in Vaticano in occasione dell’invocazione per la pace alla presenza del presidente israeliano, Shimon Peres, e del presidente palestinese, Mahmoud Abbas. «Non ho esitato nemmeno un secondo», ha affermato, parlando dell’invito.
Il patriarca ha quindi confermato il programma del viaggio apostolico di Francesco in Turchia, dal 28 al 30 novembre. In particolare sabato 29 il Papa visiterà a Istanbul il museo di Santa Sofia e la moschea Sultan Ahmet, celebrerà la messa nella cattedrale cattolica dello Spirito Santo e con Bartolomeo guiderà la preghiera ecumenica nella chiesa patriarcale di San Giorgio, alla quale seguirà un incontro privato tra Francesco e il patriarca. Domenica 30, festa di sant’Andrea apostolo, sono previste la divina liturgia nella chiesa patriarcale di San Giorgio, la benedizione ecumenica e la firma della dichiarazione congiunta.
L’arcivescovo di Costantinopoli, nell’incontro con i giornalisti austriaci riportato da Radio Vaticana, ha sottolineato che dopo Paolo VI (nel luglio 1967) anche Giovanni Paolo II nel novembre 1979 e Benedetto XVI nel novembre 2006 sono venuti sul Bosforo. «Gli ultimi due, come ora Francesco, hanno compiuto queste visite poco dopo l’inizio del loro pontificato. Un chiaro segno», ha sottolineato Bartolomeo parlando della tradizionale celebrazione congiunta del 30 novembre, delle buone relazioni tra la Chiesa ortodossa e la Chiesa cattolica.
Le due Chiese — ha osservato — sono in dialogo, «un dialogo di amore e carità. Un dialogo che non è vago idealismo ma un cammino reale che, anche se alle volte irto di difficoltà, non si ferma, perché l’amore stesso ce lo comanda. Così anche le nostre relazioni interpersonali rappresentano una dimensione essenziale nel nostro approccio. Negli ultimi decenni, se il dialogo teologico procede lentamente, secondo i tempi voluti da Dio, i nostri incontri interpersonali corrono più spediti». E ora «la gioia è grande per il prossimo abbraccio che avremo qui, in questa storica sede del patriarcato ecumenico, con il nostro amato fratello, Sua Santità Papa Francesco, per la festa di sant’Andrea il prossimo 30 novembre».
L'Osservatore Romano
Bartolomeo si è soffermato poi sui lavori della tredicesima sessione plenaria della Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa, svoltasi dal 15 al 23 settembre ad Amman, in Giordania, non nascondendo che su alcuni punti — in particolare sulla questione del primato (e quindi sul ruolo del Vescovo di Roma nella Chiesa universale) — permangono divergenze di opinioni al momento insuperabili, soprattutto all’interno del mondo ortodosso. Di contro l’arcivescovo di Costantinopoli ha ricordato l’ottimo rapporto che lo lega a Papa Francesco, fin dalla celebrazione (nel marzo 2013) che segnò l’inizio del ministero petrino: «Era la prima volta dallo scisma del 1054 che un patriarca ecumenico partecipava alla cerimonia di inizio pontificato», ha precisato. Un’amicizia rafforzata nel maggio scorso, durante il pellegrinaggio del Papa in Terra Santa, e poi l’8 giugno quando Bartolomeo si è recato in Vaticano in occasione dell’invocazione per la pace alla presenza del presidente israeliano, Shimon Peres, e del presidente palestinese, Mahmoud Abbas. «Non ho esitato nemmeno un secondo», ha affermato, parlando dell’invito.
Il patriarca ha quindi confermato il programma del viaggio apostolico di Francesco in Turchia, dal 28 al 30 novembre. In particolare sabato 29 il Papa visiterà a Istanbul il museo di Santa Sofia e la moschea Sultan Ahmet, celebrerà la messa nella cattedrale cattolica dello Spirito Santo e con Bartolomeo guiderà la preghiera ecumenica nella chiesa patriarcale di San Giorgio, alla quale seguirà un incontro privato tra Francesco e il patriarca. Domenica 30, festa di sant’Andrea apostolo, sono previste la divina liturgia nella chiesa patriarcale di San Giorgio, la benedizione ecumenica e la firma della dichiarazione congiunta.
L’arcivescovo di Costantinopoli, nell’incontro con i giornalisti austriaci riportato da Radio Vaticana, ha sottolineato che dopo Paolo VI (nel luglio 1967) anche Giovanni Paolo II nel novembre 1979 e Benedetto XVI nel novembre 2006 sono venuti sul Bosforo. «Gli ultimi due, come ora Francesco, hanno compiuto queste visite poco dopo l’inizio del loro pontificato. Un chiaro segno», ha sottolineato Bartolomeo parlando della tradizionale celebrazione congiunta del 30 novembre, delle buone relazioni tra la Chiesa ortodossa e la Chiesa cattolica.
Le due Chiese — ha osservato — sono in dialogo, «un dialogo di amore e carità. Un dialogo che non è vago idealismo ma un cammino reale che, anche se alle volte irto di difficoltà, non si ferma, perché l’amore stesso ce lo comanda. Così anche le nostre relazioni interpersonali rappresentano una dimensione essenziale nel nostro approccio. Negli ultimi decenni, se il dialogo teologico procede lentamente, secondo i tempi voluti da Dio, i nostri incontri interpersonali corrono più spediti». E ora «la gioia è grande per il prossimo abbraccio che avremo qui, in questa storica sede del patriarcato ecumenico, con il nostro amato fratello, Sua Santità Papa Francesco, per la festa di sant’Andrea il prossimo 30 novembre».
L'Osservatore Romano