ROMA, lunedì, 23 luglio 2012. - L’XI Raduno Internazionale delle Équipes Notre-Dame (ENS) si svolge dal 21 al 26 luglio a Brasilia, con il tema Osare il vangelo. È la prima volta nella storia del movimento di spiritualità coniugale che l’incontro internazionale, che ha luogo ogni sei anni, viene organizzato al di fuori del Vecchio Continente. Quasi 7.800 membri delle ENS o équipiers, provenienti da oltre 50 Paesi, sono attesi nella capitale brasiliana.
Per l’occasione Zenit ha intervistato i coniugi Françoise e Rémi Gaussel, responsabili del movimento di spiritualità coniugale per la Francia, il Lussemburgo e la Svizzera, che parla della vocazione di questo movimento, della sua organizzazione e diffusione, e anche del significato del raduno in Brasile.
Come è nato il movimento delle Équipes Notre-Dame e quali sono le sue fondamenta?
Françoise e Rémi Gaussel: Le Équipes Notre-Dame sono un movimento cattolico internazionale che riunisce 55.000 coppie sposate che desiderano vivere pienamente le ricchezze del loro sacramento del matrimonio.
Questo movimento è nato dall’intuizione spirituale di padre Henri Caffarel (1903-1996), fondatore del movimento, che ha consacrato la sua missione per mettere in risalto l’Amore di Dio inerente al sacramento del matrimonio. L’essenza del movimento si posa sulla convinzione che il matrimonio è al servizio dell’amore e ne è la sua più grande garanzia, che il matrimonio e la famiglia sono i luoghi naturali della felicità e, infine, che il matrimonio è un cammino di santità.
Questo movimento è dunque aperto alle coppie unite dal sacramento del matrimonio che hanno il desiderio di crescere spiritualmente in coppia, con il sostegno di un’équipe composta da cinque coppie e da un consigliere spirituale, utilizzando la metodologia sviluppata da padre Caffarel.
Questo desiderio è fondamentale. È attraverso il loro amore, desiderio e fede che gli équipiers di Notre-Dame camminano alla sequela di Cristo. “Vieni, seguimi”, ha detto Gesù.
Perché un’organizzazione in équipe?
Françoise e Rémi Gaussel: Gli équipiers di Notre-Dame sono consapevoli dei loro limiti e sono convinti che camminare in équipe permetta di superare con più facilità gli ostacoli e di andare avanti con dinamismo.
Le équipe funzionano come delle piccole cellule di Chiesa. Sono suddivise in 18 regioni e super-regioni. Ogni super-regione è dotata di una struttura collegiale animata da una coppia responsabile e da un consigliere spirituale. I primi raduni internazionali, Lourdes nel 1954, Roma nel 1959 e nuovamente Lourdes nel 1965, sono stati fondatori e “rivelatori”.
Lourdes ha posto il nostro movimento sotto la protezione materna di Maria, poiché, durante il primo incontro, il Papa proclamò il 1954 come Anno Mariano, celebrando il centenario del dogma dell’Immacolata Concezione. Così, in équipe, possiamo, in modo particolare, contare sulla sua intercessione.
Roma ha poi iscritto le Équipes nel cuore e nell’amore della Chiesa. “Se volete conoscere la solidità della vostra vita interiore, chiedete qual è la profondità del vostro amore per la Chiesa”, disse padre Caffarel. Allo stesso modo, con il soffio del Concilio Vaticano II, la Chiesa riconobbe poi il movimento come un movimento di spiritualità coniugale di laici, progredendo verso la conoscenza di Dio attraverso le esigenze dell’Amore.
Il terzo raduno a Lourdes permise “di fare del Vangelo la carta fondamentale delle nostre case”.
È in corso la causa di beatificazione del fondatore delle Équipes Notre-Dame, padre Caffarel. Che cammino spirituale offre alle coppie?
Françoise e Rémi Gaussel: Padre Caffarel, definito da monsignor Lustiger un “profeta del nostro tempo”, ha invitato le coppie unite dal sacramento del matrimonio e desiderose di far fruttificare le grazie che ne derivano ad aiutarle a “seguire il Cristo” con una pedagogia adatta. Per loro si tratta di tendere ogni giorno di più verso uno stile di vita più evangelico. In questo modo, una Équipe Notre-Dame costituisce una piccola comunità che si riunisce “nel nome di Gesù”. Il suo ruolo è quello di aiutare i suoi membri a progredire nell’amore di Dio e del prossimo.
Si può dire che questo cammino è universale?
Françoise e Rémi Gaussel: Sì, è un cammino universale, in quanto si tratta del cammino che viene già proposto ad ogni battezzato. Ora, la coppia cristiana è inoltre testimone dell’amore di Dio attraverso il sacramento del matrimonio, quindi deve avere a cuore di far risplendere questo amore intorno a lui, questo, soprattutto perché noi viviamo in un mondo in cerca di riferimenti, in un mondo in cui il nostro Papa Benedetto XVI ci esorta a promuovere intorno a noi “una nuova evangelizzazione”.
Le Équipes Notre-Dame sono molto presenti nella vita della Chiesa: circa l’80% degli équipiers è impegnato nella vita della loro parrocchia o diocesi.
D’altronde, il movimento ha incontrato varie volte con il Papa in occasione dei raduni a Roma: Paolo VI nel 1970 e nel 1976, Giovanni Paolo II nel 1982 e nel 2003. Le Équipes Notre-Dame sono state riconosciute dal Vaticano come associazione cattolica internazionale nel 1975 e come associazione internazionale di fedeli di diritto pontificio il 19 aprile 1992 dal Pontificio Consiglio per i Laici. Il movimento diventa sempre di più un movimento di formazione e di riferimento.
Il grande raduno internazionale delle Équipes si svolge a Brasilia dal 21 al 26 luglio. Qual è il significato di questo incontro? Come e da chi è stato organizzato?
Françoise e Rémi Gaussel: Il raduno è stato organizzato dall’équipe internazionale, i cui capi sono Carlo e Maria Carla Volpini. Tutta la logistica viene fornita dai nostri membri brasiliani.
Il padre Caffarel considerava i raduni “un’occasione per una pausa. Una pausa per pensare, per riflettere, per discernere”. Tuttavia, è di fondamentale importanza - sia per il movimento che per i singoli membri – concentrarsi e privilegiare in certi momenti una riflessione sulla loro vocazione. In ciascuno di questi raduni, ci sforziamo di aumentare la consapevolezza della vocazione del nostro movimento e la sua missione nella Chiesa.
È anche un’occasione per condividere la nostra gioia di vivere la buona novella del matrimonio e il nostro ruolo missionario nel mondo di oggi. Del resto, il tema scelto per questo raduno è Osare il vangelo e il filo conduttore durante questi cinque giorni sarà la parabola del Buon Samaritano. Il padre Caffarel non ci ha voluti per una santificazione esclusivamente individuale o di coppia. Le Équipes sono per il mondo. Osare vivere di Dio, il coraggio andare verso di Lui, questa è la sfida della nostra vita cristiana. Le Équipes ci fanno vivere questa avventura. In Brasile, abbiamo la fortuna di essere accompagnati da un predicatore ben conosciuto, padre Timothy Radcliff, domenicano, che presiederà il nostro raduno, e da molti vescovi, fra cui mons. Eric de Moulins-Beaufort, vescovo ausiliare di Parigi. La Chiesa testimonia in questo modo la forza universale del sacramento del matrimonio.
Perché è stato scelto il Brasile dopo dieci raduni europei?
Françoise e Rémi Gaussel: Questo raduno in Brasile dimostra l’importanza dell’internazionalità per gli équipiers, perché sono loro che, attraverso la voce dei loro rappresentanti, hanno scelto di andare a pregare con coppie provenienti da tutto il mondo in un Paese giovane, pieno di entusiasmo e profondamente all’ascolto di Cristo. Dio ha un posto importante nella loro vita quotidiana e le Équipes sono in piena espansione. Forse abbiamo risentito confusamente il bisogno di andare a rigenerarci. La gioventù della Chiesa, il rinnovamento dello Spirito, la forte conversione che ci chiede un ritorno alle radici della nostra fede, oggi dobbiamo cercarli al di fuori di questa vecchia Europa che manifesta tutti i suoi limiti e fragilità. Il padre Caffarel aveva presentito il Brasile come “terra nuova”.
Quali saranno i frutti di questo raduno e quale speranza avete per le Équipes Notre-Dame?
Françoise e Rémi Gaussel: La causa del matrimonio e della famiglia è una causa che coinvolge tutta l’umanità. Il ruolo delle Equipes Notre-Dame è, a questo proposito, molto essenziale. Noi speriamo che questo incontro stimolerà la nostra voglia di far risplendere intorno a noi e testimoniare che il matrimonio e la famiglia sono, oggi più che mai, cammini di felicità a condizione che ci sia la volontà da parte nostra e che ci procuriamo dei mezzi idonei per seguire questa via.
Come ha scritto padre Epis, consigliere spirituale dell’équipe internazionale: “Una famiglia che porta in sé, nel suo stile di vita, l’impronta della relazione con il Signore Gesù e del suo Vangelo è un ‘canto nuovo’, una sinfonia che accende la speranza”. (S. Jahan)
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Per ulteriori informazioni:
http://www.equipes-notre-dame.fr/http://www.equipes-notre-dame.it/joomla/
[Traduzione dal francese a cura di Paul De Maeyer]
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Di seguito il Messaggio che il Cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone ha inviato a nome del Santo Padre Benedetto XVI ai partecipanti
all'incontro.
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Eminenza Reverendissima,
il Santo Padre, informato dell’evento dell’XI Incontro Internazionale delle Equipes Notre Dame a Brasilia, mi ha incaricato di trasmettere, con questo messaggio, il suo paterno saluto ai partecipanti e a tutte le coppie del Movimento, che è nato della lungimirante intuizione pastorale del Servo di Dio Henri Caffarel, sacerdote, e la cui missione non ha visto diminuire, con il passare del tempo, la sua attualità e la sua urgenza. Anzi, questa è in certo modo aumentata alla luce dei problemi e delle difficoltà che il matrimonio e la famiglia sperimentano oggi, circondati da un clima di crescente secolarizzazione.
In questo contesto, le coppie delle Equipes Notre Dame proclamano, non solo a parole, ma soprattutto con la loro vita, le verità fondamentali sull’amore umano ed il suo significato più profondo: “Un uomo ed una donna che si amano, il sorriso di bimbo, la pace di un focolare: ecco un discorso senza parole, ma straordinariamente persuasivo, nel quale ogni uomo può già presentire, come per trasparenza, il riflesso di un altro amore e il suo appello infinito” (Paolo VI, Alle coppie delle Equipes Notre Dame, 4 maggio 1970)
Certamente questo ideale può sembrare troppo alto. È per questo che il movimento incoraggia i suoi membri ad attingere costantemente alle sorgenti della grazia del sacramento del matrimonio e della partecipazione all’eucarestia domenicale; al di là delle risorse della grazia dei sacramenti, esso propone loro con grande saggezza un “metodo” ricco di impegni e suggerimenti semplici e concreti per vivere nel quotidiano una spiritualità incarnata di sposi cristiani. Tra questi, possiamo sottolineare “il dovere di sedersi”, cioè un impegno a mantenere periodicamente un tempo di dialogo personale tra i coniugi, durante il quale ciascuno presenta all’altro, con totale sincerità ed in un clima di ascolto reciproco, i problemi e le situazioni più importanti nella vita di coppia. Nel nostro mondo, così segnato dall’individualismo, dall’attivismo, dalla fretta e dalla distrazione, il dialogo sincero e costante tra gli sposi è essenziale per evitare che nascano, crescano e si sedimentino le incomprensioni che, sfortunatamente, spesso finiscono in rotture insanabili, che nessuno più aiuta a ricomporre. Dunque, coltivate questa preziosa abitudine di sedere uno accanto all’altra per parlare e ascoltarvi, per comprendervi l’un l’altro, costantemente, di fronte alle sorprese e alle difficoltà di un lungo cammino.
Fra tre mesi, celebreremo il cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, che in molti suoi documenti ha offerto alla Chiesa del nostro tempo un volto rinnovato del valore dell’amore umano, della vita coniugale e familiare; in questa occasione si aprirà l’Anno della Fede, per ritrovare tutta la vivacità e la gioia dell’annuncio della fede nel nostro mondo e nel nostro tempo. Sua Santità Benedetto XVI invita gli sposi cristiani ad essere “il volto sorridente e dolce della Chiesa”, i migliori e più convincenti messaggeri della bellezza dell’amore sostenuto e nutrito dalla fede, dono di Dio offerto con larghezza e generosità a tutti, affinché ogni giorno possano scoprire il senso della loro vita.
Come segno di gratitudine ecclesiale, di incoraggiamento per le nuove sfide che incontriamo, e come garanzia di grazia e luce dell’Altissimo per i lavori dell’XI Incontro Internazionale delle Equipes Notre Dame, il Santo Padre concede a tutti i partecipanti e alle loro famiglie la sua implorata benedizione apostolica.
Approfitto di questa occasione per testimoniare a vostra Eminenza Reverendissima i sentimenti della mia fraterna stima in Cristo Signore.
Vaticano, 5 luglio 2012
Tarcisio Card. BertoneSegretario di Stato di Sua Santità
Fonte: Zenit