Nella quiete di Castel Gandolfo, sospese le udienze e quasi tutti gli impegni pubblici, Benedetto XVI sta lavorando al terzo volume su Gesù di Nazaret, dedicato ai vangeli dell’infanzia. Un libro atteso che potrebbe essere pubblicato già il prossimo Natale. Fin da quando era cardinale, Joseph Ratzinger usava il tempo delle vacanze per dedicarsi allo studio e alla scrittura dei libri, potendo rimanere per diverse ore alla scrivania: è accaduto così anche per i primi due corposi volumi – «Gesù di Nazaret» (Rizzoli, 2007) e «Gesù di Nazaret. Dall’ingresso in Gerusalemme fino alla resurrezione» (LEV, 2011) – dedicati uno alla vita pubblica di Cristo, l’altro agli ultimi giorni di vita, la crocifissione e la resurrezione, cioè agli eventi che rappresentano il cuore della fede cristiana.
Già nel primo volume, Benedetto XVI annunciava nella prefazione: «Con la seconda parte spero ancora di poter offrire anche il capitolo sui racconti dell’infanzia, che, per ora, ho rimandato…». Poi, nel secondo volume, Ratzinger spiegava che i racconti dell’infanzia non potevano rientrare «nell’intenzione essenziale» dell’opera, ma ribadiva: «Voglio tentare di rimanere fedele alla mia promessa e presentare su tale argomento ancora un piccolo fascicolo, se per questo mi sarà ancora data la forza». Già l’estate scorsa il Papa ha lavorato al nuovo libro, che si prevede sia ben più di un fascicolo ma di dimensioni inferiori rispetto alle pagine degli altri volumi (448 il primo, 348 il secondo). A pubblicarlo sarà la Libreria Editrice Vaticana. La data di uscita dipenderà dalla lunghezza dell’opera e soprattutto dai tempi della traduzione e dell’accurato editing.
L’infanzia di Gesù è un tema che Ratzinger non aveva approfondito in modo particolare nei suoi lavori teologici. Com’è noto, soltanto due dei quattro evangelisti descrivono le circostanze della nascita di Cristo, collocandola entrambi a Betlemme. Il primo, Matteo, riferendosi alla tradizione familiare di Giuseppe, contiene l’episodio della visita dei magi venuti dall’Oriente, la strage degli innocenti, la fuga in Egitto. Il secondo, Luca, fa invece riferimento alla tradizione di Maria ed è denso di particolari sull’annunciazione, il censimento, il viaggio da Nazaret, l’adorazione dei pastori. Inoltre, descrive l’unico episodio su Gesù negli anni che vanno dall’infanzia all’età adulta, quello in cui Maria e Giuseppe perdono di vista durante il pellegrinaggio a Gerusalemme il figlio dodicenne, che viene ritrovato mentre «ascoltava e interrogava» i maestri del Tempio. Racconti scarni ed essenziali. Mentre sono ricchi di particolari spesso miracolistici quelli che si leggono nei vangeli apocrifi.
Ci sono studiosi che ritengono i vangeli dell’infanzia un’aggiunta rispetto al nucleo centrale, densa di significati per lo più simbolici. Ma Ratzinger ha scritto che «per la fede biblica è fondamentale il riferimento a eventi storici reali. Essa non racconta la storia come un insieme di simboli» ma «si fonda sulla storia che è accaduta sulla superficie di questa terra». Più volte Benedetto XVI ha messo in guardia dal presentare «un Gesù talmente idealizzato da sembrare talora il personaggio di una fiaba», ricordando che «solo il bambino che giace nel presepe possiede il vero segreto della vita».
I libri del Papa su Gesù, oltre a diventare best seller mondiali, hanno suscitato interesse e dibattito anche nell’ambiente universitario, al quale Ratzinger è sempre rimasto legato, come attestano i dieci convegni sul secondo volume, organizzati in altrettanti atenei italiani. Gli atti sono stati appena pubblicati dalla LEV con il titolo «Gesù di Nazaret all’università» (pp. 416, 18 euro). (A. Tornielli)