sabato 17 novembre 2012

Celebriamo la bellezza di seguire Gesù



L’espressione più genuina e più alta dell’identità cristiana del popolo argentino. Così il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, ha definito la testimonianza di Maria Crescencia Pérez (*) (1897-1932) durante la sua beatificazione, avvenuta a Pergamino in Argentina oggi  pomeriggio 17 novembre. Il rito è stato presieduto dal porporato in rappresentanza di Benedetto XVI. Religiosa professa della congregazione delle Figlie di Maria Santissima dell’Orto «“Suor Dolcezza” (sor Dulzura) — così era chiamata la nuova Beata — ha vissuto con eroismo la carità evangelica con semplicità, con umiltà e con amorevolezza». Il celebrante ha poi sottolineato come ella ebbe una esistenza totalmente concentrata sull’amore a Gesù eucaristia». La sua esistenza si nutriva di «fede viva, incrollabile, operativa». Nell’ubbidienza dimostrò la grande fede che possedeva e che alimentava con la preghiera e attraverso l’unione con Dio e la tensione alla perfezione mediante la frequenza regolare del sacramento della riconciliazione». Aveva la costante preoccupazione di estendere il regno di Dio sulla terra. Per questo, ha detto il cardinale, pregava e faceva pregare. «Da questa fede viva — ha aggiunto — scaturiva la sua laboriosità e il suo intenso apostolato. Insegnava con passione il catechismo ai piccoli e ai grandi, recandosi anche nei quartieri più poveri della città». E questa sua fede «era accompagnata dalla speranza e da un totale abbandono alla divina volontà». 
Grazie alla sua carità concreta che esercitò, le sue consorelle cominciarono a chiamarla hermana dulce. Per amore verso il prossimo, «lavorava più di quanto le sue forze l’avrebbero permesso, e sempre con gioia, sembra disposta a tutto, anche a rischiare la propria salute. Più della sua salute le interessava fare la volontà di Dio». Questa sua vita generosa, ha sottolineato il porporato, «era sostenuta da un atteggiamento umile, che dava splendore al suo volto e alle sue azioni. Imitando Gesù mite e umile di cuore, la beata Maria Crescencia visse su questa terra servendo il prossimo bisognoso e facendo del bene a tutti. Senza far rumore, lavorava, aiutava, accettava le incomprensioni senza lamentarsi, con pazienza e serenità». 
Nella beata «l’ardore della carità fu più forte della stessa morte, e mai la sua carità fu motivo di autocompiacimento, dal momento che il bene che faceva lo attribuiva interamente alla grazia di Dio». Con la sua vita, sor Dulzura incarnò «in se stessa sia l’atteggiamento di ascolto profondo e interiore di Maria, sia il dinamismo operativo di Marta, occupata nelle mille faccende di casa». 
Il cardinale ha poi offerto una riflessione sul messaggio che la beata trasmette ai nostri giorni, dividendolo in un quadruplice insegnamento. «Anzitutto — ha detto — ci invita a rafforzare la nostra fede in Dio, a viverla, a testimoniarla, a condividerla e a non vergognarci del Vangelo. La fede è luce, vita, sapienza, sale della terra. È un bene prezioso da preservare e da donare». In secondo luogo, ha aggiunto, «ci esorta all’imitazione della sua vita santa, soprattutto del suo spirito di preghiera e di servizio verso i poveri, i piccoli, gli infermi. La fede è operativa e offre alla società le energie necessarie per alleviare le sofferenze del prossimo, consolando gli afflitti, pacificando gli animi. I santi sono autentici benefattori dell’umanità, con la loro vita evangelica buona». In terzo luogo, con l’odierna beatificazione, suor Maria Crescencia Pérez è «presentata dalla Chiesa come nostra interceditrice presso Dio Trinità. Il beato Giovanni Paolo II diceva: “I beati e i santi d’America accompagnano con sollecitudine fraterna gli uomini e le donne loro conterranei, tra gioie e sofferenze, fino all’incontro definitivo con il Signore”». Infine, sor Dulzura «ci esorta alla gentilezza, alla serenità, alla letizia, alla gioia. Il sorriso in famiglia, in comunità, in società è un raggio di sole che scalda il cuore, dissipa i malumori e incoraggia al bene e all’ottimismo». Il cardinale ha concluso dicendo che se la Chiesa intera si rallegra «per questa sua figlia prediletta, l’Argentina è fiera di aver donato alla patria una grande benefattrice dell’umanità».

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(*): Di seguito un profilo biografico della nuova Beata.

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Come ha ben evidenziato Giovanni Paolo II nel Decreto sull'eserczio eroico delle virtù del 22 giugno del 2004,  la vita della Venerabile Serva di Dio Maria Crescencia(al secolo Maria Angelica) Perez  ( Buenos Aires, 7 agosto 1897 - Vallenar, Cile,  20 maggio 1932) fu tutt'altro che ricca di avvenimenti staordinari, di quelli che lasciano tracce negli annali della storia civile, i quali viceversa registrarono in quegli stessi anni ed in quei medesimi luoghi, molti fatti conseguenti a profonde trasformazioni e lacerazioni religiose e sociali che coinvolsero tante e tante persone.ragnatela
Attraverso quelli Maria Crescencia passò indenne in un nascondimento operoso e nell'osservanza di una Regola scelta dopo aver accolto la personale chiamata del Signore. Invano si cercherà negli atti dell'inchiesta diocesana sulla vita e sulle virtù o nelle biografie qualcosa che la leghi esclusivamente al suo tempo. Di fatto ella sembra trascenderlo, sì da costituire, essenzialmente, un personaggio non datato.
La sua, peraltro non immune da prove, fu altresì una vita di grandissima ricchezza interiore; una vita che appare come trasfigurata e letteralmente consumata nel dono di se stessa a Dio e nel servizio dei prossimi nel vero significato del termine, in particolare degli ammalati.
17 agosto 1897 Nasce nella cittadina di San Martín (Provincia di Buenos Aires), quinta degli undici figli di Augustín Pérez e di Ema Rodriguez, entrambi emigrati in Argentina dalla nativa Spagna. Le condizioni economiche dei genitori sono più che modeste. Profonda e solida, invece, la loro fede, trasmessa, specialmente con l'esempio, a tutti i loro figli e coronata, nell'ambito di questi, da una vocazione al sacerdozio e ben tre alla vita consacrata.
12 settembre 1897 E' battezzata nella chiesa di "Jesús Amoroso" (oggi cattedrale di San Martín) con il nome di Maria Angelica.
1897 – 1914 Per i primi dieci anni vive in famiglia manifestando una personalità definita "privilegiada ... muy responsable e servicial" e frequenta la scuola pubblica. Poi, presumibilmente a partire dal 1907, è interna nell'Istituto "Hogar de Jesús" che avevano ed hanno a Pergamino le Figlie di Maria SS. dell'Orto, la Congregazione religiosa fondata a Chiavari, il 12 gennaio 1829, da Sant'Antonio M. Gianelli (1789-1846). Questa, da allora, sarà per la Venerabile Serva di Dio la sua seconda famiglia. Il 25 IX 1910 riceve il sacramento della Cresima.
13 dicembre 1914 Ottiene il diploma di "maestra de labores" con il massimo dei voti e la qualifica "sobresaliente con mención".
1915 Matura la sua vocazione religiosa nata spontaneamente nell'ambiente familiare e, sebbene non le mancassero dei pretendenti e potesse aspirare ad un matrimonio brillante, privilegia l'opzione di dedicarsi totalmente al Signore. Il 31 dicembre fa pertanto il suo ingresso nella casa di noviziato di "Villa Devoto" a Buenos Aires.
21 settembre 1916 Veste l'abito religioso ed assume il nome di Sr. Maria Crescencia.
7 settembre 1918 Emette la prima professione dei voti semplici che rinnoverà annualmente sino al 1923.
Novembre 1918 – febbraio1919 E' destinata alla scuola annessa alla Casa Provinciale di Buenos Aires e presta servizi sporadici nell'Istituto "Estela Matilde Otamendi" di San Fernando, Provincia di Buenos Aires.
Marzo 1919 – novembre 1924 E' trasferita al collegio di Nostra Signora dell'Orto di Calle Rincón (Buenos Aires) dove insegna "costura" ed attende al guardaroba delle alunne interne.
22 gennaio 1924 Emette i voti perpetui.
Novembre 1924 – febbraio1928 E' destinata all'ospedale marittimo "Solarium" di Mar del Plata, dove accudisce bambine affette da tubercolosi polmonare, preparandole anche alla prima comunione ed insegnando loro le orazioni. L'impegno profuso, che giunge però a minare le sue condizioni di salute, suscita l'ammirazione di tutti.
11 febbraio 1928 E' destinata a Vallenar, nel Cile meridionale.
8 marzo 1928 Giunge nell'ospedale "Nicolas Naranjo" di Vallenar dove, nei due anni seguenti, presterà validissima ed instancabile collaborazione alle necessità della cucina, della farmacia e del reparto di maternità, occupandosi anche del piccolo coro della cappella del medesimo ospedale ed insegnando catechismo.
Dicembre 1930 Si ammala di broncopolmonite ed il suo stato di salute resta precario per tutto l'anno seguente. Continua tuttavia, non appena e per quanto le è possibile, ad attendere alle sue occupazioni.
Dicembre 1931 Le viene diagnosticata una tubercolosi polmonare ed è ricoverata per tre mesi a Freirina. Nel marzo 1932 fa ritorno a Vallenar.
20 maggio 1932 Dopo un progressivo peggioramento delle sue condizioni, sopportato in modo esemplare, muore intorno alle ore 18. Tra le sue ultime parole, stando alle testimonianze de visu, vi furono le seguenti: "¡Corazón de Jesús! Te pido una bendición especial por este Chile, y ya que es la voluntas de Dios que yo muera aquí, gustosa te ofrezco el sacrificio por la paz y tranquilidad de esta Nación".
22 maggio 1932 Funerali, definiti dalla stampa locale "efectuados con majestuosa solemnidad" e sepoltura nel cimitero di Vallenar con l'accompagno ed il tributo di un grandissimo numero di persone, autorità ed intere associazioni.
Dal 26 luglio 1986 le sue spoglie, traslate in patria, sono custodite nella Cappella del Collegio dell'Orto a Pergamino.
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La fama della sua santità di vita si diffuse ben presto anche al di fuori dell'Argentina e del Cile ed iniziarono anche a propagarsi notizie di grazie ottenute per sua intercessione. Di fatto, la "positio super virtutibus", completata nel 1997, fa menzione di oltre 200 casi, verificatisi quasi tutti in Argentina, ma anche d'una dozzina avvenuti rispettivamente in Uruguay, Paraguay e Cile.
In seguito è stato raccolto altro materiale, custodito e classificato nell'archivio della Postulazione presso la Casa Generalizia in Roma. Si tratta di molte centinaia di segnalazioni di grazie ottenute da devoti di diversi Paesi. Si può notare che le persone che si rivolgono all'intercessione della Venerabile Serva di Dio si dichiarano esaudite in richieste non soltanto di guarigioni da malattie, ma anche in tema di lavoro, unione familiare, pace, serenità e sostegno spirituale.
Va infine aggiunto che la devozione per Sr. Maria Crescencia è tale che il Parlamento argentino ha richiesto ed ottenuto dalla Presidenza della Repubblica un decreto con cui la presente causa è stata dichiarata "de interes nacional" (25. VIII. 2000) e che pure l'Ambasciata del Cile presso la Santa Sede ha fatto presente alla Postulazione la particolare aspettativa di quella nazione per la glorificazione della Venerabile Serva di Dio, affettuosamente ricordata con l'appellativo di "Sor dulzura".