venerdì 1 dicembre 2023

KIKO ARGUELLO: ANNUNCIO DI AVVENTO 2023 - TERZA ED ULTIMA PARTE

 



Kiko:

(...)

L'Avvento, fratelli, ci viene a ricordare di essere vigilanti, di tornare a

pregare. Così, durante la prima settimana di Avvento, tutti i fratelli che hanno

fatto l'Iniziazione alla Preghiera ci alzeremo durante la notte per fare l'Ufficio

delle Letture: tre ore dopo essere andati a letto. Perché l'Ufficio delle Letture

parla in questo tempo di escatologia, della seconda venuta del Signore, della

morte e della risurrezione di Cristo; ciò che un tempo si chiamavano “I

Novissimi”: cioè, morte, giudizio, inferno e paradiso. Ci alzeremo dalla

prima domenica fino all'Immacolata Concezione.


Nella prima parte dell'Avvento abbiamo una celebrazione

penitenziale. L'Avvento è un tempo di conversione. Chi di voi ha fatto il

Padre Nostro, oltre ad alzarsi a mezzanotte, si riunisce in comunità prima di

andare al lavoro per cantare insieme le Lodi. Noi del Cammino stiamo

recuperando l'assemblea liturgica, che ha la missione di rendere Dio presente

in mezzo alla gente. Ed è una missione ecclesiale, non solo personale.

Allora, ci riuniamo come comunità. Non potete mancare, fratelli, è una

salvezza per tutta l'umanità! Quindi non puoi dire: vado o non vado, ne ho

voglia o non ne ho voglia! No. L'Avvento ti insegna ad accettare la

sofferenza nella carne. Non puoi pensare che la comunità ti debba rendere

felice e nient'altro e se non ti rende felice, non ci vai. Convertiti! Perché viene

il Signore. Egli porta con sé la Sua giustizia. Viene il Signore, vestito di

maestà. E ti farà vedere le tue opere. Dice la Scrittura che i cristiani sono

seguiti dalle loro opere; noi tutti siamo seguiti dalle nostre opere. Quindi,

tutto ciò che il tuo corpo soffre in Gesù Cristo è molto importante. Il nostro

corpo è santo e sarà glorioso.


Potete portare anche i vostri figli, se sono un po’ grandicelli, o

svegliarli qualche volta a mezzanotte. Vi chiederanno: “Perché ci svegliamo

in questo tempo?” E risponderete: “Perché l’Avvento è un tempo

escatologico e ci ricorda che tutti dobbiamo morire, ci fa pensare a questa

nostra vita e ci mette in una situazione di vigilanza, di allerta, di vigilia, di

conversione, di attendere il Signore.”


Il 17 dicembre inizia la novena di Natale, che ci ricorda la prima

venuta del Figlio di Dio. È quindi molto importante vivere il Natale in

famiglia, trasmettendo i valori in un'autentica liturgia domestica. Fate la

natività a casa. Dovete passare la fede ai vostri figli con grande tenerezza.

La Vigilia di Natale con una cena speciale. E prima della cena di quel giorno

si mette Gesù Bambino nella mangiatoia e si canta un canto con i propri figli,

si legge il Vangelo a tavola, con le candele accese, con solennità. Quella sera

è molto importante, si commemora la nascita del nostro Salvatore. Che i tuoi

figli vedano che davvero credi in Dio.


Poi andiamo a partecipare alla Messa di mezzanotte in parrocchia. I

didascali, con i bambini più grandi e con i giovani, aiutati da un salmista,

possono formare un coro e cantare alla Messa di mezzanotte; contribuire a

rendere la Messa più partecipata, con monizioni, con canti, con tamburelli,

con nacchere... e dopo la Messa, se possibile, si può mangiare del torrone, il

panettone.


Il giorno di Natale, le Lodi dovrebbero essere più solenni, abiti da

festa, e non solo in un modo qualsiasi. I dettagli, i segni, il rispetto per la

tavola: è un altare; C'è un altare nella tua famiglia che presiede la tua

famiglia, con una tovaglia bianca, con dei fiori. C'è una nuova civiltà. Si

cantano le lodi, si legge la Scrittura e il padre fa domande ai figli. Spiega a

tuo figlio perché Gesù Cristo è venuto, spiegaglielo. Digli come ha salvato

suo padre, approfitta di questa opportunità.


La famiglia ha tre altari:

- L’altare della mensa dell'Eucaristia, dove il Signore celebra con noi

la vittoria di Cristo sulla morte.

- L'altare della famiglia, la tavola dove mangiamo e benediciamo il

Signore. Se sei il padre della casa, rispetta quell'altare, non essere superbo,

sii umile; che i tuoi figli vedano che sai soffrire, che non un tipo a cui, appena

qualcosa va storto, si arrabbia!

- E poi il talamo nuziale, fratelli, un altare meraviglioso, dove si prega

prima di fare l'amore; non si fa l'amore in un modo qualsiasi. Fare l'amore

significa fare un sacramento che è santo, dove si fa presente lo Spirito Santo

e dove si dà la vita, la vita a un essere umano. È la cosa più grande che Dio

potesse fare a un uomo: dargli la possibilità di dare la vita a un essere umano.

Ci sono anche tempi di continenza; c’è una castità anche nel matrimonio.

Abbiate in grande onore il matrimonio, rispettando vostra moglie, che è

immagine della Vergine Maria, che è immagine della Chiesa; e tu, marito, lo

sposo, sei Cristo.


Noi portiamo una nuova civiltà, per questo non viviamo il Capodanno

come i pagani, ma entriamo nel nuovo anno celebrando l'Eucaristia con la

comunità. Poi c’è la festa dei Re Magi, l'Epifania, la manifestazione di Gesù

ai pagani, ai gentili. I didascali dei bambini, aiutati da alcuni giovani, la

preparano e quel pomeriggio i bambini si divertono un mondo.


Coraggio! Il Signore ci chiama a una grande missione: creare una

nuova civiltà, un'autentica civiltà cristiana. Il diavolo vorrà opporsi a noi, ma

noi abbiamo una missione. Finché il Signore ci dà il tempo di realizzarla,

nessuno potrà opporsi. Quando arriverà il nostro momento, se Dio vorrà,

daremo la vita per Lui.

Pregate per noi.


Canto: Rivestitevi dell’armatura di Dio


ASCENSIÓN:

Un momento, devo dire ancora una cosa, solo un minuto.

La festa della Sacra Famiglia, che è la domenica dopo il Natale:

sempre Kiko e Carmen ci hanno detto di celebrarla, è una festa della

comunità ricordando il messaggio della Vergine Maria a Kiko: “Bisogna fare

comunità come la santa Famiglia di Nazaret”. Ricordate che ci hanno detto:

Fate un’Eucarestia, un’agape, che sia un giorno più festoso questo giorno

della Santa Famiglia. Qualche comunità continua a farlo, ma altre lo hanno

perso un po’. Vi invitiamo a recuperare questa festa della comunità, della

Santa Famiglia.

Anche per l’Immacolata facciamo festa come sempre.

Nella domenica di Cristo Re, il Papa ha istituito la Giornata Mondiale

della Gioventù diocesana, da vivere in diocesi. Stavamo aspettando questa

lettera: “Lieti nella speranza” (Rm 12,12), che è uscita qualche giorno fa, per

la scrutatio dei giovani perché piano piano possano conoscerla. È molto

bella. Lo faremo, ma mentre noi la prepariamo, faremo la scrutatio come


sempre con il Vangelo della domenica. Appena l’avremo preparata la

invieremo ai Centri Vocazionali e agli Itineranti.

Per quelli di Roma che siete qua: invieremo una mail a tutti perché il

Cardinale invita i giovani nella prossima domenica Solennità di Cristo Re,

alle 8 del mattino, nella Basilica di S. Croce in Gerusalemme, farete anche

una colazione e dopo si farà una processione fino a S. Giovanni in Laterano,

dove ci sarà l’Eucarestia, presieduta dal Cardinale, con i Vescovi ed i

giovani. Chi vuole può portare il pranzo al sacco. Questo per i giovani di

Roma; per le altre diocesi non sappiamo se il Vescovo organizza qualcosa.

In caso affermativo invitate i giovani a partecipare.


KIKO:

Bene, fratelli, sono felice di vedervi e di augurare a tutti “Buona

Pasqua”, “Buon Natale.” Dopo più di 50 anni qui, siamo tutti uniti, che belli

che siete! Che possiate passare un buon Natale, con la vostra famiglia, con i

vostri figli, che possiate dare solennità cristiana al Natale, alla cena di Natale.

Le famiglie del Cammino sono meravigliose, i bambini, i giovani...; andate

alla Messa di mezzanotte in parrocchia. Il didascalo può preparare i bambini

e insegnare loro a cantare canti di Natale.

Passate un buon Natale pregando gli uni per gli altri. Ricordatevi di

noi che siamo in una grande battaglia. Coraggio!

Preghiamo:

“Signore, ti ringraziamo per questo incontro: ispiraci tu la preghiera

che vuoi esaudite, ascoltaci, Signore”.

Se volete fare una preghiera la potete fare con voce forte e breve.

− Preghiere spontanee

KIKO:

“Ti preghiamo per tutte le comunità neocatecumenali di Roma,

benedici le parrocchie, benedici i fratelli. Aiutaci tu, Padre, mandaci

il tuo Santo Spirito che renda testimonianza al nostro spirito della tua

presenza, del tuo amore per Roma e per tanti fratelli che chiamerai a

noi: dacci forza per accoglierli e portarli a te. Ascoltaci, Signore”.

− Padre nostro

− Benedizione

Canto: “Vivete allegri”

Buon Natale! Buon Natate a tutti!

KIKO ARGUELLO: ANNUNCIO DI AVVENTO 2023 - PARTE SECONDA

 


continua padre Mario:

Morte

Cosa succede appena siamo spirati, esalato l’ultimo respiro? Inizia una

fase, che la teologia chiama “intermedia”. Cosa vuol dire intermedia? Che

immediatamente come esala lo spirito, l’anima si separa dal corpo. Il nostro

corpo, essendo stato tempio dello Spirito Santo, è accompagnato da una

bellissima e meravigliosa celebrazione liturgica con tutti i fratelli della

comunità: è sepolto e venerato, perché anche se l'anima è staccata dal nostro

corpo, rimane sempre un collegamento tra l’anima ed il corpo. Per questo la

Chiesa favorisce la sepoltura; solo a denti stretti – diciamo così – ha

permesso, in certe occasioni, la cremazione. In alcune diocesi si favorisce la

cremazione: essere bruciati, sembra che si desideri bruciare in anticipo nel

fuoco dell'inferno! Per noi, no! Nel Cammino Neocatecumenale – c’è stato

qualche caso eccezionale, il Signore vedrà lui – i fratelli vengono sepolti.

E cosa succede all’anima? Il corpo viene sepolto, venerato e l’anima

si presenta immediatamente alla presenza di Dio. Lì c’è il giudizio

particolare. Il giudizio particolare non viene fatto da Gesù Cristo. La nostra

anima come appare di fronte alla luce di Cristo risorto, si auto vede, vede se

stessa alla luce di Cristo: se l'anima è in perfetta armonia con Cristo, entra

già nella gloria di Dio. Entra in paradiso. Se si sente respinta, istintivamente

respinta dalla Luce di Cristo, immediatamente l'anima va all'inferno. Se sta

“così, così”, come vari di noi, avranno bisogno di un periodo di

purificazione, che dura un tempo limitato. Per poter vedere Dio dobbiamo

essere all’altezza, avere la potenzialità, la capacità di essere ammessi alla

Visione beatifica. L’anima in sintonia con Dio che va in Paradiso, ma anche

quelle che vanno all’inferno e quelle che vanno in Purgatorio, sempre

rimangono in stretto legame aspettando la resurrezione del corpo.


Purgatorio

E cos'è il Purgatorio? Qui dico qualcosa dalla Tradizione della Chiesa.

Il Purgatorio è uno stato di purificazione dell'anima, in vista della piena

comunione con Dio. Papa Benedetto XVI, nel suo libro sui “Novissimi”, per

spiegare cosa è il Purgatorio, cita la Prima Lettera ai Corinti, che dice,

mettendoci in guardia tutti, anche a me:

“Ognuno di noi veda come costruisce durante la sua vita! Nessuno,

infatti, può porre altro fondamento che quelli già posti: Gesù Cristo.

Su queste fondamenta può essere costruito con oro, argento, pietre

preziose, legno, fieno o paglia, ma l'opera di ciascuno sarà resa

chiara; sarà rivelata nel Giorno, che sarà accompagnato dal fuoco.


E il fuoco metterà alla prova la qualità del lavoro di ognuno. Colui la

cui opera, edificata sulle fondamenta, persiste, riceverà la

ricompensa. Ma colui la cui opera è bruciata subirà la punizione.

Egli, invece, sarà salvato, ma mediante il fuoco”.

“Il Signore stesso è il fuoco che giudica e trasforma l'uomo e lo rende

‘conforme’ al suo Corpo glorificato (cfr. Rm. 8,29; Fil 3,21)”. (CIC)

Allora, che cos'è questo fuoco? Il fuoco è l'amore di Dio.

P. Livio Fanzaga, Direttore di Radio Maria, - che molti di voi

conoscete - in un suo libro sull’escatologia e la seconda venuta di Gesù – ne

ha scritti parecchi - ha citato il “Trattato del Purgatorio” di una mistica

italiana, Santa Caterina da Genova, che è la specialista, per le visioni che ha

avuto, sul Purgatorio.

Anzi tutto, volevo dire che il Concilio Vaticano II, nella “Lumen

Gentium” inserisce il Purgatorio nell’unità del corpo di Cristo. C’è la Chiesa

“trionfante”, in cielo con i santi, la Chiesa del cielo; la Chiesa “purgante” del

Purgatorio; e la Chiesa “militante” che siamo noi, la Chiesa combattente, la

Chiesa sulla terra. Tra tutte esiste la comunione dei santi, per cui i santi

pregano per noi e noi possiamo pregare per le anime del Purgatorio, loro

pregano per noi e tra di noi ci sono come vasi comunicanti.

Allora, S. Caterina dice:

“...lo spirito di Cristo, lo spirito dell'amore, è all'opera nelle anime

del Purgatorio. Il fuoco del Purgatorio è proprio un fuoco d'amore

dello Spirito Santo, che penetra nel profondo delle anime, nelle loro

radici, le purifica dall'egoismo, dona loro la capacità di amare fino

alla perfezione dell'amore. Tutto questo è una sofferenza e una

dolcezza. Dolcezza perché sono sicuri di quello che accadrà:

vedranno il Signore”.

Come uno è disposto a prendere una medicina amara, a sopportare una

operazione chirurgica, sapendo che sta per guarire. Sopporta le sofferenze

ma ha la certezza... Per questo dice non è fuoco con fiamme esterne, no!

sono fiamme d'amore, di cui parla San Giovanni della Croce, o Santa Teresa

d'Avila, fiamme d'amore che ci purificano.

Adesso, chiudiamo questa fase che è intermedia ed andiamo alla fase

finale. La fase finale è preceduta dalla Parusia che è il ritorno di Gesù Cristo

con i suoi santi.


La Parusia, il glorioso ritorno del Signore


La Chiesa specifica nel Catechismo e dice che:


“Prima della venuta di Cristo, la Chiesa deve passare attraverso una

prova finale che scuoterà la fede di molti credenti. La persecuzione

che accompagna il suo pellegrinaggio sulla terra svelerà il «mistero

di iniquità» sotto la forma di una impostura religiosa che offre agli

uomini una soluzione apparente ai loro problemi, al prezzo

dell'apostasia dalla verità. La massima impostura religiosa è quella

dell'Anti-Cristo, cioè di uno pseudo-messianismo in cui l'uomo

glorifica sé stesso al posto di Dio e del suo Messia venuto nella carne.

(CCC. 675).


Questo è molto importante perché stiamo facendo un cammino di

iniziazione cristiana e avendolo già superato, siamo particolarmente invitati

alla vigilanza perché saremo provati su questa terra.


Il Giudizio Universale

Poi, quando Gesù Cristo ritornerà nella Gloria, con i Santi, verrà a

giudicare i vivi ed i morti perché il giudizio individuale, particolare non

basta. Il Signore viene a giudicare tutti i vivi ed i morti. Prima risorgeranno

i morti dice S. Paolo e dopo i vivi. E davanti il Signore ci sarà il giudizio

delle nazioni. Non basta quello personale: le nazioni, i potenti, gli stati, gli

imperi saranno giudicati da Dio. Lo dice il Signore parlando della parabola

della zizzania, dove i discepoli dicono al Signore: “Non vuoi che andiamo a

strappare la zizzania? No, no, aspettate che cresca. Alla fine dei tempi gli

angeli verranno a raccogliere la zizzania e la getteranno nel fuoco. E

raccoglieranno il grano nei granai del cielo”. E un'altra parola è quella del

giudizio universale di Matteo 25, quella dei talenti: chi ha fatto fruttificare i

talenti riceverà il premio promesso. Mentre chi lo ha nascosto andrà

all’inferno.

È in questa luce che comprendiamo le Beatitudini: “Beati voi che siete

afflitti, perché sarete consolati. Beati voi poveri, perché sarete consolati”.

Tutto si compirà a suo tempo.


Il Giudizio Universale si conclude con le Parole di Gesù:

“Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti

del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla

fondazione del mondo.

Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel

fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. E se ne

andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna».

Matteo 25,31-46

Quindi i maledetti finiscono all’inferno.


Inferno

E come si spiega l'inferno? O meglio: come la Chiesa spiega

l’inferno?

Perché, quando siamo destinati al cielo o all’inferno, risorgono i nostri

corpi, per cui i corpi dei dannati subiscono le pene eterne della propria

anima, anche nei loro sensi.

L'esistenza dell'inferno dimostra, in primo luogo, l'incrollabile

rispetto che Dio ha verso la libertà della sua creatura. Egli, in modo

misterioso, offre a tutti gli uomini il Suo Amore misericordioso. Ma l'uomo,

essendo libero, può rifiutare l'Amore di Dio, coscientemente. L'esistenza

dell'inferno mostra, in primo luogo, l’incrollabile rispetto che Dio mostra

per la libertà della sua creatura.

Ma dopo l'espulsione del paradiso terrestre, il nostro Dio non è

rimasto insensibile alla nostra sofferenza, ma spinto dal suo Amore ha

mandato il suo stesso Figlio fatto uomo, per distruggere nel suo stesso

corpo i nostri peccati e mediante la Resurrezione ha aperto nuovamente

il Cielo, a quanti credono in lui.

In altre parole, possiamo dire che, solamente coloro che avendo

conosciuto l'amore di Dio nella loro vita e consapevolmente lo rifiutano,

diventano figli del diavolo, realizzano le opere del diavolo, si

autocondannano al fuoco eterno, nella dannazione eterna. Per cui la

condanna all'inferno non viene da Dio, ma viene dalla nostra libertà.

Per questo il giudizio appartiene solamente a Dio. Solo Dio ci

conosce profondamente, i doni, le doti che ha dato a ciascuno e può

giudicare. Dice Gesù che a chi ha ricevuto di più sarà richiesto di più, a chi

di meno... Gesù aggiunge: “In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute

vi passano avanti nel Regno di Dio!”. Perché grande è la misericordia di Dio:

solo chi vuole va all’inferno. Per questo dobbiamo imparare a non giudicare

nessuno, nemmeno i terroristi e neanche i fratelli della Comunità,

soprattutto.


Paradiso

E alla fine arriviamo al Paradiso.

La filiazione divina dell’anima, già impressa, si comunica anche al

corpo, esso viene in un certo modo rigenerato da Dio: un corpo spirituale,

ed imprime in lui i lineamenti stessi del corpo del Figlio Unigenito. Per

questo sarà un corpo spiritualizzato, non più sottomesso alla morte, ma

partecipe alle gioie della Vita eterna. Ci saranno gioie anche per il corpo.

La felicità consiste nel sentirsi completamente amati da Dio e

nell'amare i fratelli: è la comunione. La piena comunione con Dio, con i

fratelli, con noi stessi e con tutto il cosmo, la natura, gli alberi, gli animali,

le montagne, tutto “attende la manifestazione della gloria dei figli di Dio”,

dice san Paolo. Una meraviglia!

Ma in cielo, ognuno di noi, individualmente, riceve l'amore di Dio

nella sua inconfondibile unità. Ecco perché l'Apocalisse dice: “Al vincitore

darò la manna nascosta, che nessuno conosce, e una piccola pietra bianca su

cui è scritto un nuovo nome, che nessuno conosce tranne colui che la

riceve”.

È bello vedere come Dio mantiene l'individualità e anche in questa

comunione con Dio, il nostro “io” non è annullato nella comunione con Dio,

immerso nell’oceano di Dio, come nelle religioni orientali. Il cristianesimo

salva l’individualità e la comunità. Ditelo ai comunisti che solo lì si realizza

il loro sogno.

C'è chi pensa che il Paradiso, dato che siamo abituati a vedere sulle

chiese, nei cimiteri rappresentato il Paradiso come tutti seduti che guardano

fissi per l’eternità, alcuni pensano che sarà una noia. Non è così! Perché Dio

è vita. Ci disse una volta Giovanni Paolo II nell’udienza in preparazione alla

Giornata Mondiale di Denver, nella sala Paolo VI nel 1983, che il Battesimo

è “dinamys”. Vuol dire movimento continuo, sviluppo della potenzialità

all’infinito. Questo è molto importante perché parteciperemo alla creatività

di Dio: di meraviglia in meraviglia!

San Paolo dice: “Consolatevi con queste parole”. Quel canto

“pensiamo alle cose di lassù” vuol dire che, quando siamo in crisi, quando

vediamo tutto nero, pieni di dolori, facciamo presente che come quando c’è

un forte uragano e non si vede il sole, non lo vediamo, ma c'è anche se non

lo vediamo. Così anche se non sentiamo la presenza di Dio, Lui rimane, la

sua fedeltà rimane. Amen


KIKO:

Inno: Inno di Avvento

Spero che lo Spirito Santo, attraverso la mia povera mediazione, faccia

risuonare in voi la fede. Così che, come la sposa che ascolta la voce

dell'Amato, possiamo alzarci, possiamo camminare meglio. Perché abbiamo

ancora molta strada da fare per essere santi; abbiamo ancora molta strada da

fare per essere veramente come Dio ci vuole. La cosa importante di questo

incontro è che possiamo esultare e gioire insieme dell'opera e delle

meraviglie che Dio sta facendo con noi.


Questa sera il Signore ci dà l'opportunità di stare insieme, di amarci

l'un l'altro. Quanto è bello e quanto è dolce che i fratelli stiano insieme!

Quanto è meraviglioso essere in comunione! Possiamo esultare nel Signore

parlando di Lui; perché più parliamo dell'opera di Dio in noi, più la fede

cresce, più diventiamo gioiosi. E i demoni, che si aggirano intorno a noi

come un leone ruggente cercando di divorarci, devono fuggire via.


Non so se venite qui con molti problemi e preoccupazioni; tutti ne

abbiamo. Ebbene, qui possiamo riposare. Sentire parlare di Gesù, che è il

nostro amato, sentire parlare del suo amore per noi, significa entrare nel

riposo..............

KIKO ARGUELLO: ANNUNCIO DI AVVENTO 2023 - PARTE PRIMA

 




ANNUNCIO DI AVVENTO

Roma, Seminario Redemptoris Mater


23 novembre 2023



KIKO:

Buona sera a tutti! Alla battaglia. Preghiamo:

“Ti ringraziamo, Signore, per la vita che ci dai, di questo incontro, di

questo seminario. Aiutaci Tu e vieni in nostro soccorso perché ti

possiamo dare gloria. Per Cristo nostro Signore. Amen.”


Vi è piaciuta la Sinfonia? Rapidamente ci presentiamo.

− Presentazioni


Canto: “Viene il Signore vestito di maestà”


ASCENSIÓN:

Bene, è un ambiente di gioia, si sente che ci sono i giovani con noi

questa notte, si sente più forza.

L’Annuncio di Avvento: per la maggioranza di noi, che stiamo

pregando, Carmen diceva che quelli, che pregano in novembre, già hanno

fatto l’Annuncio di Avvento, perché state vedendo che tutta la liturgia di

queste settimane fa riferimento alla Parusia, già ci mette in avvento. E anche

questa ultima domenica del tempo liturgico, la solennità di Cristo Re, ci porta

all’Avvento, al giudizio universale e non solo, anche al giudizio personale:

è la fine dell’anno liturgico. Gli ebrei, quando è Capodanno, all’inizio

dell’anno nuovo, quello che fanno è una riflessione personale della propria

vita, di come hanno vissuto l’anno, non solo pensando al giudizio finale, ma

vedendo la propria vita davanti al Signore, come hanno vissuto. Questo

tempo liturgico dell’Avvento ci invita, già con questa festa di Cristo Re, a

pensare a come viviamo.

Abbiamo scelto, per cominciare questo annuncio, una Parola di S.

Paolo a Tito, dove S. Paolo gli raccomanda di vivere con sobrietà,

sensatamente; gli raccomanda di vivere sensatamente, con sobrietà perché il

Signore in qualche modo ci ha eletto e ci ha separato dal mondo, dagli altri.

Noi abbiamo una speranza, quello che gli altri non hanno. Non siamo

chiamati a vivere in questo pessimismo in cui vive il mondo. Noi abbiamo

una speranza certa e vera. Il Signore ci ha eletto e ci ha dato a conoscere Suo

Figlio, lo stesso Dio, e non sappiamo perché il Signore ha dato a noi questa

manifestazione: ce l’ha concesso mentre ancora gli ebrei aspettano il Messia.

Tanti uomini saggi lungo la storia hanno cercato, hanno aspettato un

salvatore, vedendo la malvagità dell’uomo e l’unica risposta per tanti uomini

è stata che deve venire un salvatore per riscattarci da questa malvagità che si

vede nella società. E a noi il Signore ha dato di conoscere questo Salvatore

e lo ha fatto in un modo meraviglioso.

Qui l’apostolo Paolo parla della rigenerazione nell’acqua e del dono

dello Spirito Santo, che è il Battesimo, ed è quello a cui il Signore ci ha

chiamato: a rivivere il Battesimo in questa iniziazione cristiana che è il

Cammino neocatecumenale. Non siamo un gruppetto che si raduna due volte

a settimana, ma siamo una cosa molto più profonda. Vedendo la storia che

ha fatto con noi attraverso il Cammino, solamente possiamo ringraziare Dio

perché si è mostrato, si è dato a conoscere con una tenerezza immensa.

Ricordiamo le diverse tappe del Cammino! Una cosa è andare alla chiesa, ti

danno il Battesimo e vai via, e un’altra cosa è quella che Dio ha fatto con

noi, tappa per tappa, poco a poco, per riscoprire le ricchezze immense del

Battesimo. Come abbiamo vissuto nella gioia le diverse tappe! Ricordate la

fine del Cammino, la festa che è stata per noi la fine del Cammino, una

promessa per voi che ancora non l’avete vissuto. Dico questo per rallegrarci,

perché non soltanto abbiamo conosciuto il Signore, ma il Signore ha fatto

una elezione meravigliosa attraverso il Cammino.

Questa lettura che adesso facciamo è quella che si fa nella messa della

notte del Natale, tutti gli anni, perché la Chiesa la considera così importante

per vedere la manifestazione di Dio. La notte del Natale la Chiesa ci parla

della morte e resurrezione di Cristo, della Pasqua, del Battesimo.

E’ importante vivere come ci hanno indicato da tanti anni Kiko e

Carmen: il Natale lo viviamo nella parrocchia, e non possiamo vivere il

Natale senza l’Eucarestia. Senza l’Eucaristia il Natale rischia di restare un

semplice ricordo della nascita del Signore, del Figlio di Dio che è venuto

sulla terra, un ricordo. Ma veramente quello che è il Natale la Chiesa lo

celebra nell’Eucarestia. La Pasqua è quello che ha celebrato sempre la

Chiesa, dal primo momento, il Natale è venuto molto più tardi, credo nel IV

secolo. Allora veramente siamo invitati a recuperare, se qualcuno l’ha persa,

la forza del Natale che è la Pasqua.

Non si può celebrare il Natale solo con il presepio – che è bellissimo

e anche lo abbiamo recuperato nel Cammino con tutte le tradizioni – ma

siamo invitati a celebrare il Natale con la Pasqua, con l’Eucarestia,

l’Eucarestia di mezzanotte. Nel mezzo della notte, del buio, nasce la luce:

tutti questi segni sono importanti anche per i bambini. Quest’anno mi sembra

che sono 800 anni dal primo presepio, è bellissimo fare il presepio e come lo

viviamo nelle famiglie, ma la Chiesa celebra il Natale con l’Eucarestia, con

la Pasqua che è quello che ci dà la vita eterna, quello che ci mette dentro la

vita immortale. Allora la messa di Natale di mezzanotte la celebriamo in

parrocchia.

*

− Lettura: Tito 2,11 - 3,7

È apparsa infatti la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini,

[12] che ci insegna a rinnegare l'empietà e i desideri mondani e a vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo,

[13] nell'attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo;

[14] il quale ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formarsi un popolo puro che gli appartenga, zelante nelle opere buone.

[15] Questo devi insegnare, raccomandare e rimproverare con tutta autorità. Nessuno osi disprezzarti!


3


[1] Ricorda loro di esser sottomessi ai magistrati e alle autorità, di obbedire, di essere pronti per ogni opera buona;

[2] di non parlar male di nessuno, di evitare le contese, di esser mansueti, mostrando ogni dolcezza verso tutti gli uomini.

[3] Anche noi un tempo eravamo insensati, disobbedienti, traviati, schiavi di ogni sorta di passioni e di piaceri, vivendo nella malvagità e nell'invidia, degni di odio e odiandoci a vicenda.

[4] Quando però si sono manifestati la bontà di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini,

[5] egli ci ha salvati non in virtù di opere di giustizia da noi compiute, ma per sua misericordia mediante un lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo,

[6] effuso da lui su di noi abbondantemente per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro,

[7] perché giustificati dalla sua grazia diventassimo eredi, secondo la speranza, della vita eterna.

*

P. MARIO:

Bene, carissimi fratelli, ho voluto insistere su questo della Messa di

mezzanotte perché venendo dalla Spagna abbiamo saputo che alcuni parroci,

dopo il Covid, hanno chiuso e non la celebrano. È importantissimo celebrare

la messa di mezzanotte anche per le comunità, possono fare qualche canto di

Natale. Prego il Signore che mi aiuti e che mi ispiri per fare questa

introduzione all'annuncio che farà Kiko dell’Avvento.

Quest’anno, in seguito alla catechesi sull'Apocalisse, abbiamo pensato

di parlare dei Novissimi, che penso tutti conosciate: morte, giudizio, inferno

e paradiso.

Per fare questa catechesi, dato che non sono più un giovinotto e non

ho potuto vedere altri testi anche di Papa Francesco che ha parlato più volte

dell’escatologia, mi riferirò alla catechesi che ho fatto sui Novissimi e

l’Escatologia del 2010. Dico questo per scusarmi.

Allora, anche noi - come il popolo d'Israele - in questo tempo di

Avvento, attendiamo che ritorni il Signore nella gloria. Il popolo d’Israele è

rimasto ad aspettare il Promesso per 400 anni, e dopo tutti questi anni è

arrivato. Dopo 2000 anni, arriva Gesù Cristo. Dopo l’Ascensione Gesù

Cristo tornerà nella gloria per giudicare i vivi e i morti.

I nostri catechisti, finito l’itinerario neocatecumenale con le nozze, le

vesti bianche, ci hanno profetizzato altri tre passaggi: malattia, vecchiaia e

morte. Questi tre passaggi ce li farà il Signore, nella misura che lui ritiene

più utile per la nostra salvezza.

Oltre a questo, questa sera vi darò una breve parola tratta dal Magistero

della Chiesa – fino al 2010 – su Morte, Giudizio, Inferno e Paradiso.


I Novissimi: la Morte, il Giudizio, l'Inferno e il Paradiso.


Voi sapete che prima del Concilio Vaticano II, nelle parrocchie si

cercava qualche predicatore durante la Quaresima che parlasse dei Novissimi

e lo faceva in una forma abbastanza terrificante, metteva paura, adeguandosi

al linguaggio religioso della gente. Perché mettere paura? Per suscitare il

Santo timore di Dio, e favorire la confessione dei propri peccati almeno una

volta all’anno per la Pasqua. Quando ero giovane, ho vissuto questo nella

mia parrocchia e funzionava. Ma oggi: chi parla più dei Novissimi? Molto

raro ascoltare.

Per noi che il Signore si è compiaciuto di chiamare all’iniziazione

cristiana, attraverso il Cammino Neocatecumenale, non è necessario incutere

la paura, anzi! Per noi parlare di morte, giudizio, inferno e paradiso è

confortante. Quindi non vi metterò paura.

Cominciamo dalla morte.