venerdì 1 dicembre 2023

KIKO ARGUELLO: ANNUNCIO DI AVVENTO 2023 - PARTE PRIMA

 




ANNUNCIO DI AVVENTO

Roma, Seminario Redemptoris Mater


23 novembre 2023



KIKO:

Buona sera a tutti! Alla battaglia. Preghiamo:

“Ti ringraziamo, Signore, per la vita che ci dai, di questo incontro, di

questo seminario. Aiutaci Tu e vieni in nostro soccorso perché ti

possiamo dare gloria. Per Cristo nostro Signore. Amen.”


Vi è piaciuta la Sinfonia? Rapidamente ci presentiamo.

− Presentazioni


Canto: “Viene il Signore vestito di maestà”


ASCENSIÓN:

Bene, è un ambiente di gioia, si sente che ci sono i giovani con noi

questa notte, si sente più forza.

L’Annuncio di Avvento: per la maggioranza di noi, che stiamo

pregando, Carmen diceva che quelli, che pregano in novembre, già hanno

fatto l’Annuncio di Avvento, perché state vedendo che tutta la liturgia di

queste settimane fa riferimento alla Parusia, già ci mette in avvento. E anche

questa ultima domenica del tempo liturgico, la solennità di Cristo Re, ci porta

all’Avvento, al giudizio universale e non solo, anche al giudizio personale:

è la fine dell’anno liturgico. Gli ebrei, quando è Capodanno, all’inizio

dell’anno nuovo, quello che fanno è una riflessione personale della propria

vita, di come hanno vissuto l’anno, non solo pensando al giudizio finale, ma

vedendo la propria vita davanti al Signore, come hanno vissuto. Questo

tempo liturgico dell’Avvento ci invita, già con questa festa di Cristo Re, a

pensare a come viviamo.

Abbiamo scelto, per cominciare questo annuncio, una Parola di S.

Paolo a Tito, dove S. Paolo gli raccomanda di vivere con sobrietà,

sensatamente; gli raccomanda di vivere sensatamente, con sobrietà perché il

Signore in qualche modo ci ha eletto e ci ha separato dal mondo, dagli altri.

Noi abbiamo una speranza, quello che gli altri non hanno. Non siamo

chiamati a vivere in questo pessimismo in cui vive il mondo. Noi abbiamo

una speranza certa e vera. Il Signore ci ha eletto e ci ha dato a conoscere Suo

Figlio, lo stesso Dio, e non sappiamo perché il Signore ha dato a noi questa

manifestazione: ce l’ha concesso mentre ancora gli ebrei aspettano il Messia.

Tanti uomini saggi lungo la storia hanno cercato, hanno aspettato un

salvatore, vedendo la malvagità dell’uomo e l’unica risposta per tanti uomini

è stata che deve venire un salvatore per riscattarci da questa malvagità che si

vede nella società. E a noi il Signore ha dato di conoscere questo Salvatore

e lo ha fatto in un modo meraviglioso.

Qui l’apostolo Paolo parla della rigenerazione nell’acqua e del dono

dello Spirito Santo, che è il Battesimo, ed è quello a cui il Signore ci ha

chiamato: a rivivere il Battesimo in questa iniziazione cristiana che è il

Cammino neocatecumenale. Non siamo un gruppetto che si raduna due volte

a settimana, ma siamo una cosa molto più profonda. Vedendo la storia che

ha fatto con noi attraverso il Cammino, solamente possiamo ringraziare Dio

perché si è mostrato, si è dato a conoscere con una tenerezza immensa.

Ricordiamo le diverse tappe del Cammino! Una cosa è andare alla chiesa, ti

danno il Battesimo e vai via, e un’altra cosa è quella che Dio ha fatto con

noi, tappa per tappa, poco a poco, per riscoprire le ricchezze immense del

Battesimo. Come abbiamo vissuto nella gioia le diverse tappe! Ricordate la

fine del Cammino, la festa che è stata per noi la fine del Cammino, una

promessa per voi che ancora non l’avete vissuto. Dico questo per rallegrarci,

perché non soltanto abbiamo conosciuto il Signore, ma il Signore ha fatto

una elezione meravigliosa attraverso il Cammino.

Questa lettura che adesso facciamo è quella che si fa nella messa della

notte del Natale, tutti gli anni, perché la Chiesa la considera così importante

per vedere la manifestazione di Dio. La notte del Natale la Chiesa ci parla

della morte e resurrezione di Cristo, della Pasqua, del Battesimo.

E’ importante vivere come ci hanno indicato da tanti anni Kiko e

Carmen: il Natale lo viviamo nella parrocchia, e non possiamo vivere il

Natale senza l’Eucarestia. Senza l’Eucaristia il Natale rischia di restare un

semplice ricordo della nascita del Signore, del Figlio di Dio che è venuto

sulla terra, un ricordo. Ma veramente quello che è il Natale la Chiesa lo

celebra nell’Eucarestia. La Pasqua è quello che ha celebrato sempre la

Chiesa, dal primo momento, il Natale è venuto molto più tardi, credo nel IV

secolo. Allora veramente siamo invitati a recuperare, se qualcuno l’ha persa,

la forza del Natale che è la Pasqua.

Non si può celebrare il Natale solo con il presepio – che è bellissimo

e anche lo abbiamo recuperato nel Cammino con tutte le tradizioni – ma

siamo invitati a celebrare il Natale con la Pasqua, con l’Eucarestia,

l’Eucarestia di mezzanotte. Nel mezzo della notte, del buio, nasce la luce:

tutti questi segni sono importanti anche per i bambini. Quest’anno mi sembra

che sono 800 anni dal primo presepio, è bellissimo fare il presepio e come lo

viviamo nelle famiglie, ma la Chiesa celebra il Natale con l’Eucarestia, con

la Pasqua che è quello che ci dà la vita eterna, quello che ci mette dentro la

vita immortale. Allora la messa di Natale di mezzanotte la celebriamo in

parrocchia.

*

− Lettura: Tito 2,11 - 3,7

È apparsa infatti la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini,

[12] che ci insegna a rinnegare l'empietà e i desideri mondani e a vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo,

[13] nell'attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo;

[14] il quale ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formarsi un popolo puro che gli appartenga, zelante nelle opere buone.

[15] Questo devi insegnare, raccomandare e rimproverare con tutta autorità. Nessuno osi disprezzarti!


3


[1] Ricorda loro di esser sottomessi ai magistrati e alle autorità, di obbedire, di essere pronti per ogni opera buona;

[2] di non parlar male di nessuno, di evitare le contese, di esser mansueti, mostrando ogni dolcezza verso tutti gli uomini.

[3] Anche noi un tempo eravamo insensati, disobbedienti, traviati, schiavi di ogni sorta di passioni e di piaceri, vivendo nella malvagità e nell'invidia, degni di odio e odiandoci a vicenda.

[4] Quando però si sono manifestati la bontà di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini,

[5] egli ci ha salvati non in virtù di opere di giustizia da noi compiute, ma per sua misericordia mediante un lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo,

[6] effuso da lui su di noi abbondantemente per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro,

[7] perché giustificati dalla sua grazia diventassimo eredi, secondo la speranza, della vita eterna.

*

P. MARIO:

Bene, carissimi fratelli, ho voluto insistere su questo della Messa di

mezzanotte perché venendo dalla Spagna abbiamo saputo che alcuni parroci,

dopo il Covid, hanno chiuso e non la celebrano. È importantissimo celebrare

la messa di mezzanotte anche per le comunità, possono fare qualche canto di

Natale. Prego il Signore che mi aiuti e che mi ispiri per fare questa

introduzione all'annuncio che farà Kiko dell’Avvento.

Quest’anno, in seguito alla catechesi sull'Apocalisse, abbiamo pensato

di parlare dei Novissimi, che penso tutti conosciate: morte, giudizio, inferno

e paradiso.

Per fare questa catechesi, dato che non sono più un giovinotto e non

ho potuto vedere altri testi anche di Papa Francesco che ha parlato più volte

dell’escatologia, mi riferirò alla catechesi che ho fatto sui Novissimi e

l’Escatologia del 2010. Dico questo per scusarmi.

Allora, anche noi - come il popolo d'Israele - in questo tempo di

Avvento, attendiamo che ritorni il Signore nella gloria. Il popolo d’Israele è

rimasto ad aspettare il Promesso per 400 anni, e dopo tutti questi anni è

arrivato. Dopo 2000 anni, arriva Gesù Cristo. Dopo l’Ascensione Gesù

Cristo tornerà nella gloria per giudicare i vivi e i morti.

I nostri catechisti, finito l’itinerario neocatecumenale con le nozze, le

vesti bianche, ci hanno profetizzato altri tre passaggi: malattia, vecchiaia e

morte. Questi tre passaggi ce li farà il Signore, nella misura che lui ritiene

più utile per la nostra salvezza.

Oltre a questo, questa sera vi darò una breve parola tratta dal Magistero

della Chiesa – fino al 2010 – su Morte, Giudizio, Inferno e Paradiso.


I Novissimi: la Morte, il Giudizio, l'Inferno e il Paradiso.


Voi sapete che prima del Concilio Vaticano II, nelle parrocchie si

cercava qualche predicatore durante la Quaresima che parlasse dei Novissimi

e lo faceva in una forma abbastanza terrificante, metteva paura, adeguandosi

al linguaggio religioso della gente. Perché mettere paura? Per suscitare il

Santo timore di Dio, e favorire la confessione dei propri peccati almeno una

volta all’anno per la Pasqua. Quando ero giovane, ho vissuto questo nella

mia parrocchia e funzionava. Ma oggi: chi parla più dei Novissimi? Molto

raro ascoltare.

Per noi che il Signore si è compiaciuto di chiamare all’iniziazione

cristiana, attraverso il Cammino Neocatecumenale, non è necessario incutere

la paura, anzi! Per noi parlare di morte, giudizio, inferno e paradiso è

confortante. Quindi non vi metterò paura.

Cominciamo dalla morte.