ANNUNCIO DI AVVENTO
Roma, Seminario Redemptoris Mater
23 novembre 2023
KIKO:
Buona sera a tutti! Alla battaglia. Preghiamo:
“Ti ringraziamo, Signore, per la vita che ci dai, di questo incontro, di
questo seminario. Aiutaci Tu e vieni in nostro soccorso perché ti
possiamo dare gloria. Per Cristo nostro Signore. Amen.”
Vi è piaciuta la Sinfonia? Rapidamente ci presentiamo.
− Presentazioni
Canto: “Viene il Signore vestito di maestà”
ASCENSIÓN:
Bene, è un ambiente di gioia, si sente che ci sono i giovani con noi
questa notte, si sente più forza.
L’Annuncio di Avvento: per la maggioranza di noi, che stiamo
pregando, Carmen diceva che quelli, che pregano in novembre, già hanno
fatto l’Annuncio di Avvento, perché state vedendo che tutta la liturgia di
queste settimane fa riferimento alla Parusia, già ci mette in avvento. E anche
questa ultima domenica del tempo liturgico, la solennità di Cristo Re, ci porta
all’Avvento, al giudizio universale e non solo, anche al giudizio personale:
è la fine dell’anno liturgico. Gli ebrei, quando è Capodanno, all’inizio
dell’anno nuovo, quello che fanno è una riflessione personale della propria
vita, di come hanno vissuto l’anno, non solo pensando al giudizio finale, ma
vedendo la propria vita davanti al Signore, come hanno vissuto. Questo
tempo liturgico dell’Avvento ci invita, già con questa festa di Cristo Re, a
pensare a come viviamo.
Abbiamo scelto, per cominciare questo annuncio, una Parola di S.
Paolo a Tito, dove S. Paolo gli raccomanda di vivere con sobrietà,
sensatamente; gli raccomanda di vivere sensatamente, con sobrietà perché il
Signore in qualche modo ci ha eletto e ci ha separato dal mondo, dagli altri.
Noi abbiamo una speranza, quello che gli altri non hanno. Non siamo
chiamati a vivere in questo pessimismo in cui vive il mondo. Noi abbiamo
una speranza certa e vera. Il Signore ci ha eletto e ci ha dato a conoscere Suo
Figlio, lo stesso Dio, e non sappiamo perché il Signore ha dato a noi questa
manifestazione: ce l’ha concesso mentre ancora gli ebrei aspettano il Messia.
Tanti uomini saggi lungo la storia hanno cercato, hanno aspettato un
salvatore, vedendo la malvagità dell’uomo e l’unica risposta per tanti uomini
è stata che deve venire un salvatore per riscattarci da questa malvagità che si
vede nella società. E a noi il Signore ha dato di conoscere questo Salvatore
e lo ha fatto in un modo meraviglioso.
Qui l’apostolo Paolo parla della rigenerazione nell’acqua e del dono
dello Spirito Santo, che è il Battesimo, ed è quello a cui il Signore ci ha
chiamato: a rivivere il Battesimo in questa iniziazione cristiana che è il
Cammino neocatecumenale. Non siamo un gruppetto che si raduna due volte
a settimana, ma siamo una cosa molto più profonda. Vedendo la storia che
ha fatto con noi attraverso il Cammino, solamente possiamo ringraziare Dio
perché si è mostrato, si è dato a conoscere con una tenerezza immensa.
Ricordiamo le diverse tappe del Cammino! Una cosa è andare alla chiesa, ti
danno il Battesimo e vai via, e un’altra cosa è quella che Dio ha fatto con
noi, tappa per tappa, poco a poco, per riscoprire le ricchezze immense del
Battesimo. Come abbiamo vissuto nella gioia le diverse tappe! Ricordate la
fine del Cammino, la festa che è stata per noi la fine del Cammino, una
promessa per voi che ancora non l’avete vissuto. Dico questo per rallegrarci,
perché non soltanto abbiamo conosciuto il Signore, ma il Signore ha fatto
una elezione meravigliosa attraverso il Cammino.
Questa lettura che adesso facciamo è quella che si fa nella messa della
notte del Natale, tutti gli anni, perché la Chiesa la considera così importante
per vedere la manifestazione di Dio. La notte del Natale la Chiesa ci parla
della morte e resurrezione di Cristo, della Pasqua, del Battesimo.
E’ importante vivere come ci hanno indicato da tanti anni Kiko e
Carmen: il Natale lo viviamo nella parrocchia, e non possiamo vivere il
Natale senza l’Eucarestia. Senza l’Eucaristia il Natale rischia di restare un
semplice ricordo della nascita del Signore, del Figlio di Dio che è venuto
sulla terra, un ricordo. Ma veramente quello che è il Natale la Chiesa lo
celebra nell’Eucarestia. La Pasqua è quello che ha celebrato sempre la
Chiesa, dal primo momento, il Natale è venuto molto più tardi, credo nel IV
secolo. Allora veramente siamo invitati a recuperare, se qualcuno l’ha persa,
la forza del Natale che è la Pasqua.
Non si può celebrare il Natale solo con il presepio – che è bellissimo
e anche lo abbiamo recuperato nel Cammino con tutte le tradizioni – ma
siamo invitati a celebrare il Natale con la Pasqua, con l’Eucarestia,
l’Eucarestia di mezzanotte. Nel mezzo della notte, del buio, nasce la luce:
tutti questi segni sono importanti anche per i bambini. Quest’anno mi sembra
che sono 800 anni dal primo presepio, è bellissimo fare il presepio e come lo
viviamo nelle famiglie, ma la Chiesa celebra il Natale con l’Eucarestia, con
la Pasqua che è quello che ci dà la vita eterna, quello che ci mette dentro la
vita immortale. Allora la messa di Natale di mezzanotte la celebriamo in
parrocchia.
*
− Lettura: Tito 2,11 - 3,7
È apparsa infatti la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini,
[12] che ci insegna a rinnegare l'empietà e i desideri mondani e a vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo,
[13] nell'attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo;
[14] il quale ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formarsi un popolo puro che gli appartenga, zelante nelle opere buone.
[15] Questo devi insegnare, raccomandare e rimproverare con tutta autorità. Nessuno osi disprezzarti!
3
[1] Ricorda loro di esser sottomessi ai magistrati e alle autorità, di obbedire, di essere pronti per ogni opera buona;
[2] di non parlar male di nessuno, di evitare le contese, di esser mansueti, mostrando ogni dolcezza verso tutti gli uomini.
[3] Anche noi un tempo eravamo insensati, disobbedienti, traviati, schiavi di ogni sorta di passioni e di piaceri, vivendo nella malvagità e nell'invidia, degni di odio e odiandoci a vicenda.
[4] Quando però si sono manifestati la bontà di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini,
[5] egli ci ha salvati non in virtù di opere di giustizia da noi compiute, ma per sua misericordia mediante un lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo,
[6] effuso da lui su di noi abbondantemente per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro,
[7] perché giustificati dalla sua grazia diventassimo eredi, secondo la speranza, della vita eterna.
*
P. MARIO:
Bene, carissimi fratelli, ho voluto insistere su questo della Messa di
mezzanotte perché venendo dalla Spagna abbiamo saputo che alcuni parroci,
dopo il Covid, hanno chiuso e non la celebrano. È importantissimo celebrare
la messa di mezzanotte anche per le comunità, possono fare qualche canto di
Natale. Prego il Signore che mi aiuti e che mi ispiri per fare questa
introduzione all'annuncio che farà Kiko dell’Avvento.
Quest’anno, in seguito alla catechesi sull'Apocalisse, abbiamo pensato
di parlare dei Novissimi, che penso tutti conosciate: morte, giudizio, inferno
e paradiso.
Per fare questa catechesi, dato che non sono più un giovinotto e non
ho potuto vedere altri testi anche di Papa Francesco che ha parlato più volte
dell’escatologia, mi riferirò alla catechesi che ho fatto sui Novissimi e
l’Escatologia del 2010. Dico questo per scusarmi.
Allora, anche noi - come il popolo d'Israele - in questo tempo di
Avvento, attendiamo che ritorni il Signore nella gloria. Il popolo d’Israele è
rimasto ad aspettare il Promesso per 400 anni, e dopo tutti questi anni è
arrivato. Dopo 2000 anni, arriva Gesù Cristo. Dopo l’Ascensione Gesù
Cristo tornerà nella gloria per giudicare i vivi e i morti.
I nostri catechisti, finito l’itinerario neocatecumenale con le nozze, le
vesti bianche, ci hanno profetizzato altri tre passaggi: malattia, vecchiaia e
morte. Questi tre passaggi ce li farà il Signore, nella misura che lui ritiene
più utile per la nostra salvezza.
Oltre a questo, questa sera vi darò una breve parola tratta dal Magistero
della Chiesa – fino al 2010 – su Morte, Giudizio, Inferno e Paradiso.
I Novissimi: la Morte, il Giudizio, l'Inferno e il Paradiso.
Voi sapete che prima del Concilio Vaticano II, nelle parrocchie si
cercava qualche predicatore durante la Quaresima che parlasse dei Novissimi
e lo faceva in una forma abbastanza terrificante, metteva paura, adeguandosi
al linguaggio religioso della gente. Perché mettere paura? Per suscitare il
Santo timore di Dio, e favorire la confessione dei propri peccati almeno una
volta all’anno per la Pasqua. Quando ero giovane, ho vissuto questo nella
mia parrocchia e funzionava. Ma oggi: chi parla più dei Novissimi? Molto
raro ascoltare.
Per noi che il Signore si è compiaciuto di chiamare all’iniziazione
cristiana, attraverso il Cammino Neocatecumenale, non è necessario incutere
la paura, anzi! Per noi parlare di morte, giudizio, inferno e paradiso è
confortante. Quindi non vi metterò paura.
Cominciamo dalla morte.