giovedì 30 novembre 2023

Convivenza di Inizio Corso 2023: Video 2 sulla....

 Convivenza di Inizio Corso 2023:

Video sulla apertura della fase diocesana

del processo di Beatificazione di

Carmen Hernandez, Serva di Dio,

e sull' Incontro vocazionale del Cammino Neocatecumenale

con Kiko, p. Mario e Ascension,

JMJ Lisbona 2023


Convivenza di Inizio Corso 2023: Video sulla Intelligenza Artificiale

 

venerdì 10 novembre 2023

CONVIVENZA DI INIZIO CORSO 2023 - QUARTA ED ULTIMA PARTE: DOMENICA 1 OTTOBRE




 DOMENICA 1° ottobre

(Se la catechesi di P. Mario è finita già il sabato sera si possono fare le Lodi,

gli avvisi e l’Eucarestia)

**

DON EZECHIELE

Abbiate pazienza, ho un compito piuttosto difficile, ma mi hanno detto di

farlo e in obbedienza lo faccio. Sono informazioni molto importanti.

È un tema complesso e dettagliato, che riguarda in particolare tutti i catechisti,

riguarda il problema molto serio della tutela e salvaguardia dei minori e delle

persone vulnerabili: la Chiesa vi sta prestando una particolare attenzione (Papa

Francesco ha istituito una commissione di lavoro per questo), ed anche noi del

Cammino dobbiamo essere particolarmente attenti: per questo ci è sembrato bene

preparare delle “Linee guida”.

Non c’è bisogno di ribadire che siamo tutti convinti della gravità del momento

e che già tutti vi prestiamo tutta l’attenzione necessaria: il Cammino, con la sua

costante chiamata alla conversione, al cuore nuovo, riceve già ogni volta che si

ascolta la Parola di Dio o si celebra l’Eucaristia grazie e indicazioni precise nella

direzione propria di un cammino di conversione.

Il Cammino, che per Statuto non è una associazione o un movimento, ma una

Iniziazione Cristiana che si sviluppa nelle Parrocchie e nelle Diocesi, per quanto

riguarda la tutela dei minori e delle persone vulnerabili si attiene a tutto ciò che la

Parrocchia e la Diocesi stabilisce in questa materia. Quanto qui è stato preparato come

Linee Guida – e che consegneremo alla Santa Sede, garante di una metodologia

appropriata anche da parte del Cammino – ve lo comunichiamo ora a voce.

Una delle richieste che ci sono state fatte in varie diocesi è quella di trovare

una persona “adatta”, una specie di “delegato che prenda i contatti con l’ufficio

diocesano per la tutela: Leggo questo punto:

“Si rende opportuno che i catechisti del Cammino Neocatecumenale, delegati

per un luogo particolare - responsabili di una zona – di individuare un

incaricato di fiducia [..] affinché questi prenda contatti con l’ufficio diocesano

per la tutela dei minori al fine di aprire una posizione di riferimento”

Avere, cioè, una persona a livello di diocesi che faccia da riferimento per tutti

i casi, a volte - quando necessario - anche di denuncia, ma anche solo di informazione,

di chiarimento: avere un incaricato presso la diocesi.

Tale incaricato dovrà prendere parte ai corsi informativi predisposti dalla

Conferenza Episcopale e per poi svolgere il servizio di persona di riferimento

della diocesi e delle comunità del luogo per gli adempimenti richiesti e la

predisposizione di eventuali adempimenti.

I catechisti valuteranno insieme all’ufficio Diocesano l’estensione del servizio

di supporto che l’incaricato potrebbe ricoprire, di caso in caso, e disporranno

insieme al parroco le opportune modalità attuative delle presenti linee guide

per la comunità.

Come potete ben comprendere, la legislazione a questo proposito è talmente

diversificata da paese a paese che diventa praticamente impossibile stabilire delle

“Linee guida” per tutto il Cammino, che opera in tutti e cinque i Continenti.

Per questo noi pensiamo sia importante preparare bene la formazione dei

catechisti.

Anche la questione di un delegato non va fatta da un giorno all’altro: i

catechisti devono prepararla bene, trovando una persona adatta e capace.

La pastorale propria del Cammino (catechesi, preparazioni, celebrazioni,

convivenze, post-cresima...) ha spesso a che fare con minori o persone vulnerabili e

a questo va prestata tutta l’attenzione necessaria, sia per il trasporto, sia per

l’eventuale pernottamento durante una convivenza: evitando sempre spazi chiusi, non

visibili, ed incontri privati; è bene che i catechisti operino sempre in équipe.

Un’altra indicazione fondamentale, ma che credo già seguiamo tutti: la

responsabilità di vigilanza, prima di tutto – lo diceva anche Mario prima – ricade sui

genitori. I genitori sono i garanti e debbono informarsi sui movimenti dei figli in

comunità o in convivenza.

È importante per i catechisti lavorare seriamente con il parroco e anche vedere

eventualmente con lui, la normativa diocesana o parrocchiale, se c’è. Trovare una

forma di collaborazione in modo che la tutela dei minori che, da una parte prevede

delle norme sanzionatorie, se necessarie, ma dall’altra soprattutto la salvaguardia,

abbia sempre la massima rilevanza.

È chiaro che, per quanto riguarda la “salvaguardia”, l’impegno non tocca solo

i catechisti, ma anche tutti i fratelli del Cammino per prevenire in tutti modi situazioni

di abuso in ambito ecclesiale, sempre in attenzione alla indicazioni date dalla

parrocchia e dalla diocesi.

Una nota importante, già la riferiva prima Mario: l’uso dei social media non

è coerente con le metodologie del cammino. È fatta raccomandazione che le

comunicazioni avvengano prevalentemente a viva voce, evitando il ricorso alla

messaggistica Whatsapp e simili, particolarmente nelle comunità di minorenni.


Kiko:

Abbiamo alcuni presbiteri e ragazzi per partire alla evangelizzazione.

Preghiamo e facciamo una piccola Merkaba.


- Preghiera

Ti benediciamo, Signore, per la vita che ci dai, per questa domenica e

per questa convivenza, per la tua pazienza con ciascuno di noi. Abbi pietà di

noi, Signore; mandaci il tuo Santo Spirito, che ci dia forza, coraggio, amore a

te e alla tua Chiesa. Per Cristo Nostro Signore. Amen.


- Merkabà di alcuni presbiteri e ragazzi


ALCUNI AVVISI

Ascensiòn:

Dopo l’incontro di Lisbona con tantissimi giovani che si sono alzati, e tanti

erano molto giovani, abbiamo visto l’importanza dei Centri Vocazionali.

Sono state fatte due convivenze in questo mese: quella dei rettori e dei

seminaristi, dove si è trattato di vedere come la Santa Sede sta riorganizzando gli

studi. C’è una nuova Ratio studiorum per i seminaristi, che esige la struttura di un

Anno Propedeutico prima di essere ammessi in seminario.

Davanti a questo abbiamo visto l’importanza di rimettere in movimento i

Centri Vocazionali, perché possano diventare di fatto un vero e proprio anno

propedeutico, in modo che possiamo preparare meglio l’ingresso dei ragazzi al

seminario. Si è vista l’importanza di fare questi Centri Vocazionali seriamente,

soprattutto con coloro che già si sono incamminati verso una chiamata vocazionale,

in modo di fare almeno 3 incontri mensili, se fosse possibile. Questo riguarda

soprattutto coloro che prestano servizio nei Centri Vocazionali, per seguire meglio le

indicazioni che ci vengono dalla Santa Sede con la nuova “Ratio”.

Allora, i Centri Vocazionali per i ragazzi hanno 3 incontri: scrutatio, eucarestia

con agape ed esperienze. In questi incontri si deve aggiungere la formazione, tratta

sia dal Catechismo sia dalla Presbiterorum Ordinis. I ragazzi devono cominciare a

ricevere una formazione sulla figura del presbitero, ma si deve fare in un modo

interessante per loro.

Dobbiamo parlare anche dei Centri vocazionali per le ragazze, perché

quest’anno se ne sono alzate tantissime. Vanno seguite seriamente in un centro

vocazionale, altrimenti queste ragazze le perdiamo. Noi proponiamo lo stesso

schema: ritrovarsi nel centro vocazionale tre volte al mese, se possibile, una volta per

la scrutatio, una volta per l’Eucaristia e una volta per le esperienze.

In questi incontri è necessario dar loro qualche informazione, sulla verginità e

sulla maternità spirituale. L’anno scorso abbiamo inviato una piccola catechesi di

Carmen per aiutare i centri vocazionali per le ragazze. Continueremo a farlo

quest’anno, per aiutare quelli che portano avanti il centro e anche le ragazze. Dato

che è molto importante il centro vocazionale, che in alcuni posti è debole, chiediamo

agli itineranti di rinforzare i centri vocazionali.

Noi portiamo il centro di Roma e abbiamo pensato già a come rinforzare i due

Centri vocazionali di Roma per i ragazzi e le ragazze sia con altri presbiteri che con

coppie giovani.

Avete visto che abbiamo inviato ai responsabili e agli itineranti un secondo

mamotreto per il rosario. È necessario convocare di nuovo i ragazzi per rafforzare i

gruppi, dato che c’è sempre qualcuno che si è sposato o che ha lasciato. Perciò

all’inizio del corso è bene convocare tutti i ragazzi, per sentire come si trovano e

rafforzarli. Per questo vi abbiamo dato un nuovo mamotreto, con qualche kerygma

che ha fatto Kiko. Poi in giugno, alla fine dell’anno, è bene sostenere i gruppi, vedere

come si trovano. Ci hanno detto che fra i ragazzi che si sono alzati a Lisbona, molti

erano nei gruppi del rosario. I gruppi del rosario aiutano molto i ragazzi nel

discernimento della vocazione e nella difesa della castità.


Per quanto riguarda la scrutatio della domenica, abbiamo sentito che dopo

Pasqua i ragazzi hanno letto il discorso del Papa per la GMG. Abbiamo fatto una

scrutatio speciale, che è piaciuta ai ragazzi. Per questo abbiamo pensato di continuare

su questa linea. Stiamo preparando una raccolta dei discorsi del Papa in vista della

prossima Giornata Mondiale che inizierà a novembre a livello diocesano. Nella

prossima settimana prepareremo dei testi della Scrittura che vi invieremo. Nel

frattempo, è importante cominciare prima possibile la scrutatio della domenica, senza

aspettare le convivenze di inizio corso, che in alcuni casi sono molto tardi. Vi

invieremo qualcosa di specifico, ma intanto potete cominciare con il vangelo della

domenica, come abbiamo fatto sempre.


Per il post-cresima, quelli che non l’hanno aperto ancora li invitiamo a

mettersi in contatto con Gianvito. Tutti quelli che hanno aperto questa pastorale

dicono che è un grande aiuto.

Kiko:

Io ho dovuto inventare un post-cresima che sta dando molti frutti. È fatto con

ispirazione e con affetto ai ragazzi, che sono contentissimi.

Ascensiòn:

Anche quelli che hanno aperto il post-cresima da tempo, è bene che parlino

con Gianvito, per vedere come va, perché a volte le cose perdono forza. Gianvito è

disposto ad aiutare tutti, ma è necessario chiamarlo perché venga a vedere come si

trovano i vostri gruppi. Lui vi darà un aiuto.


Un’altra cosa. L’anno scorso, nella sua catechesi, P. Mario ha parlato delle

dipendenze, soprattutto dalla pornografia.

Kiko:

Se qualcuno apre la pornografia distrugge lo Spirito Santo. Lo dovremmo

cacciare dal Cammino! Mette una lancia nel cuore di Cristo, distrugge tutto, la vita

divina in noi viene distrutta; è un assassinio dell’amore, di Cristo, di tutto. Nel

Cammino è assolutamente proibito.

Ascensiòn:

Alcuni sono malati e devono andare dal medico.

Kiko:

Che vadano dal medico! Ma se continuano, non possono rimanere in comunità.

Che guariscano e poi ritornino, ma non possono stare nel Cammino guardando

porcherie. È un’offesa al Cammino, a Dio, alla Chiesa, a tutto. Chi voglia vedere

pornografia che se ne vada con il demonio a fare porcherie.

Ascensiòn:

Una porta da cui entra la pornografia è il cellulare. Come dicevamo ieri, il

telefonino è un pericolo. È molto importante parlare con i genitori. Per i minorenni

sono i genitori che devono essere attenti. Il metodo migliore per non cadere in queste

trappole è quello che usa d. Rino alla Domus: ora et labora. La cosa peggiore è avere

un ragazzo che sta tutto il giorno sul divano con il telefonino. È importante mettere i

ragazzi in movimento, coinvolgendoli ad aiutare la famiglia, in casa, i genitori, o altri.

Kiko:

Con la pornografia, è impossibile stare nel Cammino ed essere cristiano. È

impossibile! È un insulto alla Chiesa e al Cammino. Qui non lo vogliamo più. Vuoi

vedere pornografia? Va via di qua! Sei stato un invidioso, un lussurioso, un pagano?

Va bene. Sei pentito? Va bene, ti accettiamo.

Ascensiòn:

In riferimento ai minorenni, invitiamo i genitori ad essere attenti.

Con riferimento agli adulti, qualche fratello può essere così malato da avere

bisogno del medico.

Andare dallo psicologo è il rimedio estremo. Quello che devono fare i

catechisti, quando trovano uno, che sta nelle dipendenze è invitarlo a ricevere la

grazia di Dio, a confessarsi, a pregare, a chiedere aiuto a Dio con i sacramenti, a

chiedere aiuto ai catechisti, alla comunità. Come diceva P. Mario l’anno scorso, il

primo aiuto è la grazia di Dio, se un ragazzo dice: “sono caduto nella pornografia”,

non si può inviarlo dallo psicologo subito! Noi abbiamo sperimentato tutti la forza di

Dio sui nostri peccati, l’umiliazione di andare a confessarsi. Tutto questo guarisce.

Per primo la grazia di Dio e quando ci troviamo con un caso di uno malato,

che non può studiare, non può lavorare perché è nella dipendenza, allora questo lo

inviamo dal medico. L’anno scorso, qualche catechista appena ascoltava la parola

dipendenza, subito lo inviava dallo psicologo. No! I catechisti devono primo tentare

di aiutare questo fratello. La grazia di Dio prima di tutto! La Chiesa ha sempre aiutato

i peccatori!

P. Mario:

Questo è molto importante per i catechisti, ma è molto più importante per i

presbiteri che confessano, perché a volte alcuni presbiteri dicono: questo non è

peccato... Ai presbiteri del Cammino suggerisco di consigliare voi di chiedere aiuto

ai catechisti a chi si trova in queste dipendenze.

Ascensión:

Per quanto riguarda gli adulti, l’anno scorso vi abbiamo presentato qui una

sorella, Gianna che ha aiutato tantissimo alcuni fratelli. Lei dirige la Associazione

Maria Maddalena nella Diocesi di Roma, si tratta di una organizzazione esterna al

Cammino, dove si lavora con i gruppi di recupero, in modo anonimo3


. Noi abbiamo

presentato questo come una possibilità. Lei è del Cammino, ma questo lavoro non lo

fa il Cammino. È importante che voi capiate, per poter trasmettere questo. Questa

sorella lavora sulle tossicodipendenze. Ci sono psicologi che ci aiutano, ma questo

non è una cosa che dipende dal Cammino. Lei è una sorella del Cammino che aiuta,

ma se uno si trova in questa situazione e si riconosce malato, può andare dovunque

lui crede. Ognuno può rivolgersi allo psicologo che vuole; può cercarlo per conto

proprio e non è obbligato ad andare da questa sorella del Cammino. Preciso questo

perché alcuni avevano capito male; avevano capito che tutti i fratelli che sono malati

dovevano andare da questa psicologa che è in Cammino. Aiutati dai catechisti,

ognuno sceglie lo psicologo che vuole, purché sia cristiano. Noi sappiamo che questa

sorella ha aiutato tantissimi.

L’anno scorso avevamo suggerito che i catechisti che trovassero un fratello

malato potevano rivolgersi a questa sorella. Ma abbiamo visto che questo non va

bene: se un catechista trova un fratello che è malato deve dirgli di farsi curare, ma da

chi lo decide lui. Il catechista non deve mettersi in relazione con lo psicologo; può

solo parlare con il fratello e chiedergli come va, se si sente aiutato, ma il catechista

non interviene con lo psicologo.

P. Mario:

Molti fratelli sono stati aiutati a superare questa dipendenza. È possibile uscire

da questa dipendenza.

Ascensión:

Questa sorella ha aiutato tanti. Ma va chiarito che non è una cosa del Cammino.

Kiko:

La Santa Sede ci ha invitato a ringiovanire le équipes che sono troppo

anziane. Per questo integriamo con alcune coppie più giovani le équipes composte da

persone anziane.

Ascensión:

Adesso con le comunità di Firenze, dove la prima comunità dipende

direttamente da Kiko, procediamo a ringiovanire le équipes che già hanno una certa

età. A ogni équipe della Toscana aggiungiamo una coppia che ha finito il Cammino

e che possa aiutare questa équipe, per conoscere i catecumeni. Ora, a sorte,

assegneremo all’équipe di ogni diocesi una coppia che è qui.

Per tutte le parrocchie, dovete vedere se le équipes sono composte da anziani

e in questo caso le dovreste ringiovanire. Se nella stessa comunità non è possibile,

prendiamo una coppia da un’altra comunità che abbia finito il Cammino, che siano

fratelli affidabili, che si possano mettere come catechisti insieme a quelli della prima

comunità, in modo che la parrocchia non risulti come paralizzata per il fatto di avere

tanti catechisti anziani. Per questo, per ogni parrocchia, è necessario vedere come si

trova l’équipe dei catechisti. Questo è un lavoro che dobbiamo fare a poco a poco.

Kiko:

“Ringiovanite i catechisti” ci ha detto la Santa Sede. Ci sono troppi anziani,

dobbiamo ringiovanire! Anch’io sono anziano: me ne vado.

Ascensión:

Sei anziano? Allora ne approfitto per dare una notizia. Sarai pure anziano, ma

hai finito adesso una seconda sinfonia!

Questa seconda sinfonia, che ha fatto Kiko, sarà eseguita per la prima volta a

novembre nel teatro Verdi di Trieste. Il sindaco, d’accordo con il vescovo, ci lascia il

teatro. Siccome però ci sono pochi posti, solo si potrà entrare con l’invito. Invitiamo

gli itineranti dell’Europa, che desiderate venire, a dirlo a Letizia, per sapere quanti

siete, perché poi il resto dei posti, la maggioranza, li lasciamo ai fratelli di quella

zona, che accolgono tutta l’orchestra. Siete invitati gli itineranti e i responsabili delle

comunità di Kiko.


Abbiamo preparato i canti del Cammino registrati da Kiko, alcuni fratelli ci

hanno aiutato, cercando la versione migliore dei canti e li mettiamo nella pagina web

ufficiale del Cammino. Per questo non è necessario cercare nei vari siti che ci sono

in youtube. Tutti canti in italiano e spagnolo li stiamo mettendo, con la migliore

versione di Kiko nella pagina web ufficiale del Cammino:

www/neocatechumenaleiter.org. Anche per le altre lingue potete farlo, e lo

mettiamo nella pagina web.


Volevo aggiungere un’altra cosa. È una buona notizia per il Cammino. I fratelli

che lavorano alla Domus, d. Rino e d. Francesco Voltaggio, si sono dati molto da fare

e hanno ottenuto di poter aprire a Gerusalemme una casa di formazione, soprattutto

per i presbiteri, che possono andare a fare un anno di immersione nella Terra

Santa, come voleva Carmen. I presbiteri che desiderano fare questa esperienza

devono parlare con i loro catechisti e con il loro rettore, perché giudichino se vedono

bene che facciano questa esperienza. Se hanno il permesso dei propri catechisti, si

mettano in contatto con d. Francesco Voltaggio, che è il responsabile di questa casa

di Gerusalemme. Lui preparerà un elenco che poi presenterà a noi, perché non c’è

posto per tutti. Vedremo chi potrà andare ogni anno. Quando già abbiamo accettato

questa lista, il presbitero parla con il vescovo per chiedergli il permesso di andare a

Gerusalemme. Bisogna muoversi per tempo, perché non è possibile farlo da un mese

all’altro, ci vuole tempo; va preparato con grande anticipo. E’ un gran regalo che il

Signore ci ha concesso!


Applauso


EUCARESTIA


- Colletta per la convivenza

- Colletta per i Seminari e per l’evangelizzazione.

- Alzate:

- Alzate dei presbiteri

- Alzate dei ragazzi per il seminario

- Alzate dei ragazzi per l’itineranza

- Alzate delle famiglie per la missione

- Alzate delle ragazze per la missione o per il monastero

- Alzate delle sorelle o coppie per il seminario

- Benedizione

Kiko:

Buon viaggio a tutti fino alla prossima convivenza. Siate buoni, pregate per

me.

- Canto finale: “Voglio andare a Gerusalemme”


**


3 Per eventuali informazioni n. telefono +39 3337343272 - l'email accademia.corso@gmail.com.

CONVIVENZA DI INIZIO CORSO 2023 - PARTE TERZA: SABATO 30 SETTEMBRE

 


SABATO 30 settembre

Nella tenda


LODI – Presiede d. Ezechiele

- Saluto del Presidente

- Ammonizione al canto: “Tu sei la mia speranza, Signore”

Kiko:

Abbiamo bisogno di questa mattina per poter ascoltare quello che Dio voglia

fare con noi in questa convivenza; noi siamo veramente servi inutili e non sappiamo

cosa vuole fare con noi il Signore. Già ha avuto il potere di smuoverti, di smuovere

la tua famiglia, i tuoi figli, di trarti dalla tua nazione e metterti in movimento! Tutti

siamo dentro un combattimento molto serio, perché il peccato ci assilla, ci perseguita;

come il Faraone perseguitava il popolo che era uscito dalla schiavitù d’Egitto, così il

demonio ci rincorre. Ma oggi siamo invitati dalla Chiesa a guardare il Signore, e

guardare soprattutto il suo perdono – che abbiamo ricevuto ieri - e a perdonarci gli

uni gli altri.

Accoglieremo i presbiteri cantando l’inno che dice: “Tu sei la mia speranza,

Signore”. Mettiamo tutti la nostra speranza in Gesù Cristo risorto, vincitore della

morte: che in questa mattina lui sia la nostra unica speranza, perché lui soltanto può

cambiare il nostro cuore, lui soltanto può convertirci veramente. Cantiamo: “Ci hai

tratto dal profondo dello sheol, dell’inferno”; sappiamo che esiste veramente l'inferno

e che lui è l'unico che ci può strappare da lì. Lui ci invia agli uomini, alle nazioni per

riportare la vittoria. Cantiamo.

- Canto: “Tu sei la mia speranza Signore”

- I Salmo proclamato

- Ammonizione al canto “Dice il Signore al mio Signore”

Kiko:

Questo salmo è il più citato nel Nuovo Testamento, il salmo messianico per

eccellenza. Gesù domanda: “A chi si riferisce Davide quando dice ‘Oracolo del

Signore al mio Signore’? A quale Signore si riferisce?”. Siedi alla mia destra finché

io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi".

Questo salmo è molto importante, S. Paolo lo cita nelle Epistole e anche

l'Epistola agli Ebrei dice: “Di quale angelo Dio ha detto ‘Tu sei mio figlio, sacerdote

per sempre al modo di Melchisedek’? Il Signore è alla tua destra, annienterà tutti i

tuoi nemici”. Io ho aggiunto qui: “Giudicherà i popoli”, perché il salmo nella sua

versione originale dice “Schiaccerà la testa...”

“Giudicherà i popoli”: è importantissimo perché parla di Cristo Signore,

Kyrios, che giudicherà le nazioni nel giudizio universale.

“Il Signore è alla tua destra... lungo il cammino si disseta al torrente e solleva

alta la testa". I santi Padri, nelle interpretazioni più antiche, si chiedono: a che torrente

beve? È un’immagine poetica di un valoroso che si ferma in mezzo alla battaglia e

beve da un torrente per la sete tremenda che ha, prima di continuare la battaglia. La

più comune interpretazione dice che il torrente sono le amarezze della sua missione,

cioè la passione, le sofferenze. Lungo il cammino beve al torrente della sofferenza

come servo di Jahvè.

Sollevare la testa nel linguaggio biblico significa essere sollevato, rialzato,

significa la resurrezione di Cristo. Un altro Padre dice: questo si può interpretare nel

senso che beve al torrente della grazia divina; ma la più comune è la prima

interpretazione.

Dice il Padre a Cristo: siedi alla mia destra finché io ponga i tuoi nemici a

sgabello dei tuoi piedi. Noi siamo quelli che in questa generazione stiamo

contribuendo a che questo salmo si adempia, per portare i nemici ai piedi di Cristo.

“Lo scettro del tuo potere stende il Signore da Sion... Tu sei sacerdote per

sempre al modo di Melchisedek”. Come Melchisedek appare senza genealogia per un

sacerdozio nuovo che tutta l'epistola agli Ebrei presenterà in contrapposizione al

sacerdozio di Aronne, dell’antico culto. Dio stabilisce con il Messia un nuovo culto

nel mondo, un sacerdozio al modo di Melchisedek; Cristo che con una sola oblazione

è entrato nella tenda è entrato per sempre in cielo e lì intercede per tutti noi. Tutti noi

possiamo essere santificati per il suo sangue. Lui è entrato nella tenda. Come dice

l'epistola agli Ebrei, l’antico tempio aveva due stanze: una prima stanza, il santo, dove

c’erano i pani, il candelabro ecc. e poi c’era un velo dietro il quale c’era il Santo dei

Santi, dove c’era l’Arca, le tavole della Legge, ecc...

Nel Santo dei Santi si poteva entrare soltanto una volta l'anno e non senza

sangue, ma col sangue del capretto sul quale tutto il popolo aveva disteso le mani,

passando tutti i peccati sul quel capro. Un capro si dava ad Azazel e lo si faceva uscire

dalla porta per i demoni e un altro capro lo si uccideva. Il Sacerdote entrava una volta

l’anno, il giorno del Kippur, e siccome nessuno poteva entrare con lui lo si legava

con delle catene ai piedi, in modo che se aveva un malore lo si poteva tirare fuori. La

lettera agli Ebrei dice che prima c’era questa separazione fra il Santo dei Santi e il

Santuario perché ancora non c'era il cammino aperto per poter entrare davanti a Dio;

il peccato, la carne dell'uomo gli impediva di aver accesso al Santo dei Santi. Cristo

ha aperto un cammino attraverso la sua carne e muore pagando per ogni ingiustizia,

ed ecco che il velo che divideva il Santo dei Santi si rompe in due parti. In tutte le

religioni del mondo c'è sempre questo velo, questa iconostasi, questo luogo santo che

solo i preti possono toccare; tutto questo era soltanto figura di quello che avrebbe

fatto Cristo. Lui entrerà veramente nel cielo stesso; c'è una prima tenda che è la terra

e una seconda tenda che è il cielo. Lui è entrato non col sangue di capri ma col suo

sangue; ha purificato, ha aperto un cammino perché noi possiamo entrare.

Perciò non c’è più separazione, celebriamo l'Eucarestia qui in mezzo, siamo

stati introdotti da Cristo nel suo santuario, siamo seduti alla sua tavola, alla tavola

delle nazioni. Tutti i vangeli dicono: io stesso li farò sedere alla mia tavola, io stesso

passerò e li servirò. Alcuni vogliono mettere prima dell'altare una barriera, ma il Concilio Vaticano II ha detto di non separarlo eccessivamente come se la messa fosse

una cosa dei preti e il popolo solo assistesse; “va a messa”, però non partecipa.

Canteremo questo salmo veramente bellissimo perché Cristo è il Sommo

Sacerdote che è entrato nel santuario ed intercede per noi, sta come Kyrios, presente,

in modo che ogni potere è stato sottomesso sotto i suoi piedi, come dice il salmo 8,

tutto. Noi siamo liberi, non abbiamo paura di nulla. Cristo è Kyrios. “Ha detto il

Signore al mio Signore: siedi alla mia destra” e sta seduto alla destra del Padre, è la

nostra testa. Noi formiamo parte del corpo di Cristo: è meraviglioso perché ognuno

di noi sta radicato nel corpo di Cristo. Non ci sia tra di voi, come dice S. Paolo, una

radice amara di incredulità, di vizio, di peccato perché siamo uniti a Cristo mediante

il suo sangue, la sua natura. Lui ci ha dato la sua natura e siamo uniti a Lui in un solo

corpo. Un nuovo popolo! È meraviglioso andare alle nazioni a offrire questo nuovo

culto spirituale, presentandogli uomini al Padre, strappando gli uomini dalla cecità

della loro vita, strappandoli dalla schiavitù del demonio per il timore che hanno della

morte perché hanno sperimentato la morte dentro e sono schiavi. Hanno terrore della

morte, non possono soffrire, devono scappare per tutta la vita. Ma è impossibile

scappare dalla morte, prima o poi arrivano le malattie, la vecchiaia. Ma noi diamo

loro questa vittoria in Cristo crocifisso e risorto, diamo alla gente la vittoria sulla

morte. Non si può fare regalo più grande!

Che meraviglia, fratelli, che il Signore in tutti noi abbia svegliato la coscienza!

Ci ha chiamati dalla tenebra alla luce, dalla morte alla vita, è nato dentro di noi lo

Spirito di Cristo che testifica al nostro spirito e dice: “Figlio mio sei tu”. E ci consola,

ci aiuta; e si contrista quando vede che tendiamo verso il peccato, perché siamo

sempre liberi e abbiamo tentazioni. Lo Spirito Santo ci arguisce, tante volte ci difende

e ci protegge da tantissimi pericoli.

Allora in queste Lodi, benediciamo il Signore, cantiamo a Lui con gioia perché

grande è il suo amore, grande è la sua misericordia. Di che possiamo avere timore?

L'unica cosa di cui potevamo aver timore era la morte, ma Cristo ci ha strappati alla

morte e ci ha seduti con Lui alla destra del Padre. Siamo con Lui! Chi ci potrà separare

dall'amore di Cristo? Nessuno, niente. Nessuna cosa ci potrà separare dall'amore di

Dio. Ma vivere questo, crederlo veramente in modo da dare un contenuto alle parole,

un contenuto autentico - perché Dio fa miracoli con noi - è veramente meraviglioso.

Si vive in un combattimento, sempre, perché la fede è un combattimento. La fede va

difesa, e chi non voglia difenderla sappia quello che dice S. Paolo; Dio ha già parlato

una volta: Chi venda la sua primogenitura per un piatto di lenticchie sappia che dopo

non la potrà recuperare neanche con le lacrime. Siete stati chiamati ad essere

primogeniti, a voi sono state date le promesse: attenzione a non vendere le promesse,

la primogenitura, l'amore di Dio per un piatto di lenticchie, perché ti offrono da

mangiare. Attenzione, perché dobbiamo essere provati, fratelli: questo è indubbio.

La fede deve essere provata. La virtù provata: le sofferenze provocano in noi

la virtù provata e la virtù provata genera in noi la pazienza. La pazienza genera la

speranza e la speranza non delude. Per questo senza la virtù provata non è possibile

la fede. La nostra fede deve essere messa alla prova nel crogiuolo, messa alla prova

anche nell'affetto. Se io ho detto al Signore: “Signore, ti dò la mia vita”, anche il

demonio ha chiesto il permesso per vedere se è vero. E a un seminarista si presenterà una bella ragazza, o altre cose, e dovrà essere provato, dovrà soffrire perché il

maschio tende alla femmina, senza dubbio... Ma, Signore, tu ci difenderai. Come è

possibile che mi abbandoni? Non mi abbandonare! Non dice il salmo - io ricordo al

Signore tutti i salmi - “Non si addormenta il tuo custode, non permetterà che vacilli

il tuo piede”?

Spero che anche voi, se il Signore vi ha eletto e vi ama, siate protetti dal

Signore. Questo non vuol dire che non siamo liberi: è chiaro che se mi avvicino al

fuoco... però il Signore ci difende e ci aiuta. Basta che veda in noi un piccolo desiderio

di essere aiutati, perché tutti abbiamo le stesse difficoltà. Tutti abbiamo lo stesso

combattimento, tutti. No, tu non sei a parte, siamo tutti deboli, siamo tutti della stessa

pasta.

Ma il Signore non ci ha mai parlato di una lotta eroica basata sulla nostra

volontà, sulle nostre forze! Tutta la teologia di Paolo è basata sulla fede, sull'amore

che Dio ha per te. Appoggiamoci su questa roccia: Dio ci ama, coraggio! E quando

ci sentiamo deboli, deboli, chiediamo soccorso, soccorso, aiuto: “Aiutami, Signore!”

Anche se stiamo pieni di desideri possiamo chiedere aiuto, anche in quel momento,

perché sappiamo che dobbiamo sostenere combattimenti seri, veri e grandi. Coraggio,

fratelli!

Cantiamo pregando, e speriamo che i nostri canti e le nostre preghiere non

restino appiccicati al tetto ma salgano al Padre. Cristo, che prega con noi, presenti al

Padre questo odore soave. Qual è questo soave aroma? Un angelo chiede a un altro

angelo: “Dove sta la gloria di Dio”? Nella benedizione. Dio si compiace che noi

siamo contenti, si compiace quando diciamo a Dio: “Santo, Santo, Santo. Tu non sei

soltanto buono, sei Santo, Santo, Santo, tre volte Santo! Tu non sei buono, sei

buonissimo perché hai fatto questo, questo, e questo”. Be’, se mi metto a raccontare

i miracoli che hai fatto, posso stare tutta la giornata (come dice il salmo) e ancora non

ho finito. Quanti miracoli hai fatto nella mia vita! Non nella vita degli altri, nella mia

vita. Quante volte sono stato angosciato e ho chiamato il Signore! Quante volte mi ha

aiutato il Signore: convivenze, problemi, comunità, angosce! E il Signore sempre è

stato buonissimo, buono con noi, Santo con noi. Sempre ci ha protetto, aiutato, ha

fatto di tutto. Appena soffriamo un pochino, immediatamente viene come una madre

amorosa ad aiutarci. Si compie veramente quello che dice il Signore: “Il mio giogo è

soave e il mio carico è leggero”. Quanto duro e terribile è il giogo del mondo! Non

c’è misericordia nel mondo, c’è esigenza; appena sgarri un po’ te la fanno pagare

cento volte tanto, ti disprezzano. Invece nel Signore si trova sempre misericordia. Per

questo fratelli, coraggio, perché Lui è così buono! Non siamo degli ingrati, non

abbandoniamo nostro Signore che ci ama e che è così dolce e così buono.

- Canto: “Dice il Signore al mio Signore”

- II Salmo proclamato

- III salmo cantato: “Lodate il Signore tutti i popoli della terra”

- Lettura breve: 2 Pt 1, 10 – 11

- Ammonizione

Ascensión:

Questo capitolo 12 dell’Apocalisse è un anticipo che ci prepara alla catechesi

di questa sera di Padre Mario. Vediamo come il mondo, con questo trans-umanesimo

che già viviamo sta toccando profondamente la civilizzazione e l’uomo, e sta

passando il limite, i limiti della dignità umana: gli scienziati stanno facendo cose

senza controllo e non sappiamo dove può arrivare questo trans-umanesimo. L’ideale

è che la tecnica, la scienza è per il bene dell’uomo, ma sotto questa premessa entra

tutto quello che stiamo vivendo, che è spaventoso. Per esempio: il cambio di sesso

dei minorenni, se uno è libero e può fare ciò che pensa che è meglio per il suo bene,

entra questa situazione terrificante della società e soprattutto che sta facendo tanti

disastri nelle famiglie, tra gli adolescenti. Se uno può utilizzare tutto per il suo “bene”,

se Dio non esiste ed è lui che decide ciò che è meglio, ci troviamo con queste

situazioni terrificanti.

Vi ricordate ieri che abbiamo visto Carmen. È molto importante ricordare

Carmen, scrivere tutte le grazie che ci dà, come diceva Charlie nel video: non

possiamo abbassare le mani! Sta aiutando a tanti fratelli che dicono: questo lo chiedo

a Carmen! Ma dobbiamo poi testimoniarlo, scriverlo per aiutare la Causa.

Carmen, come una grande profeta, diceva che tanti anni fa, forse 40 anni fa, ci

ha parlato di questa cultura della morte. Colei che ha attaccato di più è stata la donna

perché ha la matrice della vita, la fabbrica della vita. Le donne con questa mela del

potere, dell’indipendenza, del desiderio di essere indipendenti hanno cambiato il

miglior lavoro che è quello di avere un figlio, di educare un figlio, di formare un

uomo per la società, per andare a lavorare, per avere potere sociale. Ci troviamo oggi

con questo disastro delle famiglie che non reggono più. In questi giorni sentivo che

c’è un nuovo tipo di famiglia che si chiama DINK, acronimo inglese, che indica due

singoli senza figli e con due stipendi. Nuova tipologia di famiglia: senza figli e con

due stipendi. Ha molto successo tra gente con studi, diplomata, con una situazione

economica buona e che si uniscono soprattutto per viaggiare, per trascorrere la vita:

l’assioma è non avere figli. Vediamo che tanti vivono così, non avere figli è la

condizione comune oggi. Lo sviluppo di questo è l’utero in affitto, lo sfruttamento

delle donne e tante cose della bioetica, tanti figli che genitori ricchi vogliono e non

sappiamo dove va’ questa scienza senza etica. È un pericolo grande. Ha detto il Papa:

l’intelligenza artificiale va bene se non fa danno all’uomo, vigilando. Adesso, manca

questa etica nella scienza in tante parti del mondo. Tutto questo per capire dove

siamo, cosa stiamo vivendo: il cambiamento di sesso – che conosciamo tutti – ma i

nostri giovani che sono deboli cadono in queste trappole, in questo disagio in cui si

trovano gli adolescenti è molto facile pensare che la soluzione è cambiare sesso, la

percentuale dei ragazzi è cresciuta esponenzialmente in modo incredibile. Per questo

tutto quello che facciamo per i giovani è buono: lavorare per i giovani. Tanti ci avete

raccontato che i giovani sono rimasti molto contenti del pellegrinaggio che hanno

fatto quest’anno, dell’incontro di Kiko, voi catechisti avete organizzato bellissimi

pellegrinaggi. Ci hanno raccontato che li avete portati in posti interessanti, monasteri,

santuari... Penso che avete approfittato per raccontare un poco la storia. Quando

andiamo in un posto, per esempio al castello di Javier, non potete non raccontare del

secolo XVI, dei gesuiti, della controriforma, della storia della Chiesa, della evangelizzazione dell’Asia, dell’America. Non facciamo lezione di storia ma

sappiamo che questo movimento WOKE, che vuole cambiare la storia – in Spagna è

molto forte – la Spagna non ha scoperto dell’America e non ha fatto niente. Vogliono

che la storia di Spagna cominci il secolo scorso. Un movimento che arriva dall’ONU

e arriverà in tutte le nazioni, che vogliono far scomparire la fede, la Chiesa: sotto c’è

un attacco contro la Chiesa e alla civiltà cristiana. È molto buono dire la verità ai

ragazzi, che abbiamo una storia, il bene grande che ha fatto la Chiesa nella storia,

all’uomo.

Tutto quello che facciamo per i giovani è buono perché sono sottomessi a tanti

pericoli. Soprattutto questi che fanno il cambiamento di sesso, quando leggi la

testimonianza – ne trovate tante anche in internet – tanti dicono che hanno cominciato

con internet, guardando questa propaganda del cambiamento di sesso. Il pericolo che

un minorenne possa avere un cellulare è grandissimo perché dietro al cellulare ci sono

tanti che sono disposti ad “ammazzare” gli adolescenti, i bambini. Non solo la

pornografia ma ci sono anche questi pericoli. Le statistiche dicono che è aumentata

la pornografia e che è scesa l’età dei bambini che cominciano a vederla. Come

possiamo difenderci? Che possiamo fare? Non dare un’arma ad uno che si può

uccidere. Non dare un telefonino ad un bambino, ad un minorenne. Questo è difficile

– non dobbiamo diventare come i talebani – ma i genitori devono sapere di questi

pericoli, i genitori che danno un telefono ad un bambino o ad un adolescente devono

avere i filtri. Ma sempre bisogna controllare, sapendo che quelli che stanno facendo

questa esperienza di non dare il telefonino ai minorenni sono contenti. Nel

pellegrinaggio alcuni hanno tolto i telefonini ed alla fine i ragazzi erano contenti

perché entrano nella vita. Questo è un consiglio: prima di andare dallo psicologo è

meglio prevenire. Senza essere talebani, non siamo una setta; i genitori hanno la

grazia di stato e decidono cosa è meglio per i suoi figli. Ma dobbiamo dire ai genitori,

- tante cose dipendono dai genitori -, di fare bene le lodi la domenica, parlare con il

cuore ai figli, nella verità. Le lodi della domenica sono un dono meraviglioso, alcuni

non le fanno e questo è un danno grande per i ragazzi. Questo momento che ha ispirato

Dio a Kiko e Carmen per salvare la famiglia non si può lasciare, si deve incoraggiare

i genitori di farle, di essere forti, di non perdere questo grande dono che ha il

Cammino Neocatecumenale.

Ascoltiamo adesso il capitolo dell’Apocalisse che presenta la lotta del drago e

la donna, quel frammento che Kiko ha messo in musica.

- Lettura: Ap 12, 1-17

- Catechesi

Kiko:

Questa lettura dell’Apocalisse presenta un combattimento......

(...)

- Canto: “Una donna vestita di sole” (intero)

- Vangelo del giorno: Lc 9, 43b - 45

- Omelia

D. Ezechiele:

Sedetevi un momento. Ci prepariamo ora a fare un minuto di preghiera che ci

introduce in questa giornata particolare della convivenza. La pagina del vangelo mi

sembra ideale per quello che ci prepariamo a celebrare, ad ascoltare oggi. Oggi

celebriamo la memoria di S. Girolamo ricordiamo la sua celebre affermazione:

“L’ignoranza delle scritture è l’ignoranza di Cristo”. Ripeto spesso che uno dei grandi

doni che Dio ha fatto alla Chiesa mediante il Concilio Vaticano II è stato quello di

ridare alla Chiesa la Parola di Dio. Tutto il Medio Evo, e lo stesso Concilio di Trento,

è abbastanza povero di Parola di Dio, ricchi di teologia, se volete, ma la vita spirituale

dei cristiani non era alimentata dal Libro della Scrittura. Sì, c’erano le grandi vetrate

delle cattedrali a raccontare fatti della Scrittura, ma restavano al di fuori della vita. Il

Concilio Vaticano II ha rimesso la Scrittura al centro della vita dei cristiani, ha messo

questo Libro nelle loro mani, nelle mani della Chiesa, del popolo di Dio. Noi

dovremmo essere immensamente grati al Cammino che durante tutti questi anni di

cammino ci ha reso questo dono, il più grande: aprirci di anno in anno, di tappa in

tappa la bellezza e la ricchezza della Scrittura. Forse siamo le comunità che, grazie

all’intuizione dei nostri catechisti, più ha ricevuto il dono della Parola di Dio dal

Concilio ad oggi.

Mi colpiva anche il secondo inno che abbiamo fatto, dal libro dell’Esodo, che

richiamava un poco la notte di Pasqua, la Veglia di Pasqua, “Cavallo e cavaliere”.

Insieme alla parola ci è stata dato il dono della Pasqua ed oggi nel questionario

avremo modo di riflettere sull’altro dono grande che attraverso il Cammino il Signore

ci sta facendo: il dono della comunità cristiana. Dovremmo essere davvero grati al

Signore per questi tre doni immensi – il tripode – che ha fatto a noi in modo

particolare nella Chiesa: la Parola di Dio, la Pasqua e la Comunità cristiana.

L’annuncio che il Signore ci ha fatto nel Vangelo di oggi della sua Passione,

davanti al quale gli Apostoli – e spesso anche noi con loro, davanti ai fatti della vita

che non comprendiamo – restano senza parola, non capiscono. Viviamo un tempo

non facile nel mondo e nella Chiesa – anche il Sinodo sulla sinodalità che si apre in

questi giorni –; ci attende un tempo difficile davanti al quale possiamo anche noi

come gli apostoli restare senza luce, senza parola. A me sembra un dono enorme questa convivenza di inizio corso, quest’anno in particolare, proprio perché aprendoci

alla luce, cogliendo gli annunci che ci verranno fatti, possiamo metterci in cammino

con una libertà, con una generosità nuova. Vedo come noi, fratelli delle prime

comunità – lo dico per me, innanzitutto – tendiamo un poco a sederci, a pensare che

la vita ci stia alle spalle, a pensare che davanti ci resta un po’ di riposo: non è vero!

Abbiamo questi 3 doni immensi che il Signore ha fatto alla nostra vita e che noi siamo

chiamati a riversare nella comunità cristiana, nella Chiesa, soprattutto oggi. Se non

ridiamo noi alla Chiesa il dono Parola di Dio, che abbiamo ricevuto così

abbondantemente, se non ridiamo noi alla Chiesa il dono della Pasqua, se non ridiamo

noi alla Chiesa il dono della comunità cristiana; chi potrà compiere questa missione?

Certo, non siamo né unici, né meglio di altri, ma questi doni hanno impregnato la

nostra vita e non abbiamo tempo per riposare.

Vi invito a questo momento di preghiera. Ieri ci accompagnavano gli

Arcangeli, oggi siamo accompagnati anche dai nostri angeli custodi, siamo

accompagnati da questa storia che il Signore sta facendo con noi. Sentire davvero la

gratitudine al Signore per essere qui, risvegliare la grazia, quella gratuità che ci ridoni

la voglia di camminare, la voglia di tornare alle nostre case, alla nostra comunità, al

tripode; tornare nel mondo di oggi, nella Chiesa di oggi portando con noi questi doni.

Che il Signore in questo momento di preghiera, davanti a questa croce che ci

presiede, davanti al mistero della sua passione e morte risvegli in noi la buona notizia

che abbiamo ascoltato anche ieri, questa vittoria sopra la morte che ha sigillato, che

è sigillata in noi dal Battesimo.

Vi invito anche a pregare per Kiko, P. Mario e Ascensión che possano

continuare ad assolvere questo ministero che il Signore affida loro. In piedi facciamo

una preghiera.

- Preghiera silenziosa 15 minuti

- Benedictus

- Preghiere spontanee

- Padre Nostro

- Pace

- Benedizione

- Canto: “Una donna vestita di sole”


Riposo


Presentazione del QUESTIONARIO

- Lettura del Questionario

QUESTIONARIO CATECHESI INIZIO CORSO

Porto San Giorgio 28 Sett. – 1 Ott. 2023


In preparazione alla Catechesi di inizio corso di quest’anno, proponiamo questo

testo profetico tratto dalla Costituzione Pastorale Gaudium et Spes (N.9-10)

promulgata dal Papa San Paolo VI, l'ultimo giorno del Concilio, il 7 dicembre 1965:

“Il mondo si presenta oggi potente a un tempo e debole, mentre gli si apre dinanzi

la strada della libertà o della schiavitù, del progresso o del regresso, della

fraternità o dell'odio. Inoltre, l'uomo si rende conto che dipende da lui orientare bene

le forze da lui stesso suscitate e che possono schiacciarlo o servirgli. Per questo si

pone degli interrogativi. In verità gli squilibri di cui soffre il mondo contemporaneo

si collegano con quel più profondo squilibrio che è radicato nel cuore dell'uomo.

È proprio all'interno dell'uomo che molti elementi si contrastano a vicenda. Da una

parte, infatti, come creatura, esperimenta in mille modi i suoi limiti; dall'altra parte

si accorge di essere senza confini nelle sue aspirazioni e chiamato a una vita

superiore.

Sollecitato da molte attrattive, è costretto sempre a sceglierne qualcuna e a

rinunziare alle altre. Inoltre, debole e peccatore, non di rado fa quello che non

vorrebbe e non fa quello che vorrebbe (cfr. Rm 7, 14 segg.). Per cui soffre in se

stesso una divisione, dalla quale provengono anche tante e così gravi discordie

nella società.

Alcuni poi dai soli sforzi umani attendono una vera e piena liberazione della

umanità, e sono persuasi che il futuro regno dell'uomo sulla terra appagherà tutti i

desideri del loro cuore.

Con tutto ciò, di fronte all'evoluzione attuale del mondo, diventano sempre più

numerosi quelli che si pongono o sentono con nuova acutezza gli interrogativi

capitali: cos'è l'uomo? Qual è il significato del dolore, del male, della morte che

malgrado ogni progresso continuano a sussistere? Cosa valgono queste conquiste

a così caro prezzo raggiunte? Cosa ci sarà dopo questa vita?

Ecco, la Chiesa crede che Cristo, per tutti morto e risorto, dà all'uomo, mediante

il suo Spirito, luce e forza perché l'uomo possa rispondere alla suprema sua

vocazione; né è dato in terra un altro nome agli uomini in cui possano salvarsi (cfr.

At 4, 12). Crede ugualmente di trovare nel suo Signore e Maestro la chiave, il

centro e il fine di tutta la storia umana. Inoltre la Chiesa afferma che al di sopra

di tutti i mutamenti ci sono molte cose che non cambiano; esse trovano il loro ultimo

fondamento in Cristo, che è sempre lo stesso: ieri, oggi e nei secoli.”


1 Qual è la tua relazione con Cristo oggi?

2 Sei cosciente del dono che Dio ha fatto alla tua vita ed alla Chiesa di far

parte di una comunità cristiana? Che pensi della tua Comunità?

3 . Che pensi del Cammino Neocatecumenale oggi?


- Formazione dei gruppi


Distribuzione dei questionari già numerati.

Prima si segnalano i fratelli che per motivi vari devono restare nella tenda e si

distribuiscono alcuni questionari già numerati (tre) per vari gruppi.

Poi si distribuisce del questionario a tutti gli altri fratelli.


Pranzo


H 17,0 - 19,00 - LAVORO PER GRUPPI


- Esperienze di alcuni fratelli sul questionario

Kiko: Buona sera a tutti. Preghiamo.

- Preghiera

Ti rendiamo grazie Signore, Dio di immensa gloria, Padre nostro,

Tu che nella tua infinita bontà ci ami, ci hai portato a questa convivenza,

vieni in mezzo a noi, Signore, parlaci al cuore dallo Spirito. Che lo

Spirito Santo renda testimonianza al nostro spirito del Tuo amore, della

Tua presenza, della Tua bontà. A Te la gloria nei secoli. Amen.


Allora coraggio! Sedetevi che si parte.

I fratelli delegati dai propri gruppi siedono in presbiterio. Kiko sorteggia il

numero del gruppo e il fratello sorteggiato dà brevemente la propria

esperienza.


Vediamo chi viene qui a sorte. Il numero 38. Presentati.

- Alcuni segretari danno l’esperienza, per circa un’ora


5 minuti di pausa


Kiko: Sedetevi, continuiamo. P. Mario, avanti P. Mario.

Catechesi di Padre Mario: “La Nuova Epoca alla luce del libro della

Apocalisse


P. Mario

Preghiera

Padre Santo, inviaci il Tuo Santo Spirito, aiuta me che hai voluto che

parlassi, ti supplico di aiutarmi, sostenermi, ispirarmi, e aiutare questi

fratelli ad ascoltare perché tutto sia per la tua maggiore gloria. Amen.

(...)

Kiko (alla fine della catechesi del p. Mario): 

Molto bene. Andiamo a cena, animo ragazzi, buona cena. Ci vediamo

domani alle 10,30 qui.


mercoledì 1 novembre 2023

Convivencia de Inicio de Curso 2023-24 - Extractos (I)

 



Monición a la Convivencia


Kiko: 

Carmen y yo, junto con D. Francesco Cuppini, fuimos a Lisboa después de la catequesis en Mártires Canadienses en Roma, en noviembre de 1968.

El párroco de Penha di França, D. Giao do Brito, que nos había conocido en Madrid, en el Instituto León XIII, donde nos habían invitado a hablar sobre el catecumenado, nos llamó para ir a su parroquia.

Yo, con Francesco Cuppini, nos fuimos a vivir a las barracas de Curraleira, y Carmen se fue a vivir con unas monjas. Todavía recuerdo el terremoto del 69 en Lisboa.


En Ávila conocì a don Dino Torreggiani, el cual  quedó tan impresionado con mi predicación que me dijo: “Tienes que venir a Roma”.

 Era muy bueno. Un día me dijo: “Le he pedido a Dios que todas las gracias que tenía destinadas para mí, te las dé a ti”.

Cuando llegamos a Roma nos llevó a Nápoles.


**

Si venís aquí aburguesados, sin interés..., tenéis que dejar todo esto aquí, porque el Señor nos llama a la conversión. Nos espera un mundo que avanza hacia quién sabe dónde, y Dios nos encomienda una misión este año y para esta misión es muy importante prepararnos. En esta convivencia Dios nos dará dones como siempre ha hecho. No es una convivencia como las demás.

Nosotros somos un carisma en la Iglesia.

Un carisma es una gracia, dada gratis, un don que el Señor da a algunas personas para una misión que viene de Dios. Es en Él, Dios, es en el Padre, que existe este deseo de hacer algo y nos confía a nosotros esta misión. ¿Porque a nosotros? ¿A mí, a vosotros? Él nos la confía a nosotros. ¿Qué nos confía? Ayudar a la nueva evangelización en el mundo.

Dios nos encomienda una misión, por eso nos está preparando para poder evangelizar, porque tenemos la misión de llevar el Evangelio a todos los hombres. Id por todo el mundo, por todo el universo, y proclamad el Evangelio a toda criatura.

**

Es importante que los cantos, las oraciones que hacemos, no queden pegados a las paredes sino que vayan más allá de ellas y sean llevados ante el Trono Santo.

El otro día leíamos un midrash de los jasidim: un rabino muy santo, un profeta, había sido elegido para presidir la oración en la sinagoga. Llega el día de su entronización, jornada de celebración en la sinagoga en la que por primera vez presidiría el culto; y él, parado ante la puerta, no entraba, ¡no entraba! Todos permanecían en silencio: pero ¿qué está pasando? Era como si hubiera un ángel parado allí, un peligro, y el rabino no quisiera entrar al templo. “¿Pero qué te pasa?”. No podían moverlo para que entrara – “¿Pero qué está pasando?” - y por fin habla y dice que ahí dentro no hay sitio.

¿Cómo que no hay sitio? Él veía la sinagoga llena, llena, llena de oraciones: la gente había ido allí a orar durante años y años, y todas las oraciones estaban pegadas a los muros; todo estaba lleno de oraciones, porque las oraciones nunca habían subido más allá del techo.

Para decir cómo la gente rezaba mal, el rabino dice que no hay ni siquiera espacio para una aguja para que él pudiera decir una oración. Se fue a su casa y no entró.

La gente hacía un culto rutinario, rezaba, rezaba, pero la oración nunca pasaba más allá del techo. Hay una oración que sube a Dios y hay otra oración que se queda pegada a las paredes.

Este es un midrash, un hecho contado como histórico para explicarle al pueblo cómo hacían una oración rutinaria: hacían Laudes, cantaban, bailaban, y dale con cantos y oraciones, pero no servían de nada.


«La figura de David es importantísima. David ve que Dios se vuelve contra él, que está enojadísimo porque le ha traicionado, ha pecado profundamente».


«Los exegetas de Israel dicen: “¿Qué diferencia hay entre David y nosotros? David dice sólo una vez 'he pecado' e inmediatamente el ángel de la misericordia se presenta ante él; mientras nosotros decimos muchas veces 'he pecado, he pecado' pero nuestra vida no cambia y seguimos cometiendo los mismos pecados. ¿Cuál es la diferencia?". ¿Sabes qué responde Israel? Que David, cuando Natán le presenta la parábola del hombre que tenía una oveja (sabéis que David tomó la mujer de otro y lo mató), inmediatamente dice: "He pecado, haz conmigo lo que quieras", reconoce en su corazón que Dios tiene derecho a hacer con él cualquier cosa porque verdaderamente es un miserable, un pecador».


«Muchas veces decimos: “Sí, sí, he pecado” porque queremos quitar en ese momento esa manchita, esa incomodidad que tenemos por haber pecado, buscando sólo nuestra tranquilidad, estar en paz. ¡Pero el resto no nos importa!»

«David entendió sólo una cosa: que la única salvación que tiene es humillarse, saciarse de humillaciones, porque sabe que en cuanto Dios ve a una persona humillada se conmueve, viendo -dice un Padre- a Su Hijo humillado, burlado. Cada persona humillada es su Hijo, incluso si esa persona no cree».



«Mientras que los demás no ven nada, David comprende ahora que cada humillación que le llega es una gracia para su salvación; porque cada humillación que sufre se cuenta a su favor contra su pecado, sirve para perdonar sus pecados, para cubrirlos, para que el perdón llegue pronto».


«David lo entendió todo, entendió el porqué de lo que le sucede, Todo lo que sucede en nuestra vida tiene un sentido, un motivo. Por eso Dios dirá de David: “He aquí un hombre conforme a mi corazón”. Porque aquí solo hace falta una cosa: humildad, ser humildes.. Porque los humildes aceptan sufrir, no murmuran contra Dios ¿Por qué no me ha de pasar esto a mí? ¿Quién me creo que soy? ¿Tiene que irte todo bien? Así piensan los orgullosos, no los humildes. Dios nos dé humildad. Es un don que nace también de la fe y del conocimiento porque el humilde es aquel que verdaderamente sabe; los necios, los orgullosos, no entienden nada».


«Cantamos el salmo 138 “Delante de los ángeles”. Dice [el salmo] que el Señor mira a los humildes, y termina diciendo: "El Señor completará su obra en mí". Somos su obra, un milagro, una maravilla que quiere mostrar al mundo. A veces nos escandaliza que nos haya elegido a nosotros que somos así, tan frágiles, tan débiles. Pero Dios muestra su santidad precisamente en nuestra maldad, en nuestros pecados, en nuestra fragilidad: muestra allí su santidad».


«Digo esto porque algunos de nosotros en nuestro orgullo no podemos tolerar nuestra debilidad, quisiéramos que Dios, al elegirnos, nos diera un temperamento diferente; nos humilla muchísimo -no obstante que somos anunciadores del Evangelio, la gente nos obedece, guardan nuestra palabra, incluso los sacerdotes nos escuchen, o los obispos, o el Papa- nos humilla muchísimo contemplar nuestra debilidad. Los soberbios no pueden soportarlo».


«"Maldito el hombre que confía en el hombre", dice la Escritura. Toda persona que confía en un hombre (la esposa confía en el marido, el marido confía en el amor de los hijos, uno confía en la amistad u otras cosas) siempre experimenta una maldición profundísima».


«Bueno, hermanos, que el Señor nos dé humildad para que siempre podamos vencer al demonio apoyándonos en el conocimiento profundo de quiénes somos».


«Muchos de vosotros hace mucho tiempo que dejasteis de saber lo que significa ser humillado, humillado, acosado, humillado, sentirse profundamente humillado, el último de todos los que estamos aquí. Ese es el sacrificio a Dios, el único sacrificio que se espera de nosotros: un corazón humillado, un corazón contrito».


«San Pablo dice que tener fe significa considerar a los demás superiores a ti, y no por educación, sino como algo que surge de lo más profundo de ti. ¡Considera a los demás superiores a ti! Sólo así podremos ser verdaderamente instrumentos del Señor. Que Dios nos salve de considerarnos alguien. "El Señor mira a los humildes"; Dios da su gracia a los humildes, a este corazón humillado (...) Dios mira a los humildes para darles su gracia, para visitarlos, para darles su Espiritu».


«Pensad que Dios lo único que quiere de nosotros es vivir en nosotros. Y no tiene cabida en nuestro corazón lleno de deseos, de ídolos. ¿Qué lugar puede encontrar Dios en tu corazón si ya lo tienes tan lleno? Lleno de sexualidad, o lleno de esa mujer, o de tu trabajo; lleno de ti mismo o de tu pereza, de tus ganas de descansar: no sé de qué está lleno tu corazón.

Dios tratará de alejarte de todo eso, del amor de tu familia o del amor de no sé quién para meterse Él en tu corazón, porque sólo cuando tu corazón sea invadido por Él y solo Él encontrará la tranquilidad, ¡la ¡paz! Y estarás contentísimo, ya sea que vayas a pasear por el bosque, que mañana salgas en coche, o pasado mañana tengas que ir a la oficina: tendrás tranquilidad, paz. Lo tendrás a Él. Lo habrás encontrado a Él: la perla preciosa, el tesoro escondido, has encontrado la Vida eterna».



«No lo sé, tal vez puedas hacer esto cuando seas viejo, en una residencia, abandonado por todos, solo: tal vez allí, ese día, el Señor podrá encontrar un espacio para decir " Aquí estoy" y ese día podrás pasar a la felicidad».


*

Ascension:


«Proclamamos ahora la palabra que el Señor nos ha inspirado».


«Proclamaremos una palabra difícil pero muy importante de la carta a los hebreos, un capítulo entero (Hb 10). Habla del sacerdocio y del sacerdocio de Cristo, de los sacrificios antiguos y del sacerdocio de Cristo. Nos presenta a Cristo como quien hizo el sacrificio perfecto al entrar en la cruz».


«Este capítulo, un tanto teológico, termina hablando de los peligros de la apostasía e invitando a los hermanos a perseverar.

En este momento que vive el mundo, hemos visto que es providencial presentar esta palabra sobre el peligro de la apostasía. Hoy hay muchas cosas que parecen buenas, son leyes -cuando algo está sustentado en una ley parece bueno- y surgen muchos peligros para nosotros y para nuestros jóvenes para ser fieles a la llamada que el Señor ha hecho, a la vocación a la que el Señor nos llamó, invitándonos a vivir la fe al Camino Neocatecumenal. Siendo fieles a lo que dijo antes Kiko: el Señor nos invita a manifestar su santidad al mundo, a través de una comunidad, donde se puedan ver estos signos que son el amor entre hermanos más allá de la muerte y la unidad.

Debemos ser fieles a esta llamada que el Señor nos hizo a nosotros y a nuestros hermanos para que el Señor pueda cumplir en nosotros esta misión de ser luz para el mundo».


«Es importante para los catequistas y aquí muchos de vosotros sois catequistas. Muchas comunidades que terminan el camino son muy jóvenes y muchos jóvenes están sometidos a muchas tentaciones y necesitamos guiarlos, estar pendientes de estas comunidades que han terminado el camino. El Señor nos pedirá cuentas de lo que hemos hecho en la misión a la que nos llamó. El Señor no nos llamó a quién sabe cuántas cosas, nos llamó a mostrar este amor que verdaderamente atrae a los paganos, que llama su atención. Que se vea que nos amamos.

Es importante, en este día de oración, examinar si somos fieles a la voluntad de Dios, a lo que Él nos ha llamado a hacer: ser santos en una comunidad cristiana. Esto es lo más importante. Hacer un examen de conciencia a través de esta scrutatio de la Palabra y ver dónde está nuestra vida, ver si estamos en la voluntad de Dios, nosotros personalmente, nosotros como comunidad, si estamos haciendo la voluntad de Dios que es lo único importante».


Kiko:


«Cuando anunciamos el kerigma decimos que Dios ha mostrado en Cristo crucificado la mismísima sustancia divina, que Dios os ama hasta la muerte. Éste es Cristo crucificado: ¡Dios crucificado por vosotros, no sólo por la humanidad, por vosotros, hasta la muerte total!».


«Por eso los cristianos siempre tenemos un crucifijo en la cocina, un crucifijo en la oficina, un crucifijo en la escuela, un crucifijo en el dormitorio: ¡el crucifijo!».


«Digamos que si tú te niegas a que Cristo entre en ti, haces que Dios como que se frustre. ¡Piensa lo que implica esto! Dios es perfecto en Sí mismo, pero queda como frustrado, la obra que Dios ha hecho en Cristo está como perdida, destruida, porque envió a Su Hijo para que tú puedas ser uno perfectamente en Él. Siempre hemos dicho que el amor de Dios es unitivo, son tres personas diferentes en un solo Dios y son perfectamente uno, ¡perfectamente uno! Por eso la palabra "perfecto" debe combinarse con la unidad: son perfectamente uno. “Padre, yo en ellos y tú en mí, para que ellos sean perfectamente uno y el mundo crea. Yo dentro de ellos y tú dentro de mí porque sólo así son perfectamente uno y el mundo podrá tener acceso a la fe”».




«Ésta es la misión que Dios nos confía, es el Evangelio, es prácticamente el Evangelio: ser perfectamente uno. ¿Qué nos divide? ¿Qué nos separa? ¿Los juicios? ¿Qué te separa de tu esposa? ¿Qué no aceptas de tu esposa, qué no aceptas de tu marido? ¿Qué no aceptas de tu hija, cómo te gustaría que fuera? ¿Por qué no eres más humilde? ¿Por qué no te consideras indigno de juzgar, si tú no tienes derecho a estar aquí, deberías estar en prisión? Considérate el último y el peor de todos: no juzgues. No juzguéis, dice el Señor, no juzguéis, sed humildes, sed perfectos, sed humildes».


«¡Si no nos volvemos humildes es imposible, es imposible! Entonces Dios levantará su mano de nuestra cabeza y podría abandonarnos en nuestros pecados».


«Amémonos así, aceptando que los defectos del otro muchas veces os crucifican un poco. (…) Amor al enemigo que te detesta, te odia, te quiere suprimir. Lo normal y natural es la supervivencia, huir de quienes quieren matarte. ¿Cómo es posible que el Señor dijera: “Amad a vuestros enemigos, haced el bien a los que os odian, no los maldigáis, bendecidlos”? ¡El amor al enemigo! En el Camino decimos que muchas veces el enemigo es tu prójimo, muchas veces es tu marido o tu mujer o tus hijos, porque no son como quisieras y esto te destruye porque has proyectado sobre ellos una forma de ser y ves que no se comportan como te gustaría, y eso te hace sufrir».


«¿Por qué te hace sufrir? Por tu orgullo, porque no respetas que el otro pueda cometer errores. El error de un hijo te destruye: ¿por qué? ¿Tienes tanto orgullo que no permites que tu hijo cometa errores? Ya sabéis todas estas cosas mejor que yo».


«Amamos muy mal, no tenemos derecho a ensuciar a los demás con nuestra afectividad, la afectividad es una forma de amar que pasa del ágape al eros, decían los griegos. Es decir, en lugar de amar al otro queriendo el bien del otro y olvidándote de ti mismo (ágape), transformamos nuestro amor en un amor egoísta, utilizamos al otro para nuestro placer, para nuestro bien (eros): no tenemos derecho a ensuciar al otro con nuestra afectividad. Esto es muy profundo. Ya no respetamos la libertad del otro, con sus defectos, como hizo Dios, incluso con la posibilidad de construirse pecando, fracasando. Tenemos una dificultad grandísima para amar al otro respetándolo».


«Muchas veces, estando con el P. Mario las veinticuatro horas del día, me encuentro hablando con violencia y digo: “¿Pero por qué me irrito tanto? ¿Por qué soy tan violento con él, qué me ha hecho?”. He visto que empiezo a no aceptar su lentitud, no acepto como es: ¿por qué no lo acepto? ¿Por qué no lo acepto tal como es? Me gustaría que me aceptara más, quiero decir que ahora estoy cansado, quisiera más afecto y no lo encuentro y empiezo a juzgar, y así constantemente».


«Entonces, ¿cómo se cura esto? Se cura rezando: “Señor, tienes razón, soy un pecador: ¿por qué me irrito tanto? ¿Por qué soy tan violento? Señor, ten piedad de mí, ten piedad de mí”. Entonces voy y le pido perdón: “Discúlpame, Mario, esta mañana grité, soy un estúpido”. Nos pedimos perdón y todo vuelve a estar bien».


«También debemos aceptar nuestra imperfección, que todos somos pobres. ¡Pero qué difícil es amar al enemigo!».


«El Señor ha dicho: “si sois perfectamente uno, el mundo creerá”. Entonces, si nosotros mandamos una missio ad gentes, ¿creéis que esos pobres hermanos, llenos de defectos, serán perfectamente uno? Se critican, se juzgan: ¿hemos fracasado? ¿A qué juego estamos jugando? No, tal vez hagan una penitencial y se pidan perdón: "¡Dejemos de juzgarnos!"».


«Mirad a ese pobre hombre al que su esposa lo abandonó, era ingeniero y ahora vive en la calle con una manta, está destruido al ver que su esposa e hijos lo han abandonado. ¿Y por qué no te ha sucedido a ti? ¿Porque a ti no? ¿Te crees que eres mejor que ese? ¿Y has visto a ese otro, con el matrimonio destruido? Mira a ese otro, y a ese otro... mira, mira a tu alrededor. ¿Y tú no? ¿Crees que eres mejor que los demás? ¿Crees que eres mejor que alguien? No es verdad, todos somos pobrecillos».


«Bien, es dificilísimo amar al enemigo pero no tiramos la toalla, no nos rendimos, confiamos en que si el Señor ha llamado a las familias y las ha enviado a una missio ad gentes en un país, está bien».


«Hoy hay una campaña sobre el sexo, en todo el mundo, sobre estos niños y niñas: prostitución infantil, sexo, sexo. ¡Qué misericordioso ha sido el Señor con nosotros! Hermanos, os lo digo: Dios quiere que vayamos ahora a escrutar la Escritura».


«Orar con la Escritura significa que vas de paso en paso y de repente, cuando menos lo esperas, en un paso, en una palabra, Dios te habla porque está contentísimo de que te hayas detenido y dialogado con él a través de la Escritura».


«Nosotros decimos que el hombre tiene miedo a la muerte porque se ha separado de Dios y tiene la muerte dentro».


«Mira a nuestro hermano mayor: Dios quiere hacernos como Él, parecernos a Él. Por eso no podemos convertirnos, ni tú ni yo, si no miramos a Cristo crucificado».


«Subir a la Cruz no es cosa horrible, lo hemos dicho muchas veces, es horrible el egoísmo del dinero, del vicio, del alcoholismo, de la lujuria, de la mentira: esto es horrible, no el hecho de que Dios te llame en Cristo a donarte a ti mismo por la salvación de los hombres, hasta el punto de aceptar castrarte, por así decirlo, ser casto por amor a los hombres, por el Reino de Dios. ¡Esto sí es grande!».



«Esta mañana todos debemos mirar a Cristo crucificado y desear ser cristianos, cristianos. Empecemos a amar al enemigo, que es tu marido y pidamos perdón. Empecemos a amar al enemigo, que es tu esposa y pidámosle perdón. Empecemos a amar al hermano de la comunidad y a pedirle perdón».


«Y Dios hará el milagro de que nos persigan, nos crucifiquen y nos hagan parecernos a Su Hijo Crucificado para salvar a esta humanidad».


«Me conmueve la grandiosidad que Dios ha hecho, que el hombre pueda ser capaz de matar a Dios, somos tan libres, de cometer un pecado infame, aterrador, maldito, como matar al mismo Dios en Cristo».


«Matamos a Dios con el pecado original y cargamos con este pecado terrible, un pecado que habita en nuestra carne de soberbia, de orgullo: queremos que las cosas sean como yo quiero y no aceptamos humildemente que Dios dirija nuestra vida como Él quiera, con enfermedades, con la vejez, con falta de dinero...».


«esta forma de oración con la Escritura es algo muy importante y absolutamente necesario para un cristiano».


«Dios nos está confiando una misión que el Señor va revelando poco a poco».


«Orar con las Escrituras es algo estupendo ya que las Escrituras estuvieron cerradas casi hasta el Concilio Vaticano Segundo».


«No hay trabajo más excelente que escrutar las Escrituras. Dios se complace con el amor a la ley, con el amor a la Torá. En lugar de pasar nuestro tiempo libre con distracciones que no nos aportan nada, podemos dedicarlo a escrutar en las Escrituras y encontrar verdadero alimento, reposo en lo más profundo de nuestro corazón».


«Sabemos que debemos acercarnos a las Escrituras en un ambiente de oración, necesitamos un ambiente de humildad y oración. Por esto durante el tiempo en el que escrutemos la Escritura debes rezar cada veinte minutos. Se comienza rezando, en pie, erguidos, pidiéndole al Señor que te ayude interiormente y que te permita acercarte con un corazón puro porque Dios hablará contigo a través de las Escrituras. Luego, mientras escrutas la Palabra, de nuevo interrumpes -cada quince o veinte minutos- para que sea un flujo constante de palabra y diálogo con el Señor, al que respondes con una oración. Es así un ambiente religioso, muy sagrado, donde la nube de la Shekina de Dios desciende sobre este pueblo que está inmerso del todo en la Sagrada Escritura, en su Palabra».


«Si la Escritura no te dice nada te pones en pie y dices: “Señor, ¿por qué tienes que hablar conmigo si yo no pienso en ti para nada? Tienes razón, ¿por qué tienes que hablar conmigo que no siento nada, que no quiero estar aquí ni leer la Escritura ni nada?”. ¡Detente y humíllate! Como siempre os he dicho, este Libro tiene siete sellos y sólo un Cordero degollado puede abrirlos».


«Nosotros los cristianos somos corderos degollados, debemos ofrecer el cuello para ser degollados».



«Sólo el Cordero degollado vence a la Bestia que tiene garras de oso y boca de león, el Cordero degollado. ¿Tienes que aprender a poner el cuello para que tu marido te lo corte con su violencia, con su palabra? Sí, si quieres ser cristiano. ¿O consideras que el Cristianismo es un absurdo? A vosotros la verdad os ha sido revelada en Cristo crucificado: has renegado de ella, la has expulsado de ti. ¿No la queremos? Atención, tendremos que dar cuenta a Dios de las cosas que nos ha dado y nos ha dicho».



«Conviene que hoy tú dejes entrar a Cristo en tu casa. “Déjame entrar en ti, porque yo y tú juntos podemos salvar a la humanidad”. Un Padre decía: “Convertíos hoy y el mundo será redimido”, convertíos vosotros hoy y el mundo entero será redimido. De ti, de tu conversión, depende la redención del mundo».


*


 «la nueva época que el Papa Francisco anunció a los cardenales hace años: "Hemos entrado no en una época nueva, sino en una nueva época que va a cambiarlo todo"».


«Una nueva época en la que han aparecido muchos engaños del demonio, es decir, el demonio está como desatado para engañar a los hombres. Hablaremos de esta lucha, de esta batalla, a la luz del libro del Apocalipsis porque precisamente el libro del Apocalipsis fue escrito para apoyar a las comunidades cristianas en un mundo de persecución, que puede ser sangrienta, puede ser de muchos tipos».


«Esto también es para nosotros, porque el Señor dice de todos, especialmente de los grandes profetas, pero también de todos: "Antes de que nacieras te vi, te conocí".

Entonces Jesús dice: “¿Os sorprende que os haya dicho que os conocía? Veréis cosas mucho mayores, veréis a los ángeles del cielo descender y ascender”. Nosotros que hemos sido llamados al Camino ya hemos visto cosas aún mayores».


«Ver los cielos abiertos: lo que hizo el Señor al llamarnos al Camino, nos abrió los cielos».


«Nuestro verdadero enemigo es el demonio que luego se encarna en personas, en ideas, en cultura, en filosofía, en política, en economía, y nos mantiene a todos esclavos bajo su poder. Como decía muchas veces Carmen, nuestra vida está inmersa en un misterio que nos sobrepasa. Aquí vivimos más o menos tranquilos, pero estamos llamados a vivir una vida que nos lleve a la vida eterna, en la eternidad que ya comienza ahora. Y si nos hemos convertido en templo del Espíritu Santo, es claro que el demonio nos combate y nos persigue».


«Cualquier cosa puede suceder [en el año entrante]. En estos años no sé si os habéis dado cuenta de cuántos terremotos, cuántos volcanes, cuántas inundaciones ha habido, y gente que se queda sin nada, sin casa: “Lo he perdido todo”. Sobre la tormenta de granizo en Milán los periódicos escribieron: "El apocalipsis, ha llegado el apocalipsis" y podría llegar en cualquier momento».


«Todos tenemos que pasar ya sea por la vejez o por la enfermedad o por los problemas con el marido, con los hijos, con la esposa. Pero es importante que no los interpretemos como dice el acusador, el demonio, que nos hace murmurar, nos hace rebelarnos, sino que las veamos con los ojos de Dios, de la fe, es decir, que son gracias, ¡gracias!

El Señor nos dará martillazos, pero no tengamos miedo, porque esto es parte de la iniciación cristiana, incluso cuando el camino ha terminado, incluso después del matrimonio espiritual. Dice el Papa Benedicto XVI en el Año de la Fe: "La fe es un camino que termina con la muerte"».

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 «Celebramos la Eucaristía aquí en medio, hemos sido introducidos por Cristo en su santuario, estamos sentados a su mesa, a la mesa de las naciones. Todos los evangelios dicen: Yo mismo los haré sentar a mi mesa, yo mismo pasaré y les serviré. Algunos quieren poner una barrera delante del altar, pero el Concilio Vaticano II dijo no separarlo excesivamente como si la misa fuera cosa de los sacerdotes y el pueblo solo asistiera; “va a misa”, pero no participa».


«Es maravilloso ir a las naciones a ofrecer este nuevo culto espiritual [¿el kikismo?], presentándole hombres al Padre, arrancando a los hombres de la ceguera de su vida, arrancándolos de la esclavitud del demonio por el miedo que tienen a la muerte, porque han experimentado la muerte por dentro y son esclavos. Les aterroriza la muerte, no pueden sufrir, tienen que escapar durante toda su vida. Pero es imposible escapar de la muerte, tarde o temprano llegan las enfermedades y la vejez. Pero nosotros les damos esta victoria en Cristo crucificado y resucitado, le damos a la gente la victoria sobre la muerte. ¡No puede hacerse un regalo más grande!».


«Se vive en combate, siempre, porque la fe es combate. La fe debe defenderse, y el que no quiera defenderla sepa lo que dice San Pablo; Dios ya ha hablado una vez: Quien vende su primogenitura por un plato de lentejas, sepa que después no podrá recuperarla ni siquiera con lágrimas».


«Fuisteis llamados a ser primogénitos, a vosotros os ha sido dada la promesa: ten cuidado de no vender la promesa la primogenitura, el amor de Dios por un plato de lentejas, porque te ofrecen de comer».



«¡Cuántas veces me ha ayudado el Señor: convivencias, problemas, comunidades, angustias! Y el Señor siempre ha sido buenísimo, bueno con nosotros, Santo con nosotros. Él siempre nos ha protegido, nos ha ayudado, ha hecho de todo. Apenas sufríamos un poquito, inmediatamente viene como una madre amorosa a ayudarnos».


ASCENSION presenta la lectura (Ap 12, 1-17).



«Vemos cómo el mundo, con este transhumanismo que ya vivimos, está tocando profundamente a la civilización y al hombre, y está traspasando el límite, los límites de la dignidad humana: los científicos están haciendo cosas sin control y no sabemos a dónde pueda ir este transhumanismo».


«Lo ideal es que la tecnología, la ciencia sea para el bien del hombre, pero bajo esta premisa entra todo lo que estamos viviendo, que es pavoroso. Por ejemplo: el cambio de sexo de los menores; si uno es libre y puede hacer lo que considere mejor para su bien, entra en esta situación aterradora de la sociedad y sobre todo que tantos desastres está provocando en las familias, entre los adolescentes. Si uno puede utilizar todo para su “bien”, si Dios no existe y es él quien decide qué es lo mejor, nos encontramos con estas situaciones aterradoras».



«La mujer con esta manzana del poder, de la independencia, del deseo de ser independientes han cambiado el mejor trabajo que es tener un hijo, educar a un hijo, formar un hombre para la sociedad, por ir a trabajar, por tener poder social».


«Hoy nos encontramos con este desastre de familias que no aguantan más. Estos días escuché que hay un nuevo tipo de familia llamada DINK, acrónimo en inglés de “double income no kids”, que indica dos solteros sin hijos y con dos sueldos. Nueva tipología de familia: sin hijos y con dos sueldos. Tiene mucho éxito entre gente con estudios, diplomados, con buena situación económica y que se juntan sobre todo para viajar, para pasar la vida: el axioma es no tener hijos».


«La consecuencia de esto es el útero de alquiler, la explotación de la mujer y muchas cosas de la bioética, muchos hijos que los padres ricos quieren y no sabemos a dónde va esta ciencia sin ética».


«Todo esto para entender dónde estamos, qué estamos viviendo: el cambio de sexo -que conocemos todos-, pero nuestros jóvenes, que son débiles, caen en estas trampas, en este malestar en el que se encuentran los adolescentes es muy fácil pensar que la solución es cambiar de sexo, el porcentaje de chicos ha crecido exponencialmente de un modo increíble».


«Por eso es bueno todo lo que hacemos por los jóvenes».



«Este movimiento WOKE, que quiere cambiar la historia -en España es muy fuerte: España no descubrió América y no ha hecho nada-. Quieren que la historia de España comience en el siglo pasado. Un movimiento que viene de la ONU y llegará a todas las naciones, que quiere hacer desaparecer la fe, la Iglesia: en el fondo hay un ataque contra la Iglesia y la civilización cristiana».


«Todo lo que hacemos por los jóvenes es bueno porque están expuestos a muchos peligros. Especialmente aquellos que hacen el cambio de sexo, cuando lees el testimonio -puedes encontrar muchos en internet- muchos dicen que comenzaron con internet, viendo la propaganda de cambio de sexo».


«El peligro que acecha a un menor a través de un móvil es grandísimo, porque detrás del móvil hay muchos que están dispuestos a "matar" a adolescentes y niños. No sólo la pornografía sino que también existen estos peligros. Las estadísticas dicen que la pornografía ha aumentado y que ha bajado la edad de los niños que empiezan a verla. ¿Cómo podemos defendernos? ¿Qué podemos hacer? No le des un arma a alguien que se pueda matar. No le des un teléfono móvil a un niño o menor de edad. Esto es difícil, pero los padres deben conocer estos peligros, los padres que le den un teléfono a un niño o un adolescente deben poner filtros. Y siempre hay que controlarlo».


«Debemos decir a los padres -tantas cosas dependen de los padres- que hagan bien las laudes del domingo, que hablen a los hijos con la verdad. Algunos no las hacen y esto es un gran daño para los niños».


EZEQUIEL:



«Muchas veces repito que uno de los grandes dones que Dios ha dado a la Iglesia a través del Concilio Vaticano II ha sido devolverle la Palabra de Dios. Todo el Medievo, y el mismo Concilio de Trento, es bastante pobre en Palabra de Dios, ricos en teología, si se quiere, pero la vida espiritual de los cristianos no se alimentaba del Libro de la Escritura. (…) El Concilio Vaticano II volvió a poner la Escritura en el centro de la vida de los cristianos, puso este Libro en sus manos, en manos de la Iglesia, del pueblo de Dios».


«Nosotros debemos estar inmensamente agradecidos al Camino que durante todos estos años nos ha dado este don, el más grande: abrirnos de año en año, de etapa en etapa, la belleza y la riqueza de la Escritura».


 «hoy, en el cuestionario, tendremos la oportunidad de reflexionar sobre el otro gran don que el Señor nos da a través del Camino: el don de la comunidad cristiana». 

«A mí esta convivencia me parece un don enorme, este año en particular, precisamente porque abriéndonos para captar los anuncios que se nos harán, podremos ponernos en camino con una libertad, con una nueva generosidad nueva. Porque veo cómo nosotros, hermanos de las primeras comunidades -lo digo por mí, en primer lugar- tendemos un poco a acomodarnos, a pensar que nos merecemos un poco de descanso. ¡No es verdad! (…)¿Quién podrá llevar a cabo esta misión?»




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