venerdì 1 dicembre 2023

KIKO ARGUELLO: ANNUNCIO DI AVVENTO 2023 - TERZA ED ULTIMA PARTE

 



Kiko:

(...)

L'Avvento, fratelli, ci viene a ricordare di essere vigilanti, di tornare a

pregare. Così, durante la prima settimana di Avvento, tutti i fratelli che hanno

fatto l'Iniziazione alla Preghiera ci alzeremo durante la notte per fare l'Ufficio

delle Letture: tre ore dopo essere andati a letto. Perché l'Ufficio delle Letture

parla in questo tempo di escatologia, della seconda venuta del Signore, della

morte e della risurrezione di Cristo; ciò che un tempo si chiamavano “I

Novissimi”: cioè, morte, giudizio, inferno e paradiso. Ci alzeremo dalla

prima domenica fino all'Immacolata Concezione.


Nella prima parte dell'Avvento abbiamo una celebrazione

penitenziale. L'Avvento è un tempo di conversione. Chi di voi ha fatto il

Padre Nostro, oltre ad alzarsi a mezzanotte, si riunisce in comunità prima di

andare al lavoro per cantare insieme le Lodi. Noi del Cammino stiamo

recuperando l'assemblea liturgica, che ha la missione di rendere Dio presente

in mezzo alla gente. Ed è una missione ecclesiale, non solo personale.

Allora, ci riuniamo come comunità. Non potete mancare, fratelli, è una

salvezza per tutta l'umanità! Quindi non puoi dire: vado o non vado, ne ho

voglia o non ne ho voglia! No. L'Avvento ti insegna ad accettare la

sofferenza nella carne. Non puoi pensare che la comunità ti debba rendere

felice e nient'altro e se non ti rende felice, non ci vai. Convertiti! Perché viene

il Signore. Egli porta con sé la Sua giustizia. Viene il Signore, vestito di

maestà. E ti farà vedere le tue opere. Dice la Scrittura che i cristiani sono

seguiti dalle loro opere; noi tutti siamo seguiti dalle nostre opere. Quindi,

tutto ciò che il tuo corpo soffre in Gesù Cristo è molto importante. Il nostro

corpo è santo e sarà glorioso.


Potete portare anche i vostri figli, se sono un po’ grandicelli, o

svegliarli qualche volta a mezzanotte. Vi chiederanno: “Perché ci svegliamo

in questo tempo?” E risponderete: “Perché l’Avvento è un tempo

escatologico e ci ricorda che tutti dobbiamo morire, ci fa pensare a questa

nostra vita e ci mette in una situazione di vigilanza, di allerta, di vigilia, di

conversione, di attendere il Signore.”


Il 17 dicembre inizia la novena di Natale, che ci ricorda la prima

venuta del Figlio di Dio. È quindi molto importante vivere il Natale in

famiglia, trasmettendo i valori in un'autentica liturgia domestica. Fate la

natività a casa. Dovete passare la fede ai vostri figli con grande tenerezza.

La Vigilia di Natale con una cena speciale. E prima della cena di quel giorno

si mette Gesù Bambino nella mangiatoia e si canta un canto con i propri figli,

si legge il Vangelo a tavola, con le candele accese, con solennità. Quella sera

è molto importante, si commemora la nascita del nostro Salvatore. Che i tuoi

figli vedano che davvero credi in Dio.


Poi andiamo a partecipare alla Messa di mezzanotte in parrocchia. I

didascali, con i bambini più grandi e con i giovani, aiutati da un salmista,

possono formare un coro e cantare alla Messa di mezzanotte; contribuire a

rendere la Messa più partecipata, con monizioni, con canti, con tamburelli,

con nacchere... e dopo la Messa, se possibile, si può mangiare del torrone, il

panettone.


Il giorno di Natale, le Lodi dovrebbero essere più solenni, abiti da

festa, e non solo in un modo qualsiasi. I dettagli, i segni, il rispetto per la

tavola: è un altare; C'è un altare nella tua famiglia che presiede la tua

famiglia, con una tovaglia bianca, con dei fiori. C'è una nuova civiltà. Si

cantano le lodi, si legge la Scrittura e il padre fa domande ai figli. Spiega a

tuo figlio perché Gesù Cristo è venuto, spiegaglielo. Digli come ha salvato

suo padre, approfitta di questa opportunità.


La famiglia ha tre altari:

- L’altare della mensa dell'Eucaristia, dove il Signore celebra con noi

la vittoria di Cristo sulla morte.

- L'altare della famiglia, la tavola dove mangiamo e benediciamo il

Signore. Se sei il padre della casa, rispetta quell'altare, non essere superbo,

sii umile; che i tuoi figli vedano che sai soffrire, che non un tipo a cui, appena

qualcosa va storto, si arrabbia!

- E poi il talamo nuziale, fratelli, un altare meraviglioso, dove si prega

prima di fare l'amore; non si fa l'amore in un modo qualsiasi. Fare l'amore

significa fare un sacramento che è santo, dove si fa presente lo Spirito Santo

e dove si dà la vita, la vita a un essere umano. È la cosa più grande che Dio

potesse fare a un uomo: dargli la possibilità di dare la vita a un essere umano.

Ci sono anche tempi di continenza; c’è una castità anche nel matrimonio.

Abbiate in grande onore il matrimonio, rispettando vostra moglie, che è

immagine della Vergine Maria, che è immagine della Chiesa; e tu, marito, lo

sposo, sei Cristo.


Noi portiamo una nuova civiltà, per questo non viviamo il Capodanno

come i pagani, ma entriamo nel nuovo anno celebrando l'Eucaristia con la

comunità. Poi c’è la festa dei Re Magi, l'Epifania, la manifestazione di Gesù

ai pagani, ai gentili. I didascali dei bambini, aiutati da alcuni giovani, la

preparano e quel pomeriggio i bambini si divertono un mondo.


Coraggio! Il Signore ci chiama a una grande missione: creare una

nuova civiltà, un'autentica civiltà cristiana. Il diavolo vorrà opporsi a noi, ma

noi abbiamo una missione. Finché il Signore ci dà il tempo di realizzarla,

nessuno potrà opporsi. Quando arriverà il nostro momento, se Dio vorrà,

daremo la vita per Lui.

Pregate per noi.


Canto: Rivestitevi dell’armatura di Dio


ASCENSIÓN:

Un momento, devo dire ancora una cosa, solo un minuto.

La festa della Sacra Famiglia, che è la domenica dopo il Natale:

sempre Kiko e Carmen ci hanno detto di celebrarla, è una festa della

comunità ricordando il messaggio della Vergine Maria a Kiko: “Bisogna fare

comunità come la santa Famiglia di Nazaret”. Ricordate che ci hanno detto:

Fate un’Eucarestia, un’agape, che sia un giorno più festoso questo giorno

della Santa Famiglia. Qualche comunità continua a farlo, ma altre lo hanno

perso un po’. Vi invitiamo a recuperare questa festa della comunità, della

Santa Famiglia.

Anche per l’Immacolata facciamo festa come sempre.

Nella domenica di Cristo Re, il Papa ha istituito la Giornata Mondiale

della Gioventù diocesana, da vivere in diocesi. Stavamo aspettando questa

lettera: “Lieti nella speranza” (Rm 12,12), che è uscita qualche giorno fa, per

la scrutatio dei giovani perché piano piano possano conoscerla. È molto

bella. Lo faremo, ma mentre noi la prepariamo, faremo la scrutatio come


sempre con il Vangelo della domenica. Appena l’avremo preparata la

invieremo ai Centri Vocazionali e agli Itineranti.

Per quelli di Roma che siete qua: invieremo una mail a tutti perché il

Cardinale invita i giovani nella prossima domenica Solennità di Cristo Re,

alle 8 del mattino, nella Basilica di S. Croce in Gerusalemme, farete anche

una colazione e dopo si farà una processione fino a S. Giovanni in Laterano,

dove ci sarà l’Eucarestia, presieduta dal Cardinale, con i Vescovi ed i

giovani. Chi vuole può portare il pranzo al sacco. Questo per i giovani di

Roma; per le altre diocesi non sappiamo se il Vescovo organizza qualcosa.

In caso affermativo invitate i giovani a partecipare.


KIKO:

Bene, fratelli, sono felice di vedervi e di augurare a tutti “Buona

Pasqua”, “Buon Natale.” Dopo più di 50 anni qui, siamo tutti uniti, che belli

che siete! Che possiate passare un buon Natale, con la vostra famiglia, con i

vostri figli, che possiate dare solennità cristiana al Natale, alla cena di Natale.

Le famiglie del Cammino sono meravigliose, i bambini, i giovani...; andate

alla Messa di mezzanotte in parrocchia. Il didascalo può preparare i bambini

e insegnare loro a cantare canti di Natale.

Passate un buon Natale pregando gli uni per gli altri. Ricordatevi di

noi che siamo in una grande battaglia. Coraggio!

Preghiamo:

“Signore, ti ringraziamo per questo incontro: ispiraci tu la preghiera

che vuoi esaudite, ascoltaci, Signore”.

Se volete fare una preghiera la potete fare con voce forte e breve.

− Preghiere spontanee

KIKO:

“Ti preghiamo per tutte le comunità neocatecumenali di Roma,

benedici le parrocchie, benedici i fratelli. Aiutaci tu, Padre, mandaci

il tuo Santo Spirito che renda testimonianza al nostro spirito della tua

presenza, del tuo amore per Roma e per tanti fratelli che chiamerai a

noi: dacci forza per accoglierli e portarli a te. Ascoltaci, Signore”.

− Padre nostro

− Benedizione

Canto: “Vivete allegri”

Buon Natale! Buon Natate a tutti!

KIKO ARGUELLO: ANNUNCIO DI AVVENTO 2023 - PARTE SECONDA

 


continua padre Mario:

Morte

Cosa succede appena siamo spirati, esalato l’ultimo respiro? Inizia una

fase, che la teologia chiama “intermedia”. Cosa vuol dire intermedia? Che

immediatamente come esala lo spirito, l’anima si separa dal corpo. Il nostro

corpo, essendo stato tempio dello Spirito Santo, è accompagnato da una

bellissima e meravigliosa celebrazione liturgica con tutti i fratelli della

comunità: è sepolto e venerato, perché anche se l'anima è staccata dal nostro

corpo, rimane sempre un collegamento tra l’anima ed il corpo. Per questo la

Chiesa favorisce la sepoltura; solo a denti stretti – diciamo così – ha

permesso, in certe occasioni, la cremazione. In alcune diocesi si favorisce la

cremazione: essere bruciati, sembra che si desideri bruciare in anticipo nel

fuoco dell'inferno! Per noi, no! Nel Cammino Neocatecumenale – c’è stato

qualche caso eccezionale, il Signore vedrà lui – i fratelli vengono sepolti.

E cosa succede all’anima? Il corpo viene sepolto, venerato e l’anima

si presenta immediatamente alla presenza di Dio. Lì c’è il giudizio

particolare. Il giudizio particolare non viene fatto da Gesù Cristo. La nostra

anima come appare di fronte alla luce di Cristo risorto, si auto vede, vede se

stessa alla luce di Cristo: se l'anima è in perfetta armonia con Cristo, entra

già nella gloria di Dio. Entra in paradiso. Se si sente respinta, istintivamente

respinta dalla Luce di Cristo, immediatamente l'anima va all'inferno. Se sta

“così, così”, come vari di noi, avranno bisogno di un periodo di

purificazione, che dura un tempo limitato. Per poter vedere Dio dobbiamo

essere all’altezza, avere la potenzialità, la capacità di essere ammessi alla

Visione beatifica. L’anima in sintonia con Dio che va in Paradiso, ma anche

quelle che vanno all’inferno e quelle che vanno in Purgatorio, sempre

rimangono in stretto legame aspettando la resurrezione del corpo.


Purgatorio

E cos'è il Purgatorio? Qui dico qualcosa dalla Tradizione della Chiesa.

Il Purgatorio è uno stato di purificazione dell'anima, in vista della piena

comunione con Dio. Papa Benedetto XVI, nel suo libro sui “Novissimi”, per

spiegare cosa è il Purgatorio, cita la Prima Lettera ai Corinti, che dice,

mettendoci in guardia tutti, anche a me:

“Ognuno di noi veda come costruisce durante la sua vita! Nessuno,

infatti, può porre altro fondamento che quelli già posti: Gesù Cristo.

Su queste fondamenta può essere costruito con oro, argento, pietre

preziose, legno, fieno o paglia, ma l'opera di ciascuno sarà resa

chiara; sarà rivelata nel Giorno, che sarà accompagnato dal fuoco.


E il fuoco metterà alla prova la qualità del lavoro di ognuno. Colui la

cui opera, edificata sulle fondamenta, persiste, riceverà la

ricompensa. Ma colui la cui opera è bruciata subirà la punizione.

Egli, invece, sarà salvato, ma mediante il fuoco”.

“Il Signore stesso è il fuoco che giudica e trasforma l'uomo e lo rende

‘conforme’ al suo Corpo glorificato (cfr. Rm. 8,29; Fil 3,21)”. (CIC)

Allora, che cos'è questo fuoco? Il fuoco è l'amore di Dio.

P. Livio Fanzaga, Direttore di Radio Maria, - che molti di voi

conoscete - in un suo libro sull’escatologia e la seconda venuta di Gesù – ne

ha scritti parecchi - ha citato il “Trattato del Purgatorio” di una mistica

italiana, Santa Caterina da Genova, che è la specialista, per le visioni che ha

avuto, sul Purgatorio.

Anzi tutto, volevo dire che il Concilio Vaticano II, nella “Lumen

Gentium” inserisce il Purgatorio nell’unità del corpo di Cristo. C’è la Chiesa

“trionfante”, in cielo con i santi, la Chiesa del cielo; la Chiesa “purgante” del

Purgatorio; e la Chiesa “militante” che siamo noi, la Chiesa combattente, la

Chiesa sulla terra. Tra tutte esiste la comunione dei santi, per cui i santi

pregano per noi e noi possiamo pregare per le anime del Purgatorio, loro

pregano per noi e tra di noi ci sono come vasi comunicanti.

Allora, S. Caterina dice:

“...lo spirito di Cristo, lo spirito dell'amore, è all'opera nelle anime

del Purgatorio. Il fuoco del Purgatorio è proprio un fuoco d'amore

dello Spirito Santo, che penetra nel profondo delle anime, nelle loro

radici, le purifica dall'egoismo, dona loro la capacità di amare fino

alla perfezione dell'amore. Tutto questo è una sofferenza e una

dolcezza. Dolcezza perché sono sicuri di quello che accadrà:

vedranno il Signore”.

Come uno è disposto a prendere una medicina amara, a sopportare una

operazione chirurgica, sapendo che sta per guarire. Sopporta le sofferenze

ma ha la certezza... Per questo dice non è fuoco con fiamme esterne, no!

sono fiamme d'amore, di cui parla San Giovanni della Croce, o Santa Teresa

d'Avila, fiamme d'amore che ci purificano.

Adesso, chiudiamo questa fase che è intermedia ed andiamo alla fase

finale. La fase finale è preceduta dalla Parusia che è il ritorno di Gesù Cristo

con i suoi santi.


La Parusia, il glorioso ritorno del Signore


La Chiesa specifica nel Catechismo e dice che:


“Prima della venuta di Cristo, la Chiesa deve passare attraverso una

prova finale che scuoterà la fede di molti credenti. La persecuzione

che accompagna il suo pellegrinaggio sulla terra svelerà il «mistero

di iniquità» sotto la forma di una impostura religiosa che offre agli

uomini una soluzione apparente ai loro problemi, al prezzo

dell'apostasia dalla verità. La massima impostura religiosa è quella

dell'Anti-Cristo, cioè di uno pseudo-messianismo in cui l'uomo

glorifica sé stesso al posto di Dio e del suo Messia venuto nella carne.

(CCC. 675).


Questo è molto importante perché stiamo facendo un cammino di

iniziazione cristiana e avendolo già superato, siamo particolarmente invitati

alla vigilanza perché saremo provati su questa terra.


Il Giudizio Universale

Poi, quando Gesù Cristo ritornerà nella Gloria, con i Santi, verrà a

giudicare i vivi ed i morti perché il giudizio individuale, particolare non

basta. Il Signore viene a giudicare tutti i vivi ed i morti. Prima risorgeranno

i morti dice S. Paolo e dopo i vivi. E davanti il Signore ci sarà il giudizio

delle nazioni. Non basta quello personale: le nazioni, i potenti, gli stati, gli

imperi saranno giudicati da Dio. Lo dice il Signore parlando della parabola

della zizzania, dove i discepoli dicono al Signore: “Non vuoi che andiamo a

strappare la zizzania? No, no, aspettate che cresca. Alla fine dei tempi gli

angeli verranno a raccogliere la zizzania e la getteranno nel fuoco. E

raccoglieranno il grano nei granai del cielo”. E un'altra parola è quella del

giudizio universale di Matteo 25, quella dei talenti: chi ha fatto fruttificare i

talenti riceverà il premio promesso. Mentre chi lo ha nascosto andrà

all’inferno.

È in questa luce che comprendiamo le Beatitudini: “Beati voi che siete

afflitti, perché sarete consolati. Beati voi poveri, perché sarete consolati”.

Tutto si compirà a suo tempo.


Il Giudizio Universale si conclude con le Parole di Gesù:

“Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti

del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla

fondazione del mondo.

Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel

fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. E se ne

andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna».

Matteo 25,31-46

Quindi i maledetti finiscono all’inferno.


Inferno

E come si spiega l'inferno? O meglio: come la Chiesa spiega

l’inferno?

Perché, quando siamo destinati al cielo o all’inferno, risorgono i nostri

corpi, per cui i corpi dei dannati subiscono le pene eterne della propria

anima, anche nei loro sensi.

L'esistenza dell'inferno dimostra, in primo luogo, l'incrollabile

rispetto che Dio ha verso la libertà della sua creatura. Egli, in modo

misterioso, offre a tutti gli uomini il Suo Amore misericordioso. Ma l'uomo,

essendo libero, può rifiutare l'Amore di Dio, coscientemente. L'esistenza

dell'inferno mostra, in primo luogo, l’incrollabile rispetto che Dio mostra

per la libertà della sua creatura.

Ma dopo l'espulsione del paradiso terrestre, il nostro Dio non è

rimasto insensibile alla nostra sofferenza, ma spinto dal suo Amore ha

mandato il suo stesso Figlio fatto uomo, per distruggere nel suo stesso

corpo i nostri peccati e mediante la Resurrezione ha aperto nuovamente

il Cielo, a quanti credono in lui.

In altre parole, possiamo dire che, solamente coloro che avendo

conosciuto l'amore di Dio nella loro vita e consapevolmente lo rifiutano,

diventano figli del diavolo, realizzano le opere del diavolo, si

autocondannano al fuoco eterno, nella dannazione eterna. Per cui la

condanna all'inferno non viene da Dio, ma viene dalla nostra libertà.

Per questo il giudizio appartiene solamente a Dio. Solo Dio ci

conosce profondamente, i doni, le doti che ha dato a ciascuno e può

giudicare. Dice Gesù che a chi ha ricevuto di più sarà richiesto di più, a chi

di meno... Gesù aggiunge: “In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute

vi passano avanti nel Regno di Dio!”. Perché grande è la misericordia di Dio:

solo chi vuole va all’inferno. Per questo dobbiamo imparare a non giudicare

nessuno, nemmeno i terroristi e neanche i fratelli della Comunità,

soprattutto.


Paradiso

E alla fine arriviamo al Paradiso.

La filiazione divina dell’anima, già impressa, si comunica anche al

corpo, esso viene in un certo modo rigenerato da Dio: un corpo spirituale,

ed imprime in lui i lineamenti stessi del corpo del Figlio Unigenito. Per

questo sarà un corpo spiritualizzato, non più sottomesso alla morte, ma

partecipe alle gioie della Vita eterna. Ci saranno gioie anche per il corpo.

La felicità consiste nel sentirsi completamente amati da Dio e

nell'amare i fratelli: è la comunione. La piena comunione con Dio, con i

fratelli, con noi stessi e con tutto il cosmo, la natura, gli alberi, gli animali,

le montagne, tutto “attende la manifestazione della gloria dei figli di Dio”,

dice san Paolo. Una meraviglia!

Ma in cielo, ognuno di noi, individualmente, riceve l'amore di Dio

nella sua inconfondibile unità. Ecco perché l'Apocalisse dice: “Al vincitore

darò la manna nascosta, che nessuno conosce, e una piccola pietra bianca su

cui è scritto un nuovo nome, che nessuno conosce tranne colui che la

riceve”.

È bello vedere come Dio mantiene l'individualità e anche in questa

comunione con Dio, il nostro “io” non è annullato nella comunione con Dio,

immerso nell’oceano di Dio, come nelle religioni orientali. Il cristianesimo

salva l’individualità e la comunità. Ditelo ai comunisti che solo lì si realizza

il loro sogno.

C'è chi pensa che il Paradiso, dato che siamo abituati a vedere sulle

chiese, nei cimiteri rappresentato il Paradiso come tutti seduti che guardano

fissi per l’eternità, alcuni pensano che sarà una noia. Non è così! Perché Dio

è vita. Ci disse una volta Giovanni Paolo II nell’udienza in preparazione alla

Giornata Mondiale di Denver, nella sala Paolo VI nel 1983, che il Battesimo

è “dinamys”. Vuol dire movimento continuo, sviluppo della potenzialità

all’infinito. Questo è molto importante perché parteciperemo alla creatività

di Dio: di meraviglia in meraviglia!

San Paolo dice: “Consolatevi con queste parole”. Quel canto

“pensiamo alle cose di lassù” vuol dire che, quando siamo in crisi, quando

vediamo tutto nero, pieni di dolori, facciamo presente che come quando c’è

un forte uragano e non si vede il sole, non lo vediamo, ma c'è anche se non

lo vediamo. Così anche se non sentiamo la presenza di Dio, Lui rimane, la

sua fedeltà rimane. Amen


KIKO:

Inno: Inno di Avvento

Spero che lo Spirito Santo, attraverso la mia povera mediazione, faccia

risuonare in voi la fede. Così che, come la sposa che ascolta la voce

dell'Amato, possiamo alzarci, possiamo camminare meglio. Perché abbiamo

ancora molta strada da fare per essere santi; abbiamo ancora molta strada da

fare per essere veramente come Dio ci vuole. La cosa importante di questo

incontro è che possiamo esultare e gioire insieme dell'opera e delle

meraviglie che Dio sta facendo con noi.


Questa sera il Signore ci dà l'opportunità di stare insieme, di amarci

l'un l'altro. Quanto è bello e quanto è dolce che i fratelli stiano insieme!

Quanto è meraviglioso essere in comunione! Possiamo esultare nel Signore

parlando di Lui; perché più parliamo dell'opera di Dio in noi, più la fede

cresce, più diventiamo gioiosi. E i demoni, che si aggirano intorno a noi

come un leone ruggente cercando di divorarci, devono fuggire via.


Non so se venite qui con molti problemi e preoccupazioni; tutti ne

abbiamo. Ebbene, qui possiamo riposare. Sentire parlare di Gesù, che è il

nostro amato, sentire parlare del suo amore per noi, significa entrare nel

riposo..............

KIKO ARGUELLO: ANNUNCIO DI AVVENTO 2023 - PARTE PRIMA

 




ANNUNCIO DI AVVENTO

Roma, Seminario Redemptoris Mater


23 novembre 2023



KIKO:

Buona sera a tutti! Alla battaglia. Preghiamo:

“Ti ringraziamo, Signore, per la vita che ci dai, di questo incontro, di

questo seminario. Aiutaci Tu e vieni in nostro soccorso perché ti

possiamo dare gloria. Per Cristo nostro Signore. Amen.”


Vi è piaciuta la Sinfonia? Rapidamente ci presentiamo.

− Presentazioni


Canto: “Viene il Signore vestito di maestà”


ASCENSIÓN:

Bene, è un ambiente di gioia, si sente che ci sono i giovani con noi

questa notte, si sente più forza.

L’Annuncio di Avvento: per la maggioranza di noi, che stiamo

pregando, Carmen diceva che quelli, che pregano in novembre, già hanno

fatto l’Annuncio di Avvento, perché state vedendo che tutta la liturgia di

queste settimane fa riferimento alla Parusia, già ci mette in avvento. E anche

questa ultima domenica del tempo liturgico, la solennità di Cristo Re, ci porta

all’Avvento, al giudizio universale e non solo, anche al giudizio personale:

è la fine dell’anno liturgico. Gli ebrei, quando è Capodanno, all’inizio

dell’anno nuovo, quello che fanno è una riflessione personale della propria

vita, di come hanno vissuto l’anno, non solo pensando al giudizio finale, ma

vedendo la propria vita davanti al Signore, come hanno vissuto. Questo

tempo liturgico dell’Avvento ci invita, già con questa festa di Cristo Re, a

pensare a come viviamo.

Abbiamo scelto, per cominciare questo annuncio, una Parola di S.

Paolo a Tito, dove S. Paolo gli raccomanda di vivere con sobrietà,

sensatamente; gli raccomanda di vivere sensatamente, con sobrietà perché il

Signore in qualche modo ci ha eletto e ci ha separato dal mondo, dagli altri.

Noi abbiamo una speranza, quello che gli altri non hanno. Non siamo

chiamati a vivere in questo pessimismo in cui vive il mondo. Noi abbiamo

una speranza certa e vera. Il Signore ci ha eletto e ci ha dato a conoscere Suo

Figlio, lo stesso Dio, e non sappiamo perché il Signore ha dato a noi questa

manifestazione: ce l’ha concesso mentre ancora gli ebrei aspettano il Messia.

Tanti uomini saggi lungo la storia hanno cercato, hanno aspettato un

salvatore, vedendo la malvagità dell’uomo e l’unica risposta per tanti uomini

è stata che deve venire un salvatore per riscattarci da questa malvagità che si

vede nella società. E a noi il Signore ha dato di conoscere questo Salvatore

e lo ha fatto in un modo meraviglioso.

Qui l’apostolo Paolo parla della rigenerazione nell’acqua e del dono

dello Spirito Santo, che è il Battesimo, ed è quello a cui il Signore ci ha

chiamato: a rivivere il Battesimo in questa iniziazione cristiana che è il

Cammino neocatecumenale. Non siamo un gruppetto che si raduna due volte

a settimana, ma siamo una cosa molto più profonda. Vedendo la storia che

ha fatto con noi attraverso il Cammino, solamente possiamo ringraziare Dio

perché si è mostrato, si è dato a conoscere con una tenerezza immensa.

Ricordiamo le diverse tappe del Cammino! Una cosa è andare alla chiesa, ti

danno il Battesimo e vai via, e un’altra cosa è quella che Dio ha fatto con

noi, tappa per tappa, poco a poco, per riscoprire le ricchezze immense del

Battesimo. Come abbiamo vissuto nella gioia le diverse tappe! Ricordate la

fine del Cammino, la festa che è stata per noi la fine del Cammino, una

promessa per voi che ancora non l’avete vissuto. Dico questo per rallegrarci,

perché non soltanto abbiamo conosciuto il Signore, ma il Signore ha fatto

una elezione meravigliosa attraverso il Cammino.

Questa lettura che adesso facciamo è quella che si fa nella messa della

notte del Natale, tutti gli anni, perché la Chiesa la considera così importante

per vedere la manifestazione di Dio. La notte del Natale la Chiesa ci parla

della morte e resurrezione di Cristo, della Pasqua, del Battesimo.

E’ importante vivere come ci hanno indicato da tanti anni Kiko e

Carmen: il Natale lo viviamo nella parrocchia, e non possiamo vivere il

Natale senza l’Eucarestia. Senza l’Eucaristia il Natale rischia di restare un

semplice ricordo della nascita del Signore, del Figlio di Dio che è venuto

sulla terra, un ricordo. Ma veramente quello che è il Natale la Chiesa lo

celebra nell’Eucarestia. La Pasqua è quello che ha celebrato sempre la

Chiesa, dal primo momento, il Natale è venuto molto più tardi, credo nel IV

secolo. Allora veramente siamo invitati a recuperare, se qualcuno l’ha persa,

la forza del Natale che è la Pasqua.

Non si può celebrare il Natale solo con il presepio – che è bellissimo

e anche lo abbiamo recuperato nel Cammino con tutte le tradizioni – ma

siamo invitati a celebrare il Natale con la Pasqua, con l’Eucarestia,

l’Eucarestia di mezzanotte. Nel mezzo della notte, del buio, nasce la luce:

tutti questi segni sono importanti anche per i bambini. Quest’anno mi sembra

che sono 800 anni dal primo presepio, è bellissimo fare il presepio e come lo

viviamo nelle famiglie, ma la Chiesa celebra il Natale con l’Eucarestia, con

la Pasqua che è quello che ci dà la vita eterna, quello che ci mette dentro la

vita immortale. Allora la messa di Natale di mezzanotte la celebriamo in

parrocchia.

*

− Lettura: Tito 2,11 - 3,7

È apparsa infatti la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini,

[12] che ci insegna a rinnegare l'empietà e i desideri mondani e a vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo,

[13] nell'attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo;

[14] il quale ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formarsi un popolo puro che gli appartenga, zelante nelle opere buone.

[15] Questo devi insegnare, raccomandare e rimproverare con tutta autorità. Nessuno osi disprezzarti!


3


[1] Ricorda loro di esser sottomessi ai magistrati e alle autorità, di obbedire, di essere pronti per ogni opera buona;

[2] di non parlar male di nessuno, di evitare le contese, di esser mansueti, mostrando ogni dolcezza verso tutti gli uomini.

[3] Anche noi un tempo eravamo insensati, disobbedienti, traviati, schiavi di ogni sorta di passioni e di piaceri, vivendo nella malvagità e nell'invidia, degni di odio e odiandoci a vicenda.

[4] Quando però si sono manifestati la bontà di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini,

[5] egli ci ha salvati non in virtù di opere di giustizia da noi compiute, ma per sua misericordia mediante un lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo,

[6] effuso da lui su di noi abbondantemente per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro,

[7] perché giustificati dalla sua grazia diventassimo eredi, secondo la speranza, della vita eterna.

*

P. MARIO:

Bene, carissimi fratelli, ho voluto insistere su questo della Messa di

mezzanotte perché venendo dalla Spagna abbiamo saputo che alcuni parroci,

dopo il Covid, hanno chiuso e non la celebrano. È importantissimo celebrare

la messa di mezzanotte anche per le comunità, possono fare qualche canto di

Natale. Prego il Signore che mi aiuti e che mi ispiri per fare questa

introduzione all'annuncio che farà Kiko dell’Avvento.

Quest’anno, in seguito alla catechesi sull'Apocalisse, abbiamo pensato

di parlare dei Novissimi, che penso tutti conosciate: morte, giudizio, inferno

e paradiso.

Per fare questa catechesi, dato che non sono più un giovinotto e non

ho potuto vedere altri testi anche di Papa Francesco che ha parlato più volte

dell’escatologia, mi riferirò alla catechesi che ho fatto sui Novissimi e

l’Escatologia del 2010. Dico questo per scusarmi.

Allora, anche noi - come il popolo d'Israele - in questo tempo di

Avvento, attendiamo che ritorni il Signore nella gloria. Il popolo d’Israele è

rimasto ad aspettare il Promesso per 400 anni, e dopo tutti questi anni è

arrivato. Dopo 2000 anni, arriva Gesù Cristo. Dopo l’Ascensione Gesù

Cristo tornerà nella gloria per giudicare i vivi e i morti.

I nostri catechisti, finito l’itinerario neocatecumenale con le nozze, le

vesti bianche, ci hanno profetizzato altri tre passaggi: malattia, vecchiaia e

morte. Questi tre passaggi ce li farà il Signore, nella misura che lui ritiene

più utile per la nostra salvezza.

Oltre a questo, questa sera vi darò una breve parola tratta dal Magistero

della Chiesa – fino al 2010 – su Morte, Giudizio, Inferno e Paradiso.


I Novissimi: la Morte, il Giudizio, l'Inferno e il Paradiso.


Voi sapete che prima del Concilio Vaticano II, nelle parrocchie si

cercava qualche predicatore durante la Quaresima che parlasse dei Novissimi

e lo faceva in una forma abbastanza terrificante, metteva paura, adeguandosi

al linguaggio religioso della gente. Perché mettere paura? Per suscitare il

Santo timore di Dio, e favorire la confessione dei propri peccati almeno una

volta all’anno per la Pasqua. Quando ero giovane, ho vissuto questo nella

mia parrocchia e funzionava. Ma oggi: chi parla più dei Novissimi? Molto

raro ascoltare.

Per noi che il Signore si è compiaciuto di chiamare all’iniziazione

cristiana, attraverso il Cammino Neocatecumenale, non è necessario incutere

la paura, anzi! Per noi parlare di morte, giudizio, inferno e paradiso è

confortante. Quindi non vi metterò paura.

Cominciamo dalla morte.


giovedì 30 novembre 2023

Convivenza di Inizio Corso 2023: Video 2 sulla....

 Convivenza di Inizio Corso 2023:

Video sulla apertura della fase diocesana

del processo di Beatificazione di

Carmen Hernandez, Serva di Dio,

e sull' Incontro vocazionale del Cammino Neocatecumenale

con Kiko, p. Mario e Ascension,

JMJ Lisbona 2023


Convivenza di Inizio Corso 2023: Video sulla Intelligenza Artificiale

 

venerdì 10 novembre 2023

CONVIVENZA DI INIZIO CORSO 2023 - QUARTA ED ULTIMA PARTE: DOMENICA 1 OTTOBRE




 DOMENICA 1° ottobre

(Se la catechesi di P. Mario è finita già il sabato sera si possono fare le Lodi,

gli avvisi e l’Eucarestia)

**

DON EZECHIELE

Abbiate pazienza, ho un compito piuttosto difficile, ma mi hanno detto di

farlo e in obbedienza lo faccio. Sono informazioni molto importanti.

È un tema complesso e dettagliato, che riguarda in particolare tutti i catechisti,

riguarda il problema molto serio della tutela e salvaguardia dei minori e delle

persone vulnerabili: la Chiesa vi sta prestando una particolare attenzione (Papa

Francesco ha istituito una commissione di lavoro per questo), ed anche noi del

Cammino dobbiamo essere particolarmente attenti: per questo ci è sembrato bene

preparare delle “Linee guida”.

Non c’è bisogno di ribadire che siamo tutti convinti della gravità del momento

e che già tutti vi prestiamo tutta l’attenzione necessaria: il Cammino, con la sua

costante chiamata alla conversione, al cuore nuovo, riceve già ogni volta che si

ascolta la Parola di Dio o si celebra l’Eucaristia grazie e indicazioni precise nella

direzione propria di un cammino di conversione.

Il Cammino, che per Statuto non è una associazione o un movimento, ma una

Iniziazione Cristiana che si sviluppa nelle Parrocchie e nelle Diocesi, per quanto

riguarda la tutela dei minori e delle persone vulnerabili si attiene a tutto ciò che la

Parrocchia e la Diocesi stabilisce in questa materia. Quanto qui è stato preparato come

Linee Guida – e che consegneremo alla Santa Sede, garante di una metodologia

appropriata anche da parte del Cammino – ve lo comunichiamo ora a voce.

Una delle richieste che ci sono state fatte in varie diocesi è quella di trovare

una persona “adatta”, una specie di “delegato che prenda i contatti con l’ufficio

diocesano per la tutela: Leggo questo punto:

“Si rende opportuno che i catechisti del Cammino Neocatecumenale, delegati

per un luogo particolare - responsabili di una zona – di individuare un

incaricato di fiducia [..] affinché questi prenda contatti con l’ufficio diocesano

per la tutela dei minori al fine di aprire una posizione di riferimento”

Avere, cioè, una persona a livello di diocesi che faccia da riferimento per tutti

i casi, a volte - quando necessario - anche di denuncia, ma anche solo di informazione,

di chiarimento: avere un incaricato presso la diocesi.

Tale incaricato dovrà prendere parte ai corsi informativi predisposti dalla

Conferenza Episcopale e per poi svolgere il servizio di persona di riferimento

della diocesi e delle comunità del luogo per gli adempimenti richiesti e la

predisposizione di eventuali adempimenti.

I catechisti valuteranno insieme all’ufficio Diocesano l’estensione del servizio

di supporto che l’incaricato potrebbe ricoprire, di caso in caso, e disporranno

insieme al parroco le opportune modalità attuative delle presenti linee guide

per la comunità.

Come potete ben comprendere, la legislazione a questo proposito è talmente

diversificata da paese a paese che diventa praticamente impossibile stabilire delle

“Linee guida” per tutto il Cammino, che opera in tutti e cinque i Continenti.

Per questo noi pensiamo sia importante preparare bene la formazione dei

catechisti.

Anche la questione di un delegato non va fatta da un giorno all’altro: i

catechisti devono prepararla bene, trovando una persona adatta e capace.

La pastorale propria del Cammino (catechesi, preparazioni, celebrazioni,

convivenze, post-cresima...) ha spesso a che fare con minori o persone vulnerabili e

a questo va prestata tutta l’attenzione necessaria, sia per il trasporto, sia per

l’eventuale pernottamento durante una convivenza: evitando sempre spazi chiusi, non

visibili, ed incontri privati; è bene che i catechisti operino sempre in équipe.

Un’altra indicazione fondamentale, ma che credo già seguiamo tutti: la

responsabilità di vigilanza, prima di tutto – lo diceva anche Mario prima – ricade sui

genitori. I genitori sono i garanti e debbono informarsi sui movimenti dei figli in

comunità o in convivenza.

È importante per i catechisti lavorare seriamente con il parroco e anche vedere

eventualmente con lui, la normativa diocesana o parrocchiale, se c’è. Trovare una

forma di collaborazione in modo che la tutela dei minori che, da una parte prevede

delle norme sanzionatorie, se necessarie, ma dall’altra soprattutto la salvaguardia,

abbia sempre la massima rilevanza.

È chiaro che, per quanto riguarda la “salvaguardia”, l’impegno non tocca solo

i catechisti, ma anche tutti i fratelli del Cammino per prevenire in tutti modi situazioni

di abuso in ambito ecclesiale, sempre in attenzione alla indicazioni date dalla

parrocchia e dalla diocesi.

Una nota importante, già la riferiva prima Mario: l’uso dei social media non

è coerente con le metodologie del cammino. È fatta raccomandazione che le

comunicazioni avvengano prevalentemente a viva voce, evitando il ricorso alla

messaggistica Whatsapp e simili, particolarmente nelle comunità di minorenni.


Kiko:

Abbiamo alcuni presbiteri e ragazzi per partire alla evangelizzazione.

Preghiamo e facciamo una piccola Merkaba.


- Preghiera

Ti benediciamo, Signore, per la vita che ci dai, per questa domenica e

per questa convivenza, per la tua pazienza con ciascuno di noi. Abbi pietà di

noi, Signore; mandaci il tuo Santo Spirito, che ci dia forza, coraggio, amore a

te e alla tua Chiesa. Per Cristo Nostro Signore. Amen.


- Merkabà di alcuni presbiteri e ragazzi


ALCUNI AVVISI

Ascensiòn:

Dopo l’incontro di Lisbona con tantissimi giovani che si sono alzati, e tanti

erano molto giovani, abbiamo visto l’importanza dei Centri Vocazionali.

Sono state fatte due convivenze in questo mese: quella dei rettori e dei

seminaristi, dove si è trattato di vedere come la Santa Sede sta riorganizzando gli

studi. C’è una nuova Ratio studiorum per i seminaristi, che esige la struttura di un

Anno Propedeutico prima di essere ammessi in seminario.

Davanti a questo abbiamo visto l’importanza di rimettere in movimento i

Centri Vocazionali, perché possano diventare di fatto un vero e proprio anno

propedeutico, in modo che possiamo preparare meglio l’ingresso dei ragazzi al

seminario. Si è vista l’importanza di fare questi Centri Vocazionali seriamente,

soprattutto con coloro che già si sono incamminati verso una chiamata vocazionale,

in modo di fare almeno 3 incontri mensili, se fosse possibile. Questo riguarda

soprattutto coloro che prestano servizio nei Centri Vocazionali, per seguire meglio le

indicazioni che ci vengono dalla Santa Sede con la nuova “Ratio”.

Allora, i Centri Vocazionali per i ragazzi hanno 3 incontri: scrutatio, eucarestia

con agape ed esperienze. In questi incontri si deve aggiungere la formazione, tratta

sia dal Catechismo sia dalla Presbiterorum Ordinis. I ragazzi devono cominciare a

ricevere una formazione sulla figura del presbitero, ma si deve fare in un modo

interessante per loro.

Dobbiamo parlare anche dei Centri vocazionali per le ragazze, perché

quest’anno se ne sono alzate tantissime. Vanno seguite seriamente in un centro

vocazionale, altrimenti queste ragazze le perdiamo. Noi proponiamo lo stesso

schema: ritrovarsi nel centro vocazionale tre volte al mese, se possibile, una volta per

la scrutatio, una volta per l’Eucaristia e una volta per le esperienze.

In questi incontri è necessario dar loro qualche informazione, sulla verginità e

sulla maternità spirituale. L’anno scorso abbiamo inviato una piccola catechesi di

Carmen per aiutare i centri vocazionali per le ragazze. Continueremo a farlo

quest’anno, per aiutare quelli che portano avanti il centro e anche le ragazze. Dato

che è molto importante il centro vocazionale, che in alcuni posti è debole, chiediamo

agli itineranti di rinforzare i centri vocazionali.

Noi portiamo il centro di Roma e abbiamo pensato già a come rinforzare i due

Centri vocazionali di Roma per i ragazzi e le ragazze sia con altri presbiteri che con

coppie giovani.

Avete visto che abbiamo inviato ai responsabili e agli itineranti un secondo

mamotreto per il rosario. È necessario convocare di nuovo i ragazzi per rafforzare i

gruppi, dato che c’è sempre qualcuno che si è sposato o che ha lasciato. Perciò

all’inizio del corso è bene convocare tutti i ragazzi, per sentire come si trovano e

rafforzarli. Per questo vi abbiamo dato un nuovo mamotreto, con qualche kerygma

che ha fatto Kiko. Poi in giugno, alla fine dell’anno, è bene sostenere i gruppi, vedere

come si trovano. Ci hanno detto che fra i ragazzi che si sono alzati a Lisbona, molti

erano nei gruppi del rosario. I gruppi del rosario aiutano molto i ragazzi nel

discernimento della vocazione e nella difesa della castità.


Per quanto riguarda la scrutatio della domenica, abbiamo sentito che dopo

Pasqua i ragazzi hanno letto il discorso del Papa per la GMG. Abbiamo fatto una

scrutatio speciale, che è piaciuta ai ragazzi. Per questo abbiamo pensato di continuare

su questa linea. Stiamo preparando una raccolta dei discorsi del Papa in vista della

prossima Giornata Mondiale che inizierà a novembre a livello diocesano. Nella

prossima settimana prepareremo dei testi della Scrittura che vi invieremo. Nel

frattempo, è importante cominciare prima possibile la scrutatio della domenica, senza

aspettare le convivenze di inizio corso, che in alcuni casi sono molto tardi. Vi

invieremo qualcosa di specifico, ma intanto potete cominciare con il vangelo della

domenica, come abbiamo fatto sempre.


Per il post-cresima, quelli che non l’hanno aperto ancora li invitiamo a

mettersi in contatto con Gianvito. Tutti quelli che hanno aperto questa pastorale

dicono che è un grande aiuto.

Kiko:

Io ho dovuto inventare un post-cresima che sta dando molti frutti. È fatto con

ispirazione e con affetto ai ragazzi, che sono contentissimi.

Ascensiòn:

Anche quelli che hanno aperto il post-cresima da tempo, è bene che parlino

con Gianvito, per vedere come va, perché a volte le cose perdono forza. Gianvito è

disposto ad aiutare tutti, ma è necessario chiamarlo perché venga a vedere come si

trovano i vostri gruppi. Lui vi darà un aiuto.


Un’altra cosa. L’anno scorso, nella sua catechesi, P. Mario ha parlato delle

dipendenze, soprattutto dalla pornografia.

Kiko:

Se qualcuno apre la pornografia distrugge lo Spirito Santo. Lo dovremmo

cacciare dal Cammino! Mette una lancia nel cuore di Cristo, distrugge tutto, la vita

divina in noi viene distrutta; è un assassinio dell’amore, di Cristo, di tutto. Nel

Cammino è assolutamente proibito.

Ascensiòn:

Alcuni sono malati e devono andare dal medico.

Kiko:

Che vadano dal medico! Ma se continuano, non possono rimanere in comunità.

Che guariscano e poi ritornino, ma non possono stare nel Cammino guardando

porcherie. È un’offesa al Cammino, a Dio, alla Chiesa, a tutto. Chi voglia vedere

pornografia che se ne vada con il demonio a fare porcherie.

Ascensiòn:

Una porta da cui entra la pornografia è il cellulare. Come dicevamo ieri, il

telefonino è un pericolo. È molto importante parlare con i genitori. Per i minorenni

sono i genitori che devono essere attenti. Il metodo migliore per non cadere in queste

trappole è quello che usa d. Rino alla Domus: ora et labora. La cosa peggiore è avere

un ragazzo che sta tutto il giorno sul divano con il telefonino. È importante mettere i

ragazzi in movimento, coinvolgendoli ad aiutare la famiglia, in casa, i genitori, o altri.

Kiko:

Con la pornografia, è impossibile stare nel Cammino ed essere cristiano. È

impossibile! È un insulto alla Chiesa e al Cammino. Qui non lo vogliamo più. Vuoi

vedere pornografia? Va via di qua! Sei stato un invidioso, un lussurioso, un pagano?

Va bene. Sei pentito? Va bene, ti accettiamo.

Ascensiòn:

In riferimento ai minorenni, invitiamo i genitori ad essere attenti.

Con riferimento agli adulti, qualche fratello può essere così malato da avere

bisogno del medico.

Andare dallo psicologo è il rimedio estremo. Quello che devono fare i

catechisti, quando trovano uno, che sta nelle dipendenze è invitarlo a ricevere la

grazia di Dio, a confessarsi, a pregare, a chiedere aiuto a Dio con i sacramenti, a

chiedere aiuto ai catechisti, alla comunità. Come diceva P. Mario l’anno scorso, il

primo aiuto è la grazia di Dio, se un ragazzo dice: “sono caduto nella pornografia”,

non si può inviarlo dallo psicologo subito! Noi abbiamo sperimentato tutti la forza di

Dio sui nostri peccati, l’umiliazione di andare a confessarsi. Tutto questo guarisce.

Per primo la grazia di Dio e quando ci troviamo con un caso di uno malato,

che non può studiare, non può lavorare perché è nella dipendenza, allora questo lo

inviamo dal medico. L’anno scorso, qualche catechista appena ascoltava la parola

dipendenza, subito lo inviava dallo psicologo. No! I catechisti devono primo tentare

di aiutare questo fratello. La grazia di Dio prima di tutto! La Chiesa ha sempre aiutato

i peccatori!

P. Mario:

Questo è molto importante per i catechisti, ma è molto più importante per i

presbiteri che confessano, perché a volte alcuni presbiteri dicono: questo non è

peccato... Ai presbiteri del Cammino suggerisco di consigliare voi di chiedere aiuto

ai catechisti a chi si trova in queste dipendenze.

Ascensión:

Per quanto riguarda gli adulti, l’anno scorso vi abbiamo presentato qui una

sorella, Gianna che ha aiutato tantissimo alcuni fratelli. Lei dirige la Associazione

Maria Maddalena nella Diocesi di Roma, si tratta di una organizzazione esterna al

Cammino, dove si lavora con i gruppi di recupero, in modo anonimo3


. Noi abbiamo

presentato questo come una possibilità. Lei è del Cammino, ma questo lavoro non lo

fa il Cammino. È importante che voi capiate, per poter trasmettere questo. Questa

sorella lavora sulle tossicodipendenze. Ci sono psicologi che ci aiutano, ma questo

non è una cosa che dipende dal Cammino. Lei è una sorella del Cammino che aiuta,

ma se uno si trova in questa situazione e si riconosce malato, può andare dovunque

lui crede. Ognuno può rivolgersi allo psicologo che vuole; può cercarlo per conto

proprio e non è obbligato ad andare da questa sorella del Cammino. Preciso questo

perché alcuni avevano capito male; avevano capito che tutti i fratelli che sono malati

dovevano andare da questa psicologa che è in Cammino. Aiutati dai catechisti,

ognuno sceglie lo psicologo che vuole, purché sia cristiano. Noi sappiamo che questa

sorella ha aiutato tantissimi.

L’anno scorso avevamo suggerito che i catechisti che trovassero un fratello

malato potevano rivolgersi a questa sorella. Ma abbiamo visto che questo non va

bene: se un catechista trova un fratello che è malato deve dirgli di farsi curare, ma da

chi lo decide lui. Il catechista non deve mettersi in relazione con lo psicologo; può

solo parlare con il fratello e chiedergli come va, se si sente aiutato, ma il catechista

non interviene con lo psicologo.

P. Mario:

Molti fratelli sono stati aiutati a superare questa dipendenza. È possibile uscire

da questa dipendenza.

Ascensión:

Questa sorella ha aiutato tanti. Ma va chiarito che non è una cosa del Cammino.

Kiko:

La Santa Sede ci ha invitato a ringiovanire le équipes che sono troppo

anziane. Per questo integriamo con alcune coppie più giovani le équipes composte da

persone anziane.

Ascensión:

Adesso con le comunità di Firenze, dove la prima comunità dipende

direttamente da Kiko, procediamo a ringiovanire le équipes che già hanno una certa

età. A ogni équipe della Toscana aggiungiamo una coppia che ha finito il Cammino

e che possa aiutare questa équipe, per conoscere i catecumeni. Ora, a sorte,

assegneremo all’équipe di ogni diocesi una coppia che è qui.

Per tutte le parrocchie, dovete vedere se le équipes sono composte da anziani

e in questo caso le dovreste ringiovanire. Se nella stessa comunità non è possibile,

prendiamo una coppia da un’altra comunità che abbia finito il Cammino, che siano

fratelli affidabili, che si possano mettere come catechisti insieme a quelli della prima

comunità, in modo che la parrocchia non risulti come paralizzata per il fatto di avere

tanti catechisti anziani. Per questo, per ogni parrocchia, è necessario vedere come si

trova l’équipe dei catechisti. Questo è un lavoro che dobbiamo fare a poco a poco.

Kiko:

“Ringiovanite i catechisti” ci ha detto la Santa Sede. Ci sono troppi anziani,

dobbiamo ringiovanire! Anch’io sono anziano: me ne vado.

Ascensión:

Sei anziano? Allora ne approfitto per dare una notizia. Sarai pure anziano, ma

hai finito adesso una seconda sinfonia!

Questa seconda sinfonia, che ha fatto Kiko, sarà eseguita per la prima volta a

novembre nel teatro Verdi di Trieste. Il sindaco, d’accordo con il vescovo, ci lascia il

teatro. Siccome però ci sono pochi posti, solo si potrà entrare con l’invito. Invitiamo

gli itineranti dell’Europa, che desiderate venire, a dirlo a Letizia, per sapere quanti

siete, perché poi il resto dei posti, la maggioranza, li lasciamo ai fratelli di quella

zona, che accolgono tutta l’orchestra. Siete invitati gli itineranti e i responsabili delle

comunità di Kiko.


Abbiamo preparato i canti del Cammino registrati da Kiko, alcuni fratelli ci

hanno aiutato, cercando la versione migliore dei canti e li mettiamo nella pagina web

ufficiale del Cammino. Per questo non è necessario cercare nei vari siti che ci sono

in youtube. Tutti canti in italiano e spagnolo li stiamo mettendo, con la migliore

versione di Kiko nella pagina web ufficiale del Cammino:

www/neocatechumenaleiter.org. Anche per le altre lingue potete farlo, e lo

mettiamo nella pagina web.


Volevo aggiungere un’altra cosa. È una buona notizia per il Cammino. I fratelli

che lavorano alla Domus, d. Rino e d. Francesco Voltaggio, si sono dati molto da fare

e hanno ottenuto di poter aprire a Gerusalemme una casa di formazione, soprattutto

per i presbiteri, che possono andare a fare un anno di immersione nella Terra

Santa, come voleva Carmen. I presbiteri che desiderano fare questa esperienza

devono parlare con i loro catechisti e con il loro rettore, perché giudichino se vedono

bene che facciano questa esperienza. Se hanno il permesso dei propri catechisti, si

mettano in contatto con d. Francesco Voltaggio, che è il responsabile di questa casa

di Gerusalemme. Lui preparerà un elenco che poi presenterà a noi, perché non c’è

posto per tutti. Vedremo chi potrà andare ogni anno. Quando già abbiamo accettato

questa lista, il presbitero parla con il vescovo per chiedergli il permesso di andare a

Gerusalemme. Bisogna muoversi per tempo, perché non è possibile farlo da un mese

all’altro, ci vuole tempo; va preparato con grande anticipo. E’ un gran regalo che il

Signore ci ha concesso!


Applauso


EUCARESTIA


- Colletta per la convivenza

- Colletta per i Seminari e per l’evangelizzazione.

- Alzate:

- Alzate dei presbiteri

- Alzate dei ragazzi per il seminario

- Alzate dei ragazzi per l’itineranza

- Alzate delle famiglie per la missione

- Alzate delle ragazze per la missione o per il monastero

- Alzate delle sorelle o coppie per il seminario

- Benedizione

Kiko:

Buon viaggio a tutti fino alla prossima convivenza. Siate buoni, pregate per

me.

- Canto finale: “Voglio andare a Gerusalemme”


**


3 Per eventuali informazioni n. telefono +39 3337343272 - l'email accademia.corso@gmail.com.

CONVIVENZA DI INIZIO CORSO 2023 - PARTE TERZA: SABATO 30 SETTEMBRE

 


SABATO 30 settembre

Nella tenda


LODI – Presiede d. Ezechiele

- Saluto del Presidente

- Ammonizione al canto: “Tu sei la mia speranza, Signore”

Kiko:

Abbiamo bisogno di questa mattina per poter ascoltare quello che Dio voglia

fare con noi in questa convivenza; noi siamo veramente servi inutili e non sappiamo

cosa vuole fare con noi il Signore. Già ha avuto il potere di smuoverti, di smuovere

la tua famiglia, i tuoi figli, di trarti dalla tua nazione e metterti in movimento! Tutti

siamo dentro un combattimento molto serio, perché il peccato ci assilla, ci perseguita;

come il Faraone perseguitava il popolo che era uscito dalla schiavitù d’Egitto, così il

demonio ci rincorre. Ma oggi siamo invitati dalla Chiesa a guardare il Signore, e

guardare soprattutto il suo perdono – che abbiamo ricevuto ieri - e a perdonarci gli

uni gli altri.

Accoglieremo i presbiteri cantando l’inno che dice: “Tu sei la mia speranza,

Signore”. Mettiamo tutti la nostra speranza in Gesù Cristo risorto, vincitore della

morte: che in questa mattina lui sia la nostra unica speranza, perché lui soltanto può

cambiare il nostro cuore, lui soltanto può convertirci veramente. Cantiamo: “Ci hai

tratto dal profondo dello sheol, dell’inferno”; sappiamo che esiste veramente l'inferno

e che lui è l'unico che ci può strappare da lì. Lui ci invia agli uomini, alle nazioni per

riportare la vittoria. Cantiamo.

- Canto: “Tu sei la mia speranza Signore”

- I Salmo proclamato

- Ammonizione al canto “Dice il Signore al mio Signore”

Kiko:

Questo salmo è il più citato nel Nuovo Testamento, il salmo messianico per

eccellenza. Gesù domanda: “A chi si riferisce Davide quando dice ‘Oracolo del

Signore al mio Signore’? A quale Signore si riferisce?”. Siedi alla mia destra finché

io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi".

Questo salmo è molto importante, S. Paolo lo cita nelle Epistole e anche

l'Epistola agli Ebrei dice: “Di quale angelo Dio ha detto ‘Tu sei mio figlio, sacerdote

per sempre al modo di Melchisedek’? Il Signore è alla tua destra, annienterà tutti i

tuoi nemici”. Io ho aggiunto qui: “Giudicherà i popoli”, perché il salmo nella sua

versione originale dice “Schiaccerà la testa...”

“Giudicherà i popoli”: è importantissimo perché parla di Cristo Signore,

Kyrios, che giudicherà le nazioni nel giudizio universale.

“Il Signore è alla tua destra... lungo il cammino si disseta al torrente e solleva

alta la testa". I santi Padri, nelle interpretazioni più antiche, si chiedono: a che torrente

beve? È un’immagine poetica di un valoroso che si ferma in mezzo alla battaglia e

beve da un torrente per la sete tremenda che ha, prima di continuare la battaglia. La

più comune interpretazione dice che il torrente sono le amarezze della sua missione,

cioè la passione, le sofferenze. Lungo il cammino beve al torrente della sofferenza

come servo di Jahvè.

Sollevare la testa nel linguaggio biblico significa essere sollevato, rialzato,

significa la resurrezione di Cristo. Un altro Padre dice: questo si può interpretare nel

senso che beve al torrente della grazia divina; ma la più comune è la prima

interpretazione.

Dice il Padre a Cristo: siedi alla mia destra finché io ponga i tuoi nemici a

sgabello dei tuoi piedi. Noi siamo quelli che in questa generazione stiamo

contribuendo a che questo salmo si adempia, per portare i nemici ai piedi di Cristo.

“Lo scettro del tuo potere stende il Signore da Sion... Tu sei sacerdote per

sempre al modo di Melchisedek”. Come Melchisedek appare senza genealogia per un

sacerdozio nuovo che tutta l'epistola agli Ebrei presenterà in contrapposizione al

sacerdozio di Aronne, dell’antico culto. Dio stabilisce con il Messia un nuovo culto

nel mondo, un sacerdozio al modo di Melchisedek; Cristo che con una sola oblazione

è entrato nella tenda è entrato per sempre in cielo e lì intercede per tutti noi. Tutti noi

possiamo essere santificati per il suo sangue. Lui è entrato nella tenda. Come dice

l'epistola agli Ebrei, l’antico tempio aveva due stanze: una prima stanza, il santo, dove

c’erano i pani, il candelabro ecc. e poi c’era un velo dietro il quale c’era il Santo dei

Santi, dove c’era l’Arca, le tavole della Legge, ecc...

Nel Santo dei Santi si poteva entrare soltanto una volta l'anno e non senza

sangue, ma col sangue del capretto sul quale tutto il popolo aveva disteso le mani,

passando tutti i peccati sul quel capro. Un capro si dava ad Azazel e lo si faceva uscire

dalla porta per i demoni e un altro capro lo si uccideva. Il Sacerdote entrava una volta

l’anno, il giorno del Kippur, e siccome nessuno poteva entrare con lui lo si legava

con delle catene ai piedi, in modo che se aveva un malore lo si poteva tirare fuori. La

lettera agli Ebrei dice che prima c’era questa separazione fra il Santo dei Santi e il

Santuario perché ancora non c'era il cammino aperto per poter entrare davanti a Dio;

il peccato, la carne dell'uomo gli impediva di aver accesso al Santo dei Santi. Cristo

ha aperto un cammino attraverso la sua carne e muore pagando per ogni ingiustizia,

ed ecco che il velo che divideva il Santo dei Santi si rompe in due parti. In tutte le

religioni del mondo c'è sempre questo velo, questa iconostasi, questo luogo santo che

solo i preti possono toccare; tutto questo era soltanto figura di quello che avrebbe

fatto Cristo. Lui entrerà veramente nel cielo stesso; c'è una prima tenda che è la terra

e una seconda tenda che è il cielo. Lui è entrato non col sangue di capri ma col suo

sangue; ha purificato, ha aperto un cammino perché noi possiamo entrare.

Perciò non c’è più separazione, celebriamo l'Eucarestia qui in mezzo, siamo

stati introdotti da Cristo nel suo santuario, siamo seduti alla sua tavola, alla tavola

delle nazioni. Tutti i vangeli dicono: io stesso li farò sedere alla mia tavola, io stesso

passerò e li servirò. Alcuni vogliono mettere prima dell'altare una barriera, ma il Concilio Vaticano II ha detto di non separarlo eccessivamente come se la messa fosse

una cosa dei preti e il popolo solo assistesse; “va a messa”, però non partecipa.

Canteremo questo salmo veramente bellissimo perché Cristo è il Sommo

Sacerdote che è entrato nel santuario ed intercede per noi, sta come Kyrios, presente,

in modo che ogni potere è stato sottomesso sotto i suoi piedi, come dice il salmo 8,

tutto. Noi siamo liberi, non abbiamo paura di nulla. Cristo è Kyrios. “Ha detto il

Signore al mio Signore: siedi alla mia destra” e sta seduto alla destra del Padre, è la

nostra testa. Noi formiamo parte del corpo di Cristo: è meraviglioso perché ognuno

di noi sta radicato nel corpo di Cristo. Non ci sia tra di voi, come dice S. Paolo, una

radice amara di incredulità, di vizio, di peccato perché siamo uniti a Cristo mediante

il suo sangue, la sua natura. Lui ci ha dato la sua natura e siamo uniti a Lui in un solo

corpo. Un nuovo popolo! È meraviglioso andare alle nazioni a offrire questo nuovo

culto spirituale, presentandogli uomini al Padre, strappando gli uomini dalla cecità

della loro vita, strappandoli dalla schiavitù del demonio per il timore che hanno della

morte perché hanno sperimentato la morte dentro e sono schiavi. Hanno terrore della

morte, non possono soffrire, devono scappare per tutta la vita. Ma è impossibile

scappare dalla morte, prima o poi arrivano le malattie, la vecchiaia. Ma noi diamo

loro questa vittoria in Cristo crocifisso e risorto, diamo alla gente la vittoria sulla

morte. Non si può fare regalo più grande!

Che meraviglia, fratelli, che il Signore in tutti noi abbia svegliato la coscienza!

Ci ha chiamati dalla tenebra alla luce, dalla morte alla vita, è nato dentro di noi lo

Spirito di Cristo che testifica al nostro spirito e dice: “Figlio mio sei tu”. E ci consola,

ci aiuta; e si contrista quando vede che tendiamo verso il peccato, perché siamo

sempre liberi e abbiamo tentazioni. Lo Spirito Santo ci arguisce, tante volte ci difende

e ci protegge da tantissimi pericoli.

Allora in queste Lodi, benediciamo il Signore, cantiamo a Lui con gioia perché

grande è il suo amore, grande è la sua misericordia. Di che possiamo avere timore?

L'unica cosa di cui potevamo aver timore era la morte, ma Cristo ci ha strappati alla

morte e ci ha seduti con Lui alla destra del Padre. Siamo con Lui! Chi ci potrà separare

dall'amore di Cristo? Nessuno, niente. Nessuna cosa ci potrà separare dall'amore di

Dio. Ma vivere questo, crederlo veramente in modo da dare un contenuto alle parole,

un contenuto autentico - perché Dio fa miracoli con noi - è veramente meraviglioso.

Si vive in un combattimento, sempre, perché la fede è un combattimento. La fede va

difesa, e chi non voglia difenderla sappia quello che dice S. Paolo; Dio ha già parlato

una volta: Chi venda la sua primogenitura per un piatto di lenticchie sappia che dopo

non la potrà recuperare neanche con le lacrime. Siete stati chiamati ad essere

primogeniti, a voi sono state date le promesse: attenzione a non vendere le promesse,

la primogenitura, l'amore di Dio per un piatto di lenticchie, perché ti offrono da

mangiare. Attenzione, perché dobbiamo essere provati, fratelli: questo è indubbio.

La fede deve essere provata. La virtù provata: le sofferenze provocano in noi

la virtù provata e la virtù provata genera in noi la pazienza. La pazienza genera la

speranza e la speranza non delude. Per questo senza la virtù provata non è possibile

la fede. La nostra fede deve essere messa alla prova nel crogiuolo, messa alla prova

anche nell'affetto. Se io ho detto al Signore: “Signore, ti dò la mia vita”, anche il

demonio ha chiesto il permesso per vedere se è vero. E a un seminarista si presenterà una bella ragazza, o altre cose, e dovrà essere provato, dovrà soffrire perché il

maschio tende alla femmina, senza dubbio... Ma, Signore, tu ci difenderai. Come è

possibile che mi abbandoni? Non mi abbandonare! Non dice il salmo - io ricordo al

Signore tutti i salmi - “Non si addormenta il tuo custode, non permetterà che vacilli

il tuo piede”?

Spero che anche voi, se il Signore vi ha eletto e vi ama, siate protetti dal

Signore. Questo non vuol dire che non siamo liberi: è chiaro che se mi avvicino al

fuoco... però il Signore ci difende e ci aiuta. Basta che veda in noi un piccolo desiderio

di essere aiutati, perché tutti abbiamo le stesse difficoltà. Tutti abbiamo lo stesso

combattimento, tutti. No, tu non sei a parte, siamo tutti deboli, siamo tutti della stessa

pasta.

Ma il Signore non ci ha mai parlato di una lotta eroica basata sulla nostra

volontà, sulle nostre forze! Tutta la teologia di Paolo è basata sulla fede, sull'amore

che Dio ha per te. Appoggiamoci su questa roccia: Dio ci ama, coraggio! E quando

ci sentiamo deboli, deboli, chiediamo soccorso, soccorso, aiuto: “Aiutami, Signore!”

Anche se stiamo pieni di desideri possiamo chiedere aiuto, anche in quel momento,

perché sappiamo che dobbiamo sostenere combattimenti seri, veri e grandi. Coraggio,

fratelli!

Cantiamo pregando, e speriamo che i nostri canti e le nostre preghiere non

restino appiccicati al tetto ma salgano al Padre. Cristo, che prega con noi, presenti al

Padre questo odore soave. Qual è questo soave aroma? Un angelo chiede a un altro

angelo: “Dove sta la gloria di Dio”? Nella benedizione. Dio si compiace che noi

siamo contenti, si compiace quando diciamo a Dio: “Santo, Santo, Santo. Tu non sei

soltanto buono, sei Santo, Santo, Santo, tre volte Santo! Tu non sei buono, sei

buonissimo perché hai fatto questo, questo, e questo”. Be’, se mi metto a raccontare

i miracoli che hai fatto, posso stare tutta la giornata (come dice il salmo) e ancora non

ho finito. Quanti miracoli hai fatto nella mia vita! Non nella vita degli altri, nella mia

vita. Quante volte sono stato angosciato e ho chiamato il Signore! Quante volte mi ha

aiutato il Signore: convivenze, problemi, comunità, angosce! E il Signore sempre è

stato buonissimo, buono con noi, Santo con noi. Sempre ci ha protetto, aiutato, ha

fatto di tutto. Appena soffriamo un pochino, immediatamente viene come una madre

amorosa ad aiutarci. Si compie veramente quello che dice il Signore: “Il mio giogo è

soave e il mio carico è leggero”. Quanto duro e terribile è il giogo del mondo! Non

c’è misericordia nel mondo, c’è esigenza; appena sgarri un po’ te la fanno pagare

cento volte tanto, ti disprezzano. Invece nel Signore si trova sempre misericordia. Per

questo fratelli, coraggio, perché Lui è così buono! Non siamo degli ingrati, non

abbandoniamo nostro Signore che ci ama e che è così dolce e così buono.

- Canto: “Dice il Signore al mio Signore”

- II Salmo proclamato

- III salmo cantato: “Lodate il Signore tutti i popoli della terra”

- Lettura breve: 2 Pt 1, 10 – 11

- Ammonizione

Ascensión:

Questo capitolo 12 dell’Apocalisse è un anticipo che ci prepara alla catechesi

di questa sera di Padre Mario. Vediamo come il mondo, con questo trans-umanesimo

che già viviamo sta toccando profondamente la civilizzazione e l’uomo, e sta

passando il limite, i limiti della dignità umana: gli scienziati stanno facendo cose

senza controllo e non sappiamo dove può arrivare questo trans-umanesimo. L’ideale

è che la tecnica, la scienza è per il bene dell’uomo, ma sotto questa premessa entra

tutto quello che stiamo vivendo, che è spaventoso. Per esempio: il cambio di sesso

dei minorenni, se uno è libero e può fare ciò che pensa che è meglio per il suo bene,

entra questa situazione terrificante della società e soprattutto che sta facendo tanti

disastri nelle famiglie, tra gli adolescenti. Se uno può utilizzare tutto per il suo “bene”,

se Dio non esiste ed è lui che decide ciò che è meglio, ci troviamo con queste

situazioni terrificanti.

Vi ricordate ieri che abbiamo visto Carmen. È molto importante ricordare

Carmen, scrivere tutte le grazie che ci dà, come diceva Charlie nel video: non

possiamo abbassare le mani! Sta aiutando a tanti fratelli che dicono: questo lo chiedo

a Carmen! Ma dobbiamo poi testimoniarlo, scriverlo per aiutare la Causa.

Carmen, come una grande profeta, diceva che tanti anni fa, forse 40 anni fa, ci

ha parlato di questa cultura della morte. Colei che ha attaccato di più è stata la donna

perché ha la matrice della vita, la fabbrica della vita. Le donne con questa mela del

potere, dell’indipendenza, del desiderio di essere indipendenti hanno cambiato il

miglior lavoro che è quello di avere un figlio, di educare un figlio, di formare un

uomo per la società, per andare a lavorare, per avere potere sociale. Ci troviamo oggi

con questo disastro delle famiglie che non reggono più. In questi giorni sentivo che

c’è un nuovo tipo di famiglia che si chiama DINK, acronimo inglese, che indica due

singoli senza figli e con due stipendi. Nuova tipologia di famiglia: senza figli e con

due stipendi. Ha molto successo tra gente con studi, diplomata, con una situazione

economica buona e che si uniscono soprattutto per viaggiare, per trascorrere la vita:

l’assioma è non avere figli. Vediamo che tanti vivono così, non avere figli è la

condizione comune oggi. Lo sviluppo di questo è l’utero in affitto, lo sfruttamento

delle donne e tante cose della bioetica, tanti figli che genitori ricchi vogliono e non

sappiamo dove va’ questa scienza senza etica. È un pericolo grande. Ha detto il Papa:

l’intelligenza artificiale va bene se non fa danno all’uomo, vigilando. Adesso, manca

questa etica nella scienza in tante parti del mondo. Tutto questo per capire dove

siamo, cosa stiamo vivendo: il cambiamento di sesso – che conosciamo tutti – ma i

nostri giovani che sono deboli cadono in queste trappole, in questo disagio in cui si

trovano gli adolescenti è molto facile pensare che la soluzione è cambiare sesso, la

percentuale dei ragazzi è cresciuta esponenzialmente in modo incredibile. Per questo

tutto quello che facciamo per i giovani è buono: lavorare per i giovani. Tanti ci avete

raccontato che i giovani sono rimasti molto contenti del pellegrinaggio che hanno

fatto quest’anno, dell’incontro di Kiko, voi catechisti avete organizzato bellissimi

pellegrinaggi. Ci hanno raccontato che li avete portati in posti interessanti, monasteri,

santuari... Penso che avete approfittato per raccontare un poco la storia. Quando

andiamo in un posto, per esempio al castello di Javier, non potete non raccontare del

secolo XVI, dei gesuiti, della controriforma, della storia della Chiesa, della evangelizzazione dell’Asia, dell’America. Non facciamo lezione di storia ma

sappiamo che questo movimento WOKE, che vuole cambiare la storia – in Spagna è

molto forte – la Spagna non ha scoperto dell’America e non ha fatto niente. Vogliono

che la storia di Spagna cominci il secolo scorso. Un movimento che arriva dall’ONU

e arriverà in tutte le nazioni, che vogliono far scomparire la fede, la Chiesa: sotto c’è

un attacco contro la Chiesa e alla civiltà cristiana. È molto buono dire la verità ai

ragazzi, che abbiamo una storia, il bene grande che ha fatto la Chiesa nella storia,

all’uomo.

Tutto quello che facciamo per i giovani è buono perché sono sottomessi a tanti

pericoli. Soprattutto questi che fanno il cambiamento di sesso, quando leggi la

testimonianza – ne trovate tante anche in internet – tanti dicono che hanno cominciato

con internet, guardando questa propaganda del cambiamento di sesso. Il pericolo che

un minorenne possa avere un cellulare è grandissimo perché dietro al cellulare ci sono

tanti che sono disposti ad “ammazzare” gli adolescenti, i bambini. Non solo la

pornografia ma ci sono anche questi pericoli. Le statistiche dicono che è aumentata

la pornografia e che è scesa l’età dei bambini che cominciano a vederla. Come

possiamo difenderci? Che possiamo fare? Non dare un’arma ad uno che si può

uccidere. Non dare un telefonino ad un bambino, ad un minorenne. Questo è difficile

– non dobbiamo diventare come i talebani – ma i genitori devono sapere di questi

pericoli, i genitori che danno un telefono ad un bambino o ad un adolescente devono

avere i filtri. Ma sempre bisogna controllare, sapendo che quelli che stanno facendo

questa esperienza di non dare il telefonino ai minorenni sono contenti. Nel

pellegrinaggio alcuni hanno tolto i telefonini ed alla fine i ragazzi erano contenti

perché entrano nella vita. Questo è un consiglio: prima di andare dallo psicologo è

meglio prevenire. Senza essere talebani, non siamo una setta; i genitori hanno la

grazia di stato e decidono cosa è meglio per i suoi figli. Ma dobbiamo dire ai genitori,

- tante cose dipendono dai genitori -, di fare bene le lodi la domenica, parlare con il

cuore ai figli, nella verità. Le lodi della domenica sono un dono meraviglioso, alcuni

non le fanno e questo è un danno grande per i ragazzi. Questo momento che ha ispirato

Dio a Kiko e Carmen per salvare la famiglia non si può lasciare, si deve incoraggiare

i genitori di farle, di essere forti, di non perdere questo grande dono che ha il

Cammino Neocatecumenale.

Ascoltiamo adesso il capitolo dell’Apocalisse che presenta la lotta del drago e

la donna, quel frammento che Kiko ha messo in musica.

- Lettura: Ap 12, 1-17

- Catechesi

Kiko:

Questa lettura dell’Apocalisse presenta un combattimento......

(...)

- Canto: “Una donna vestita di sole” (intero)

- Vangelo del giorno: Lc 9, 43b - 45

- Omelia

D. Ezechiele:

Sedetevi un momento. Ci prepariamo ora a fare un minuto di preghiera che ci

introduce in questa giornata particolare della convivenza. La pagina del vangelo mi

sembra ideale per quello che ci prepariamo a celebrare, ad ascoltare oggi. Oggi

celebriamo la memoria di S. Girolamo ricordiamo la sua celebre affermazione:

“L’ignoranza delle scritture è l’ignoranza di Cristo”. Ripeto spesso che uno dei grandi

doni che Dio ha fatto alla Chiesa mediante il Concilio Vaticano II è stato quello di

ridare alla Chiesa la Parola di Dio. Tutto il Medio Evo, e lo stesso Concilio di Trento,

è abbastanza povero di Parola di Dio, ricchi di teologia, se volete, ma la vita spirituale

dei cristiani non era alimentata dal Libro della Scrittura. Sì, c’erano le grandi vetrate

delle cattedrali a raccontare fatti della Scrittura, ma restavano al di fuori della vita. Il

Concilio Vaticano II ha rimesso la Scrittura al centro della vita dei cristiani, ha messo

questo Libro nelle loro mani, nelle mani della Chiesa, del popolo di Dio. Noi

dovremmo essere immensamente grati al Cammino che durante tutti questi anni di

cammino ci ha reso questo dono, il più grande: aprirci di anno in anno, di tappa in

tappa la bellezza e la ricchezza della Scrittura. Forse siamo le comunità che, grazie

all’intuizione dei nostri catechisti, più ha ricevuto il dono della Parola di Dio dal

Concilio ad oggi.

Mi colpiva anche il secondo inno che abbiamo fatto, dal libro dell’Esodo, che

richiamava un poco la notte di Pasqua, la Veglia di Pasqua, “Cavallo e cavaliere”.

Insieme alla parola ci è stata dato il dono della Pasqua ed oggi nel questionario

avremo modo di riflettere sull’altro dono grande che attraverso il Cammino il Signore

ci sta facendo: il dono della comunità cristiana. Dovremmo essere davvero grati al

Signore per questi tre doni immensi – il tripode – che ha fatto a noi in modo

particolare nella Chiesa: la Parola di Dio, la Pasqua e la Comunità cristiana.

L’annuncio che il Signore ci ha fatto nel Vangelo di oggi della sua Passione,

davanti al quale gli Apostoli – e spesso anche noi con loro, davanti ai fatti della vita

che non comprendiamo – restano senza parola, non capiscono. Viviamo un tempo

non facile nel mondo e nella Chiesa – anche il Sinodo sulla sinodalità che si apre in

questi giorni –; ci attende un tempo difficile davanti al quale possiamo anche noi

come gli apostoli restare senza luce, senza parola. A me sembra un dono enorme questa convivenza di inizio corso, quest’anno in particolare, proprio perché aprendoci

alla luce, cogliendo gli annunci che ci verranno fatti, possiamo metterci in cammino

con una libertà, con una generosità nuova. Vedo come noi, fratelli delle prime

comunità – lo dico per me, innanzitutto – tendiamo un poco a sederci, a pensare che

la vita ci stia alle spalle, a pensare che davanti ci resta un po’ di riposo: non è vero!

Abbiamo questi 3 doni immensi che il Signore ha fatto alla nostra vita e che noi siamo

chiamati a riversare nella comunità cristiana, nella Chiesa, soprattutto oggi. Se non

ridiamo noi alla Chiesa il dono Parola di Dio, che abbiamo ricevuto così

abbondantemente, se non ridiamo noi alla Chiesa il dono della Pasqua, se non ridiamo

noi alla Chiesa il dono della comunità cristiana; chi potrà compiere questa missione?

Certo, non siamo né unici, né meglio di altri, ma questi doni hanno impregnato la

nostra vita e non abbiamo tempo per riposare.

Vi invito a questo momento di preghiera. Ieri ci accompagnavano gli

Arcangeli, oggi siamo accompagnati anche dai nostri angeli custodi, siamo

accompagnati da questa storia che il Signore sta facendo con noi. Sentire davvero la

gratitudine al Signore per essere qui, risvegliare la grazia, quella gratuità che ci ridoni

la voglia di camminare, la voglia di tornare alle nostre case, alla nostra comunità, al

tripode; tornare nel mondo di oggi, nella Chiesa di oggi portando con noi questi doni.

Che il Signore in questo momento di preghiera, davanti a questa croce che ci

presiede, davanti al mistero della sua passione e morte risvegli in noi la buona notizia

che abbiamo ascoltato anche ieri, questa vittoria sopra la morte che ha sigillato, che

è sigillata in noi dal Battesimo.

Vi invito anche a pregare per Kiko, P. Mario e Ascensión che possano

continuare ad assolvere questo ministero che il Signore affida loro. In piedi facciamo

una preghiera.

- Preghiera silenziosa 15 minuti

- Benedictus

- Preghiere spontanee

- Padre Nostro

- Pace

- Benedizione

- Canto: “Una donna vestita di sole”


Riposo


Presentazione del QUESTIONARIO

- Lettura del Questionario

QUESTIONARIO CATECHESI INIZIO CORSO

Porto San Giorgio 28 Sett. – 1 Ott. 2023


In preparazione alla Catechesi di inizio corso di quest’anno, proponiamo questo

testo profetico tratto dalla Costituzione Pastorale Gaudium et Spes (N.9-10)

promulgata dal Papa San Paolo VI, l'ultimo giorno del Concilio, il 7 dicembre 1965:

“Il mondo si presenta oggi potente a un tempo e debole, mentre gli si apre dinanzi

la strada della libertà o della schiavitù, del progresso o del regresso, della

fraternità o dell'odio. Inoltre, l'uomo si rende conto che dipende da lui orientare bene

le forze da lui stesso suscitate e che possono schiacciarlo o servirgli. Per questo si

pone degli interrogativi. In verità gli squilibri di cui soffre il mondo contemporaneo

si collegano con quel più profondo squilibrio che è radicato nel cuore dell'uomo.

È proprio all'interno dell'uomo che molti elementi si contrastano a vicenda. Da una

parte, infatti, come creatura, esperimenta in mille modi i suoi limiti; dall'altra parte

si accorge di essere senza confini nelle sue aspirazioni e chiamato a una vita

superiore.

Sollecitato da molte attrattive, è costretto sempre a sceglierne qualcuna e a

rinunziare alle altre. Inoltre, debole e peccatore, non di rado fa quello che non

vorrebbe e non fa quello che vorrebbe (cfr. Rm 7, 14 segg.). Per cui soffre in se

stesso una divisione, dalla quale provengono anche tante e così gravi discordie

nella società.

Alcuni poi dai soli sforzi umani attendono una vera e piena liberazione della

umanità, e sono persuasi che il futuro regno dell'uomo sulla terra appagherà tutti i

desideri del loro cuore.

Con tutto ciò, di fronte all'evoluzione attuale del mondo, diventano sempre più

numerosi quelli che si pongono o sentono con nuova acutezza gli interrogativi

capitali: cos'è l'uomo? Qual è il significato del dolore, del male, della morte che

malgrado ogni progresso continuano a sussistere? Cosa valgono queste conquiste

a così caro prezzo raggiunte? Cosa ci sarà dopo questa vita?

Ecco, la Chiesa crede che Cristo, per tutti morto e risorto, dà all'uomo, mediante

il suo Spirito, luce e forza perché l'uomo possa rispondere alla suprema sua

vocazione; né è dato in terra un altro nome agli uomini in cui possano salvarsi (cfr.

At 4, 12). Crede ugualmente di trovare nel suo Signore e Maestro la chiave, il

centro e il fine di tutta la storia umana. Inoltre la Chiesa afferma che al di sopra

di tutti i mutamenti ci sono molte cose che non cambiano; esse trovano il loro ultimo

fondamento in Cristo, che è sempre lo stesso: ieri, oggi e nei secoli.”


1 Qual è la tua relazione con Cristo oggi?

2 Sei cosciente del dono che Dio ha fatto alla tua vita ed alla Chiesa di far

parte di una comunità cristiana? Che pensi della tua Comunità?

3 . Che pensi del Cammino Neocatecumenale oggi?


- Formazione dei gruppi


Distribuzione dei questionari già numerati.

Prima si segnalano i fratelli che per motivi vari devono restare nella tenda e si

distribuiscono alcuni questionari già numerati (tre) per vari gruppi.

Poi si distribuisce del questionario a tutti gli altri fratelli.


Pranzo


H 17,0 - 19,00 - LAVORO PER GRUPPI


- Esperienze di alcuni fratelli sul questionario

Kiko: Buona sera a tutti. Preghiamo.

- Preghiera

Ti rendiamo grazie Signore, Dio di immensa gloria, Padre nostro,

Tu che nella tua infinita bontà ci ami, ci hai portato a questa convivenza,

vieni in mezzo a noi, Signore, parlaci al cuore dallo Spirito. Che lo

Spirito Santo renda testimonianza al nostro spirito del Tuo amore, della

Tua presenza, della Tua bontà. A Te la gloria nei secoli. Amen.


Allora coraggio! Sedetevi che si parte.

I fratelli delegati dai propri gruppi siedono in presbiterio. Kiko sorteggia il

numero del gruppo e il fratello sorteggiato dà brevemente la propria

esperienza.


Vediamo chi viene qui a sorte. Il numero 38. Presentati.

- Alcuni segretari danno l’esperienza, per circa un’ora


5 minuti di pausa


Kiko: Sedetevi, continuiamo. P. Mario, avanti P. Mario.

Catechesi di Padre Mario: “La Nuova Epoca alla luce del libro della

Apocalisse


P. Mario

Preghiera

Padre Santo, inviaci il Tuo Santo Spirito, aiuta me che hai voluto che

parlassi, ti supplico di aiutarmi, sostenermi, ispirarmi, e aiutare questi

fratelli ad ascoltare perché tutto sia per la tua maggiore gloria. Amen.

(...)

Kiko (alla fine della catechesi del p. Mario): 

Molto bene. Andiamo a cena, animo ragazzi, buona cena. Ci vediamo

domani alle 10,30 qui.