venerdì 10 novembre 2023

CONVIVENZA DI INIZIO CORSO 2023 - PARTE TERZA: SABATO 30 SETTEMBRE

 


SABATO 30 settembre

Nella tenda


LODI – Presiede d. Ezechiele

- Saluto del Presidente

- Ammonizione al canto: “Tu sei la mia speranza, Signore”

Kiko:

Abbiamo bisogno di questa mattina per poter ascoltare quello che Dio voglia

fare con noi in questa convivenza; noi siamo veramente servi inutili e non sappiamo

cosa vuole fare con noi il Signore. Già ha avuto il potere di smuoverti, di smuovere

la tua famiglia, i tuoi figli, di trarti dalla tua nazione e metterti in movimento! Tutti

siamo dentro un combattimento molto serio, perché il peccato ci assilla, ci perseguita;

come il Faraone perseguitava il popolo che era uscito dalla schiavitù d’Egitto, così il

demonio ci rincorre. Ma oggi siamo invitati dalla Chiesa a guardare il Signore, e

guardare soprattutto il suo perdono – che abbiamo ricevuto ieri - e a perdonarci gli

uni gli altri.

Accoglieremo i presbiteri cantando l’inno che dice: “Tu sei la mia speranza,

Signore”. Mettiamo tutti la nostra speranza in Gesù Cristo risorto, vincitore della

morte: che in questa mattina lui sia la nostra unica speranza, perché lui soltanto può

cambiare il nostro cuore, lui soltanto può convertirci veramente. Cantiamo: “Ci hai

tratto dal profondo dello sheol, dell’inferno”; sappiamo che esiste veramente l'inferno

e che lui è l'unico che ci può strappare da lì. Lui ci invia agli uomini, alle nazioni per

riportare la vittoria. Cantiamo.

- Canto: “Tu sei la mia speranza Signore”

- I Salmo proclamato

- Ammonizione al canto “Dice il Signore al mio Signore”

Kiko:

Questo salmo è il più citato nel Nuovo Testamento, il salmo messianico per

eccellenza. Gesù domanda: “A chi si riferisce Davide quando dice ‘Oracolo del

Signore al mio Signore’? A quale Signore si riferisce?”. Siedi alla mia destra finché

io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi".

Questo salmo è molto importante, S. Paolo lo cita nelle Epistole e anche

l'Epistola agli Ebrei dice: “Di quale angelo Dio ha detto ‘Tu sei mio figlio, sacerdote

per sempre al modo di Melchisedek’? Il Signore è alla tua destra, annienterà tutti i

tuoi nemici”. Io ho aggiunto qui: “Giudicherà i popoli”, perché il salmo nella sua

versione originale dice “Schiaccerà la testa...”

“Giudicherà i popoli”: è importantissimo perché parla di Cristo Signore,

Kyrios, che giudicherà le nazioni nel giudizio universale.

“Il Signore è alla tua destra... lungo il cammino si disseta al torrente e solleva

alta la testa". I santi Padri, nelle interpretazioni più antiche, si chiedono: a che torrente

beve? È un’immagine poetica di un valoroso che si ferma in mezzo alla battaglia e

beve da un torrente per la sete tremenda che ha, prima di continuare la battaglia. La

più comune interpretazione dice che il torrente sono le amarezze della sua missione,

cioè la passione, le sofferenze. Lungo il cammino beve al torrente della sofferenza

come servo di Jahvè.

Sollevare la testa nel linguaggio biblico significa essere sollevato, rialzato,

significa la resurrezione di Cristo. Un altro Padre dice: questo si può interpretare nel

senso che beve al torrente della grazia divina; ma la più comune è la prima

interpretazione.

Dice il Padre a Cristo: siedi alla mia destra finché io ponga i tuoi nemici a

sgabello dei tuoi piedi. Noi siamo quelli che in questa generazione stiamo

contribuendo a che questo salmo si adempia, per portare i nemici ai piedi di Cristo.

“Lo scettro del tuo potere stende il Signore da Sion... Tu sei sacerdote per

sempre al modo di Melchisedek”. Come Melchisedek appare senza genealogia per un

sacerdozio nuovo che tutta l'epistola agli Ebrei presenterà in contrapposizione al

sacerdozio di Aronne, dell’antico culto. Dio stabilisce con il Messia un nuovo culto

nel mondo, un sacerdozio al modo di Melchisedek; Cristo che con una sola oblazione

è entrato nella tenda è entrato per sempre in cielo e lì intercede per tutti noi. Tutti noi

possiamo essere santificati per il suo sangue. Lui è entrato nella tenda. Come dice

l'epistola agli Ebrei, l’antico tempio aveva due stanze: una prima stanza, il santo, dove

c’erano i pani, il candelabro ecc. e poi c’era un velo dietro il quale c’era il Santo dei

Santi, dove c’era l’Arca, le tavole della Legge, ecc...

Nel Santo dei Santi si poteva entrare soltanto una volta l'anno e non senza

sangue, ma col sangue del capretto sul quale tutto il popolo aveva disteso le mani,

passando tutti i peccati sul quel capro. Un capro si dava ad Azazel e lo si faceva uscire

dalla porta per i demoni e un altro capro lo si uccideva. Il Sacerdote entrava una volta

l’anno, il giorno del Kippur, e siccome nessuno poteva entrare con lui lo si legava

con delle catene ai piedi, in modo che se aveva un malore lo si poteva tirare fuori. La

lettera agli Ebrei dice che prima c’era questa separazione fra il Santo dei Santi e il

Santuario perché ancora non c'era il cammino aperto per poter entrare davanti a Dio;

il peccato, la carne dell'uomo gli impediva di aver accesso al Santo dei Santi. Cristo

ha aperto un cammino attraverso la sua carne e muore pagando per ogni ingiustizia,

ed ecco che il velo che divideva il Santo dei Santi si rompe in due parti. In tutte le

religioni del mondo c'è sempre questo velo, questa iconostasi, questo luogo santo che

solo i preti possono toccare; tutto questo era soltanto figura di quello che avrebbe

fatto Cristo. Lui entrerà veramente nel cielo stesso; c'è una prima tenda che è la terra

e una seconda tenda che è il cielo. Lui è entrato non col sangue di capri ma col suo

sangue; ha purificato, ha aperto un cammino perché noi possiamo entrare.

Perciò non c’è più separazione, celebriamo l'Eucarestia qui in mezzo, siamo

stati introdotti da Cristo nel suo santuario, siamo seduti alla sua tavola, alla tavola

delle nazioni. Tutti i vangeli dicono: io stesso li farò sedere alla mia tavola, io stesso

passerò e li servirò. Alcuni vogliono mettere prima dell'altare una barriera, ma il Concilio Vaticano II ha detto di non separarlo eccessivamente come se la messa fosse

una cosa dei preti e il popolo solo assistesse; “va a messa”, però non partecipa.

Canteremo questo salmo veramente bellissimo perché Cristo è il Sommo

Sacerdote che è entrato nel santuario ed intercede per noi, sta come Kyrios, presente,

in modo che ogni potere è stato sottomesso sotto i suoi piedi, come dice il salmo 8,

tutto. Noi siamo liberi, non abbiamo paura di nulla. Cristo è Kyrios. “Ha detto il

Signore al mio Signore: siedi alla mia destra” e sta seduto alla destra del Padre, è la

nostra testa. Noi formiamo parte del corpo di Cristo: è meraviglioso perché ognuno

di noi sta radicato nel corpo di Cristo. Non ci sia tra di voi, come dice S. Paolo, una

radice amara di incredulità, di vizio, di peccato perché siamo uniti a Cristo mediante

il suo sangue, la sua natura. Lui ci ha dato la sua natura e siamo uniti a Lui in un solo

corpo. Un nuovo popolo! È meraviglioso andare alle nazioni a offrire questo nuovo

culto spirituale, presentandogli uomini al Padre, strappando gli uomini dalla cecità

della loro vita, strappandoli dalla schiavitù del demonio per il timore che hanno della

morte perché hanno sperimentato la morte dentro e sono schiavi. Hanno terrore della

morte, non possono soffrire, devono scappare per tutta la vita. Ma è impossibile

scappare dalla morte, prima o poi arrivano le malattie, la vecchiaia. Ma noi diamo

loro questa vittoria in Cristo crocifisso e risorto, diamo alla gente la vittoria sulla

morte. Non si può fare regalo più grande!

Che meraviglia, fratelli, che il Signore in tutti noi abbia svegliato la coscienza!

Ci ha chiamati dalla tenebra alla luce, dalla morte alla vita, è nato dentro di noi lo

Spirito di Cristo che testifica al nostro spirito e dice: “Figlio mio sei tu”. E ci consola,

ci aiuta; e si contrista quando vede che tendiamo verso il peccato, perché siamo

sempre liberi e abbiamo tentazioni. Lo Spirito Santo ci arguisce, tante volte ci difende

e ci protegge da tantissimi pericoli.

Allora in queste Lodi, benediciamo il Signore, cantiamo a Lui con gioia perché

grande è il suo amore, grande è la sua misericordia. Di che possiamo avere timore?

L'unica cosa di cui potevamo aver timore era la morte, ma Cristo ci ha strappati alla

morte e ci ha seduti con Lui alla destra del Padre. Siamo con Lui! Chi ci potrà separare

dall'amore di Cristo? Nessuno, niente. Nessuna cosa ci potrà separare dall'amore di

Dio. Ma vivere questo, crederlo veramente in modo da dare un contenuto alle parole,

un contenuto autentico - perché Dio fa miracoli con noi - è veramente meraviglioso.

Si vive in un combattimento, sempre, perché la fede è un combattimento. La fede va

difesa, e chi non voglia difenderla sappia quello che dice S. Paolo; Dio ha già parlato

una volta: Chi venda la sua primogenitura per un piatto di lenticchie sappia che dopo

non la potrà recuperare neanche con le lacrime. Siete stati chiamati ad essere

primogeniti, a voi sono state date le promesse: attenzione a non vendere le promesse,

la primogenitura, l'amore di Dio per un piatto di lenticchie, perché ti offrono da

mangiare. Attenzione, perché dobbiamo essere provati, fratelli: questo è indubbio.

La fede deve essere provata. La virtù provata: le sofferenze provocano in noi

la virtù provata e la virtù provata genera in noi la pazienza. La pazienza genera la

speranza e la speranza non delude. Per questo senza la virtù provata non è possibile

la fede. La nostra fede deve essere messa alla prova nel crogiuolo, messa alla prova

anche nell'affetto. Se io ho detto al Signore: “Signore, ti dò la mia vita”, anche il

demonio ha chiesto il permesso per vedere se è vero. E a un seminarista si presenterà una bella ragazza, o altre cose, e dovrà essere provato, dovrà soffrire perché il

maschio tende alla femmina, senza dubbio... Ma, Signore, tu ci difenderai. Come è

possibile che mi abbandoni? Non mi abbandonare! Non dice il salmo - io ricordo al

Signore tutti i salmi - “Non si addormenta il tuo custode, non permetterà che vacilli

il tuo piede”?

Spero che anche voi, se il Signore vi ha eletto e vi ama, siate protetti dal

Signore. Questo non vuol dire che non siamo liberi: è chiaro che se mi avvicino al

fuoco... però il Signore ci difende e ci aiuta. Basta che veda in noi un piccolo desiderio

di essere aiutati, perché tutti abbiamo le stesse difficoltà. Tutti abbiamo lo stesso

combattimento, tutti. No, tu non sei a parte, siamo tutti deboli, siamo tutti della stessa

pasta.

Ma il Signore non ci ha mai parlato di una lotta eroica basata sulla nostra

volontà, sulle nostre forze! Tutta la teologia di Paolo è basata sulla fede, sull'amore

che Dio ha per te. Appoggiamoci su questa roccia: Dio ci ama, coraggio! E quando

ci sentiamo deboli, deboli, chiediamo soccorso, soccorso, aiuto: “Aiutami, Signore!”

Anche se stiamo pieni di desideri possiamo chiedere aiuto, anche in quel momento,

perché sappiamo che dobbiamo sostenere combattimenti seri, veri e grandi. Coraggio,

fratelli!

Cantiamo pregando, e speriamo che i nostri canti e le nostre preghiere non

restino appiccicati al tetto ma salgano al Padre. Cristo, che prega con noi, presenti al

Padre questo odore soave. Qual è questo soave aroma? Un angelo chiede a un altro

angelo: “Dove sta la gloria di Dio”? Nella benedizione. Dio si compiace che noi

siamo contenti, si compiace quando diciamo a Dio: “Santo, Santo, Santo. Tu non sei

soltanto buono, sei Santo, Santo, Santo, tre volte Santo! Tu non sei buono, sei

buonissimo perché hai fatto questo, questo, e questo”. Be’, se mi metto a raccontare

i miracoli che hai fatto, posso stare tutta la giornata (come dice il salmo) e ancora non

ho finito. Quanti miracoli hai fatto nella mia vita! Non nella vita degli altri, nella mia

vita. Quante volte sono stato angosciato e ho chiamato il Signore! Quante volte mi ha

aiutato il Signore: convivenze, problemi, comunità, angosce! E il Signore sempre è

stato buonissimo, buono con noi, Santo con noi. Sempre ci ha protetto, aiutato, ha

fatto di tutto. Appena soffriamo un pochino, immediatamente viene come una madre

amorosa ad aiutarci. Si compie veramente quello che dice il Signore: “Il mio giogo è

soave e il mio carico è leggero”. Quanto duro e terribile è il giogo del mondo! Non

c’è misericordia nel mondo, c’è esigenza; appena sgarri un po’ te la fanno pagare

cento volte tanto, ti disprezzano. Invece nel Signore si trova sempre misericordia. Per

questo fratelli, coraggio, perché Lui è così buono! Non siamo degli ingrati, non

abbandoniamo nostro Signore che ci ama e che è così dolce e così buono.

- Canto: “Dice il Signore al mio Signore”

- II Salmo proclamato

- III salmo cantato: “Lodate il Signore tutti i popoli della terra”

- Lettura breve: 2 Pt 1, 10 – 11

- Ammonizione

Ascensión:

Questo capitolo 12 dell’Apocalisse è un anticipo che ci prepara alla catechesi

di questa sera di Padre Mario. Vediamo come il mondo, con questo trans-umanesimo

che già viviamo sta toccando profondamente la civilizzazione e l’uomo, e sta

passando il limite, i limiti della dignità umana: gli scienziati stanno facendo cose

senza controllo e non sappiamo dove può arrivare questo trans-umanesimo. L’ideale

è che la tecnica, la scienza è per il bene dell’uomo, ma sotto questa premessa entra

tutto quello che stiamo vivendo, che è spaventoso. Per esempio: il cambio di sesso

dei minorenni, se uno è libero e può fare ciò che pensa che è meglio per il suo bene,

entra questa situazione terrificante della società e soprattutto che sta facendo tanti

disastri nelle famiglie, tra gli adolescenti. Se uno può utilizzare tutto per il suo “bene”,

se Dio non esiste ed è lui che decide ciò che è meglio, ci troviamo con queste

situazioni terrificanti.

Vi ricordate ieri che abbiamo visto Carmen. È molto importante ricordare

Carmen, scrivere tutte le grazie che ci dà, come diceva Charlie nel video: non

possiamo abbassare le mani! Sta aiutando a tanti fratelli che dicono: questo lo chiedo

a Carmen! Ma dobbiamo poi testimoniarlo, scriverlo per aiutare la Causa.

Carmen, come una grande profeta, diceva che tanti anni fa, forse 40 anni fa, ci

ha parlato di questa cultura della morte. Colei che ha attaccato di più è stata la donna

perché ha la matrice della vita, la fabbrica della vita. Le donne con questa mela del

potere, dell’indipendenza, del desiderio di essere indipendenti hanno cambiato il

miglior lavoro che è quello di avere un figlio, di educare un figlio, di formare un

uomo per la società, per andare a lavorare, per avere potere sociale. Ci troviamo oggi

con questo disastro delle famiglie che non reggono più. In questi giorni sentivo che

c’è un nuovo tipo di famiglia che si chiama DINK, acronimo inglese, che indica due

singoli senza figli e con due stipendi. Nuova tipologia di famiglia: senza figli e con

due stipendi. Ha molto successo tra gente con studi, diplomata, con una situazione

economica buona e che si uniscono soprattutto per viaggiare, per trascorrere la vita:

l’assioma è non avere figli. Vediamo che tanti vivono così, non avere figli è la

condizione comune oggi. Lo sviluppo di questo è l’utero in affitto, lo sfruttamento

delle donne e tante cose della bioetica, tanti figli che genitori ricchi vogliono e non

sappiamo dove va’ questa scienza senza etica. È un pericolo grande. Ha detto il Papa:

l’intelligenza artificiale va bene se non fa danno all’uomo, vigilando. Adesso, manca

questa etica nella scienza in tante parti del mondo. Tutto questo per capire dove

siamo, cosa stiamo vivendo: il cambiamento di sesso – che conosciamo tutti – ma i

nostri giovani che sono deboli cadono in queste trappole, in questo disagio in cui si

trovano gli adolescenti è molto facile pensare che la soluzione è cambiare sesso, la

percentuale dei ragazzi è cresciuta esponenzialmente in modo incredibile. Per questo

tutto quello che facciamo per i giovani è buono: lavorare per i giovani. Tanti ci avete

raccontato che i giovani sono rimasti molto contenti del pellegrinaggio che hanno

fatto quest’anno, dell’incontro di Kiko, voi catechisti avete organizzato bellissimi

pellegrinaggi. Ci hanno raccontato che li avete portati in posti interessanti, monasteri,

santuari... Penso che avete approfittato per raccontare un poco la storia. Quando

andiamo in un posto, per esempio al castello di Javier, non potete non raccontare del

secolo XVI, dei gesuiti, della controriforma, della storia della Chiesa, della evangelizzazione dell’Asia, dell’America. Non facciamo lezione di storia ma

sappiamo che questo movimento WOKE, che vuole cambiare la storia – in Spagna è

molto forte – la Spagna non ha scoperto dell’America e non ha fatto niente. Vogliono

che la storia di Spagna cominci il secolo scorso. Un movimento che arriva dall’ONU

e arriverà in tutte le nazioni, che vogliono far scomparire la fede, la Chiesa: sotto c’è

un attacco contro la Chiesa e alla civiltà cristiana. È molto buono dire la verità ai

ragazzi, che abbiamo una storia, il bene grande che ha fatto la Chiesa nella storia,

all’uomo.

Tutto quello che facciamo per i giovani è buono perché sono sottomessi a tanti

pericoli. Soprattutto questi che fanno il cambiamento di sesso, quando leggi la

testimonianza – ne trovate tante anche in internet – tanti dicono che hanno cominciato

con internet, guardando questa propaganda del cambiamento di sesso. Il pericolo che

un minorenne possa avere un cellulare è grandissimo perché dietro al cellulare ci sono

tanti che sono disposti ad “ammazzare” gli adolescenti, i bambini. Non solo la

pornografia ma ci sono anche questi pericoli. Le statistiche dicono che è aumentata

la pornografia e che è scesa l’età dei bambini che cominciano a vederla. Come

possiamo difenderci? Che possiamo fare? Non dare un’arma ad uno che si può

uccidere. Non dare un telefonino ad un bambino, ad un minorenne. Questo è difficile

– non dobbiamo diventare come i talebani – ma i genitori devono sapere di questi

pericoli, i genitori che danno un telefono ad un bambino o ad un adolescente devono

avere i filtri. Ma sempre bisogna controllare, sapendo che quelli che stanno facendo

questa esperienza di non dare il telefonino ai minorenni sono contenti. Nel

pellegrinaggio alcuni hanno tolto i telefonini ed alla fine i ragazzi erano contenti

perché entrano nella vita. Questo è un consiglio: prima di andare dallo psicologo è

meglio prevenire. Senza essere talebani, non siamo una setta; i genitori hanno la

grazia di stato e decidono cosa è meglio per i suoi figli. Ma dobbiamo dire ai genitori,

- tante cose dipendono dai genitori -, di fare bene le lodi la domenica, parlare con il

cuore ai figli, nella verità. Le lodi della domenica sono un dono meraviglioso, alcuni

non le fanno e questo è un danno grande per i ragazzi. Questo momento che ha ispirato

Dio a Kiko e Carmen per salvare la famiglia non si può lasciare, si deve incoraggiare

i genitori di farle, di essere forti, di non perdere questo grande dono che ha il

Cammino Neocatecumenale.

Ascoltiamo adesso il capitolo dell’Apocalisse che presenta la lotta del drago e

la donna, quel frammento che Kiko ha messo in musica.

- Lettura: Ap 12, 1-17

- Catechesi

Kiko:

Questa lettura dell’Apocalisse presenta un combattimento......

(...)

- Canto: “Una donna vestita di sole” (intero)

- Vangelo del giorno: Lc 9, 43b - 45

- Omelia

D. Ezechiele:

Sedetevi un momento. Ci prepariamo ora a fare un minuto di preghiera che ci

introduce in questa giornata particolare della convivenza. La pagina del vangelo mi

sembra ideale per quello che ci prepariamo a celebrare, ad ascoltare oggi. Oggi

celebriamo la memoria di S. Girolamo ricordiamo la sua celebre affermazione:

“L’ignoranza delle scritture è l’ignoranza di Cristo”. Ripeto spesso che uno dei grandi

doni che Dio ha fatto alla Chiesa mediante il Concilio Vaticano II è stato quello di

ridare alla Chiesa la Parola di Dio. Tutto il Medio Evo, e lo stesso Concilio di Trento,

è abbastanza povero di Parola di Dio, ricchi di teologia, se volete, ma la vita spirituale

dei cristiani non era alimentata dal Libro della Scrittura. Sì, c’erano le grandi vetrate

delle cattedrali a raccontare fatti della Scrittura, ma restavano al di fuori della vita. Il

Concilio Vaticano II ha rimesso la Scrittura al centro della vita dei cristiani, ha messo

questo Libro nelle loro mani, nelle mani della Chiesa, del popolo di Dio. Noi

dovremmo essere immensamente grati al Cammino che durante tutti questi anni di

cammino ci ha reso questo dono, il più grande: aprirci di anno in anno, di tappa in

tappa la bellezza e la ricchezza della Scrittura. Forse siamo le comunità che, grazie

all’intuizione dei nostri catechisti, più ha ricevuto il dono della Parola di Dio dal

Concilio ad oggi.

Mi colpiva anche il secondo inno che abbiamo fatto, dal libro dell’Esodo, che

richiamava un poco la notte di Pasqua, la Veglia di Pasqua, “Cavallo e cavaliere”.

Insieme alla parola ci è stata dato il dono della Pasqua ed oggi nel questionario

avremo modo di riflettere sull’altro dono grande che attraverso il Cammino il Signore

ci sta facendo: il dono della comunità cristiana. Dovremmo essere davvero grati al

Signore per questi tre doni immensi – il tripode – che ha fatto a noi in modo

particolare nella Chiesa: la Parola di Dio, la Pasqua e la Comunità cristiana.

L’annuncio che il Signore ci ha fatto nel Vangelo di oggi della sua Passione,

davanti al quale gli Apostoli – e spesso anche noi con loro, davanti ai fatti della vita

che non comprendiamo – restano senza parola, non capiscono. Viviamo un tempo

non facile nel mondo e nella Chiesa – anche il Sinodo sulla sinodalità che si apre in

questi giorni –; ci attende un tempo difficile davanti al quale possiamo anche noi

come gli apostoli restare senza luce, senza parola. A me sembra un dono enorme questa convivenza di inizio corso, quest’anno in particolare, proprio perché aprendoci

alla luce, cogliendo gli annunci che ci verranno fatti, possiamo metterci in cammino

con una libertà, con una generosità nuova. Vedo come noi, fratelli delle prime

comunità – lo dico per me, innanzitutto – tendiamo un poco a sederci, a pensare che

la vita ci stia alle spalle, a pensare che davanti ci resta un po’ di riposo: non è vero!

Abbiamo questi 3 doni immensi che il Signore ha fatto alla nostra vita e che noi siamo

chiamati a riversare nella comunità cristiana, nella Chiesa, soprattutto oggi. Se non

ridiamo noi alla Chiesa il dono Parola di Dio, che abbiamo ricevuto così

abbondantemente, se non ridiamo noi alla Chiesa il dono della Pasqua, se non ridiamo

noi alla Chiesa il dono della comunità cristiana; chi potrà compiere questa missione?

Certo, non siamo né unici, né meglio di altri, ma questi doni hanno impregnato la

nostra vita e non abbiamo tempo per riposare.

Vi invito a questo momento di preghiera. Ieri ci accompagnavano gli

Arcangeli, oggi siamo accompagnati anche dai nostri angeli custodi, siamo

accompagnati da questa storia che il Signore sta facendo con noi. Sentire davvero la

gratitudine al Signore per essere qui, risvegliare la grazia, quella gratuità che ci ridoni

la voglia di camminare, la voglia di tornare alle nostre case, alla nostra comunità, al

tripode; tornare nel mondo di oggi, nella Chiesa di oggi portando con noi questi doni.

Che il Signore in questo momento di preghiera, davanti a questa croce che ci

presiede, davanti al mistero della sua passione e morte risvegli in noi la buona notizia

che abbiamo ascoltato anche ieri, questa vittoria sopra la morte che ha sigillato, che

è sigillata in noi dal Battesimo.

Vi invito anche a pregare per Kiko, P. Mario e Ascensión che possano

continuare ad assolvere questo ministero che il Signore affida loro. In piedi facciamo

una preghiera.

- Preghiera silenziosa 15 minuti

- Benedictus

- Preghiere spontanee

- Padre Nostro

- Pace

- Benedizione

- Canto: “Una donna vestita di sole”


Riposo


Presentazione del QUESTIONARIO

- Lettura del Questionario

QUESTIONARIO CATECHESI INIZIO CORSO

Porto San Giorgio 28 Sett. – 1 Ott. 2023


In preparazione alla Catechesi di inizio corso di quest’anno, proponiamo questo

testo profetico tratto dalla Costituzione Pastorale Gaudium et Spes (N.9-10)

promulgata dal Papa San Paolo VI, l'ultimo giorno del Concilio, il 7 dicembre 1965:

“Il mondo si presenta oggi potente a un tempo e debole, mentre gli si apre dinanzi

la strada della libertà o della schiavitù, del progresso o del regresso, della

fraternità o dell'odio. Inoltre, l'uomo si rende conto che dipende da lui orientare bene

le forze da lui stesso suscitate e che possono schiacciarlo o servirgli. Per questo si

pone degli interrogativi. In verità gli squilibri di cui soffre il mondo contemporaneo

si collegano con quel più profondo squilibrio che è radicato nel cuore dell'uomo.

È proprio all'interno dell'uomo che molti elementi si contrastano a vicenda. Da una

parte, infatti, come creatura, esperimenta in mille modi i suoi limiti; dall'altra parte

si accorge di essere senza confini nelle sue aspirazioni e chiamato a una vita

superiore.

Sollecitato da molte attrattive, è costretto sempre a sceglierne qualcuna e a

rinunziare alle altre. Inoltre, debole e peccatore, non di rado fa quello che non

vorrebbe e non fa quello che vorrebbe (cfr. Rm 7, 14 segg.). Per cui soffre in se

stesso una divisione, dalla quale provengono anche tante e così gravi discordie

nella società.

Alcuni poi dai soli sforzi umani attendono una vera e piena liberazione della

umanità, e sono persuasi che il futuro regno dell'uomo sulla terra appagherà tutti i

desideri del loro cuore.

Con tutto ciò, di fronte all'evoluzione attuale del mondo, diventano sempre più

numerosi quelli che si pongono o sentono con nuova acutezza gli interrogativi

capitali: cos'è l'uomo? Qual è il significato del dolore, del male, della morte che

malgrado ogni progresso continuano a sussistere? Cosa valgono queste conquiste

a così caro prezzo raggiunte? Cosa ci sarà dopo questa vita?

Ecco, la Chiesa crede che Cristo, per tutti morto e risorto, dà all'uomo, mediante

il suo Spirito, luce e forza perché l'uomo possa rispondere alla suprema sua

vocazione; né è dato in terra un altro nome agli uomini in cui possano salvarsi (cfr.

At 4, 12). Crede ugualmente di trovare nel suo Signore e Maestro la chiave, il

centro e il fine di tutta la storia umana. Inoltre la Chiesa afferma che al di sopra

di tutti i mutamenti ci sono molte cose che non cambiano; esse trovano il loro ultimo

fondamento in Cristo, che è sempre lo stesso: ieri, oggi e nei secoli.”


1 Qual è la tua relazione con Cristo oggi?

2 Sei cosciente del dono che Dio ha fatto alla tua vita ed alla Chiesa di far

parte di una comunità cristiana? Che pensi della tua Comunità?

3 . Che pensi del Cammino Neocatecumenale oggi?


- Formazione dei gruppi


Distribuzione dei questionari già numerati.

Prima si segnalano i fratelli che per motivi vari devono restare nella tenda e si

distribuiscono alcuni questionari già numerati (tre) per vari gruppi.

Poi si distribuisce del questionario a tutti gli altri fratelli.


Pranzo


H 17,0 - 19,00 - LAVORO PER GRUPPI


- Esperienze di alcuni fratelli sul questionario

Kiko: Buona sera a tutti. Preghiamo.

- Preghiera

Ti rendiamo grazie Signore, Dio di immensa gloria, Padre nostro,

Tu che nella tua infinita bontà ci ami, ci hai portato a questa convivenza,

vieni in mezzo a noi, Signore, parlaci al cuore dallo Spirito. Che lo

Spirito Santo renda testimonianza al nostro spirito del Tuo amore, della

Tua presenza, della Tua bontà. A Te la gloria nei secoli. Amen.


Allora coraggio! Sedetevi che si parte.

I fratelli delegati dai propri gruppi siedono in presbiterio. Kiko sorteggia il

numero del gruppo e il fratello sorteggiato dà brevemente la propria

esperienza.


Vediamo chi viene qui a sorte. Il numero 38. Presentati.

- Alcuni segretari danno l’esperienza, per circa un’ora


5 minuti di pausa


Kiko: Sedetevi, continuiamo. P. Mario, avanti P. Mario.

Catechesi di Padre Mario: “La Nuova Epoca alla luce del libro della

Apocalisse


P. Mario

Preghiera

Padre Santo, inviaci il Tuo Santo Spirito, aiuta me che hai voluto che

parlassi, ti supplico di aiutarmi, sostenermi, ispirarmi, e aiutare questi

fratelli ad ascoltare perché tutto sia per la tua maggiore gloria. Amen.

(...)

Kiko (alla fine della catechesi del p. Mario): 

Molto bene. Andiamo a cena, animo ragazzi, buona cena. Ci vediamo

domani alle 10,30 qui.