martedì 14 maggio 2013

In Francia un popolo si alza


Ieri una lettrice, Nerella, ci ha fatto arrivare la lettera di una sua amica francese; ecco cosa ha scritto Isabelle.


MANIF-POUR-TOUS
Cari amici,
Per rispondere ai messaggi ricevuti da alcuni di voi, provo a raccontarvi cosa sta succedendo qui in Francia. Non sono sicura che i media in Italia, come i nostri, ne diano un’immagine giusta e completa.
Scusate in anticipo la lunghezza e l’italiano !
Come sapete, il governo, al potere da un anno, ha messo in atto la promessa del candidato Hollande di aprire il matrimonio e l’adozione alle coppie omosessuali. Questa legge è stata inizialmente chiamata « Mariage Pour Tous » (Matrimonio Per Tutti), cercando di nascondere il fatto che includesse anche l’adozione.
In effetti, mentre nei primi sondaggi sembrava che una maggioranza fosse a favore della legge, man mano che il dibattito si è fatto più deciso, questa percentuale è calata e, oggi, una maggioranza si dichiara contro l’adozione per coppie omosessuali.
Il dibattito è stato inizialmente totalmente soffocato dallo stato e dai media : a sentirli, tutta la Francia era unita e entusiasta di questa legge ; quando, lentamente e in particolare grazie ad internet, è diventato evidente che non era cosi, si è cercato di dire che chi si opponeva era un pugno di cattolici omofobi e fascisti (i tre insulti ormai più gravi della nostra società, quelli dai quali un uomo non si rialza)…
La manipolazione dell’informazione, cosi come la violenza della repressione contro le pretese violenze, ha raggiunto livelli che credevamo impensabili in una democrazia come la nostra.
La legge è stata prima studiata e approvata davanti all’Assemblée Nationale (la prima camera), poi davanti al Senat (seconda camera ; lì sembra che la votazione, che è passato solamente grazie a due voti, abbia avuto luogo in condizioni assurde: in un momento inaspettato, a mano alzata, con partecipazione del presidente della camera che per tradizione si astiene…). Di fronte al crescere della protesta, il calendario è stato poi accelerato perché il progetto di legge ritornasse immediatamente davanti all’Assemblée Nationale per il voto finale, che ha portato all’approvazione della legge il 16 aprile. E’ in atto un ricorso davanti al Consiglio Costituzionale. Se il testo dovesse essere validato, il presidente Hollande procederà alla pubblicazione dei decreti per l’attuazione della legge – sembra che siano già pronti.logo-manif-pour-tous
Siamo ovviamente molto amareggiati e preoccupati sia della legge e delle ideologie che la sostengono (gender, ecc), sia  dell’atteggiamento dello stato. Ma se tutto questo ha permesso quello che stiamo vedendo nascere, penso che, in fondo, ne valga la pena!
Subito dopo le elezioni, un collettivo, chiamato La Manif Pour Tous, si è formato per cercare di impedire la legge, informando la gente, contattando i deputati e il governo e organizzando manifestazioni di varie forme. E’ composto di varie associazione cattoliche, ma anche di associazioni di omossessuali che si oppongono alla legge (sono tanti), di associazioni di sinistra, di musulmani…
Le prime manifestazioni di strada hanno riunito più di cento mila persone ; ma il movimento si è rapidamente ampliato, nonostante il silenzio totale dei media ; il 13 gennaio eravamo tra le gli 800.000 e e il milione e duecentomila persone, e altrettante il 24 marzo. Solo da questa ultima data, i media hanno cominciato a prendere atto di quanto succedeva (probabilmente sentendosi anche più liberi rispetto a un governo che viene criticato sempre di più da tutte le parti), e hanno cominciato a rendere conto di questa reazione e a dare la parola a esponenti del collettivo – anche se si cerca molto spesso di ridicolizzarli in tutti i modi.
Un’altra grande manifestazione si prepara per il 26 maggio.
Queste manifestazioni trascinano persone di tutti tipi (tante famiglie di tutta la Francia, che hanno fatto il sacrificio economico, logistico e di forze di venire ogni volta a Parigi, anziani, tantissimi giovani, omosessuali, ecc…) in un’atmosfera di festa e di pace determinata che stupisce tutti, dai giornalisti alla polizia.
Ieri, tra le varie testimonianze durante una manifestazione locale, un omosessuale che, fino a qualche settimana fa militava nella LGBT (Fédération Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transessuali, che è all’origine della legge; uno dei principali esponenti ne è Pierre Bergé, convivente per anni dello stilista Yves Saint Laurent, uno degli uomini più ricchi di Francia e… finanziatore della campagna elettorale di Hollande) a favore della legge; dice di aver incontrato omosessuali del collettivo opposti alla legge, di aver discusso con loro, e di essersi sentito compreso e accolto come da nessuna parte… ha cambiato idea e campo di battaglia!veglia3
Inoltre, dalla settimana dell’approvazione in Parlamento, sono nati a Parigi movimenti spontanei, che si stanno espandendo in tutto il paese e all’estero:
1)        Alcune mamme, che si sono chiamate les Mères Veilleuses, per gruppo di 10, si danno il turno ogni 24 ore per “veiller” (vigilare) in posti significativi nelle varie città: in modo pacifico, incontrano chiunque voglia conoscere le loro ragioni. Numerosissime testimonianze di persone che vengono a ringraziare, a portare loro coperte, cibo,  o persone che vengono a discutere, anche ad insultare, e che ripartono dopo lunghe conversazioni, magari non convinte ma colpite e commosse da quello che hanno visto. Dei giornalisti venuti per un Reportage si sono fermati più di due ore…
2)      Gli « Hommen » imitano – al contrario – le Femen nelle loro azioni a sorpresa e messe in scena.
3)      Ma soprattutto i « Veilleurs » : sono un gruppo di giovani ragazzi che, davanti alle violenze nate dopo alcune delle manifestazioni nei giorni dell’approvazione della legge, hanno voluto esprimere anche la loro disaprovazione, ma in modo pacifico : ogni sera da tre settimane, si trovano in un posto bello di Parigi (il loro slogan è la frase di Dostoievski : « La bellezza salverà il mondo » !), per « Veiller » (vigilare) : si siedono per terra davanti a candele, indifferenti a pioggia e freddo, e ascoltano poesie, riflessioni di autori, canti lirici, brani di musica (il tutto dal vivo), intercalati da canti sottovoce e momenti di silenzio, o riflessioni scritte da loro o fatte da invitati sulla situazione attuale e la legge. La prima sera erano una cinquantina, dopo una settimana 5000 (anche grazie alla « pubblicità » che hanno procurato loro gli arresti violenti totalmente assurdi delle prime sere, che oggi non hanno più luogo) ; attualmente si danno il turno e sono qualche centinaio ogni sera a Parigi, ma anche in tante città del paese, e all’estero (compreso Milano, dove c’è stata almeno una Veglia !). All’origine dell’iniziativa, due giovani, Alix e Axel (fratello e sorella ???), che non vogliono essere conosciuti e intervistati dai media, e che assomigliano stranamente (almeno Axel) ai fratelli Scholl della Rosa Bianca…
Alcuni dei numerosissimi autori citati: Hugo, Aragon, Eluard, Desnos, Péguy, Rostand, Racine, Sofocle, Toqueville, Camus, Ronchi, Popieluszko, Dostoiesvki, Jaurès, Mac Arthur, Saint Exupéry, Gramsci, Havel, Soljenitsin, ecc… Tra i film citati : Hannah Arendt, Cristiadas…
Incuriosita e desiderosa di capire veramente chi erano, ho partecipato ieri alla loro veglia. Ho visto dei ragazzi giovanissimi (la maggior parte sembra attorno ai 20 anni), con dei leader di una maturità e di una determinazione stupefacente. Siamo stati seduti per due ore nella modalità che ho descritto. Il posto (Avenue de Breteuil) era nuovo, e sembra che la polizia che finora ha controllato da molto vicino questi incontri non sia riuscita a trovarci. Poi ci siamo alzati e incamminati, sempre con candele e canti, verso una destinazione sconosciuta (i responsabili sono coscienti che queste manifestazioni rischiano di attrarre i pro- e  i contro la legge che cercano le risse, e sono quindi molto cauti, perché le informazioni circolano istantaneamente sulle reti sociali) : abbiamo scoperto dopo che l’obiettivo era la Place Vendôme, dove si trova il palazzo di giustizia.
FRANCE-POLITICSErano le 23.30, tanti « Veilleurs » erano già andati a casa, ed eravamo ormai circa 200. Dopo qualche centinaia di metri, siamo arrivati sugli Invalides, dove ha avuto luogo la maggior parte delle Veglie precedenti… lì ci aspettavano i Gendarmes! Abbiamo visto correre contro di noi centinaia di militari super armati, con casco e scudo, e nel giro di qualche secondo eravamo accerchiati da un muro. Una scena surreale, se si pensa alla tranquillità del gruppo che avevano di fronte !
I leader del gruppo hanno chiesto di poter andare al Ministero come erano intenzionati, ma davanti al rifiuto, ci hanno immediatamente detto di sederci e che la « Veglia » sarebbe andata avanti li, sul marciapiede. Abbiamo ripreso letture e canti. La « guardia » davanti a noi è rimasta tutto il tempo, in piedi, ma hanno presto ridotto il numero, sono rimaste solo compagnie di Gendarmes che si sono alternate ogni venti minuti davanti a noi.
Regolarmente, i leader ricordavano che ognuno poteva andarsene quando voleva, pensando in particolare ai suoi impegni del giorno dopo, e consultavano il gruppo per sapere se andare avanti. C’era poca gente in giro a quell’ora, ma chi passava si fermava a chiedere chi fossero questi ragazzi seduti e sorvegliati dalla polizia. Qualcuno applaudiva e incoraggiava. Verso l’una e mezza, i CRS (la polizia anti sommosse) ha dato il cambio ai Gendarmes, che se ne sono andati. Questi, partendo, ci hanno salutato silenziosamente da ognuno dei numerosi camion che ci passavano davanti. Durante la lettura del testo di Mac Arthur sulla giovinezza, abbiamo visto un poliziotto recitarlo a memoria insieme al lettore.
Io sono andata via verso le 2, ma un gruppo di una cinquantina è andato avanti fino alle 7 questa mattina.
Non so cosa succederà nei prossimi tempi, come si evolverà. Sicuramente il governo spera che l’approvazione definitiva della legge stroncherà queste varie manifestazioni. Può darsi che abbia ragione. Oppure no.
veglia2
Comunque non potrà togliere il fatto che si è alzato un popolo, per dire « io », testimoniando di una diversità di mentalità e di cultura ormai indecifrabile dall’intelligentsia al potere, ma disposto a tutto per non farsi omologare, per rimanere se stesso. Ieri, durante la Veglia, uno degli interventi diceva che il ’68 ha formato la cultura, la mentalità e la classe dirigente fino ad oggi. E domandava : chissà se la primavera 2013 formerà quelle degli anni a venire ?
Aggiungo una cosa personale : spesso ci interroghiamo nel movimento, qui, sul significato della nostra presenza, cosi piccola e in apparenza poco feconda. Anche in questa circostanza, la Sua vittoria non ha la forma che ci saremmo imaginati (fallimento della legge), ma si dimostra ancora più imprevedibile, umana (« Le forze che cambiano la storia sono le stesse che cambiano il cuore dell’uomo ») e potente.
Oggi, in questo istante, mi sembra che il nostro compito nell’esser stati messi qui sia di testimoniare quello che vediamo : « cio’ che i nostri occhi hanno visto, i nostri orecchi hanno udito… ».
Isabelle
Per chi volesse approfondire, ecco alcuni link (ovviamente in francese, anche se almeno alcuni video si capiscono anche senza audio…)
Siti :
Il sito del collettivo « La Manif pour Tous » : http://www.lamanifpourtous.fr/fr/
Il sito Homovox, che raccoglie filmati di interviste a numerosi omosessuali opposti al matrimonio gay a nome della famiglia :http://www.homovox.com/
Il blog dei Veilleurs, con alcuni dei testi letti durante le Veglie : http://lestextesdesveilleurs.blogspot.fr/
Il sito delle Mères Veilleuses : http://www.meresveilleuses.com/
Video :
Filmato di una delle prime veglie, in cui si vede l’arresto assurdo di ragazzi mentre cantanoA :http://www.dailymotion.com/video/xz5emt_les-veilleurs-de-la-famille_news#.UYe-v0prjSg
Alcune momenti di altre Veglie : http://www.youtube.com/watch?v=yLW0csJpBGA (riassuntiva della piccola storia del movimento fino al 21 aprile) http://www.dailymotion.com/video/xz5emt_les-veilleurs-de-la-famille_news#.UYe-v0prjSg (con marcia al ministero della famiglia)
Filmato che spiega l’apparente falsificazione da parte della questura di foto della manifestazione del 24 marzo :http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=bljFh_r5imc (questa informazione è ancora da verificare, anche se tanti elementi sembrano confermarla, ma per ora i media e il governo non sembrano aver voglia di fare la luce su queste interrogazioni).
E in Italia… :
Pagine Facebook italiane del collettivo La Manif pour tous : https://www.facebook.com/romelamanifpourtous ;http://www.facebook.com/pages/La-Manif-Pour-Tous-%C3%A0-Milan/445995675489385

*
 Riporto da "Il Foglio" di oggi, 14 maggio.

 Il Papa e l’aborto: “Vale la pena proteggere la vita, c’è il soffio di Dio”

Ha atteso la fine della messa, Papa Francesco, per salutare i partecipanti alla terza edizione della Marcia per la Vita, che si è svolta domenica scorsa a Roma. “Invito a mantenere viva l’attenzione di tutti sul tema così importante del rispetto per la vita umana sin dal momento del suo concepimento, sin dal primo istante della sua esistenza”, ha detto Bergoglio durante il Regina Caeli. Terminata la celebrazione e smessi i paramenti sacri, si è avvicinato ai promotori dell’iniziativa, salutandoli e scambiando qualche parola con loro.
Il sostegno di Francesco “ha dato un grande impulso” alla causa, spiega al Foglio la neo presidente dell’Associazione Scienza e Vita, Paola Ricci Sindoni: “Coltiviamo la speranza che il linguaggio fresco, vicino alla gente del Papa porti nuova attenzione e nuovo entusiasmo su questi temi, non solo nel mondo cattolico ma anche tra i non credenti. Importante poi che Francesco abbia pubblicamente dato il suo sostegno alla raccolta di firme nelle parrocchie legata all’iniziativa europea ‘Uno di noi’ per dare protezione giuridica all’embrione”. E proprio il legame tra le due iniziative è stato sottolineato anche da Carlo Casini, presidente del comitato italiano di “Uno di noi”: “Anche se nascono in modo indipendente, la Marcia e la raccolta di firme possono diventare due opportunità per dare il segno dell’unità del grande popolo della vita prefigurato da Giovanni Paolo II”. Eventi che, come ha detto Paola Ricci Sindoni, “si potenziano reciprocamente”, perché “l’isolamento condanna all’insignificanza sociale, culturale e politica”, aggiunge Casini. E il fatto che il Papa abbia appoggiato i due appuntamenti davanti alle migliaia di persone che affollavano Piazza San Pietro per la solenne messa di canonizzazione dei martiri d’Otranto e di due suore, ha contribuito a rivitalizzare i movimenti pro life.
Era la prima volta che il nuovo Papa prendeva posizione su uno dei principi non negoziabili, il no all’aborto. Chi conosceva bene l’allora cardinale primate d’Argentina rassicurava quanti iniziavano a sentirsi perplessi per i silenzi del Papa, e che ricordavano preoccupati il caso dell’istituto spagnolo “Borja” di bioetica (presieduto dal gesuita Francesc Abel i Fabre), che anni fa si era detto favorevole “in casi estremi” a praticare l’interruzione di gravidanza. Storia diversa, quella di Bergoglio: a Buenos Aires sui temi legati all’etica e alla morale si era fatto sentire in modo chiaro, spesso alzando la voce contro le autorità governative e contro i “cattolici addormentati”.
Basta tornare indietro all’agosto del 2009, quando Bergoglio prese la parola davanti a migliaia di fedeli nel santuario di San Raimondo Nonnato, santo catalano del Duecento patrono delle donne incinte e particolarmente venerato in America del sud: “Vale sempre la pena di proteggere la vita. Dal primo momento in cui un bambino o una bambina sono concepiti, sono vivi e lì c’è il soffio di Dio. La cultura della vita deve essere la cultura più importante per l’umanità, opposta a quella della morte”. Due anni dopo, la Conferenza episcopale argentina indiceva l’“Anno della vita” e l’allora arcivescovo di Buenos Aires ribadiva l’“urgenza di dare priorità al diritto alla vita in tutte le sue manifestazioni, dando una speciale attenzione ai bambini non ancora nati”.
Tutti temi tornati all’ordine del giorno con la terza Marcia per la Vita di domenica. L’arcivescovo di Trieste Giampaolo Crepaldi, fin dall’inizio tra i convinti sostenitori dell’iniziativa, ha ammonito sul rischio che “la vita nascente non venga nemmeno più compresa come vita nascente, ma come semplice processo biologico”. Il problema, aggiunge Crepaldi, “non è la natura che non ci dice più niente, ma la nostra cultura che ha perso il codice per comprenderla”. Difendere la vita significa oggi, per l’arcivescovo di Trieste, “fare anche un’operazione culturale alternativa alla cultura attuale, ricominciando a parlare di un ordine e non solo di autodeterminazione”. (M. Matzuzzi)
Il Foglio