martedì 14 giugno 2016

Iuvenescit Ecclesia



Nuovo tweet del Papa: "Il futuro di un popolo suppone necessariamente l’incontro fecondo tra i giovani e gli anziani." (14 giugno 2016)

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Lettera Iuvenescit Ecclesia ai Vescovi della Chiesa cattolica sulla relazione tra doni gerarchici e carismatici per la vita e la missione della Chiesa 
 Congregazione per la Dottrina della Fede 
I doni dello Spirito Santo nella Chiesa in missione
1. La Chiesa ringiovanisce in forza del Vangelo e lo Spirito continuamente la rinnova, edificandola e guidandola «con diversi doni gerarchici e carismatici» [1]. Il Concilio Vaticano II ha ripetutamente messo in rilievo l’opera meravigliosa dello Spirito Santo che santifica il Popolo di Dio, lo guida, lo adorna di virtù e lo arricchisce di grazie speciali per la sua edificazione. Multiforme è l’azione del divino Paraclito nella Chiesa, come amano evidenziare i Padri. Scrive Giovanni Crisostomo: (...) 
(fr) Lettre Iuvenescit Ecclesia

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Sala stampa della Santa Sede

Alle ore 11.30 di questa mattina, nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, si svolge la Conferenza Stampa di presentazione della Lettera della Congregazione per la Dottrina della Fede Iuvenescit Ecclesia ai Vescovi della Chiesa cattolica, sulla relazione tra doni gerarchici e carismatici per la vita e la missione della Chiesa.

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Sintesi non ufficiale della Lettera della Congregazione per la Dottrina della FedeIuvenescit Ecclesia ai Vescovi della Chiesa cattolica sulla relazione tra doni gerarchici e carismatici per la vita e la missione della Chiesa 
 Sala stampa della Santa Sede 


Doni gerarchici e doni carismatici, coessenziali alla vita della Chiesa
I doni gerarchici ed i doni carismatici sono “coessenziali” alla vita della Chiesa: questo il punto centrale della Lettera Iuvenescit Ecclesia (La Chiesa ringiovanisce), pubblicata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede. Il documento – a firma del cardinale prefetto Ludwig Müller e dell’arcivescovo segretario Luis Ladaria – è rivolto ai vescovi della Chiesa cattolica e si sofferma “sulla relazione tra doni gerarchici e carismatici per la vita e la missione della Chiesa”. I primi sono quelli conferiti dal sacramento dell’ordinazione (episcopale, sacerdotale, diaconale), mentre i secondi vengono liberamente distribuiti dallo Spirito Santo. La pubblicazione della Lettera - datata 15 maggio 2016, Solennità di Pentecoste - è stata ordinata da Papa Francesco il 14 marzo scorso, nell’udienza concessa al card. Müller.

Connessione armonica e complementare, con obbedienza ai Pastori
In particolare, la IE si sofferma sulle questioni teologiche, e non pastorali o pratiche, che derivano dal rapporto tra istituzione ecclesiale e nuovi movimenti ed aggregazioni, insistendo sull’armonica connessione e complementarietà dei due soggetti, purché nell’ambito di una “partecipazione feconda ed ordinata” dei carismi alla comunione della Chiesa, che non li autorizzi a “sottrarsi all’obbedienza verso la gerarchia ecclesiale”, né conferisca loro “il diritto ad un ministero autonomo”. “Doni di importanza irrinunciabile per la vita e la missione ecclesiale”, dunque, i carismi autentici devono guardare “all’apertura missionaria, alla necessaria obbedienza ai Pastori e all’immanenza ecclesiale”.
Non contrapporre Chiesa istituzionale e Chiesa della carità
Pertanto, una loro “contrapposizione o giustapposizione” con i doni gerarchici sarebbe un errore. Non bisogna, infatti, opporre una Chiesa “dell’istituzione” ad una Chiesa “della carità”, perché nella Chiesa “anche le istituzioni essenziali sono carismatiche”, ed “i carismi devono istituzionalizzarsi per avere coerenza e continuità”. In tal modo, ambedue le dimensioni “concorrono insieme a rendere presente il mistero e l’opera salvifica di Cristo nel mondo”.
Dimensione carismatica non manchi mai alla Chiesa, ma occorre maturità ecclesiale
Le nuove realtà, dunque, devono giungere alla “maturità ecclesiale” che comporta la loro piena valorizzazione ed inserzione nella vita della Chiesa, sempre in comunione con i Pastori ed attenti alle loro indicazioni. L’esistenza di nuove realtà, infatti – sottolinea la Lettera – colma il cuore della Chiesa di “gioia e gratitudine”, ma le chiama anche a “relazionarsi positivamente con tutti gli altri doni presenti nella vita ecclesiale”, affinché siano “promossi con generosità ed accompagnati con vigilante paternità” dai Pastori per “concorrere al bene della Chiesa ed alla sua missione evangelizzatrice”. “La dimensione carismatica – si legge nel documento – non può mai mancare alla vita ed alla missione della Chiesa”.
I criteri per discernere i carismi autentici
Ma come riconoscere un dono carismatico autentico? La Lettera della Congregazione richiama al discernimento, compito che è “di pertinenza dell’autorità ecclesiastica”, secondo criteri specifici: essere strumento di santità nella Chiesa; impegnarsi nella diffusione missionaria del Vangelo; confessare pienamente la fede cattolica; testimoniare una comunione fattiva con tutta la Chiesa, accogliendo con leale disponibilità i suoi insegnamenti dottrinali e pastorali; riconoscere e stimare le altre componenti carismatiche nella Chiesa; accettare con umiltà i momenti di prova nel discernimento; avere frutti spirituali come carità, gioia, pace, umanità; guardare alla dimensione sociale dell’evangelizzazione, consapevoli del fatto che “la preoccupazione per lo sviluppo integrale dei più abbandonati dalla società non può mancare in un’autentica realtà ecclesiale”.
Il riconoscimento giuridico secondo il Diritto canonico
Inoltre, la IE indica altri due criteri fondamentali da considerare per il riconoscimento giuridico delle nuove realtà ecclesiali, secondo le forme stabilite dal Codice di Diritto canonico: il primo è “il rispetto della peculiarità carismatica delle singole aggregazioni ecclesiali”, così da evitare “forzature giuridiche” che ne “mortifichino la novità”. Il secondo criterio concerne “il rispetto del regimen ecclesiale fondamentale”, favorendo “l’inserimento fattivo dei doni carismatici nella vita della Chiesa”, ma evitando che essi si concepiscano come una realtà parallela, senza un riferimento ordinato ai doni gerarchici.
Relazione tra Chiesa universale e Chiese particolari è imprescindibile
Il documento della Congregazione per la Dottrina della Fede evidenzia poi, come il rapporto tra doni gerarchici e carismatici debba tener conto della “imprescindibile e costitutiva relazione tra Chiesa universale e Chiese particolari”. Ciò significa che i carismi sono dati, sì, a tutta la Chiesa, ma che la loro dinamica “non può che realizzarsi nel servizio ad una concreta diocesi”. Non solo: essi rappresentano anche “un’autentica possibilità” per vivere e sviluppare la vocazione cristiana di ciascuno, sia essa il matrimonio, il celibato sacerdotale, o il ministero ordinato. Anche la vita consacrata, inoltre, “si colloca nella dimensione carismatica della Chiesa”, perché la sua spiritualità può diventare “una significativa risorsa” sia per il fedele laico che per il presbiterio, aiutando entrambi a vivere una specifica vocazione.
Guardare al modello di Maria
Infine, la IE invita a guardare a Maria, “Madre della Chiesa”, modello di “piena docilità all’azione dello Spirito Santo” e di “limpida umiltà”: con la sua intercessione, si auspica che “i carismi abbondantemente distribuiti dallo Spirito Santo tra i fedeli siano da questi docilmente accolti e messi a frutto per la vita e la missione della Chiesa e per il bene del mondo”.

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Il cardinale Muller: "Francesco valorizza tutte le novità per ringiovanire la Chiesa" 
 La Repubblica 

(Paolo Rodari) Presentata oggi "Iuvenescit Ecclesia", la Lettera per la dottrina della Fede sulla relazione tra gerarchie e nuove realtà. Il prefetto della Congregazione per la dottrina della fede smentisce la difficoltà nei rapporti tra Bergoglio e i movimenti: "Magari sono come figli venuti al mondo senza essere programmati. (...)

Andare oltre le contrapposizioni tra vescovi e nuovi carismi 
 Vatican Insider 

(Iacopo Scaramuzzi) Un invito alla «reciproca collaborazione» tra vescovi e nuovi movimenti o aggregazioni, superando «ogni sterile contrapposizione o giustapposizione», è contenuta nella lettera Iuvenescit Ecclesia (La Chiesa ringiovanisce), approvata da Papa Francesco e pubblicata oggi dalla Congregazione per la Dottrina della Fede del cardinale Gerhard Ludwig Mueller. (...)