lunedì 6 giugno 2016

Ramadan: digiunare per arrivare a purezza dell'anima


 - AFP

Inizia oggi per i musulmani in tutto il mondo il mese sacro del Ramadan, il nono nel calendario islamico, in cui vige l’osservanza del digiuno diurno. Ma quale significato e importanza riveste questa ricorrenza? Roberta Gisotti ha intervistato Shahrzad Houshmand, teologa iraniana, docente di Studi islamici alla Pontificia Università Gregoriana:
R. – E’ il mese dello sforzo grande per un miliardo e mezzo di musulmani al mondo. In questo mese il corpo e l’anima si coinvolgono in modo significativo, perché ci si astiene – dall’alba al tramonto – dal bere e dal mangiare, e anche dai rapporti sessuali. Coinvolge le donne e gli uomini adulti, mentre gli anziani e le donne incinte possono rimandarlo ad un altro momento. E’ un mese di grande importanza, perché vediamo diverse parole apparire in modo chiaro: controllo e autocontrollo, condivisione, perdono, preghiera, veglia. Il controllo, sicuramente, visto che si tratta di uno sforzo grande di controllare i primi istinti naturali dell’essere umano, che sono appunto il bere e il mangiare, un controllo che sia autocontrollo, perché nessuno controlla l’altro se di nascosto vuole mangiare qualcosa. E’ quindi arrivare alla coscienza di poter guidare anche gli stessi istinti più naturali. La condivisione perché alla fine di questo sforzo diurno, c’è la raccomandazione di condividere il cibo insieme agli altri fratelli e sorelle. E’ anche il mese perdono, perché – dice la tradizione – le porte del cielo sono spalancate dalla misericordia e dal perdono divino. Quindi i fedeli cercano di ricordare i propri sbagli, chiedono perdono di ciò che è passato e chiedono pure un futuro più luminoso. Inoltre, visto che il perdono di Dio è aperto in modo così grande, è raccomandato anche il perdonarsi reciprocamente. E’ visto che è il mese nel quale la Parola Sacra del Corano ha avuto la sua manifestazione è anche il mese della preghiera, per cui alle preghiere canoniche si aggiungono altre preghiere. E per questo c’è la parola veglia: essere svegli anche durante le ore nelle quali apparentemente il sole non c’è per poter accendere l’alba. Anche questo ha un significato. al-Ghazālī , il grande teologo musulmano, già mille anni fa, nel libro “Alchimia della Felicità” descrive il vero digiuno, dicendo che non è soltanto astenersi dal bere e dal mangiare, ma è astenersi totalmente da tutto ciò che distrae la purezza dell’uomo. Allora ti astieni dal bere e dal mangiare, ma dovresti anche arrivare al secondo livello, che è quello di astenersi dall’odio, dalla gelosia, dall’arroganza, dalla superbia e da tutte le forme che feriscono l’originalità e la purezza dell’anima; per poi raggiungere – per chi può – il terzo livello, che è l’astenersi da tutto ciò che può distrarre.
D. – E’ dunque importante, anche per i non musulmani, conoscere le tradizioni legate a questa ricorrenza, per capirne il significato e questo per evitare sovente pregiudizi, incomprensioni, intolleranza o semplicemente non conoscenza…
R. – Sì, assolutamente! L’ignoranza e la non conoscenza creano veramente la base per ogni intolleranza e anche per ogni – purtroppo – aggressione o violenza. La conoscenza è la via migliore per una vita condivisa pacificamente e civilmente. Ed è bene sapere che l’altro si sta sforzando per una meta buona, che poi riesca a raggiungerla o meno è un altro discorso: chi digiuna fa nella sua mente uno sforzo spirituale che coinvolge anche il corpo e che non si ferma soltanto ad uno sforzo spirituale, ma deve condurre ad un comportamento giusto.
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La sceicca del Qatar in visita a Papa Francesco.
 

«Noi dobbiamo essere come l’ulivo: musulmani e cristiani, noi siamo fratelli per la pace. Abbiamo la stessa radice». È quanto ha affermato papa Francesco facendo dono alla sceicca del Qatar del suo medaglione con l’Ulivo della pace, che «ci ricorda la guerra, la divisione tra i popoli». «L’ulivo cresce sia nel mondo arabo sia in Occidente», ha risposto la sceicca, che a sua volta, donando al Papa un prezioso manoscritto arabo dei Vangeli ha sottolineato: «Questa è la grande prova della collaborazione delle religioni nel corso dei secoli».  

L’udienza privata era cominciata questa mattina alle 11.00, al Palazzo Apostolico vaticano. Mozah bint Nasser al-Missned, sceicca del Qatar, è la seconda delle tre mogli di Hamad bin Khalifa al-Thani, emiro del Qatar dal 1995 al 2013, e madre dell’attuale emiro Tamim bin Hamad al-Thani. La sceicca è presidente della Qatar Foundation for Education, Science and Community Development. 

La sceicca Mozah ha informato il Papa sulla sua molteplice attività nel campo dello sviluppo educativo e sociale, a livello nazionale e internazionale, e sulla grave situazione delle scuole nelle diverse aree di conflitto, e ha ricevuto il suo incoraggiamento. Oltre al tema dell’istruzione, affrontato anche quello della crisi dei migranti. L’incontro, definito «molto cordiale» dal portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, è durato circa 30 minuti. 

Il dono offerto dalla sceicca al Papa è stato un prezioso manoscritto in arabo dei Vangeli, riccamente decorato, composto di 123 pagine in calligrafia naskhi, prodotto nella Turchia Ottomana nel 18/o secolo. A sua volta, il Papa le ha donato il medaglione dell’ulivo della pace e l’edizione in lingua araba della sua enciclica Laudato sì. 

Successivamente, presso la Segreteria di Stato, la sceicca ha incontrato monsignor Giovanni Angelo Becciu, sostituto della Segreteria di Stato, accompagnato da monsignor Michael F. Crotty. Oggetto del colloquio è stata la situazione della comunità cattolica nel Qatar. 

Infine, nella cosiddetta «Manica di Raffaello» del Palazzo Apostolico, la sceicca ha presenziato alla firma di un Accordo (Memorandum of Understanding) fra la Biblioteca Apostolica Vaticana e la Qatar Foundation for Education, Science and Community Development per conto della Qatar National Library. L’Accordo è stato firmato, per la Qatar Foundation da Sua Eccellenza il Dottor Hamad Al Kuwari e per la Biblioteca Apostolica dal Prefetto, Monsignor Cesare Pasini.  

Il Memorandum of Understanding si riferisce al fatto che fra gli 80.000 manoscritti della Biblioteca Vaticana fatti oggetto del progetto generale di digitalizzazione in corso dal 2010, la Biblioteca Vaticana conserva manoscritti concernenti la storia, la cultura, l’eredità e la scienza del Qatar, del Golfo e di altre regioni islamiche. La Biblioteca Vaticana e la Qatar National Library, insieme alla Qatar Foundation, condividono il comune interesse di rendere i manoscritti accessibili a tutti in forma digitale per lo sviluppo della ricerca. È stato pertanto stabilito un Comitato che lavorerà per mettere a punto tutti gli aspetti dell’accordo concernenti conservazione, restauro, digitalizzazione, descrizione e accessibilità di un gruppo di manoscritti fra quelli riguardanti appunto la storia, la cultura, l’eredità e la scienza del Qatar, del Golfo e di altre regioni islamiche. 
Vatican Insider

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La mère de l'émir du Qatar en visite au Vatican

Ce samedi matin, 4 juin 2016, le Pape François a reçu en audience privée la mère de l’Émir du Qatar, Mozah bint Nasser, venue lui parler de ses multiples activités dans le domaine éducatif et social et de la situation dramatique des écoles dans les pays en conflit. L’entretien a duré une trentaine de minutes. Son Altesse a offert au Saint-Père un précieux manuscrit des Évangiles en arabe, richement décoré, réalisé au XVIIIe siècle dans l’Empire ottoman. Son entretien avec le substitut de la Secrétairerie d’État a porté sur la situation de la communauté catholique au Qatar, formée essentiellement de travailleurs immigrés. Enfin, un Accord a été signé entre la Bibliothèque apostolique Vaticane et Fondation du Qatar pour l’éducation, la science et le développement de la Communauté, dont elle est la présidente.
Mozah bint Nasser s’inscrit en faux contre la thèse du choc des civilisations entre l’islam et l’Europe, une thèse fatiguée et discréditée. « Nos cultures, souligne-t-elle, ont une longue histoire de paix, d’amitié et de collaboration ». Considérée comme la meilleure représentante du richissime petit émirat, Mozah bint Nasser Al Missned sillonne le monde et défend le dialogue des cultures et l’alliance des civilisations. Cette femme, qui a su s’impliquer au grand jour dans la vie politique de l’émirat, a été nommée en 2003 envoyée spéciale de l’Unesco pour l’éducation de base et l’enseignement supérieur en hommage à son implication à la promotion de l’éducation au Qatar. C’est à son influence que l’on attribue l’adoption en 2006 d’un code de la famille. Elle a aussi supervisé la création d’un centre pour la liberté de la presse.
Le Saint-Siège et le Qatar entretiennent des relations diplomatiques depuis 2002. Des milliers de travailleurs immigrés catholiques, venus surtout des Philippines et de l’Inde, vivent dans le petit émirat.
RV