lunedì 4 novembre 2024

CONVIVENZA DI INIZIO CORSO Porto S. Giorgio, 26 settembre – 29 settembre 2024. MERKABA, EUCARESTIA E CHIAMATE.

 


MERKABA

Kiko

- Preghiera iniziale

- Merkabà di

- Presbiteri

- Seminaristi

- Coppie

- Sorelle

- Kiko ringiovanisce le equipes di catechisti, delle parrocchie in cui lui è

catechista, affiancando loro delle coppie di catechisti più giovani

- I e II Martiri Canadesi

- I S. Francesca Cabrini


- Alcuni avvisi

Ascensión:

Una serie di avvisi per la vita quotidiana del prossimo anno.

La catechesi di P. Mario è molto bella e interessante ma si fa parlata (non

letta). È chiaro che si può leggere qualche citazione, ma è una catechesi non una

conferenza. Voi presbiteri, che siete abituati a studiare, dovete fare lo sforzo di

studiarla per darla bene; si perde tanto quando si legge.


La convivenza di inizio corso è molto importante per tutti, non solo per i

catechisti. Dovete incoraggiare i fratelli a viverla completa. Per le comunità che

hanno finito il Cammino questa è l’unica convivenza che ricevono! Ma è necessaria

per tutti i fratelli, è uno slancio per cominciare il corso con zelo. Quello che vi

raccomandiamo a tutti i fratelli è di viverla e di trasmetterla interamente.

Per i giovani, è stato magnifico quello che è stato fatto con i pellegrinaggi.

Questi sono un aiuto per sostenere i giovani e recuperare qualcuno che è andato in

crisi; la cosa più importante è che i giovani possano fare il tripode, fare bene il

Cammino.

Per continuare ad aiutarli, è molto importante la scrutatio della domenica. Il

Papa ha fatto un messaggio molto bello per la giornata diocesana dei giovani, da

celebrare alla fine di novembre. Da questo messaggio, come abbiamo fatto gli altri

anni, e anche prenderemo dei passi dalla bolla del Papa, per preparare dei testi di aiuto

per la scrutatio di quest’anno. Intanto si può cominciare con il Vangelo della

domenica. Per ora, la scrutatio la si fa comunque sul Vangelo della domenica.

Se da qualche parte non c’è ancora il post-cresima, vi invitiamo ad aprirlo.

Anche nelle parrocchie dove è stato aperto molto tempo fa, vi invitiamo a chiamare

Gianvito per vedere come sta andando perché lo si faccia bene. L’anno scorso

Gianvito è andato a Madrid a rivedere il post-cresima ed ha aiutato molto. E dato che

era a Madrid, gli abbiamo detto di andare a vedere anche come si stava facendo la

scrutatio nelle Parrocchie e questo ha aiutato molto. Quando Gianvito va da qualche

parte a visitare o ad aprire il post-cresima, potete approfittarne per vedere anche come

si sta facendo la scrutatio: questo può essere di aiuto per tutti.

Anche i Centri Vocazionali sono molto importanti. Abbiamo tanti ragazzi che

si sono alzati. È opportuno continuare a seguirli con lo schema che abbiamo dato

l’anno scorso. Se ci sono ragazzi che non sono della stessa città vediamo come aiutarli

perché si possano radunare tre volte al mese, o, se non è possibile, almeno due volte.

Incontrarli una sola volta al mese, è troppo poco e il rischio è che si perdano.

Anche per il fatto serio dell’anno Propedeutico, richiesto ai giovani che

vogliono entrare in Seminario: non possiamo dire ai Vescovi che lo facciamo con

questi incontri se ne facciamo uno solo al mese; ma se lo facciamo bene può davvero

evitare un anno di preparazione a questi giovani. Per questo l’anno scorso abbiamo

dato uno schema di tre incontri al mese. Se uno abita lontano, è chiaro che non può

venire; dobbiamo vedere come fare. Ma un viaggio di due o tre ore si può fare. Questo

dovete vederlo voi. Se qualche ragazzo si alza per l’itineranza, anche lui deve

partecipare almeno un anno nel Vocazionale. Per venire alla convivenza degli

itineranti per partire in missione, deve aver fatto un discernimento con isuoi catechisti

insieme all’equipe che porta il Centro Vocazionale. Certo, ci sono eccezioni che si

possono vedere, ma questo lo diciamo come norma generale.

Anche i Gruppi del Rosario funzionano bene se si revisionano e integrano

ogni anno nuovi ragazzi per rafforzare i gruppi. Si devono fare alcuni incontri: non si

può dare il rosario e abbandonarli a se stessi, specialmente se poi i gruppi non si

incontrano. È necessario accompagnare e incoraggiare di nuovo i ragazzi.

Per il Giubileo: noi faremo l’incontro per i giovani, in occasione del giubileo

dei giovani, che è dal 27 luglio al 3 agosto. L’incontro, con l’Eucaristia con il Papa,

è il 2 e il 3 agosto, il 4 agosto, che è lunedì, Kiko farà l’incontro vocazionale, anche

se non sappiamo ancora dove. Nel mamotreto metteremo anche le indicazioni del sito

su cui dovranno essere fatte le iscrizioni per questo incontro per chi vuole andare al

Giubileo di Roma. Per il Giubileo in generale, ci sono vari incontri specifici, come a

maggio per le famiglie, a giugno nella Pentecoste per i Movimenti e nella festa del

Sacro Cuore, per i seminaristi e per i presbiteri. Noi non faremo incontri specifici,

proprio per permettere ai singoli e alle comunità di organizzarsi con la parrocchia o

con altri.

Chiederemo aiuto alle comunità del Centro Italia, per l’accoglienza con più

precarietà, per il Giubileo di giovani. Per il resto invitiamo ogni comunità a celebrare

il Giubileo, come ha detto anche Mario: a Roma o nei luoghi che saranno indicati. È

importante che in ogni comunità i fratelli approfittino di questo dono e facciano un

pellegrinaggio a piedi, con la confessione, passando per la porta santa indicata, e alle

altre condizioni. Anche per gli anziani la Santa Sede o le Diocesi daranno indicazioni

opportune.

Facciamo poi un invito particolare ai tanti catechisti delle comunità, che non

evangelizzano, perché durante questo anno giubilare possano visitare a i parroci ed

altri presbiteri per presentare loro il Cammino, dando la propria esperienza, ma anche

parlando degli incontri che ci sono stati con Papa Francesco. È bene prepararci un

poco per esporre seriamente il Cammino: potete organizzarvi, regione per regione,

perché questi catechisti vadano a visitare non solo i parroci, come dicevo, ma anche

i presbiteri, che magari possono aiutare le comunità ed il Cammino con le tante

necessità che abbiamo. Questo è un invito serio per tutti i catechisti e possono iniziare

già a partire da questa convivenza, anche per vedere se si può aprire il Cammino in

nuove parrocchie. Ma non solo i catechisti, tutti i fratelli sono chiamate a condividere

il Giubileo, l’anno di grazia del Signore. Nell’Annunzio di Avvento vi diremo quello

che il Signore ci ha ispirato, per dare una parola di speranza a questo mondo con tanta

sofferenza.

Mattia, che abbiamo messo come incaricato per preparare il Giubileo, ci

supplica di chiedere aiuto al Cammino per avere alcuni volontari. A Roma c’è

bisogno di molti volontari, che possano dare la loro disponibilità per tre mesi, per sei

mesi o per un anno. Questi vengono pagati 900 euro al mese, dall’Organizzazione del

Giubileo. L’età deve essere da 18 a 40 anni. Certo, chi lo fa, lo dovrebbe fare per

amore alla Chiesa. Per chi viene da fuori, la Chiesa di Roma darà la possibilità di un

alloggio gratis, in aggiunta al compenso.

Un’altra cosa. L’altro giorno ho visto su Whatsapp un gruppo che si era dato

il nome: “Cammino Neocatecumenale Internazionale”. Io mi sono chiesta: “Che

cos’è, un doppio Cammino?”. I catechisti devono dire con chiarezza che non

accettiamo questo. Il Cammino si vive personalmente, nella comunità. Stiamo

parlando seriamente di tutti i rischi che internet comporta per i giovani e non solo e

poi ci mettiamo anche noi con questo. È chiaro, e non giudichiamo nessuno, che lo si

fa con retta intenzione, per amicizia, o per quello che sia. Ma lo spirito del Cammino

è un altro: si fa personalmente il Cammino. Ci sono gruppi sui vari social che si sono

dati il nome di Cammino Neocatecumenale. Questo non è permesso a nessuno. Questi

canali debbono cambiare nome: non è accettabile che si usi questo nome, che ha una

sua identità e approvazione da parte della Chiesa, per canali e su canali privati. Vi

invitiamo ad obbedire e ad invitare amici o chi sia a fare il Cammino e a non limitarsi

a seguirlo o ad avere informazione che non hanno nessuna ufficialità. Il Cammino è

per viverlo e quando ci troviamo nelle convivenze diamo le notizie che riguardano il

Cammino. Nel sito web ufficiale noi mettiamo gli eventi che consideriamo

importanti, e anche i canti, informazioni sui pellegrinaggi... Le informazioni sul

Cammino Neocatecumenale si trovano sul sito web ufficiale:

www.neocatechumenaleiter.org per tutto il mondo e

www.neocatechumenaleiter.org/it/ per Italia.

Un’atra cosa. Quando Kiko ha eseguito a Trieste la seconda sinfonia, ci hanno

detto che un uomo, che sempre a Trieste anni fa aveva ascoltato la prima sinfonia

sulla sofferenza degli innocenti, e che da molti anni si era allontanato dalla Chiesa,

era stato indotto a cercare Dio. Poi gli è venuto un tumore e già stava per morire, ma

quando siamo andati a Trieste per la seconda sinfonia è voluto venire ad ascoltarla e

poi è morto riconciliato con Dio, grazie all’ascolto della sinfonia, con confessione e

comunione. Ha detto: “Questa musica mi ha dato la fede”. Ringraziamo il Signore,

che ha dato a Kiko anche il dono della musica.

Vi dico questo per un motivo: abbiamo bisogno di rinforzare l’orchestra:

una cosa difficile, perché questa orchestra si raduna due o tre volte all’anno. Per farne

parte è necessario essere dei buoni musicisti, avendo fatto gli studi superiori di

musica. È necessaria, inoltre, la disponibilità a entrare nella precarietà, perché in tre

giorni si deve lavorare tanto per preparare un concerto. A volte succede che un

musicista, o l’arpa, o il flauto, non può arrivare quel giorno stabilito, e perciò abbiamo

bisogno di avere qualche riserva, che cominci a imparare questa musica di Kiko. Per

questo vi invitiamo a chiedere questa disponibilità nelle convivenze. Mi dicono che

mancano soprattutto flauti, percussioni, arpa, contrabbasso. Tutti quelli che hanno

fatto studi superiori di musica possono inviare il curriculum all’orchestra,

all’indirizzo che verrà indicato nel mamotreto o al Centro Neocatecumenale. Serve

qualsiasi strumento, come anche servono coristi. Se qualcuno ha studi superiori di

coro o istrumenti, può mandare il suo curriculum alla seguente mail:

contacto@oscnc.org o al Centro neocatecumenale (cncroma5@tin.it).

Devo aggiungere ancora una cosa molto importante, che è il tema delle

collette. Sapete che il Cammino non ha beni materiali, perché è una fondazione di

beni spirituali. Ora, per sostenere le necessità pratiche dell’evangelizzazione: viaggi,

convivenze, ecc., il nostro statuto prevede uno strumento, che è la fondazione

autonoma diocesana: per questi fini, come ad esempio per sostenere i seminari o le

necessità della evangelizzazione; fin dall’inizio, sono state erette sia la fondazione

Famiglia di Nazareth di Roma che quella di Madrid. Se per caso in qualche diocesi il

Vescovo ha eretto un Centro Neocatecumenale oppure un catecumenium è

importante che questo sia fatto come è indicato negli Statuti.

Nel caso di nuove fondazioni diocesane è bene che ci consultiate, anche voi

itineranti, perché vi possiamo aiutare a fare le cose bene e in modo che tutto sia fatto

in modo gratuito.


Ora, un altro problema è che in alcuni paesi ci sono difficoltà anche per i

pagamenti di pellegrinaggi o delle convivenze, perché, per esempio, bisogna fare dei

pagamenti elettronici o tenere una contabilità legale: normalmente in questi casi si

chiede un appoggio alla parrocchia, che ha la sua contabilità. Se per caso si debbono

creare delle associazioni per questo scopo, è bene che, concluso il pellegrinaggio o

raggiunto il fine, queste associazioni si chiudano.

Ho ancora due o tre cose brevi da comunicarvi. La prima è questa: è stata

pubblicata in italiano le tesi di licenza in teologia di Carmen, che era già stata

pubblicata in Spagna. Il titolo: ”La necessità della Preghiera nel pensiero di Pio

XII”. L’edizione è stata curata da Ezechiele e l’ha pubblicata Chirico, a cui potete

fare richiesta delle copie di cui avete bisogno, anche con internet. È un libriccino

semplice, ma molto utile per i fratelli delle comunità, specialmente per conoscere

Carmen e le fonti della sua teologia e catechesi. Speriamo che nel prossimo anno si

concluda il processo diocesano della Causa di beatificazione di Carmen.

Volevano dare anche un’informazione agli itineranti. Abbiamo visto che in

tante zone ci sono vescovi nuovi, che non conoscono il Cammino o lo conoscono

poco. È importante anche per noi, anche se è molto difficile, però il Signore ci aiuterà

a fare una convivenza con i vescovi, perché possano conoscere bene il Cammino e

non le cose che si ascoltano o si leggono, spesso non corrette su di noi. È meglio, se

possiamo, spiegare noi cos'è il Cammino. Allora abbiamo pensato di fare una

convivenza la settimana in albis, in Israele. Siamo sicuri che la guerra sarà finita,

deve finire presto. Dovete allora invitare i vescovi delle vostre zone e nella

convivenza di gennaio ci dovete poter dire quanti pensano di venire: per poter

decidere se andare avanti o no. Sarà da martedì a domenica. Si arriva martedì e finisce

la domenica. Dovete andare a visitare i vescovi con la fiducia che ci sarà la pace. Non

abbiate paura, il Patriarca di Gerusalemme, il card. Pizzaballa, è molto contento con

il Cammino Neocatecumenale: siamo gli unici pellegrini che stiamo sostenendo la

Terra Santa in questi tempi. Per i vescovi sarà anche una cosa meravigliosa poter

vivere il Giubileo al Santo Sepolcro, a Nazareth, proprio nei lughi santi. Poter vivere

il Giubileo lì: penso che questo è un regalo per loro. Abbiamo scritto una lettera di

invito per loro, che dovreste consegnare loro personalmente, in mano.

Sapete anche che le comunità hanno ripreso i loro pellegrinaggi in Israele. E’

vero che è ancora un tempo un po' difficile a causa della guerra, ma pur con le dovute

attenzioni, è possibile riprendere questi pellegrinaggi. Una cosa è certa: che tutti i

fratelli che sono andati questo anno in Terra Santa sono stati contentissimi, felici di

poter stare tranquilli nei luoghi santi soli, senza code... E tanti fratelli che non sono

andati con la sua comunità, dopo si sono pentiti. Per questo vi diciamo: Coraggio!

andiamo avanti con i pellegrinaggi in Israele.

Su questo dò la parola a Rino perché vi dica lui, che vive lì, qualche cosa.


D. Rino:

Il secondo video che abbiamo visto venerdì ha fatto presente l’esperienza che

abbiamo avuto, dopo la Pasqua, con i presbiteri formati nei seminari dell’Europa, ed

insieme avete visto anche l’esperienza nuova, che è in atto, dell’anno di immersione

nella geografia della salvezza. Questo non è una cosa casuale. Questo era il sogno di

Carmen. Il Signore ci ha permesso di aprire una nuova casa a Betania - per chi non

lo sa, Betania è in Gerusalemme - Carmen, desiderava molto tutto questo. Perché?

Vorrei solamente dire qualche cosa.

Posso raccontare l’esperienza che abbiamo avuto noi, stando lì tutti questi

anni.

Io sto lì da 25 anni, ho visto un poco tante cose che sono successe. Prima di

tutto: perché Dio ci ha dato la Domus Galilaeae? Non è un caso! Ci è stata data in

uso dai Padri Francescani. È importante la Domus Galilaeae per due cose: la prima:

è nel terreno dove si pensa che Gesù ha pronunciato il Sermone della Montagna. La

seconda: l’invio universale da parte degli apostoli. L’invio che è stato fatto da Gesù

Cristo risorto dopo la sua resurrezione: “Andate in tutto il mondo e battezzate, ecc...”.

Il Sermone della Montagna è l’annuncio che tutti abbiamo ricevuto: l’uomo nuovo,

ci viene presentata questa fotografia e poi anche la missione che abbiamo di

evangelizzare.

Sono anche rimasto sorpreso da come siamo riusciti a trovare la casa per l’anno

di immersione, sistemarla; sistemare anche la casa per i seminaristi. Ho come l’idea

che Dio ha fretta, ha fretta! Non solo, ma come anche ho detto nell’ultima convivenza:

dopo tante difficoltà che abbiamo avuto per il progetto sul Monte degli Ulivi, dove

abbiamo un terreno che ci è stato dato in uso, ecco, una sorpresa: dopo tanti fallimenti,

sembra che qualche cosa si apra. E nel frattempo questa Domus Betaniae: nonostante

la guerra e tante difficoltà, il Signore ci ha dato di iniziare questo anno di immersione

nella terra del Signore e l’esperienza del primo anno ha superato tutte le nostre

aspettative: un vero dono che ha aiutato tanto i presbiteri che lo hanno vissuto, che he

sono usciti contentissimi, rinnovati nel ministero e nella missione della Chiesa e del

Cammino.

A partire dalla prossima Pasqua, riprendiamo, come diceva Ascensión le

Convivenze dei Vescovi in Terra Santa. Da alcuni anni, per vari motivi, non si sono

potuti fare. Ma adesso l’équipe ha visto bene che è molto importante che noi

riprendiamo questo appuntamento che diamo a tutti i Vescovi. Questa volta inseriamo

anche i nunzi, come qualcuno ha chiesto. Però i nunzi, se vogliono venire, devono

chiedere il permesso alla Santa Sede.

È importantissimo per noi riprendere questa esperienza che ha dato tanti frutti,

con la possibilità che i vescovi vivano un poco la nostra esperienza liturgica,

particolarmente l’Eucaristia, che spiegheremo. Molti non sanno che cosa sia il

Cammino, per questo è importante che sappiano veramente che cos’è il Cammino,

che lo sperimentino, che sentano il carisma, che sentano predicare, confessarsi in

un’assemblea, celebrare l’Eucaristia con le risonanze.

Dice il Signore: “Andate in Galilea e là mi vedrete”. L’anno prossimo avremo

anche il giubileo, che sarà importantissimo.

Un’altra cosa che vorrei dirvi è che è scioccante che voi invitiate dei vescovi

con la guerra in corso, qualcuno rimarrà un poco scioccato che facciamo questo invito

adesso che c’è la guerra. Da qui a Pasqua dell’anno prossimo, molta acqua passerà.

Io, in venticinque anni che sono lì, ho assistito a cinque guerre e andiamo avanti; fa

parte del nostro vivere in Terra Santa.

Fratelli, di fronte a tutto questo dobbiamo fare ciò che la lettera agli Ebrei ci

ha detto all’inizio della convivenza: fissare il nostro sguardo al Signore! Non c’è altra

soluzione. Non fissare lo sguardo sui tuoi problemi, sulle comodità: nel Signore! Da

Lui ci viene la salvezza.


- Distribuzione degli inviti per la convivenza dei vescovi.


Riposo breve


EUCARESTIA – XXVI domenica del T.O. - Ciclo B - presiede P. Mario

- Canto d’ingresso: “M’indicherai il sentiero della vita”

- Saluto del Presidente

- Ammonizione

Kiko

Coraggio, fratelli, ecco che la domenica in questa convivenza viene a invitarci

alla festa, a fare Pasqua, al riposo che Cristo ha portato con la sua morte e resurrezione

per noi. L'Eucarestia canta l'amore di Dio mostrato nella morte e resurrezione di suo

Figlio, che si fa qui presente per noi: il suo sacrificio sulla croce, la sua oblazione per

i nostri peccati; e canta la sua vittoria. E questo amore enorme, che ha mostrato sulla

croce per tutti noi, lo dona a noi: ci dà il suo corpo perché possiamo presentare a tutti

nel mondo questo amore, questo amore che ci porta ad amare come lui ci ha amato.

E se per sua misericordia cominciamo a viverlo noi, sarà un grandissimo bene per

tutta la Chiesa e per tutto il mondo.


La Parola che oggi sentiremo è una Parola che viene a confermare tutto quello

che abbiamo detto, e ci parla dello zelo per l’annunzio del Vangelo e anche dello

scandalo. Noi proclamiamo la resurrezione dalla morte; e si va a fare presente qui

l'amore che Dio ha per ciascuno di noi nel Corpo di Gesù Cristo. È chiaro che noi non

sappiamo entrare nella morte, è difficile per noi entrare nella sofferenza, accettare gli

eventi. Per questo Gesù Cristo stesso ci dona il suo Corpo perché noi possiamo entrare

nella morte, ci fa bere il suo Sangue e ci fa partecipare alla festa, la resurrezione. Se

siamo convinti che la verità è il Servo di Jahwé, è la non resistenza al male, Egli ci

invita ad offrire i nostri corpi a Lui, a Gesù Cristo, formando un nuovo corpo con Lui,

in questa generazione, per portare questa verità agli uomini.

Esattamente quello che dicono questi sacramenti: “Questo è il mio corpo che

si spezza per voi”. Ma io ho bisogno dell’Eucaristia per entrare nella morte, per non

opporre resistenza, per poter morire all’altro. Questo è il mistero del cristianesimo.

Questo è il mistero del tuo presbiterato, del tuo matrimonio, il mistero della tua vita.

Cristo sta sulla croce, e in questa Eucaristia lo vedremo. Questo pane sarà il

Corpo di Cristo. La nostra fede dice che questo non è solo un simbolo. Questo sarà il

corpo di Gesù Cristo. E quello che i sacramenti predicano si dà a noi, perché possiamo

entrare nella volontà di Dio, in modo che non sia io che viva ma Cristo a vivere in

me. Cristo nel Shabbat è entrato nel riposo perché aveva finito tutte le sue opere,

aveva dato la vita per il peccato e il peccato era morto. Dicono i Padri della Chiesa:

“Entrando nel Battesimo, abbiamo riposato dalle opere della morte”. Anche noi

siamo entrati nell’eterno Shabbat: non possiamo più fare le opere del peccato.

L’anima del Concilio Vaticano II è la più perfetta partecipazione a quello che

i sacramenti significano e realizzano. Carmen e io abbiamo portato avanti una grande

battaglia: portare alle parrocchie il rinnovamento del Concilio Vaticano II.

Soprattutto il rinnovamento liturgico, dove l’Eucaristia ha un posto primordiale.

Infatti, noi abbiamo disegnato questo che vedete qua, una assemblea con l’altare al

centro, dando la possibilità ai fedeli di comunicare sotto le due specie, che è una cosa

importantissima. La Chiesa ha avuto nella storia delle sofferenze enormi per questo

fatto delle due specie e tutto questo si può portare avanti grazie ad una catechesi

sacramentale, fatta in piccole comunità all’interno delle parrocchie. Abbiamo visto

in questo rinnovamento, che stiamo portando avanti, grandi miracoli che Dio ha fatto,

come il permesso della Santa Sede alle due specie e di spostare il segno della pace.

Qui si fa presente per noi la passione, la morte e la resurrezione di nostro

Signore Gesù Cristo, nei segni del pane e del vino e noi possiamo partecipare alla sua

vita, alla sua vittoria sulla morte, che ci dona vita eterna. Lui alimenta la nostra vita

con la sua vita. Il Signore Gesù, sapendo che abbiamo un corpo debole, per poter

salire sulla croce, lui stesso ci dona la sua vita immortale, la sua vittoria. Ci dona il

suo corpo, corpo con il quale lui è salito sulla croce, con cui ha fatto la volontà del

Padre; il corpo che ha vinto questo combatte nel quale tutti ci troviamo.

Speriamo siate contenti di questa convivenza. Ma l’Eucaristia agisce al di là

del sentimento. Anche se tu senti poco, i frutti ci sono. Viviamo questa Eucaristia con

questa tensione dentro di noi, accogliendo il Signore che viene a donarsi tutto per noi.

Ringraziamo il Padre che ha avuto tanta misericordia di perdonare i peccati, di

metterci nella sua Chiesa, di inviare il suo Figlio che ci salva dall’inferno e dalla

morte.

Che Cristo oggi nell’Eucaristia risusciti la nostra fede, la faccia viva perché

noi possiamo compiere le opere della fede, e ci aumenti lo zelo per partire da qui pieni

di zelo per l’annuncio del Vangelo. Accogliamo il Presidente e i presbiteri, preceduti

dalla croce, faremo un’Eucaristia solenne ringraziando al Signore per i frutti di santità

che porterà questa convivenza a noi e a tutti i fratelli del Cammino.


- I lettura: Num 11, 25-29

- Salmo responsoriale cantato

- II lettura: Gc 5, 1-6

- Canto dell’Alleluja

- Vangelo cantato: Mc 9, 38-43.45.47-48

- Invito alla risonanza (P. Mario)

- Risonanza della Parola nell’assemblea

- Omelia

P. Mario

Spero che il Signore voglia ispirarmi a spezzare la sua Parola, perché già

abbiamo sovrabbondato nella predicazione.

Questa Parola viene a confermare l’opera che il Signore - di cui siamo

testimoni - ha fatto nella nostra vita e sta realizzando nella nostra debolezza, nelle

nostre comunità.

La parola del libro dei Numeri, che abbiamo proclamato, parla della libertà

dello Spirito Santo. Ricordo sempre quello che diceva Carmen: quando facciamo

delle regole, degli statuti, come delle gabbie in cui tentiamo di mettere lo Spirito

Santo, quando stiamo per chiuderne la porta, lo Spirito Santo è già sparito. Per questo

la sua figura è la colomba, che viene e all’ improvviso se ne va, sparisce, può apparire

come la colomba che rappresenta lo spirito di amore tra il padre e il figlio così come

è cantato e descritto nel Cantico dei Cantici, in cui la sposa quando sparisce lo fa

cercando e invocando per tutta la città.

Mi colpisce questo che dice, che lo Spirito Santo ha preso un po’ del suo

Spirito, che aveva dato a Mosè e l’ha condiviso con i 70 che erano

nell’accampamento, dove c’era la tenda del convegno, la presenza di Dio. Arrivano

non dalla tenda del convegno, ma dall’accampamento al di fuori della zona sacra,

altri due che avevano ricevuto lo Spirito Santo. Allora qualcuno va ad avvisare Mosè:

guarda che lo Spirito Santo è sceso anche su due che erano nell’accampamento, non

nello spazio riservato al Signore. Questo per indicare la libertà dello Spirito Santo.

Sono convinto personalmente che ci sono molti più buoni e santi di quello che

pensiamo: non tutta questa generazione è pervertita. Questo lo dice il Signore quando

dice: molti, molti vi precederanno nel regno dei cieli. Dice: le prostitute e i pubblicani

vi precederanno perché il giudizio finale appartiene a Dio. Come ha detto bene

qualcuno qui, adesso nella risonanza, non spetta a noi giudicare, anche i poveri che

vivono per terra, gente povera senza ripari.

Per questo il Signore si identifica anche con loro, perché il Signore è libero.

Noi vediamo questa libertà del Signore all’interno delle nostre comunità. È

meraviglioso scoprire i vari carismi che il Signore dà ai fratelli e alle sorelle. Mi

ricordo la sorella della mia comunità, si chiamava Filomena, cieca, di una famiglia di

ciechi, solo una sorella vedeva e accudiva gli altri della famiglia. Quando faceva le

risonanze ci stupiva tutti, alla mia comunità a volte sono venuti anche Monsignor

Cafarra, che poi sarà arcivescovo di Bologna, veniva anche un Cardinale, di cui non

ricordo il nome, rimanevano stupiti dalle risonanze, perché grazie al cammino,

all’iniziazione cristiana la parola di Dio si fa carne dentro di noi, per cui quando si è

fatta carne, quando tu parli esce la sapienza di Dio, comunichi la sapienza di Dio.

Questo l’abbiamo fatto presente soprattutto ai professori itineranti, nella convivenza

che abbiamo avuto con loro: oggi, che ci sono molte teologie, molti teologi che non

hanno l’esperienza come noi della Parola incarnata nella loro vita, finiscono col

comunicare belle teorie, belle e anche brutte, distruttive.

Poi vorrei sottolineare ciò che ha detto anche una sorella: i precetti del Signore

fanno gioire il cuore. Oltre la parola, alla liturgia, abbiamo la Liturgia delle Ore,

recitare i salmi risuona in noi, ogni situazione in cui ci possiamo trovare sia di dolore,

sia di depressione, sia di gioia, di esultanza, di ringraziamento. Abbiamo anche il

dono che Kiko ci ha musicato questi salmi e quando siamo più depressi, più malati,

ecc., ascoltiamo questi canti, io li ascolto ogni tanto e ci rianimano perché la parola

di Dio ci rinfranca, ci solleva. Questo è un dono che ci fa il Signore.

La parola di Giacomo ci ricorda quello che dice il Signore: fa giustizia tra mio

fratello e me. Mi ha rubato la mia eredità. Ed il Signore dice: chi mi ha costituito

giudice tra di voi? Tutti e due siete ingannati, perché la vita non sta nei beni materiali,

non sta nei soldi, ma il vero tesoro è quello custodito in cielo. E fa l’esempio di colui

che ha accumulato, accumulato, pensando: quando andrò in pensione, avrò tanti soldi

da poter vivere veramente senza problemi e potrò godermi la vita, viaggiare. Stolto!

Questa notte ti sarà chiesto conto della tua vita e tutto quello che hai accumulato sarà

dissipato dai tuoi figli, dai tuoi nipoti. Questa è una parola per noi, perché il Signore

dice nel vangelo di Luca: non accumulate tesori sulla terra dove la tignola e le tarme

li consumano, accumulate tesori nel regno dei cieli.

Questa è la vita del cristiano; con la nostra fedeltà al Signore, il Signore va

accumulando ricchezze che un giorno troveremo in cielo.

Poi la parola del Vangelo. Anche qui: abbiamo sentito uno che caccia nel tuo

nome i demoni. Gesù dice: non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un

miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me. Chi non è contro di noi è

per noi. Ci possono essere tanti. Non siamo gli unici ripieni dalla vita dello Spirito

Santo. Ho trovato qualche cristiano, che, fedele aisacramenti, partecipa ai Sacramenti

nella Parrocchia, e la sua vita è trasformata, è piena della benedizione del Signore,

della gioia del Signore. Non pensiamo di essere gli unici, ma sì, siamo grati di quello

che il Signore ci ha fatto per comunicarlo agli altri, che non hanno avuto questa grazia

come noi.

Per questo dice: chi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome, perché

siete di Cristo, non perderà la sua ricompensa. Quando viviamo di provvidenza,

abbandonati il Signore, il Signore provvede per noi.

Poi la parola più terribile: chi scandalizza questi piccoli. I piccoli sono quelli

che si avvicinano alla Chiesa, vedendo la luce, e che invece di aiutare, di

accompagnare nel cammino della conversione, noi pretendiamo da loro cose che

ancora non possono attuare, perché non hanno ancora ricevuto la grazia dello Spirito

Santo, oppure creiamo uno scandalo per chi si sta avvicinando. Magari abbiamo finito

il cammino e succede che un marito lascia la moglie, va con un’altra, lascia la moglie

con i figli. Questo crea scandalo per i piccoli. Dice il Signore: sarebbe stato meglio

per lui che non fosse mai nato. Continua: è meglio per lui aver messo un masso al

collo e buttato nel mare che è figura dell’inferno. Cioè, questo cammino è

meraviglioso, ma Dio non è solo misericordioso, è anche giusto. Anche questo ci

serve per coltivare il timore di Dio. Ci ha dato dei tesori preziosi nella nostra

debolezza: abbiamo i sacramenti della parola, dell’eucarestia, della penitenza e tutti

gli altri che ci accompagnano nei momenti più importanti della nostra vita, nella

malattia, nella morte.

Ecco, allora aggrappiamoci sempre al Signore. Aggrappiamoci al suo amore,

perché ci doni la perseveranza e la costanza e ci dia questo zelo di voler comunicare

questi tesori che abbiamo ricevuto a quelli che ci ha messi attorno parenti, vicini,

conoscenti. Ecco che attingono da noi, anche solo con la nostra presenza, con il nostro

modo di vivere.

Ecco, allora adesso celebriamo questo sacrificio di Cristo che offre il suo

sangue, ci dona il suo corpo ed il suo sangue per continuare a sostenerci in questo

cammino di vita eterna, perché viene incontro alla nostra povertà e debolezza, con

tutto il suo corpo che è costituito dalla Gerusalemme celeste. I santi che intercedono

per noi dalla Gerusalemme celeste, perché possiamo anche noi arrivare a contemplare

il volto di Dio; c’è anche la Gerusalemme purgante, non possono pregare per sé stessi

- noi possiamo pregare per loro - ma possono pregare per noi. E poi c’è la Chiesa

militante, che ancora cammina nella fragilità, e anche questi che sono santi, magari

non da altare, in cui vive la santità di Dio, ci aiutano nella nostra debolezza.

Per cui benediciamo e ringraziamo il Signore per questa Eucarestia, per questo

banchetto a cui ci fa partecipare adesso.


- Credo apostolico

- Preghiere universali

- Pace: Canto di Balaam

- Liturgia Eucaristica

- Canto: “Agnello di Dio”

- Canto alla frazione del Pane: “Come pecora”

- Canto al Calice: “Andate e annunciate ai miei fratelli”

- Orazione finale


- Monizione alla colletta (Giampiero)

Adesso, fratelli, faremo la colletta per pagare la convivenza. Vi invito ad essere

generosi, perché abbiamo molte convivenze di itineranti e seminaristi, che devono

essere completate nel pagamento. Come tutti gli anni, vi chiediamo di darci una mano

nella generosità.

Quest’anno faremo un’unica colletta, che sarà per pagare la convivenza e

per l’evangelizzazione. Per questo vi chiediamo di essere generosi: 200 euro sono

per pagare i giorni di convivenza – se vi fermate di più dovete aggiungere – e poi

aggiungete per l’evangelizzazione. Tutto nell’unica colletta. Grazie.


- Canti durante la coletta: “Maria di Jasna Gora”


- Colletta per la convivenza, per i Seminari e per l’evangelizzazione.

- CHIAMATE

Kiko:

Adesso passiamo alle chiamate. Quelli che sentite di offrire la vostra vita per

questa opera di evangelizzazione vi alzate in piedi. Quelli che vi alzate vuole dire che

state disposti a partire, ma prima di venire in una convivenza d’itineranti, questa

chiamata deve essere confermata dai catechisti propri e anche dagli itineranti.

Stiamo assistendo a un grande spettacolo: evangelizzare nel mondo in

un’unica opera con presbiteri, ragazzi, ragazze, famiglie, Vescovi! Quello che sta

succedendo non è niente di straordinario, è la Chiesa stessa, la sua natura. Credo che

tutti vorreste alzarvi ma con circostanze concrete Dio vi ha marcato che non è il

momento. E’ così per tutti, vero? Perché l’evangelizzazione è la natura stessa

dell`essere cristiano.

- Chiamata dei presbiteri

I presbiteri che vi sentite chiamati dal Signore a offrire i vostri corpi in questa

nuova opera di evangelizzazione, mettetevi in piedi.

- Alzate dei presbiteri


- Chiamata dei seminaristi

Quelli che sentite una chiamata al seminario, quelli che vi sentite chiamati a

diventare presbiteri, mettetevi in piedi.

- Alzate dei ragazzi per il seminario


- Chiamata dei ragazzi

Ora qualche ragazzo che abbia deciso lo stato, che non si senta chiamato al

presbiterato, ma al “carisma primitivo”, che accettano essere il ragazzo dell’équipe,

l’ultimo, che abbia accettato di non sposarsi. E’ importante aver deciso lo stato perché

devono combattere su questo, devono sapere che se guardano una ragazza peccano e

normalmente se un ragazzo guarda una ragazza non pecca, se la guarda bene. Ma se

tu hai fatto un contratto con Dio che tu non guarderai ragazza, Dio ti chiama a essere

un segno dell’escatologia. Si c’è qualche ragazzo, che si metta in piedi.

- Alzate dei ragazzi per l’itineranza

- Chiamata delle ragazze

Adesso, le ragazze che si sentano chiamate ad aiutare la evangelizzazione nei

modi e le forme che Dio ci mostri: nella missione o in un monastero. Per andare in

missione se deve avere una chiara decisione d’stato, lo stesso che per andare in

convento. La verginità é sempre esistita nella Chiesa come un segno magnifico. Le

ragazze che vi sentite disposte a offrire la vostra vita al Signore per aiutare

l’evangelizzazione nel modo che Dio disponga, mettetevi in piedi.

- Alzate delle ragazze per la missione o per il monastero


- Chiamata delle famiglie

Bene, per ultime vediamo le famiglie. Vale la stessa cosa che ho detto alle

ragazze: le famiglie si offrono per l’evangelizzazione, per andare in missione, come

Dio voglia. Coraggio: chi sente che Dio sta chiamando la sua famiglia, con i suoi

figli, che Dio si farà garante per i figli - perché è profetizzato che saranno i figli a

portare avanti quello che oggi è seminato in te, la prossima generazione darà frutto

veramente - chi sente di offrire la sua famiglia al Signore perché la usi per

l’evangelizzazione e la salvezza di questa generazione, si metta in piedi.

- Alzate delle famiglie per la missione


- Alzate delle coppie e sorelle in aiuto dei SRM

- Benedizione


- Canto finale: “Voglio andare a Gerusalemme”


Pranzo


- Conclusione della convivenza