MERKABA
Kiko
- Preghiera iniziale
- Merkabà di
- Presbiteri
- Seminaristi
- Coppie
- Sorelle
- Kiko ringiovanisce le equipes di catechisti, delle parrocchie in cui lui è
catechista, affiancando loro delle coppie di catechisti più giovani
- I e II Martiri Canadesi
- I S. Francesca Cabrini
- Alcuni avvisi
Ascensión:
Una serie di avvisi per la vita quotidiana del prossimo anno.
La catechesi di P. Mario è molto bella e interessante ma si fa parlata (non
letta). È chiaro che si può leggere qualche citazione, ma è una catechesi non una
conferenza. Voi presbiteri, che siete abituati a studiare, dovete fare lo sforzo di
studiarla per darla bene; si perde tanto quando si legge.
La convivenza di inizio corso è molto importante per tutti, non solo per i
catechisti. Dovete incoraggiare i fratelli a viverla completa. Per le comunità che
hanno finito il Cammino questa è l’unica convivenza che ricevono! Ma è necessaria
per tutti i fratelli, è uno slancio per cominciare il corso con zelo. Quello che vi
raccomandiamo a tutti i fratelli è di viverla e di trasmetterla interamente.
Per i giovani, è stato magnifico quello che è stato fatto con i pellegrinaggi.
Questi sono un aiuto per sostenere i giovani e recuperare qualcuno che è andato in
crisi; la cosa più importante è che i giovani possano fare il tripode, fare bene il
Cammino.
Per continuare ad aiutarli, è molto importante la scrutatio della domenica. Il
Papa ha fatto un messaggio molto bello per la giornata diocesana dei giovani, da
celebrare alla fine di novembre. Da questo messaggio, come abbiamo fatto gli altri
anni, e anche prenderemo dei passi dalla bolla del Papa, per preparare dei testi di aiuto
per la scrutatio di quest’anno. Intanto si può cominciare con il Vangelo della
domenica. Per ora, la scrutatio la si fa comunque sul Vangelo della domenica.
Se da qualche parte non c’è ancora il post-cresima, vi invitiamo ad aprirlo.
Anche nelle parrocchie dove è stato aperto molto tempo fa, vi invitiamo a chiamare
Gianvito per vedere come sta andando perché lo si faccia bene. L’anno scorso
Gianvito è andato a Madrid a rivedere il post-cresima ed ha aiutato molto. E dato che
era a Madrid, gli abbiamo detto di andare a vedere anche come si stava facendo la
scrutatio nelle Parrocchie e questo ha aiutato molto. Quando Gianvito va da qualche
parte a visitare o ad aprire il post-cresima, potete approfittarne per vedere anche come
si sta facendo la scrutatio: questo può essere di aiuto per tutti.
Anche i Centri Vocazionali sono molto importanti. Abbiamo tanti ragazzi che
si sono alzati. È opportuno continuare a seguirli con lo schema che abbiamo dato
l’anno scorso. Se ci sono ragazzi che non sono della stessa città vediamo come aiutarli
perché si possano radunare tre volte al mese, o, se non è possibile, almeno due volte.
Incontrarli una sola volta al mese, è troppo poco e il rischio è che si perdano.
Anche per il fatto serio dell’anno Propedeutico, richiesto ai giovani che
vogliono entrare in Seminario: non possiamo dire ai Vescovi che lo facciamo con
questi incontri se ne facciamo uno solo al mese; ma se lo facciamo bene può davvero
evitare un anno di preparazione a questi giovani. Per questo l’anno scorso abbiamo
dato uno schema di tre incontri al mese. Se uno abita lontano, è chiaro che non può
venire; dobbiamo vedere come fare. Ma un viaggio di due o tre ore si può fare. Questo
dovete vederlo voi. Se qualche ragazzo si alza per l’itineranza, anche lui deve
partecipare almeno un anno nel Vocazionale. Per venire alla convivenza degli
itineranti per partire in missione, deve aver fatto un discernimento con isuoi catechisti
insieme all’equipe che porta il Centro Vocazionale. Certo, ci sono eccezioni che si
possono vedere, ma questo lo diciamo come norma generale.
Anche i Gruppi del Rosario funzionano bene se si revisionano e integrano
ogni anno nuovi ragazzi per rafforzare i gruppi. Si devono fare alcuni incontri: non si
può dare il rosario e abbandonarli a se stessi, specialmente se poi i gruppi non si
incontrano. È necessario accompagnare e incoraggiare di nuovo i ragazzi.
Per il Giubileo: noi faremo l’incontro per i giovani, in occasione del giubileo
dei giovani, che è dal 27 luglio al 3 agosto. L’incontro, con l’Eucaristia con il Papa,
è il 2 e il 3 agosto, il 4 agosto, che è lunedì, Kiko farà l’incontro vocazionale, anche
se non sappiamo ancora dove. Nel mamotreto metteremo anche le indicazioni del sito
su cui dovranno essere fatte le iscrizioni per questo incontro per chi vuole andare al
Giubileo di Roma. Per il Giubileo in generale, ci sono vari incontri specifici, come a
maggio per le famiglie, a giugno nella Pentecoste per i Movimenti e nella festa del
Sacro Cuore, per i seminaristi e per i presbiteri. Noi non faremo incontri specifici,
proprio per permettere ai singoli e alle comunità di organizzarsi con la parrocchia o
con altri.
Chiederemo aiuto alle comunità del Centro Italia, per l’accoglienza con più
precarietà, per il Giubileo di giovani. Per il resto invitiamo ogni comunità a celebrare
il Giubileo, come ha detto anche Mario: a Roma o nei luoghi che saranno indicati. È
importante che in ogni comunità i fratelli approfittino di questo dono e facciano un
pellegrinaggio a piedi, con la confessione, passando per la porta santa indicata, e alle
altre condizioni. Anche per gli anziani la Santa Sede o le Diocesi daranno indicazioni
opportune.
Facciamo poi un invito particolare ai tanti catechisti delle comunità, che non
evangelizzano, perché durante questo anno giubilare possano visitare a i parroci ed
altri presbiteri per presentare loro il Cammino, dando la propria esperienza, ma anche
parlando degli incontri che ci sono stati con Papa Francesco. È bene prepararci un
poco per esporre seriamente il Cammino: potete organizzarvi, regione per regione,
perché questi catechisti vadano a visitare non solo i parroci, come dicevo, ma anche
i presbiteri, che magari possono aiutare le comunità ed il Cammino con le tante
necessità che abbiamo. Questo è un invito serio per tutti i catechisti e possono iniziare
già a partire da questa convivenza, anche per vedere se si può aprire il Cammino in
nuove parrocchie. Ma non solo i catechisti, tutti i fratelli sono chiamate a condividere
il Giubileo, l’anno di grazia del Signore. Nell’Annunzio di Avvento vi diremo quello
che il Signore ci ha ispirato, per dare una parola di speranza a questo mondo con tanta
sofferenza.
Mattia, che abbiamo messo come incaricato per preparare il Giubileo, ci
supplica di chiedere aiuto al Cammino per avere alcuni volontari. A Roma c’è
bisogno di molti volontari, che possano dare la loro disponibilità per tre mesi, per sei
mesi o per un anno. Questi vengono pagati 900 euro al mese, dall’Organizzazione del
Giubileo. L’età deve essere da 18 a 40 anni. Certo, chi lo fa, lo dovrebbe fare per
amore alla Chiesa. Per chi viene da fuori, la Chiesa di Roma darà la possibilità di un
alloggio gratis, in aggiunta al compenso.
Un’altra cosa. L’altro giorno ho visto su Whatsapp un gruppo che si era dato
il nome: “Cammino Neocatecumenale Internazionale”. Io mi sono chiesta: “Che
cos’è, un doppio Cammino?”. I catechisti devono dire con chiarezza che non
accettiamo questo. Il Cammino si vive personalmente, nella comunità. Stiamo
parlando seriamente di tutti i rischi che internet comporta per i giovani e non solo e
poi ci mettiamo anche noi con questo. È chiaro, e non giudichiamo nessuno, che lo si
fa con retta intenzione, per amicizia, o per quello che sia. Ma lo spirito del Cammino
è un altro: si fa personalmente il Cammino. Ci sono gruppi sui vari social che si sono
dati il nome di Cammino Neocatecumenale. Questo non è permesso a nessuno. Questi
canali debbono cambiare nome: non è accettabile che si usi questo nome, che ha una
sua identità e approvazione da parte della Chiesa, per canali e su canali privati. Vi
invitiamo ad obbedire e ad invitare amici o chi sia a fare il Cammino e a non limitarsi
a seguirlo o ad avere informazione che non hanno nessuna ufficialità. Il Cammino è
per viverlo e quando ci troviamo nelle convivenze diamo le notizie che riguardano il
Cammino. Nel sito web ufficiale noi mettiamo gli eventi che consideriamo
importanti, e anche i canti, informazioni sui pellegrinaggi... Le informazioni sul
Cammino Neocatecumenale si trovano sul sito web ufficiale:
www.neocatechumenaleiter.org per tutto il mondo e
www.neocatechumenaleiter.org/it/ per Italia.
Un’atra cosa. Quando Kiko ha eseguito a Trieste la seconda sinfonia, ci hanno
detto che un uomo, che sempre a Trieste anni fa aveva ascoltato la prima sinfonia
sulla sofferenza degli innocenti, e che da molti anni si era allontanato dalla Chiesa,
era stato indotto a cercare Dio. Poi gli è venuto un tumore e già stava per morire, ma
quando siamo andati a Trieste per la seconda sinfonia è voluto venire ad ascoltarla e
poi è morto riconciliato con Dio, grazie all’ascolto della sinfonia, con confessione e
comunione. Ha detto: “Questa musica mi ha dato la fede”. Ringraziamo il Signore,
che ha dato a Kiko anche il dono della musica.
Vi dico questo per un motivo: abbiamo bisogno di rinforzare l’orchestra:
una cosa difficile, perché questa orchestra si raduna due o tre volte all’anno. Per farne
parte è necessario essere dei buoni musicisti, avendo fatto gli studi superiori di
musica. È necessaria, inoltre, la disponibilità a entrare nella precarietà, perché in tre
giorni si deve lavorare tanto per preparare un concerto. A volte succede che un
musicista, o l’arpa, o il flauto, non può arrivare quel giorno stabilito, e perciò abbiamo
bisogno di avere qualche riserva, che cominci a imparare questa musica di Kiko. Per
questo vi invitiamo a chiedere questa disponibilità nelle convivenze. Mi dicono che
mancano soprattutto flauti, percussioni, arpa, contrabbasso. Tutti quelli che hanno
fatto studi superiori di musica possono inviare il curriculum all’orchestra,
all’indirizzo che verrà indicato nel mamotreto o al Centro Neocatecumenale. Serve
qualsiasi strumento, come anche servono coristi. Se qualcuno ha studi superiori di
coro o istrumenti, può mandare il suo curriculum alla seguente mail:
contacto@oscnc.org o al Centro neocatecumenale (cncroma5@tin.it).
Devo aggiungere ancora una cosa molto importante, che è il tema delle
collette. Sapete che il Cammino non ha beni materiali, perché è una fondazione di
beni spirituali. Ora, per sostenere le necessità pratiche dell’evangelizzazione: viaggi,
convivenze, ecc., il nostro statuto prevede uno strumento, che è la fondazione
autonoma diocesana: per questi fini, come ad esempio per sostenere i seminari o le
necessità della evangelizzazione; fin dall’inizio, sono state erette sia la fondazione
Famiglia di Nazareth di Roma che quella di Madrid. Se per caso in qualche diocesi il
Vescovo ha eretto un Centro Neocatecumenale oppure un catecumenium è
importante che questo sia fatto come è indicato negli Statuti.
Nel caso di nuove fondazioni diocesane è bene che ci consultiate, anche voi
itineranti, perché vi possiamo aiutare a fare le cose bene e in modo che tutto sia fatto
in modo gratuito.
Ora, un altro problema è che in alcuni paesi ci sono difficoltà anche per i
pagamenti di pellegrinaggi o delle convivenze, perché, per esempio, bisogna fare dei
pagamenti elettronici o tenere una contabilità legale: normalmente in questi casi si
chiede un appoggio alla parrocchia, che ha la sua contabilità. Se per caso si debbono
creare delle associazioni per questo scopo, è bene che, concluso il pellegrinaggio o
raggiunto il fine, queste associazioni si chiudano.
Ho ancora due o tre cose brevi da comunicarvi. La prima è questa: è stata
pubblicata in italiano le tesi di licenza in teologia di Carmen, che era già stata
pubblicata in Spagna. Il titolo: ”La necessità della Preghiera nel pensiero di Pio
XII”. L’edizione è stata curata da Ezechiele e l’ha pubblicata Chirico, a cui potete
fare richiesta delle copie di cui avete bisogno, anche con internet. È un libriccino
semplice, ma molto utile per i fratelli delle comunità, specialmente per conoscere
Carmen e le fonti della sua teologia e catechesi. Speriamo che nel prossimo anno si
concluda il processo diocesano della Causa di beatificazione di Carmen.
Volevano dare anche un’informazione agli itineranti. Abbiamo visto che in
tante zone ci sono vescovi nuovi, che non conoscono il Cammino o lo conoscono
poco. È importante anche per noi, anche se è molto difficile, però il Signore ci aiuterà
a fare una convivenza con i vescovi, perché possano conoscere bene il Cammino e
non le cose che si ascoltano o si leggono, spesso non corrette su di noi. È meglio, se
possiamo, spiegare noi cos'è il Cammino. Allora abbiamo pensato di fare una
convivenza la settimana in albis, in Israele. Siamo sicuri che la guerra sarà finita,
deve finire presto. Dovete allora invitare i vescovi delle vostre zone e nella
convivenza di gennaio ci dovete poter dire quanti pensano di venire: per poter
decidere se andare avanti o no. Sarà da martedì a domenica. Si arriva martedì e finisce
la domenica. Dovete andare a visitare i vescovi con la fiducia che ci sarà la pace. Non
abbiate paura, il Patriarca di Gerusalemme, il card. Pizzaballa, è molto contento con
il Cammino Neocatecumenale: siamo gli unici pellegrini che stiamo sostenendo la
Terra Santa in questi tempi. Per i vescovi sarà anche una cosa meravigliosa poter
vivere il Giubileo al Santo Sepolcro, a Nazareth, proprio nei lughi santi. Poter vivere
il Giubileo lì: penso che questo è un regalo per loro. Abbiamo scritto una lettera di
invito per loro, che dovreste consegnare loro personalmente, in mano.
Sapete anche che le comunità hanno ripreso i loro pellegrinaggi in Israele. E’
vero che è ancora un tempo un po' difficile a causa della guerra, ma pur con le dovute
attenzioni, è possibile riprendere questi pellegrinaggi. Una cosa è certa: che tutti i
fratelli che sono andati questo anno in Terra Santa sono stati contentissimi, felici di
poter stare tranquilli nei luoghi santi soli, senza code... E tanti fratelli che non sono
andati con la sua comunità, dopo si sono pentiti. Per questo vi diciamo: Coraggio!
andiamo avanti con i pellegrinaggi in Israele.
Su questo dò la parola a Rino perché vi dica lui, che vive lì, qualche cosa.
D. Rino:
Il secondo video che abbiamo visto venerdì ha fatto presente l’esperienza che
abbiamo avuto, dopo la Pasqua, con i presbiteri formati nei seminari dell’Europa, ed
insieme avete visto anche l’esperienza nuova, che è in atto, dell’anno di immersione
nella geografia della salvezza. Questo non è una cosa casuale. Questo era il sogno di
Carmen. Il Signore ci ha permesso di aprire una nuova casa a Betania - per chi non
lo sa, Betania è in Gerusalemme - Carmen, desiderava molto tutto questo. Perché?
Vorrei solamente dire qualche cosa.
Posso raccontare l’esperienza che abbiamo avuto noi, stando lì tutti questi
anni.
Io sto lì da 25 anni, ho visto un poco tante cose che sono successe. Prima di
tutto: perché Dio ci ha dato la Domus Galilaeae? Non è un caso! Ci è stata data in
uso dai Padri Francescani. È importante la Domus Galilaeae per due cose: la prima:
è nel terreno dove si pensa che Gesù ha pronunciato il Sermone della Montagna. La
seconda: l’invio universale da parte degli apostoli. L’invio che è stato fatto da Gesù
Cristo risorto dopo la sua resurrezione: “Andate in tutto il mondo e battezzate, ecc...”.
Il Sermone della Montagna è l’annuncio che tutti abbiamo ricevuto: l’uomo nuovo,
ci viene presentata questa fotografia e poi anche la missione che abbiamo di
evangelizzare.
Sono anche rimasto sorpreso da come siamo riusciti a trovare la casa per l’anno
di immersione, sistemarla; sistemare anche la casa per i seminaristi. Ho come l’idea
che Dio ha fretta, ha fretta! Non solo, ma come anche ho detto nell’ultima convivenza:
dopo tante difficoltà che abbiamo avuto per il progetto sul Monte degli Ulivi, dove
abbiamo un terreno che ci è stato dato in uso, ecco, una sorpresa: dopo tanti fallimenti,
sembra che qualche cosa si apra. E nel frattempo questa Domus Betaniae: nonostante
la guerra e tante difficoltà, il Signore ci ha dato di iniziare questo anno di immersione
nella terra del Signore e l’esperienza del primo anno ha superato tutte le nostre
aspettative: un vero dono che ha aiutato tanto i presbiteri che lo hanno vissuto, che he
sono usciti contentissimi, rinnovati nel ministero e nella missione della Chiesa e del
Cammino.
A partire dalla prossima Pasqua, riprendiamo, come diceva Ascensión le
Convivenze dei Vescovi in Terra Santa. Da alcuni anni, per vari motivi, non si sono
potuti fare. Ma adesso l’équipe ha visto bene che è molto importante che noi
riprendiamo questo appuntamento che diamo a tutti i Vescovi. Questa volta inseriamo
anche i nunzi, come qualcuno ha chiesto. Però i nunzi, se vogliono venire, devono
chiedere il permesso alla Santa Sede.
È importantissimo per noi riprendere questa esperienza che ha dato tanti frutti,
con la possibilità che i vescovi vivano un poco la nostra esperienza liturgica,
particolarmente l’Eucaristia, che spiegheremo. Molti non sanno che cosa sia il
Cammino, per questo è importante che sappiano veramente che cos’è il Cammino,
che lo sperimentino, che sentano il carisma, che sentano predicare, confessarsi in
un’assemblea, celebrare l’Eucaristia con le risonanze.
Dice il Signore: “Andate in Galilea e là mi vedrete”. L’anno prossimo avremo
anche il giubileo, che sarà importantissimo.
Un’altra cosa che vorrei dirvi è che è scioccante che voi invitiate dei vescovi
con la guerra in corso, qualcuno rimarrà un poco scioccato che facciamo questo invito
adesso che c’è la guerra. Da qui a Pasqua dell’anno prossimo, molta acqua passerà.
Io, in venticinque anni che sono lì, ho assistito a cinque guerre e andiamo avanti; fa
parte del nostro vivere in Terra Santa.
Fratelli, di fronte a tutto questo dobbiamo fare ciò che la lettera agli Ebrei ci
ha detto all’inizio della convivenza: fissare il nostro sguardo al Signore! Non c’è altra
soluzione. Non fissare lo sguardo sui tuoi problemi, sulle comodità: nel Signore! Da
Lui ci viene la salvezza.
- Distribuzione degli inviti per la convivenza dei vescovi.
Riposo breve
EUCARESTIA – XXVI domenica del T.O. - Ciclo B - presiede P. Mario
- Canto d’ingresso: “M’indicherai il sentiero della vita”
- Saluto del Presidente
- Ammonizione
Kiko
Coraggio, fratelli, ecco che la domenica in questa convivenza viene a invitarci
alla festa, a fare Pasqua, al riposo che Cristo ha portato con la sua morte e resurrezione
per noi. L'Eucarestia canta l'amore di Dio mostrato nella morte e resurrezione di suo
Figlio, che si fa qui presente per noi: il suo sacrificio sulla croce, la sua oblazione per
i nostri peccati; e canta la sua vittoria. E questo amore enorme, che ha mostrato sulla
croce per tutti noi, lo dona a noi: ci dà il suo corpo perché possiamo presentare a tutti
nel mondo questo amore, questo amore che ci porta ad amare come lui ci ha amato.
E se per sua misericordia cominciamo a viverlo noi, sarà un grandissimo bene per
tutta la Chiesa e per tutto il mondo.
La Parola che oggi sentiremo è una Parola che viene a confermare tutto quello
che abbiamo detto, e ci parla dello zelo per l’annunzio del Vangelo e anche dello
scandalo. Noi proclamiamo la resurrezione dalla morte; e si va a fare presente qui
l'amore che Dio ha per ciascuno di noi nel Corpo di Gesù Cristo. È chiaro che noi non
sappiamo entrare nella morte, è difficile per noi entrare nella sofferenza, accettare gli
eventi. Per questo Gesù Cristo stesso ci dona il suo Corpo perché noi possiamo entrare
nella morte, ci fa bere il suo Sangue e ci fa partecipare alla festa, la resurrezione. Se
siamo convinti che la verità è il Servo di Jahwé, è la non resistenza al male, Egli ci
invita ad offrire i nostri corpi a Lui, a Gesù Cristo, formando un nuovo corpo con Lui,
in questa generazione, per portare questa verità agli uomini.
Esattamente quello che dicono questi sacramenti: “Questo è il mio corpo che
si spezza per voi”. Ma io ho bisogno dell’Eucaristia per entrare nella morte, per non
opporre resistenza, per poter morire all’altro. Questo è il mistero del cristianesimo.
Questo è il mistero del tuo presbiterato, del tuo matrimonio, il mistero della tua vita.
Cristo sta sulla croce, e in questa Eucaristia lo vedremo. Questo pane sarà il
Corpo di Cristo. La nostra fede dice che questo non è solo un simbolo. Questo sarà il
corpo di Gesù Cristo. E quello che i sacramenti predicano si dà a noi, perché possiamo
entrare nella volontà di Dio, in modo che non sia io che viva ma Cristo a vivere in
me. Cristo nel Shabbat è entrato nel riposo perché aveva finito tutte le sue opere,
aveva dato la vita per il peccato e il peccato era morto. Dicono i Padri della Chiesa:
“Entrando nel Battesimo, abbiamo riposato dalle opere della morte”. Anche noi
siamo entrati nell’eterno Shabbat: non possiamo più fare le opere del peccato.
L’anima del Concilio Vaticano II è la più perfetta partecipazione a quello che
i sacramenti significano e realizzano. Carmen e io abbiamo portato avanti una grande
battaglia: portare alle parrocchie il rinnovamento del Concilio Vaticano II.
Soprattutto il rinnovamento liturgico, dove l’Eucaristia ha un posto primordiale.
Infatti, noi abbiamo disegnato questo che vedete qua, una assemblea con l’altare al
centro, dando la possibilità ai fedeli di comunicare sotto le due specie, che è una cosa
importantissima. La Chiesa ha avuto nella storia delle sofferenze enormi per questo
fatto delle due specie e tutto questo si può portare avanti grazie ad una catechesi
sacramentale, fatta in piccole comunità all’interno delle parrocchie. Abbiamo visto
in questo rinnovamento, che stiamo portando avanti, grandi miracoli che Dio ha fatto,
come il permesso della Santa Sede alle due specie e di spostare il segno della pace.
Qui si fa presente per noi la passione, la morte e la resurrezione di nostro
Signore Gesù Cristo, nei segni del pane e del vino e noi possiamo partecipare alla sua
vita, alla sua vittoria sulla morte, che ci dona vita eterna. Lui alimenta la nostra vita
con la sua vita. Il Signore Gesù, sapendo che abbiamo un corpo debole, per poter
salire sulla croce, lui stesso ci dona la sua vita immortale, la sua vittoria. Ci dona il
suo corpo, corpo con il quale lui è salito sulla croce, con cui ha fatto la volontà del
Padre; il corpo che ha vinto questo combatte nel quale tutti ci troviamo.
Speriamo siate contenti di questa convivenza. Ma l’Eucaristia agisce al di là
del sentimento. Anche se tu senti poco, i frutti ci sono. Viviamo questa Eucaristia con
questa tensione dentro di noi, accogliendo il Signore che viene a donarsi tutto per noi.
Ringraziamo il Padre che ha avuto tanta misericordia di perdonare i peccati, di
metterci nella sua Chiesa, di inviare il suo Figlio che ci salva dall’inferno e dalla
morte.
Che Cristo oggi nell’Eucaristia risusciti la nostra fede, la faccia viva perché
noi possiamo compiere le opere della fede, e ci aumenti lo zelo per partire da qui pieni
di zelo per l’annuncio del Vangelo. Accogliamo il Presidente e i presbiteri, preceduti
dalla croce, faremo un’Eucaristia solenne ringraziando al Signore per i frutti di santità
che porterà questa convivenza a noi e a tutti i fratelli del Cammino.
- I lettura: Num 11, 25-29
- Salmo responsoriale cantato
- II lettura: Gc 5, 1-6
- Canto dell’Alleluja
- Vangelo cantato: Mc 9, 38-43.45.47-48
- Invito alla risonanza (P. Mario)
- Risonanza della Parola nell’assemblea
- Omelia
P. Mario
Spero che il Signore voglia ispirarmi a spezzare la sua Parola, perché già
abbiamo sovrabbondato nella predicazione.
Questa Parola viene a confermare l’opera che il Signore - di cui siamo
testimoni - ha fatto nella nostra vita e sta realizzando nella nostra debolezza, nelle
nostre comunità.
La parola del libro dei Numeri, che abbiamo proclamato, parla della libertà
dello Spirito Santo. Ricordo sempre quello che diceva Carmen: quando facciamo
delle regole, degli statuti, come delle gabbie in cui tentiamo di mettere lo Spirito
Santo, quando stiamo per chiuderne la porta, lo Spirito Santo è già sparito. Per questo
la sua figura è la colomba, che viene e all’ improvviso se ne va, sparisce, può apparire
come la colomba che rappresenta lo spirito di amore tra il padre e il figlio così come
è cantato e descritto nel Cantico dei Cantici, in cui la sposa quando sparisce lo fa
cercando e invocando per tutta la città.
Mi colpisce questo che dice, che lo Spirito Santo ha preso un po’ del suo
Spirito, che aveva dato a Mosè e l’ha condiviso con i 70 che erano
nell’accampamento, dove c’era la tenda del convegno, la presenza di Dio. Arrivano
non dalla tenda del convegno, ma dall’accampamento al di fuori della zona sacra,
altri due che avevano ricevuto lo Spirito Santo. Allora qualcuno va ad avvisare Mosè:
guarda che lo Spirito Santo è sceso anche su due che erano nell’accampamento, non
nello spazio riservato al Signore. Questo per indicare la libertà dello Spirito Santo.
Sono convinto personalmente che ci sono molti più buoni e santi di quello che
pensiamo: non tutta questa generazione è pervertita. Questo lo dice il Signore quando
dice: molti, molti vi precederanno nel regno dei cieli. Dice: le prostitute e i pubblicani
vi precederanno perché il giudizio finale appartiene a Dio. Come ha detto bene
qualcuno qui, adesso nella risonanza, non spetta a noi giudicare, anche i poveri che
vivono per terra, gente povera senza ripari.
Per questo il Signore si identifica anche con loro, perché il Signore è libero.
Noi vediamo questa libertà del Signore all’interno delle nostre comunità. È
meraviglioso scoprire i vari carismi che il Signore dà ai fratelli e alle sorelle. Mi
ricordo la sorella della mia comunità, si chiamava Filomena, cieca, di una famiglia di
ciechi, solo una sorella vedeva e accudiva gli altri della famiglia. Quando faceva le
risonanze ci stupiva tutti, alla mia comunità a volte sono venuti anche Monsignor
Cafarra, che poi sarà arcivescovo di Bologna, veniva anche un Cardinale, di cui non
ricordo il nome, rimanevano stupiti dalle risonanze, perché grazie al cammino,
all’iniziazione cristiana la parola di Dio si fa carne dentro di noi, per cui quando si è
fatta carne, quando tu parli esce la sapienza di Dio, comunichi la sapienza di Dio.
Questo l’abbiamo fatto presente soprattutto ai professori itineranti, nella convivenza
che abbiamo avuto con loro: oggi, che ci sono molte teologie, molti teologi che non
hanno l’esperienza come noi della Parola incarnata nella loro vita, finiscono col
comunicare belle teorie, belle e anche brutte, distruttive.
Poi vorrei sottolineare ciò che ha detto anche una sorella: i precetti del Signore
fanno gioire il cuore. Oltre la parola, alla liturgia, abbiamo la Liturgia delle Ore,
recitare i salmi risuona in noi, ogni situazione in cui ci possiamo trovare sia di dolore,
sia di depressione, sia di gioia, di esultanza, di ringraziamento. Abbiamo anche il
dono che Kiko ci ha musicato questi salmi e quando siamo più depressi, più malati,
ecc., ascoltiamo questi canti, io li ascolto ogni tanto e ci rianimano perché la parola
di Dio ci rinfranca, ci solleva. Questo è un dono che ci fa il Signore.
La parola di Giacomo ci ricorda quello che dice il Signore: fa giustizia tra mio
fratello e me. Mi ha rubato la mia eredità. Ed il Signore dice: chi mi ha costituito
giudice tra di voi? Tutti e due siete ingannati, perché la vita non sta nei beni materiali,
non sta nei soldi, ma il vero tesoro è quello custodito in cielo. E fa l’esempio di colui
che ha accumulato, accumulato, pensando: quando andrò in pensione, avrò tanti soldi
da poter vivere veramente senza problemi e potrò godermi la vita, viaggiare. Stolto!
Questa notte ti sarà chiesto conto della tua vita e tutto quello che hai accumulato sarà
dissipato dai tuoi figli, dai tuoi nipoti. Questa è una parola per noi, perché il Signore
dice nel vangelo di Luca: non accumulate tesori sulla terra dove la tignola e le tarme
li consumano, accumulate tesori nel regno dei cieli.
Questa è la vita del cristiano; con la nostra fedeltà al Signore, il Signore va
accumulando ricchezze che un giorno troveremo in cielo.
Poi la parola del Vangelo. Anche qui: abbiamo sentito uno che caccia nel tuo
nome i demoni. Gesù dice: non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un
miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me. Chi non è contro di noi è
per noi. Ci possono essere tanti. Non siamo gli unici ripieni dalla vita dello Spirito
Santo. Ho trovato qualche cristiano, che, fedele aisacramenti, partecipa ai Sacramenti
nella Parrocchia, e la sua vita è trasformata, è piena della benedizione del Signore,
della gioia del Signore. Non pensiamo di essere gli unici, ma sì, siamo grati di quello
che il Signore ci ha fatto per comunicarlo agli altri, che non hanno avuto questa grazia
come noi.
Per questo dice: chi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome, perché
siete di Cristo, non perderà la sua ricompensa. Quando viviamo di provvidenza,
abbandonati il Signore, il Signore provvede per noi.
Poi la parola più terribile: chi scandalizza questi piccoli. I piccoli sono quelli
che si avvicinano alla Chiesa, vedendo la luce, e che invece di aiutare, di
accompagnare nel cammino della conversione, noi pretendiamo da loro cose che
ancora non possono attuare, perché non hanno ancora ricevuto la grazia dello Spirito
Santo, oppure creiamo uno scandalo per chi si sta avvicinando. Magari abbiamo finito
il cammino e succede che un marito lascia la moglie, va con un’altra, lascia la moglie
con i figli. Questo crea scandalo per i piccoli. Dice il Signore: sarebbe stato meglio
per lui che non fosse mai nato. Continua: è meglio per lui aver messo un masso al
collo e buttato nel mare che è figura dell’inferno. Cioè, questo cammino è
meraviglioso, ma Dio non è solo misericordioso, è anche giusto. Anche questo ci
serve per coltivare il timore di Dio. Ci ha dato dei tesori preziosi nella nostra
debolezza: abbiamo i sacramenti della parola, dell’eucarestia, della penitenza e tutti
gli altri che ci accompagnano nei momenti più importanti della nostra vita, nella
malattia, nella morte.
Ecco, allora aggrappiamoci sempre al Signore. Aggrappiamoci al suo amore,
perché ci doni la perseveranza e la costanza e ci dia questo zelo di voler comunicare
questi tesori che abbiamo ricevuto a quelli che ci ha messi attorno parenti, vicini,
conoscenti. Ecco che attingono da noi, anche solo con la nostra presenza, con il nostro
modo di vivere.
Ecco, allora adesso celebriamo questo sacrificio di Cristo che offre il suo
sangue, ci dona il suo corpo ed il suo sangue per continuare a sostenerci in questo
cammino di vita eterna, perché viene incontro alla nostra povertà e debolezza, con
tutto il suo corpo che è costituito dalla Gerusalemme celeste. I santi che intercedono
per noi dalla Gerusalemme celeste, perché possiamo anche noi arrivare a contemplare
il volto di Dio; c’è anche la Gerusalemme purgante, non possono pregare per sé stessi
- noi possiamo pregare per loro - ma possono pregare per noi. E poi c’è la Chiesa
militante, che ancora cammina nella fragilità, e anche questi che sono santi, magari
non da altare, in cui vive la santità di Dio, ci aiutano nella nostra debolezza.
Per cui benediciamo e ringraziamo il Signore per questa Eucarestia, per questo
banchetto a cui ci fa partecipare adesso.
- Credo apostolico
- Preghiere universali
- Pace: Canto di Balaam
- Liturgia Eucaristica
- Canto: “Agnello di Dio”
- Canto alla frazione del Pane: “Come pecora”
- Canto al Calice: “Andate e annunciate ai miei fratelli”
- Orazione finale
- Monizione alla colletta (Giampiero)
Adesso, fratelli, faremo la colletta per pagare la convivenza. Vi invito ad essere
generosi, perché abbiamo molte convivenze di itineranti e seminaristi, che devono
essere completate nel pagamento. Come tutti gli anni, vi chiediamo di darci una mano
nella generosità.
Quest’anno faremo un’unica colletta, che sarà per pagare la convivenza e
per l’evangelizzazione. Per questo vi chiediamo di essere generosi: 200 euro sono
per pagare i giorni di convivenza – se vi fermate di più dovete aggiungere – e poi
aggiungete per l’evangelizzazione. Tutto nell’unica colletta. Grazie.
- Canti durante la coletta: “Maria di Jasna Gora”
- Colletta per la convivenza, per i Seminari e per l’evangelizzazione.
- CHIAMATE
Kiko:
Adesso passiamo alle chiamate. Quelli che sentite di offrire la vostra vita per
questa opera di evangelizzazione vi alzate in piedi. Quelli che vi alzate vuole dire che
state disposti a partire, ma prima di venire in una convivenza d’itineranti, questa
chiamata deve essere confermata dai catechisti propri e anche dagli itineranti.
Stiamo assistendo a un grande spettacolo: evangelizzare nel mondo in
un’unica opera con presbiteri, ragazzi, ragazze, famiglie, Vescovi! Quello che sta
succedendo non è niente di straordinario, è la Chiesa stessa, la sua natura. Credo che
tutti vorreste alzarvi ma con circostanze concrete Dio vi ha marcato che non è il
momento. E’ così per tutti, vero? Perché l’evangelizzazione è la natura stessa
dell`essere cristiano.
- Chiamata dei presbiteri
I presbiteri che vi sentite chiamati dal Signore a offrire i vostri corpi in questa
nuova opera di evangelizzazione, mettetevi in piedi.
- Alzate dei presbiteri
- Chiamata dei seminaristi
Quelli che sentite una chiamata al seminario, quelli che vi sentite chiamati a
diventare presbiteri, mettetevi in piedi.
- Alzate dei ragazzi per il seminario
- Chiamata dei ragazzi
Ora qualche ragazzo che abbia deciso lo stato, che non si senta chiamato al
presbiterato, ma al “carisma primitivo”, che accettano essere il ragazzo dell’équipe,
l’ultimo, che abbia accettato di non sposarsi. E’ importante aver deciso lo stato perché
devono combattere su questo, devono sapere che se guardano una ragazza peccano e
normalmente se un ragazzo guarda una ragazza non pecca, se la guarda bene. Ma se
tu hai fatto un contratto con Dio che tu non guarderai ragazza, Dio ti chiama a essere
un segno dell’escatologia. Si c’è qualche ragazzo, che si metta in piedi.
- Alzate dei ragazzi per l’itineranza
- Chiamata delle ragazze
Adesso, le ragazze che si sentano chiamate ad aiutare la evangelizzazione nei
modi e le forme che Dio ci mostri: nella missione o in un monastero. Per andare in
missione se deve avere una chiara decisione d’stato, lo stesso che per andare in
convento. La verginità é sempre esistita nella Chiesa come un segno magnifico. Le
ragazze che vi sentite disposte a offrire la vostra vita al Signore per aiutare
l’evangelizzazione nel modo che Dio disponga, mettetevi in piedi.
- Alzate delle ragazze per la missione o per il monastero
- Chiamata delle famiglie
Bene, per ultime vediamo le famiglie. Vale la stessa cosa che ho detto alle
ragazze: le famiglie si offrono per l’evangelizzazione, per andare in missione, come
Dio voglia. Coraggio: chi sente che Dio sta chiamando la sua famiglia, con i suoi
figli, che Dio si farà garante per i figli - perché è profetizzato che saranno i figli a
portare avanti quello che oggi è seminato in te, la prossima generazione darà frutto
veramente - chi sente di offrire la sua famiglia al Signore perché la usi per
l’evangelizzazione e la salvezza di questa generazione, si metta in piedi.
- Alzate delle famiglie per la missione
- Alzate delle coppie e sorelle in aiuto dei SRM
- Benedizione
- Canto finale: “Voglio andare a Gerusalemme”
Pranzo
- Conclusione della convivenza