giovedì 3 marzo 2011

Piena di grazia


sopra: Dipinto di Kiko Arguello. La scritta dice: "Ave, Stella Novae Evangelizationis Tertio Millennio. Maria Humilis, Mater Gloriosa"




Continuo la pubblicazione del "Credo del popolo di Dio" pronunciato da papa Paolo VI il 30 giugno 1968 al termine dell’Anno della fede per i millenovecento anni del martirio degli apostoli Pietro e Paolo a Roma nel 67 d. C.
Come invito e aiuto alla preghiera ricordo due brevi frasi: una di sant’Ilario di Poitiers e una di don Luigi Giussani. Il vescovo sant’Ilario nel Trattato sulla Trinità scrive che lo Spirito Santo è «il godimento nel dono» (Liturgia delle Ore, Ufficio delle letture, venerdì della settima settimana di Pasqua, seconda lettura). Lo Spirito di Gesù ci fa conoscere e ci rende lieti di ciò che Dio ci ha donato e così suscita la gratitudine. Non si dice grazie se non si è contenti del dono.
Don Giussani, la vigilia del Natale del 2000, ai professi dei Memores Domini (Luigi Giussani, In un corpo solo, in 30Giorni, n. 1, gennaio 2001, pp. 57-58) diceva: «Abbiate il gusto delle giaculatorie, che sono gli adempimenti che Dio ottiene per sé stesso nel vuoto, nella distrazione altrimenti vasta delle nostre giornate. La giaculatoria che vi raccomando per la vostra sanità, perché la permanenza della fede e della carità in voi sia più assicurata, è Veni, Sancte Spiritus, veni per Mariam, Vieni, Santo Spirito, vieni per Maria».


dal "Credo del popolo di Dio" di papa Paolo VI





La grazia dello Spirito Santo nella Chiesa e in Maria
Noi crediamo nello Spirito Santo, che è Signore e dona la vita; che è adorato e glorificato col Padre e col Figlio. Egli ci ha parlato per mezzo dei Profeti, ci è stato inviato da Cristo dopo la sua Risurrezione e la sua Ascensione al Padre; egli illumina, vivifica, protegge e guida la Chiesa, ne purifica i membri, purché non si sottraggano alla sua grazia. La sua azione, che penetra nell’intimo dell’anima, rende l’uomo capace di rispondere all’invito di Gesù: Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste (Mt 5, 48).

Noi crediamo che Maria è la Madre, rimasta sempre Vergine, del Verbo Incarnato, nostro Dio e Salvatore Gesù Cristo (Denzinger 251-252), e che, a motivo di questa singolare elezione, essa, in considerazione dei meriti di suo Figlio, è stata redenta in modo più eminente (Lumen gentium, n. 53), preservata da ogni macchia del peccato originale (cfr. Denzinger 2803) e colmata del dono della grazia più che tutte le altre creature (Lumen gentium, n. 53).
Associata ai misteri dell’Incarnazione e della Redenzione con un vincolo stretto e indissolubile, la Vergine Santissima, l’Immacolata, al termine della sua vita terrena è stata elevata in corpo e anima alla gloria celeste (Denzinger 3903) e configurata a suo Figlio risorto, anticipando la sorte futura di tutti i giusti; e noi crediamo che la Madre Santissima di Dio, nuova Eva, Madre della Chiesa, continua in cielo il suo ufficio materno riguardo ai membri di Cristo, cooperando alla nascita e allo sviluppo della vita divina nelle anime dei redenti.