sabato 18 maggio 2013

Al servizio della vita consacrata



Il cardinale Bertone ordina l’arcivescovo José Rodríguez Carballo.

Francesco d’Assisi raccomandava ai suoi discepoli di vivere il Vangelo e di diventare a loro volta «Vangelo vivente». Come religioso padre José Rodríguez Carballo, già ministro generale dei frati minori, ha accolto e fatto proprio questo invito. Ora, come arcivescovo segretario della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, è chiamato a lasciarsi penetrare ancor più dal Vangelo e a trasformarsi in «esegesi vivente della Parola».
È quanto ha detto il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, sabato pomeriggio, 18 maggio, conferendo l’ordinazione episcopale al nuovo segretario del dicastero per i religiosi, nella splendida cornice della basilica cattedrale di san Giacomo il maggiore di Santiago di Compostela. E «poiché il Vangelo non è solo Parola — ha aggiunto — ma Cristo stesso, con l’imposizione del libro dei Vangeli gli si chiede d’identificarsi con la vita stessa di Cristo, gli si chiede di vivere di Lui, in Lui e per Lui, di essere una cosa sola con Lui, in modo che Gesù stesso dia forma alla sua vita e possa dire con san Paolo: “non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me”».
Il porporato ha chiesto in particolare al nuovo arcivescovo di impegnarsi affinché i consacrati, «in fedeltà creativa a Gesù, al proprio carisma e all’uomo di oggi, possano continuare a scrivere una grande storia nella vita della Chiesa e al servizio dell’umanità». In ogni momento, è stata l’esortazione del cardinale, «incoraggia la vita religiosa e consacrata a passare dal buono al meglio, guardando al passato con gratitudine, aprendosi al futuro con speranza e vivendo il presente con entusiasmo».
Il cardinale Bertone ha poi proposto tre tratti caratteristici del vescovo, a cominciare dalla fedeltà. «Per portare a termine un così bel proposito — ha detto citando la prima Lettera di san Paolo ai Corinzi — in primo luogo tieni presente che “quanto si richiede negli amministratori è che ognuno risulti fedele”». In quanto vescovo, ha aggiunto, «sii fedele all’insegnamento apostolico, che in piena comunione con il successore di Pietro, sei chiamato a trasmettere integralmente, con la tua vita e con la tua parola. Sii fedele al dono di Dio che è in te e che deve essere costantemente rinnovato». E, ha aggiunto, «sii fedele alla missione che il Santo Padre Francesco ti ha assegnato. Ti è stato affidato un grande tesoro, il tesoro della vita religiosa e consacrata, fondamentale nella vita e nella missione della Chiesa».
La seconda caratteristica del vescovo indicata dal segretario di Stato è la prudenza. «Prudente — ha spiegato — è colui che non giudica in base alle apparenze o agli impulsi, ma ricerca la verità e le dà il primato nella sua vita. In quanto vescovo devi sentirti “mendicante della verità”. Cerca sempre la verità, lasciati plasmare dalla Verità che è Cristo e agisci conformemente a essa, e la verità ti farà provare la vera libertà».
Infine, la terza dimensione che «deve segnare la vita di un vescovo, in quanto servitore, è la bontà». Il servitore, ha fatto notare il porporato, e «nel nostro caso il vescovo, sarà buono nella misura in cui la sua vita sarà totalmente orientata verso Dio, unito interiormente al Dio vivente e vero, attraverso una relazione personale e un’intensa vita di preghiera».
La solennità della Pentecoste, festa dello Spirito Santo, è stata per il cardinale Bertone l’occasione per implorare i doni del Paraclito sulla Chiesa e, in particolare, sul nuovo arcivescovo. Allo Spirito il segretario di Stato ha chiesto per monsignor José Rodríguez Carballo «il dono della sapienza, per discernere ciò che viene da Dio e ciò che gli è contrario; il dono dell’intelletto, affinché sappia interpretare i segni dei tempi e trovi per essi una risposta evangelica adeguata». Ma anche «il dono del consiglio, di modo che parli sempre a partire da Dio, e da Lui possa dire una parola di speranza agli uomini e alle donne di oggi; il dono della fortezza, perché sia testimone di Cristo e del suo Vangelo con fedeltà e dedizione totale per tutta la vita». Così come «il dono della scienza, affinché penetri nei segreti del Signore e sappia comunicarli con semplicità e profondità; il dono del timor di Dio, di modo che si allontani sempre da tutto ciò che va contro la volontà del Signore; il dono della pietà, affinché mantenga sempre nella sua vita una relazione filiale e fiduciosa con Dio, Padre di misericordia».
Nella terra natale del nuovo presule il porporato ha ricordato a grandi linee le tappe fondamentali della sua vita. «Il Signore che gli ha fatto il dono di nascere e di essere educato in una famiglia profondamente cristiana e lo ha invitato a seguirlo da vicino nella vita francescana da quando era bambino — visto che all’età di dieci anni e mezzo è entrato nel seminario francescano di Herbón — lo continua ad amare e ad accompagnare» ha detto. E dopo aver richiamato la professione religiosa, compiuta all’età di diciotto anni tra i figli di san Francesco, il segretario di Stato ha assicurato che José Rodríguez Carballo «sa, poiché l’ha sperimentato molte volte nella sua vita, che “nulla è impossibile a Dio”». E che «lo Spirito che oggi si riversa su di lui viene in aiuto alla sua debolezza, come afferma san Paolo nella seconda lettura», tratta dal capitolo otto della Lettera ai Romani. Per questo, «sapendo a chi ha creduto», come recita il suo motto episcopale ispirato alla seconda Lettera di san Paolo a Timoteo, «con rinnovata dedizione al Signore, padre José oggi dice come la Santissima Vergine: “Eccomi avvenga di me quello che hai detto”» ha detto il cardinale citando il primo capitolo del vangelo di Luca. Poi, rivolgendosi al nuovo arcivescovo, il porporato gli ha assicurato di poter contare sulla sua preghiera, su quella «di migliaia e migliaia di consacrati, e soprattutto sulla forza dello Spirito Santo».
Durante la liturgia, il mandato del Papa per l’ordinazione episcopale è stato letto dal ministro provinciale della provincia minoritica di Santiago de Compostela. Al termine del Te Deum, il nuovo presule ha ringraziato i presenti e ha letto una lettera autografa di Papa Francesco. Dopo la benedizione finale, è stato lanciato il caratteristico botafumeiro — il grande turibolo che viene fatto oscillare nella cattedrale in occasione delle celebrazioni solenni — mentre veniva cantato l’inno all’apostolo san Giacomo.
Insieme con il cardinale Bertone erano, come conconsacranti, il cardinale Carlos Amigo Vallejo, arcivescovo emerito di Siviglia, e monsignor Julián Barrio Barrio, arcivescovo di Santiago de Compostela. Hanno concelebrato, tra gli altri, alcuni cardinali, tra i quali, João Braz de Aviz, prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, e Manuel Monteiro de Castro, penitenziere maggiore, l’arcivescovo Renzo Fratini, nunzio apostolico in Spagna, i vescovi José Leonardo Lemos Montanet e Giuseppe Sciacca, numerosi sacerdoti e religiosi, tra i quali officiali del dicastero per i religiosi e un centinaio di frati minori. Il rito è stato diretto da monsignor Guillermo Javier Karcher. Tra le personalità presenti, José Manuel García-Margallo, ministro degli Affari Esteri, Ana María Pastor Julián, ministro dello Sviluppo, Alberto Núñez Feijóo, presidente della giunta di Galizia, con numerosi consiglieri, e i sindaci di Santiago de Compostela e di Assisi.
L'Osservatore Romano