martedì 1 marzo 2011

L'orco che abita dentro di noi.

Propongo per questa sera 1 marzo due testi, il primo di sant'Agostino, il "dottore della Grazia" e il secondo di un autore ortodosso, il santo starec Nil Sorskij. Due santi, e come tutti i santi, due finissimi conoscitori del cuore dell'uomo... Notte.


Dalle «Confessioni» di sant'Agostino, vescovo
(Lib. 10, 1. 1 - 2, 2; 5. 7; CSEL 33, 226-227. 230-231)


A te, o Signore, chiunque io sia, sono manifesto
Conoscerò te, o mio conoscitore, ti conoscerò come anch'io sono conosciuto (cfr. 1 Cor 13, 12). Forza della mia anima, entra in essa e uniscila a te, per averla e possederla «senza macchia né ruga» (Ef 5, 27). Questa è la mia speranza, per questo oso parlare e in questa speranza gioisco, perché gioisco di cosa sacrosanta. Tutto il resto in questa vita tanto meno richiede di essere rimpianto, quanto più si rimpiange, e tanto più merita di essere rimpianto, quanto meno si rimpiange. «Ma tu vuoi la sincerità del cuore» (Sal 50, 8), poiché chi la realizza, viene alla luce (cfr. Gv 3, 21). Voglio quindi realizzarla nel mio cuore davanti a te nella mia confessione e nel mio scritto davanti a molti testimoni.
Davanti a te, o Signore, è scoperto l'abisso dell'umana coscienza: può esserti nascosto qualcosa in me, anche se m'impegnassi di non confessartelo? Se mi comportassi così, io nasconderei te a me, anziché me a te. Ma ora il mio gemito manifesta che io dispiaccio a me stesso, e che tu rifulgi e piaci e meriti di essere amato e desiderato, al punto che arrossisco di me e rifiuto me per scegliere te, e non bramo di piacere né a te né a me, se non in te.
Dunque, o Signore, tu mi conosci veramente come sono. Ho già espresso il motivo per cui mi manifesto a te. Non faccio questo con parole e voci della carne, ma con parole dell'anima e grida della mente, che il tuo orecchio ben conosce. Quando sono cattivo, l'atto di confessarmi a te non è altro che un dispiacere a me; quando invece sono buono, l'atto di confessarmi a te non è altro che un non attribuire a me questa bontà, poiché, «Signore, tu benedici il giusto» (Sal 5, 13), ma prima lo giustifichi quando è empio (cfr. Rm 4, 5). Perciò, o mio Dio, la mia confessione dinanzi a te avviene in forma tacita e non tacita: avviene nel silenzio, ma è forte il grido dell'affetto.
Tu solo, Signore, mi giudichi; infatti «chi conosce i segreti dell'uomo se non lo spirito dell'uomo che è in lui?» (1 Cor 2, 11). Tuttavia c'è qualcosa nell'uomo che non è conosciuto neppure dallo spirito che è in lui. Tu però, Signore, conosci tutto di lui, perché l'hai creato. Io invece, quantunque mi disprezzi davanti a te e mi ritenga terra e cenere, so di te qualcosa che non so di me.
«Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia» (1 Cor 13, 12), e perciò, fino a quando sono pellegrino lontano da te, sono più vicino a me stesso che a te, e tuttavia so che tu sei inviolabile in modo assoluto. Ma io non so a quali tentazioni possa resistere e a quali no. Io ho speranza, perché tu sei fedele e non permetti che siamo tentati oltre le nostre forze, ma con la tentazione tu ci darai anche la via d'uscita e la forza per sopportarla (cfr. 1 Cor 10, 13).
Confesserò, dunque, quello che so e quello che non so di me; perché anche quanto so di me, lo conosco per tua illuminazione; e quanto non so di me, lo ignorerò fino a quando la mia tenebra non diventerà come il meriggio alla luce del tuo volto (cfr. Is 58, 10)
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Preghiera e ringraziamento al Signore nostro Dio per manifestare il pentimento e riconoscere e confessare i nostri peccati e le nostre passioni (del santo starec Nil Sorskij).

Dio grande e tremendo, Dio forte che tutto puoi, tu non hai né principio ne' fine, ineffabile, inconoscibile, insondabile, Re di tutti i re e Signore
di tutti i signori
hai creato, custodito, conservato tutte le cose visibili e invisibili. Tu che sei unico, mirabile e sapientissimo in tutte le tue opere, tu che sei nei cieli e al tempo stesso invisibile in mezzo a noi non solo mediante le tue opere, la tua volontà, la tua potenza ma anche per mezzo della tua essenza e della tua natura, tu sei dappertutto e tutto ascolti e vedi e comprendi.
Non ti sono nascoste le opere dell'uomo, le parole, i pensieri, il più piccolo movimento del cuore
Tutto conosci e tutto sai.
Non vi è sulla terra altro peccatore all'infuori di me, né mai v'è stato peccatore simile a me dal tempo di Adamo fino ad oggi.
Dall'infanzia fino ad oggi non ho trascorso una sola ora, un solo istante
senza disobbedire alla tua legge.
Ho macchiato la mia anima, ho macchiato tutte le membra del mio corpo,
sempre ho vissuto nel peccato.
Perciò temo e tremo all'avvicinarsi dell'ora amara della morte e del tuo giusto giudizio e dinanzi ai severi e amari castighi che attendono i peccatori dei quali il più grande sono io cane maledetto e rabbioso, cane impuro e rognoso. Temo che al momento della morte tu non sopporti la mia tremenda empietà
e mi consegni in preda a intollerabili tentazioni e io finisca allora in perdizione
a gioia del Nemico e a vergogna degli uomini perché sempre, ad ogni istante, aggiungo peccato a peccato. A questi pensieri sono colto da timore
e quasi cedo alla disperazione.
Non so che fare, che dire, come supplicare e invocare il perdono per i miei innumerevoli e gravi peccati.
Tu, Signore Dio, santissimo, magnanimo e misericordioso, lento all'ira e grande nell'amore
Tu hai detto per bocca del profeta:
« Non voglio la morte del peccatore ma che si converta e viva » nella tua grande e indicibile misericordia hai istituito per i peccatori la penitenza per il perdono dei peccati la salvezza e la giustificazione.
Tu dici: « Confessa tu i tuoi peccati e io li giustificherò ». Così istruisci e conforti noi peccatori dicendo:
« Confessate al Signore perché è buono. Eterna è la sua misericordia ».
Ispirati dal tuo Spirito buono dissero i nostri santi Padri che non v'è peccato che il tuo amore per gli uomini non possa vincere, purchè vi sia il pentimento. Perciò spero in te faccio penitenza e a te confesso i miei peccati, mio Creatore e mio Dio. Innanzi a Te con animo contrito, non oso parlare per il grande peso delle mie opere malvagie. Temo di contaminare l'aria con le mie parole. Non so che dire, tanti sono i miei peccati. Insensato è ciò che ho detto.
Un peccato è peggiore dell'altro, senza misura ho peccato, non c'è, nella vita, male che io non abbia fatto. Tu, Signore di gloria, a tua immagine e somiglianza mi hai creato, donandomi la grazia dell'immortalità e mi hai dato di vivere e muovermi e parlare. Concedimi di rivolgermi a te, con confidenza, insegnami il parlare e l'agire, perché io possa supplicare la tua misericordia, invocare il perdono delle mie opere malvagie. Spregevole e inutile io sono. Quale male non ho fatto?
Quale peccato non ho impresso nella mia anima e nel mio corpo?
Ho commesso fornicazioni, lussuria e sodomia, omosessualità e onanismo, stupro di giovani, incesto, vizi e azioni vergognose.
Ogni specie di fornicazione ho compiuto nel mio cuore, d'ogni delitto, d'ogni pensiero malvagio mi sono reso colpevole, prigioniero delle catene di Satana:
pensieri d'orgoglio, arroganza, disprezzo dei fratelli, amore del potere, vanagloria, ostentazione e amore del mondo, menzogna, maledizione, falso giuramento, spergiuro, bestemmia, sacrilegi, latrocinio, furto, profanazione di cose sante, torture, omicidi, magia, incantesimi ed eresia, eccessi di cibo e di bevande, presi senza misura, fuori dei pasti,
ad ogni ora, desideri sfrenato di cibi ricercati, schiavitù del ventre e della gola, ubriachezza e orge, ribellioni ai genitori fino a provocare la collera, parole vane, lazzi, scherzi, propositi oziosi e incitamento al peccato, calunnia e giudizio temerario, parole dure e contestazioni, parole superflue, malevoli, sconvenienti, atteggiamenti irritanti, risa fino alle lacrime, odio, invidia, meschina gelosia, amore dell'oro e dell'argento, attaccamento alle cose, avarizia e usura. E ancora: egoismo, offese, violenze, vendetta, ribellione, collera, insolenza, furore e risentimento, inganno sottile, adulazione e devozione ipocrita, aridità e durezza di cuore.
E ancora: sonno smodato, pigrizia e negligenza, ogni sorta di azioni, senza numero, in fatti e parole, pensieri vergognosi, empi davanti a Dio e folli ho commesso nella mia dissennatezza. Eccomi passibile d'ogni giudizio, d'ogni condanna poiché sono schiavo del peccato.
Quante volte sono entrato indegnamente nel santuario e nel coro!
Io, indegno, osai partecipare ai sacramenti, ricevere e toccare i vasi sacri. Ancor oggi ho quest'ardire e così in futuro, fino alla morte.
Sempre indegno e colpevole comunico ai santi misteri a mia propria condanna.
Non oso alzare gli occhi, né le palpebre, tanta è la mia vergogna.
Non oso guardare al cielo, insozzo la terra con i miei passi, io indegno del dono della vita!
Lo so, Signore, che non merito di ricevere il perdono dei miei peccati.
Troppo pesante è il fardello delle mie colpe perché ottenga il perdono.
Dove troverò umane colpe paragonabili ai miei peccati? Più grande di quello dei miei progenitori fu il mio peccato, più grande del loro il mio peccato di gola. Fratricida diventai più odioso di Caino, con i miei peccati ho ucciso anima e corpo. Con omicidio peggiore di quello di Lamech, ho colpito il mio spirito con pensieri d'ignominia che mortalmente l'hanno ferito.
Tutta piagata è la mia lingua per le tante parole malvagie.
Con omicidio più infame di quello dei fratelli di Abimelech ho ucciso a colpi di pietra l'anima mia e ogni membro del mio corpo con passioni impure. Ho commesso più trasgressioni di quanti vissero al tempo del diluvio, mi sono macchiato più brutalmente degli abitanti di Sodoma. Si è indurito il mio cuore dinanzi alle tue parole e alle tue opere più di quello del Faraone e più di quanti mormorarono nel deserto, perché incessante è la mia mormorazione.
A paragone della mia iniquità un nulla è la malvagità dei Niniviti.
Un nulla l'insensata bestemmia di Rapsachi su ordine di Sennacherib dinanzi alle mie bestemmie, un nulla i peccati di Manasse a paragone dei miei peccati. Più di ogni altro uomo ho peccato, peggiore di ogni altra creatura. Quelli erano malvagi secondo natura, le mie iniquità sono contro natura, oltre ogni misura.
Sono più impuro delle fiere e delle bestie prive di ragione. Più di loro ho commesso atti insensati, sono più vile dei demoni, io loro schiavo, che come nessun altro faccio la loro volontà. Pieno di stupore per la tua grande, indulgente e benevola pazienza, vedo che la terra non s'apre per inghiottirmi come un tempo Datan e Abiram; poiché più di loro ho peccato.
Vedo che nessun fuoco mi consuma come un tempo i peccatori; poichè più di loro ho peccato. Vedo ancora che non sono consegnato a Satana a mia definitiva perdizione, io, insensato, io impudente che la volontà di Satana ho seguito. Ma tu, misericordioso Salvatore, fino ad oggi con pazienza sopporti la mia scelleratezza
in attesa della mia conversione e del mio pentimento. E io! Io non ho vero pentimento.
O Sventurato! Quale rimedio porre alla mia perversità?
« Chi farà del mio capo una fonte e darà ai miei occhi una fonte di lacrime? »
perché io mi penta e pianga e lavi l'immondezza dei miei peccati. Mai, mai, avrò di che renderli puri, mai nulla di buono ho fatto.
Elemosina e fede lavano i peccati , ma io mai ho praticato la carità.
Morta è la mia fede, sterile, perché priva di opere. Il mio cuore non conosce contrizione né compunzione; come sperare di non essere ridotto a nulla dinanzi a te? Se non avessi condannato il fratello, avrei speranza di non essere condannato, da sempre giudico chi pecca, con parole e pensieri, eppure ben peggiore è il mio peccato! Scruto negli altri la minima colpa, delle mie dissimulo la gravità.
Dal mio prossimo esigo obbedienza al più io tutti li rigetto.
In apparenza pio e devoto, nel mio cuore sono abitato da ogni disordine e incoscienza.
Se a volte, per caso, ho fatto qualcosa che aveva un'apparenza di bene,
davanti a te, Signore, non fu che ignominia;
era dovuta a orgoglio e vanagloria e desiderio di piacere agli uomini.
Nell'incoscienza ho trascorso la mia vita,
con il mio corpo ho servito la vanità del mondo, con le mie azioni sconvenienti ho condotto l'anima mia all'insensibilità. Iniquo a tal punto, mio Dio, mio Creatore, da non conoscere Te. A te ogni lode, Signore, tutto questo hai sopportato,
e ancora mi hai mostrato la tua misericordia e la tua grazia immensa.
Per quanto grande fosse la mia colpa, su di me sempre hai disteso la tua grandezza. Mi hai donato conversione e conforto, mi hai fatto degno di innumerevoli beni, mi hai strappato al mondo, mi hai innalzato alla dignità di questo
santo stato, mi hai posto sotto una regola a tuo servizio
a causa della tua misericordia, per il tuo disegno di salvezza e di grazia.
Ma io fui insensato e ingrato, fin da principio stolto e negligente. Quante volte ho tradito i voti a te fatti!
Con innumerevoli peccati ho insozzato e macchiato questo stato! Onnipotente, eccomi senza parole e senza voce. Quante volte, pensando al mio peccato, ho promesso di rinunciare ai miei delitti! Eppure cado e ancora cado in queste stesse colpe, e in altre più infami ancora.
Quante volte ho promesso di ricominciare a lavorare alla tua opera,
di vivere secondo la tua volontà,
e ogni giorno mi ritrovo nella medesima menzogna.
Il mio spirito s'affretta a ciò che è male e impurità,
vinto da ogni passione mai non resisto.
Se tu, Signore, non vieni in mio aiuto,
ogni speranza è perduta per me.
Si indebolisce il mio corpo, i giorni della mia vita giungono al termine,
il tempo della morte si avvicina, la scure è alla radice dell'albero
e già si appresta a recidere la mia anima sterile. La messe è pronta, la falce affilata, i mietitori si affannano a strappare la mia anima invasa dalla zizzania dei miei peccati per gettarla nel fuoco eterno. A tale vista vien meno il mio spirito. Che fare? Mi rifugio in Te, insondabile e infinito Amor; mi affido alla tua incommensurabile bontà, spero nella tua inestinguibile misericordia.
Maestro grande, fa' per me un miracolo di misericordia, la tua grazia ha sopportato la mia giovinezza priva di guida, i miei misfatti degni di provocare la tua collera, sopporta ancora i crimini dei giorni della mia vecchiaia. Non punirmi, Signore, nella tua collera, non castigarmi secondo il tuo sdegno
che io non sia confuso per le mie colpe. Non ricordarti dei peccati della mia giovinezza non ricordare la mia incoscienza, Onnipotente, perché se tu consideri le colpe, Signore, chi potrà sussistere? Che farò io, carico di tanti peccati?
Un servo malvagio sono stato per te, mio Signore, abbi pietà di me per amore della tua grazia, pietà di me, indegno della tua pietà.
Lavami dalle mie colpe così numerose, ti invoco dal profondo della mia angoscia. Risparmiami, Signore, risparmiami! Perdona i peccati che ho fatto, coscientemente o incoscientemente, i peccati che conosco e i peccati che non conosco
Liberami anche da quelli che avrei voluto commettere. Tendi verso di me la tua mano, soccorrimi, rialzami; a mala pena sono ancora in vita giaccio alle soglie della morte, ferite inguaribili piagano il mio corpo. Nessuno può guarirmi all'infuori di te, tu medico pieno d'amore delle anime e dei corpi. Guariscimi Signore, respingi lontano da me gli assalti del nemico che getta la mia anima in grande smarrimento, donami intelligenza e sobrietà, la forza di lavorare alla tua opera santa. Nulla di buono potremo fare senza di Te. Fammi degno di morire ai desideri di questo vano mondo. Tu sai di cosa sono capace, fà che io non mi perda per sempre.
Che io voglia o che io non voglia, salvami! Non mandarmi; Signore, tentazioni al di là delle mie forze, non inviarmi dolore e malattia, ma salute e forza, che tutto io possa sopportare con rendimenti di grazie. Non recidermi con la scure mortale come albero che non porta frutti, io, privo di frutti di buone opere. Donami di terminare i miei giorni nella penitenza, nell'obbedienza ai tuoi comandi, nell'adempimento della tua volontà, piena di grazia, salutare e perfetta.
Fammi dono della preghiera incessante nell'umiltà del cuore. Rendi salda la mia mente, non si allontani dalla via del bene. Concedimi, Signore, la compunzione del cuore e il dono delle lacrime per piangere sui miei peccati.
Mio Signore, Dio di tenerezza e bontà, donami le lacrime perché il mio cuore si riscaldi con le lacrime del mi amore per Te. Consola la mia anima afflitta, donami l'audacia di parlarti, concedimi la tua grazia dinanzi alla morte. Accoglimi nel giorno della mia fine e abbi pietà della mia anima che molto ha peccato. Liberala dal dolore e dall'inesprimibile angoscia, da ogni tormento e pena che l'attende. Non consegnarla in potere dei demoni tenebrosi e infingardi, scacciali perché io non li veda. Mandami un angelo di pace e di luce, prenda la mia anima e dolcemente la separi dal mio corpo impuro. Accoglila purificata dal pentimento e dallla confessione. Nel giorno del tuo giusto giudizio non scoprire le mie opere cattive agli angeli e agli uomini, strappa il documento scritto dei miei peccati. Sia ignoto a tutti! Salvami dall'eterno tormento, fammi degno della sorte dei giusti per le preghiere della nostra purissima Madre di Dio, per intercessione delle sante e spirituali potenze celesti, per le suppliche di tutti i santi.
Te Dio unico Padre, Figlio, Spirito santo, glorificato nella santa Trinità ringrazio, prego, adoro, venero, glorifico con le labbra, con il cuore, con la mente, con ogni pensiero, sentimento ed esultanza dell'anima e del corpo
ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.