venerdì 6 maggio 2011

Caduta libera.


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Logroño è il capoluogo della più piccola Comunità autonoma spagnola, la Rioja, famosa solo per i suoi vini. Ora, una piccola notorietà potrebbe conquistarla anche perché il Comune, amministrato ovviamente dai socialisti, ha pubblicato il suo calendario, ufficiale per la città e con conseguenze dirette circa i giorni lavorativi e quelli feriali. Tra l’altro, è gratuitamente diffuso dappertutto e distribuito a chiunque lo richieda: ovviamente, a totali spese dei contribuenti. In quel “lunario” municipale, non appare il giorno di Santiago (25 luglio), il san Giacomo protettore di Spagna. Non appare la festa della Madonna del Pilar (12 ottobre) patrona della intera Hispanidad. Non appare l’Assunzione di Maria (15 agosto) sostituita dalle ricorrenza della indipendenza del Pakistan (sic !!!). Il giorno della Immacolata (8 dicembre ), quella Immacolata nel cui nome la Spagna si batté per secoli, è sostituto dalla «celebrazione dell’Ordine dei Farmacisti» ( ancora un sic!!!). Il giorno di san Matteo, protettore di Logroño (21 settembre) è trasformato nella «Festa della Vendemmia». Non esiste più il Mercoledì delle Ceneri ma in compenso, nello stesso mese di febbraio, il 25 si celebra l’anniversario della nascita di Maometto.
Che dire? Sembra solo una barzelletta che non fa ridere. Di solito mi faccio un dovere di diffidare degli entusiasmi (sono pericolosi e rischiano sempre di rovesciarsi nel loro contrario, la depressione…) e cerco di non praticare neppure la categoria dello scandalo. Dunque, non mi straccio le vesti ma mi rattristo molto: la Spagna è un Paese che amo e non a caso: la mia vita è cambiata quando ho ascoltato le catechesi del Cammino Neocatecumenale, fondato da Francisco "Kiko" Arguello, spagnolo di Leon.
Registro che la Spagna esagera sempre. E i socialisti di Logroño non sono che gli eredi di questo fanatismo: o elevare roghi per gli eretici o perseguitare i cattolici. «Gli spagnoli corrono sempre dietro i preti. Una volta per seguirli in processione, con un cero in mano. Un’altra volta, con in mano un forcone, per infilzarli». Da Teresa d'Avila a Josemaria Escrivà passando per Giovanni della Croce: una caduta libera impressionante! Preghiamo per questa Spagna, caduta davvero in basso. C'è chi sta peggio di noi.