sabato 11 giugno 2011

L'Apice di ogni grazia.




Finalmente il compimento pasquale, con la speranza che la Pasqua 2011 abbia portato qualcosa di eterno in noi, uno spirito proteso verso la vita, piene di gioiosa speranza. Cristo continua in ogni generazione a creare e ricreare anime sante per il Padre del cielo. Buona Pentecoste. pb Vito Valente.

* * *  

Riporto per l'occasione di questa Solennità (l'Apice di ogni grazia, secondo san Giovanni Crisostomo),  i testi della preghiera notturna dei Certosini.

Dal trattato "Sullo Spirito Santo" di s. Basilio Magno.

De Spiritu Sancto, XVIII, 45-46; IX, 22-23; XIX,49. XXVI, 61.64. SC 17,
194-195. 145-148. 200-202. 225-227. 230-231.

Nella semplicità di Dio l'unità delle Persone consiste nella comunione
della divinità. Uno è anche lo Spirito Santo, nella sua propria realtà; ma
è congiunto al Padre, che è uno, per il Figlio, che è uno, e per mezzo suo
completa la beata Trinità, degna di ogni lode.

Lo Spirito è intimamente imparentato con il Padre e il Figlio. Lo
palesa il fatto che egli non è posto nella moltitudine delle creature, ma è
da solo proferito. Egli non è infatti uno fra molti, ma è l'unico. Come uno
è il Padre e uno il Figlio, così anche uno è lo Spirito Santo. Perciò tanto
lontano si trova dalla natura creata quanto una cosa solitaria
verosimilmente lo è da ciò che è congregato in un tutto numeroso. Egli è
unito al Padre e al Figlio quanto il solo è in intimità col solo.

Quindi è ovvio: lo Spirito condivide la natura del Padre e del Figlio.
Ma ecco altre prove. Si dice che lo Spirito Santo è da Dio: non al modo in
cui ogni cosa è da Dio, ma come colui che proviene da Dio: non al modo
della generazione, come il Figlio, ma come soffio dalla sua bocca.
Evidentemente non parlo di bocca corporea, né il soffio è un alito che si
dissolve. L'espressione va intesa in modo degno di Dio, per cui questo
soffio è sostanza vivente, che ha potere di santificazione. Questo simbolo
ci aiuta a capire meglio l'intimità delle Persone, ma il loro modo di
esistenza resta indicibile.



2

Lo Spirito Santo è stato chiamato Spirito di Dio e Spirito di verità,
che procede dal Padre: Spirito forte, Spirito retto, Spirito creatore.
Spirito Santo è l'appellativo che gli conviene di più e che gli è proprio,
quello che più di ogni altro esprime l'essere tutto incorporeo, puramente
immateriale e semplice. Perciò anche il Signore quando vuole insegnare a
colei che credeva si dovesse adorare Dio in un luogo, che l'incorporeo non
si può circoscrivere, dice che Dio è Spirito.

Perciò chi sente parlare dello Spirito non si immaginerà una natura
contenuta entro certi limiti, sottoposta a variazioni e mutamenti. Non va
paragonato con le creature, ma lanciandoci con il pensiero a quanto è più
alto, è necessario pensare a una natura intelligente di illimitata potenza,
di infinita grandezza, senza dimensioni di tempo e di secoli, elargitrice
dei propri beni.

Tutto ciò che ha un carattere sacro, da lui lo deriva. Di lui hanno
bisogno gli esseri che hanno vita e, come irrorati dalla sua rugiada,
ricevono vigore e sostegno nel loro esistere e agire in ordine al fine
naturale per il quale sono fatti. Capace di perfezionare gli altri, lo
Spirito per sé non viene meno in nessuno; vive senza bisogno di rifare le
sue forze e anzi rifornisce la vita; non ingrandisce per progressivi
accrescimenti, ma è la pienezza continua; è stabile in sé ed è insieme
ovunque.



3

Lo Spirito Santo è sorgente di santificazione e luce intelligibile.
Offre a ogni creatura ragionevole se stesso e con se stesso luce e aiuto
per la ricerca della verità.

Inaccessibile per natura, può essere percepito per sua bontà. Tutto
riempie con la propria forza, ma si comunica solo a quelli che ne sono
degni. A essi tuttavia egli non si dà in ugual misura, ma si concede in
rapporto all'intensità della fede.

Semplice nell'essenza e molteplice nei poteri, è presente ai singoli
nella sua totalità ed è contemporaneamente e tutto dovunque. Egli viene
partecipato senza tuttavia subire alcuna alterazione. Di lui tutti sono
partecipi, ma egli resta integro, allo stesso modo dei raggi del sole, i
cui benefici vengono sentiti da ciascuno come se risplendessero solo per
lui e tuttavia illuminano la terra e il mare e si confondono con l'aria.

Così fa lo Spirito con coloro che sono in grado di riceverlo; è
presente a ciascuno come se fosse solo, e infonde in tutti la grazia
sufficiente. Di lui ciascuno gode quanto ne è capace, non quanto lo Spirito
può donare.

Quanto all'unione dello Spirito con l'anima, essa non consiste in una
vicinanza di luogo (come ci si potrebbe avvicinare corporalmente ad un
essere incorporeo?), ma nello stare lontano dalle passioni che sorgono
nell'anima, a causa del suo amore verso la carne che l'allontanano
dall'intimità di Dio.



4

Bisogna purificarsi dalla sozzura contratta col vizio e ritornare alla
nativa bellezza, restituendo per così dire all'immagine regale la primitiva
forma mediante la purezza; solo così è possibile avvicinarsi al Paraclito:
ed egli, come sole, se troverà un occhio puro, ti mostrerà in se stesso
l'immagine di Dio invisibile. Nella beata contemplazione dell'immagine, tu
vedrai l'ineffabile bellezza dell'Originale, ossia Dio.

Grazie allo Spirito Santo i cuori si elevano in alto, i deboli vengono
condotti per mano, i forti giungono alla perfezione. Egli risplende su
coloro che si sono purificati da ogni bruttura e li rende spirituali per
mezzo della comunione che hanno con lui.

I corpi molto trasparenti e nitidi al contatto di un raggio diventano
anch'essi molto luminosi ed emanano da sé nuovo bagliore; così le anime che
hanno in sé lo Spirito e sono illuminate dallo Spirito diventano anch'esse
sante e riflettono la grazia sugli altri. Dallo Spirito
l'anticipata conoscenza delle cose future, l'approfondimento dei misteri,
la percezione delle verità nascoste, le distribuzioni dei doni, la
familiarità delle cose del cielo, il tripudio con gli angeli. Da lui la
gioia eterna, da lui l'unione costante e la somiglianza con Dio, e, cosa
più sublime d'ogni altra, da lui la possibilità di divenire Dio.



5

Quali sono le operazioni dello Spirito Santo? Indicibili per la loro
grandezza, innumerevoli per la quantità. Come noi potremo comprendere le
realtà che sono anteriori ai secoli? Quali erano le sue operazioni prima
che esistesse la creatura pensante? Quali sono i suoi benefici profusi a
vantaggio della creazione? Quale potenza manifesterà nei secoli venturi?
Egli infatti era, preesisteva e coesisteva con il Padre e con il Figlio
prima dei secoli. Anche se tu concepirai qualcosa che fosse prima dei
secoli, troverai che essa è posteriore allo Spirito.

Se tu ripensi alla creazione, vedrai che le potenze dei cieli si sono
consolidate per lo Spirito: consolidamento che va inteso nella
inalterabilità dell'abitudine a ben operare. E' lo Spirito, infatti, che ha
loro conferito l'intimità con Dio, l'impeccabilità, la beatitudine senza
tramonto.

L'avvento di Cristo: lo Spirito lo precede. L'incarnazione di Cristo:
lo Spirito ne è inseparabile. Miracoli, doni di guarigione: avvengono per
lo Spirito Santo. I demoni sono scacciati nello Spirito di Dio. Il diavolo,
alla presenza dello Spirito, è privato di ogni suo potere. La remissione
dei peccati avviene nella grazia dello Spirito. Siete stati lavati, siete
stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù
Cristo e nello Spirito del nostro Dio!



6

Il nostro accesso all'intimità con Dio si compie mediante lo Spirito.
Infatti Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che
grida: Abbà, Padre! La risurrezione dai morti è operata dallo Spirito.
Mandi il tuo Spirito, sono creati, e rinnovi la faccia della terra.

Se si intende questa creazione come un ritorno alla vita di chi è
morto, come non chiamare grande l'operazione dello Spirito, che ci
distribuisce la vita dalla risurrezione e predispone le nostre anime a
quella vita spirituale? Si può anche intendere per creazione la
trasformazione in meglio, che avviene quaggiù, di coloro che sono caduti in
peccato, come quando Paolo dice: Se uno è in Cristo, è una creatura nuova.
Allora il rinnovamento, che qui avviene, e il cambiamento di questa vita
terrestre e passibile nella cittadinanza celeste per dono dello Spirito,
tutto questo innalza le nostre anime al colmo dello stupore.

Dobbiamo forse temere in queste cose di oltrepassare il limite della
sua dignità attribuendo allo Spirito eccessivi onori? O, al contrario, non
dobbiamo temere di abbassare la nozione che abbiamo, anche quando ci
sembrasse di proclamarne i massimi attributi, concepiti dalla mente e dalla
lingua umana?



7

Lo Spirito Santo perfeziona gli esseri razionali, portando a
compimento la loro eminente dignità. Infatti, colui che ormai non vive più
secondo la carne, è guidato dallo Spirito di Dio, poiché prende il nome di
figlio di Dio e diviene conforme all'immagine del Figlio unigenito. Perciò
viene detto spirituale. Come in un occhio sano vi è la capacità di vedere,
così nell'anima che ha questa purezza vi è la forza operante dello Spirito.
Perciò Paolo augura agli Efesini che i loro occhi siano illuminati nello
Spirito di sapienza.

E come l'arte in colui che l'ha acquisita, così la grazia dello
Spirito in colui che l'ha accolta, è sempre compresente, senza tuttavia che
operi ininterrotta. Anche l'arte è in potenza nell'artista, in atto lo è
quando egli operi a sua norma. Altrettanto lo Spirito da una parte è sempre
presente a chi ne è degno, dall'altra opera secondo la necessità, o in
profezie, o in guarigioni, o in altre azioni prodigiose.

Come nei corpi ci sono la salute, il calore, o in genere disposizioni
passeggere, così spesso è presente lo Spirito nell'anima; ma egli non
permane in quelli che per l'instabilità del carattere rifiutano alla
leggera la grazia che hanno ricevuto.



8

Come il Padre si rende visibile nel Figlio, così il Figlio si rende
presente nello Spirito. Perciò l'adorazione nello Spirito indica
un'attività del nostro animo, svolta in piena luce. Lo si apprende dalle
parole dette alla Samaritana. Essa infatti, secondo la concezione errata
del suo popolo, pensava si dovesse adorare in un luogo particolare; ma il
Signore, facendole mutare idea, le disse che si deve adorare in spirito e
verità, chiaramente definendo se stesso la Verità.

Dunque, come per adorazione nel Figlio intendiamo l'adorazione
nell'immagine di colui che è Dio e Padre, così intenderemo l'adorazione
nello Spirito come adorazione di colui che esprime in se stesso la divina
essenza del Signore Dio. Perciò anche nell'adorazione lo Spirito Santo è
inseparabile dal Padre e dal Figlio.

Se vivi fuori dello Spirito non potrai separartene, come non riuscirai
a separare la luce da quanto vedi. È impossibile infatti vedere l'immagine
di Dio invisibile, se non nell'illuminazione dello Spirito. Chi fissa gli
occhi sull'immagine, è incapace di separare la luce dall'immagine, poiché
quel che fa vedere un oggetto necessariamente si vede insieme con esso.

Nello Spirito che ci illumina noi vediamo lo splendore della gloria di
Dio. Attraverso il Figlio, impronta dell'essere divino, risaliamo a colui
al quale impronta e sigillo appartengono, e al quale l'una e l'altro sono
perfettamente uguali.



9

Dal vangelo secondo Giovanni.

20,19-23

La sera del primo giorno della settimana, dopo la morte di Gesù, mentre
erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore
dei Giudei, venne Gesù, alitò su di loro e disse: "Ricevete lo Spirito
Santo".

Dai Discorsi di san Leone Magno.

Sermo LXXVI, De Pentecoste II,3-5. PL 54,405-408.

Quando nel giorno di Pentecoste, lo Spirito Santo riempì i discepoli
del Signore, non si trattò di un dono iniziale, ma di un aumento della sua
liberalità. Infatti anche i patriarchi, i profeti, i sacerdoti e tutti i
santi vissuti in passato furono vivificati dallo Spirito santificatore. E
senza la sua grazia nessun sacramento fu mai istituito, nessun mistero fu
mai celebrato; perciò non è mai venuta meno la virtù dei carismi, anche se
non sempre fu eguale la misura dei doni.

I santi apostoli non erano neppure loro privi dello Spirito Santo
anteriormente alla passione del Signore; né il potere e la virtù dello
Spirito mancavano nelle opere del Salvatore. Quando questi conferiva ai
discepoli il potere di guarire le malattie e di scacciare i demoni,
evidentemente dava loro la forza dello Spirito Santo; invece l'empietà dei
Giudei si ostinava a negare che ne facesse uso nel comandare agli spiriti
immondi, attribuendo i benefici divini al demonio.



10

Per le loro bestemmie i Giudei si attirarono la nota sentenza del
Signore che dice: Qualunque peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini,
ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata. A chiunque avrà
parlato male del Figlio dell'uomo sarà perdonato; ma la bestemmia contro lo
Spirito non gli sarà perdonata né in questo secolo né in quello futuro.

È dunque evidente che la remissione dei peccati non avviene senza
l'invocazione dello Spirito Santo e che nessuno senza il suo aiuto può
gemere come è conveniente, e pregare come è necessario. Così insegna
l'Apostolo: Nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo
Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili;
e ancora: Nessuno può dire:"Gesù è il Signore" se non sotto l'azione dello
Spirito Santo. Privarsi di lui è cosa molto dannosa e funesta, perché non
otterrà mai perdono colui che viene abbandonato dal suo difensore.



11

Tutti quelli che avevano creduto nel Signore Gesù avevano già in sé
l'effusione dello Spirito Santo; così gli apostoli avevano ricevuto il
potere di rimettere i peccati fin da quando il Signore dopo la sua
risurrezione aveva soffiato sopra di essi, dicendo: Ricevete lo Spirito
Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li
rimetterete, resteranno non rimessi.

Tuttavia, all'ideale di perfezione, a cui erano chiamati i discepoli,
era riservata maggiore abbondanza di grazia e un'effusione ancora più
ricca. Occorreva che potessero accogliere quanto ancora non avevano
ricevuto e possedere meglio quanto avevano già ricevuto. Per questo appunto
diceva il Signore: Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non
siete capaci di portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito di verità,
egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà
tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. Egli mi
glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà.



12

Il Signore aveva detto ai discepoli: Tutto ciò che ho udito dal Padre,
l'ho fatto conoscere a voi. Come mai ora, promettendo lo Spirito Santo,
afferma: Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci
di portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi
guiderà alla verità tutta intera ?68 Voleva forse il Signore lasciar
capire di possedere un grado inferiore di scienza o di aver appreso dal
Padre meno dello Spirito Santo?

Eppure lui è la Verità, e nulla può proferire il Padre, nulla può
insegnare lo Spirito senza il Verbo. Infatti è stato detto: Prenderà del
mio nel senso che quanto riceve lo spirito lodona il Figlio, a cui a sua
volta lo dona il Padre.

Non si trattava dunque di comunicare un'altra verità o di annunciare
un'altra dottrina: bisognava solo sviluppare la capacità ricettiva dei
discepoli e potenziare in essi il vigore di quella carità che, fugando ogni
timore, non si sarebbe arrestata dinanzi alla furia dei persecutori. Questo
gli apostoli dimostrarono di volere più fortemente e di potere più
efficacemente, subito dopo che ebbero la nuova e più abbondante effusione
dello Spirito Santo; essi progredirono appunto dalla semplice cognizione
dei precetti all'effettiva sopportazione delle sofferenze. Allora, senza
più temere di fronte a nessuna tempesta, camminarono spediti sopra i flutti
del secolo e i vortici del mondo e, disprezzando la morte, portarono a
tutte le genti il messaggio evangelico della verità.