martedì 12 luglio 2011

Giovanni Gualberto




Per introdurre il santo del giorno mi servo del primo salmo dell'ora media:

Antifona
L'amore è la pienezza della legge.


SALMO 118, 97-104
XIII (Mem)
Quanto amo la tua legge, Signore; *
tutto il giorno la vado meditando.
Il tuo precetto mi fa più saggio dei miei nemici, *
perché sempre mi accompagna.

Sono più saggio di tutti i miei maestri, *
perché medito i tuoi insegnamenti.
Ho più senno degli anziani, *
perché osservo i tuoi precetti.

Tengo lontano i miei passi da ogni via di male, *
per custodire la tua parola.
Non mi allontano dai tuoi giudizi, *
perché sei tu ad istruirmi.

Quanto sono dolci al mio palato le tue parole: *
più del miele per la mia bocca.
Dai tuoi decreti ricevo intelligenza, *
per questo odio ogni via di menzogna.


Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.

Antifona
L'amore è la pienezza della legge.


Oggi 12 luglio ricordiamo:
Giovanni Gualberto (+1073), monaco
Nel 1073 muore a Passignano, nei pressi di Firenze, Giovanni Gualberto, promotore della riforma monastica di Vallombrosa.
Della sua vita precedente l'ingresso in monastero a San Miniato (Firenze) si sa ben poco; tuttavia, una volta scelta la via monastica, Giovanni divenne un riferimento importante per la lotta contro uno dei più gravi mali che affliggevano la chiesa del suo tempo: la simonia, ovvero la perversa abitudine di acquisire con il denaro gli incarichi più prestigiosi nella chiesa. Contro tale male egli non cessò di predicare sino alla fine dei suoi giorni.
Fautore di un ritorno del clero alla purezza e alla povertà evangeliche, Giovanni avvertì altresì il bisogno di una vita più ritirata e più conforme alla Regola di Benedetto rispetto a quella che si viveva nei monasteri del suo tempo.
Dopo aver girato diverse comunità della Romagna alla ricerca del luogo adatto per realizzare i suoi progetti, egli decise di unirsi a due eremiti di Vallombrosa per cominciare insieme a loro un nuovo monastero, di stampo più cenobitico rispetto ad altre contemporanee esperienze di riforma monastica nell'Italia centrale. Giovanni riteneva infatti che al centro della vita cenobitica ci dev'essere il comandamento nuovo dell'amore, il solo sul quale poter edificare la comunione nel cenobio.
Le sue ultime parole prima di morire riguarderanno proprio la carità e il ruolo dell'abate, il quale presiede nella comunità dei fratelli all'adempimento del grande comandamento lasciato da Gesù.
TRACCE DI LETTURA
Essendo io già da lungo tempo gravemente infermo, attendo di giorno in giorno che Dio accolga la mia anima e che la terra del mio corpo ritorni alla terra da cui fu tratta.
Veramente pensavo di passare da questa vita in silenzio, quasi di nascosto; ma riflettendo al nome e alla carica che, benché indegno, ho dovuto occupare in questa vita transitoria, ho giudicato utile dirvi qualcosa sul vincolo della carità.
La carità è, senza dubbio, quella virtù che ha spinto il Creatore di tutte le cose a farsi creatura. E' la virtù che egli ha raccomandato agli apostoli come sintesi di tutti i suoi comandamenti, dicendo: «Questo è il mio comandamento, che vi amiate gli uni gli altri».
Per custodire inviolabilmente questa virtù, fratelli, è immensamente utile la comunione dei fratelli raccolti insieme sotto il governo di una sola persona. Come infatti il fiume si prosciuga nel suo letto se si divide in tanti rigagnoli, così l'unione fraterna è meno utile ai singoli, se si disperde qua e là
(Andrea di Strumi, Vita di san Giovanni Gualberto 80).
PREGHIERA
O Dio, nostro Padre,
per intercessione dell'abate san Giovanni Gualberto
ravviva in noi lo spirito di carità
che in paziente perseveranza
unisca i nostri cuori nel vincolo della pace.
Per il nostro Signore Gesù Cristo,
tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.