martedì 12 luglio 2011

Pregare è fatica


Un testo per prepararci alla preghiera notturna, la più faticosa... Di Paul Evdokimov.


La difficoltà più frequente, che ciascuno conosce per esperienza, è l'arte così delicata di accordare il nostro mondo psichico, il suo contenuto mobile, agitato, carico di preoccupazioni del momento, con il contenuto della preghiera liturgica, o della nostra regola personale. Ma dietro la tensione così reale della ricerca di una difficile armonia si nasconde spesso una sorda resistenza, una forma di tentazione molto raffinata. Di solito essa suggerisce l'argomento della sincerità: non ci si trova in quel momento nello stato di preghiera, forzandosi si correrebbe il rischio di profanare il sacro, perchè ad ogni modo si rimarrebbe distratti, esteriori, assenti, e per finire, la noia e la pesantezza dell' anima trionferebbero! Si deve veramente in questo caso attendere il momento dell'ispirazione, a rischio di non trovarlo mai?
Per soffocare in radice questa forma di tentazione ed eliminare ogni malinteso, occorre comprendere che la preghiera implica uno stato preliminare, un aspetto ascetico di sforzo.
Ecco l'esperienza di un eremita: "Io credo che non vi sia cosa più penosa della preghiera. Quando un uomo vuol mettersi a pregare, è allora che i suoi nemici, i demoni, cercano di impedirglielo... La preghiera esige che si lotti fino all'ultimo respiro".
Vi è anche la resistenza naturale che viene dalla pigrizia e dalla pesantezza dell'anima. Tutto questo aspetto ottenebrato dell'essere umano fa comprendere, secondo Origene, "che un solo santo, con le sue preghiere, è più forte nella sua lotta di una folla di peccatori". Altrove lo stesso autore costata che l'ascensione di un'alta montagna è faticosa.
La preghiera possiede dunque la propria lotta: non è estranea a quella violenza che si impadronisce del regno, violenza sull'uomo, che lo getta a terra in stato di adorazione, violenza su Dio, facendolo inclinare verso la terra e verso l'uomo in preghiera.
"Con la morte ha vinto la morte", così pure ogni preghiera porta la sua croce, con lo sforzo vince lo sforzo, per sgorgare alla fine liberamente e lietamente.
Paul Evdokimov, Le età della vita spirituale, Bologna 1968, pp. 37-38