giovedì 4 aprile 2013

Dallo stupore alla realtà della speranza



«Papa Francesco ha generato in tutta la comunità argentina, non solo tra cattolici o credenti, un senso di comunione e speranza, inedito nella nostra storia recente». Lo affermano María Rosa Barbarán e Rómulo Alejandro Scarano, che in occasione dell’elezione del nuovo Pontefice hanno voluto offrire la loro testimonianza sul rinnovato sito internet del Pontificio Consiglio per la Famiglia.Quello dei due coniugi argentini è uno degli omaggi tributati online dal dicastero che nel consiglio di presidenza annoverava l’arcivescovo di Buenos Aires divenuto Pontefice. Il sito www.familia.va riporta infatti anche stralci di omelie dedicate al tema della famiglia durante il suo ministero pastorale nella sede primaziale del Paese latinoamericano.Il Pontificio Consiglio presieduto dall’arcivescovo Vincenzo Paglia ha inoltre attivato di recente un servizio di newsletter in quattro lingue, ricco di informazioni sulle tematiche di maggiore attualità e interesse, soprattutto in vista dei due grandi appuntamenti che maggiormente coinvolgono le realtà familiari cattoliche: il pellegrinaggio alla tomba di San Pietro per l’Anno della fede, in programma il 26 e 27 ottobre prossimi; e l’Incontro mondiale delle famiglie fissato per il 2015 a Philadelphia, negli Stati Uniti d’America.Tra i relatori al recente Incontro mondiale svoltosi a Milano con la partecipazione di Benedetto XVI, i coniugi Scarano sono una coppia molto impegnata nel loro Paese: lei è decano della facoltà di scienze dell’educazione dell’Universidad Católica de Santiago del Estero, lui è avvocato e docente di dottrina sociale della Chiesa. Nella loro testimonianza esprimono i sentimenti di «incredulità, sorpresa, gioia», che ha suscitato nel loro Paese l’elezione del cardinale Bergoglio, senza nascondere anche «un certo timore per la complessità delle circostanze che deve affrontare il successore di Pietro». E rivelano come «settori politici caratterizzati dall’intolleranza e dal confronto non riconciliabile, hanno avuto gesti di rispetto e perfino di autocritica».Del resto negli ultimi decenni il cardinale Bergoglio «ha costituito un punto di riferimento morale», oltre che pastorale, per tutta la comunità argentina. Un uomo — ricordano — «venuto da una generazione di giovani sacerdoti latinoamericani segnata dai grandi ideali di rinnovamento religioso e sociale degli anni ‘60 e ‘70, illuminati dal Vaticano II». In particolare «il popolo argentino non dimentica la sua forza e la sua coerenza nella dura crisi economica, politica e morale, che nel dicembre 2001 produsse il collasso del governo nazionale e di tutto il sistema di indebitamento consumista». E in quel drammatico contesto, «un popolo ferito e sconcertato di fronte allo spettacolo della migrazione di migliaia di giovani alla ricerca di una possibilità di vita», ha ricevuto l’incoraggiamento della parola e dei gesti del futuro Pontefice, «come un padre che corregge, annuncia e avverte».Per Maria Rosa e Romulo Alejandro «la sua immagine è stata una luce che accende la speranza in mezzo al naufragio». E citano in proposito la sua omelia sulla parabola del buon samaritano del 25 maggio 2003, alla presenza delle massime autorità politiche della nazione. 
«I briganti della strada — disse in quella circostanza — hanno avuto come alleati coloro che passano per la strada guardando dall’altra parte. Si chiude il cerchio tra coloro che usano e ingannano la nostra società per derubarla e quanti si suppone mantengano la purezza nella loro funzione critica, ma vivono di questo sistema e delle nostre risorse per sfruttarle fuori o mantengono la possibilità del caos per guadagnare terreno. Non dobbiamo ingannarci, l’impunità del delitto, dell’uso delle istituzioni della comunità per il profitto personale o corporativo e altri mali che non riusciamo a sradicare, hanno come risvolto la permanente disinformazione e il discredito di tutto». 
 In quell’occasione il porporato mise in guardia dall’atteggiamento di chi semina costantemente il sospetto, «che fa diffondere la sfiducia e la perplessità» e «alimenta il disincanto e la disperazione». 
 Quando «si fa sprofondare un popolo nello scoraggiamento — affermò — si chiude perfettamente un circolo perverso: la dittatura invisibile degli interessi veri, quegli interessi occulti che si sono impadroniti delle risorse e della nostre capacità di giudizio e di pensiero».
Attraverso questo stile pastorale padre Bergoglio ha generato in Argentina un debito di gratitudine; e poiché «ha sempre chiesto e chiede che preghiamo per lui — spiegano i due coniugi — siamo migliaia che abbiamo preso quest’impegno di sostenerlo con la preghiera».
Si tratta di «una sfida — concludono — alla speranza di tempi migliori che verranno in tutta la Chiesa. Francesco alimenta in ognuno dei suoi gesti il sogno di una Chiesa povera e solidale, al servizio della vita minacciata, la cui gloria e forza emana dalla croce. Gli vogliamo molto bene. E ci sentiamo molto impegnati con tutta la Chiesa attraverso il suo ministero».
L'Osservatore Romano, 5 aprile marzo 2013.