giovedì 18 aprile 2013

Il Papa "Buonasera!": parole e gesti da grande comunicatore.





I primi giorni di Papa Bergoglio su «La Civiltà Cattolica». Oltre i gesti 
 
«Viviamo le prime settimane dopo l’elezione del primo Papa latinoamericano (quindi non europeo), del primo Papa gesuita, del primo che ha voluto chiamarsi Francesco, e di una persona che non figurava tra i candidati più probabili del frenetico “totopapa” in cui si sono sbizzarriti (a quanto pare con poco successo) i colleghi della stampa e dei media mondiali. Ora tutti si sforzano di capirne l’indole, i progetti e le idee portanti» ma — scrive padre GianPaolo Salvini sul numero in uscita della «Civiltà Cattolica» — «in realtà molti degli osservatori e dei commentatori, anziché porsi in ascolto del messaggio del Papa preso nel suo insieme, sono intenti a capire se il Papa corrisponde alle loro idee oppure no, per continuare poi ad applaudirlo o per iniziare a criticarlo».È pur vero, sottolinea il gesuita, che la semplicità e l’immediatezza dimostrate da Papa Francesco sin dall’inizio «hanno piacevolmente sorpreso un po’ tutti, credenti o meno, anche per la percezione generalizzata che non si tratti di qualcosa di artefatto o di ricercato. Papa Bergoglio è così e, secondo chi lo conosce, lo è sempre stato anche da arcivescovo di Buenos Aires. Da Papa è rimasto semplicemente se stesso, e nel suo modo di porsi la gente ha riconosciuto il carattere dell’autenticità e dell’umiltà, sempre molto apprezzate in un mondo pieno di allusioni e di discorsi ben poco lineari».
Volendo arricchire il ritratto del Pontefice, che per lo più giornalisti e osservatori stanno al momento schiacciando sui suoi gesti, padre Salvini si sofferma su ciò che Bergoglio ha detto in occasione di alcuni dei suoi primi interventi pubblici, come l’incontro nell’aula Paolo VI con migliaia di giornalisti e di operatori dei media, la messa per l’inizio del suo servizio come successore di Pietro e vescovo di Roma, il dialogo avuto con i rappresentanti delle Chiese non cattoliche e di altre religioni, l’incontro con Benedetto XVI e quello con il superiore generale dei gesuiti, padre Adolfo Nicolás Pachón.
«Questi — conclude padre Salvini — sono soltanto alcuni dei momenti e degli incontri che hanno caratterizzato il nuovo pontificato e che hanno suscitato simpatie, attese e grande interesse, anche se hanno delineato più uno stile che linee di governo futuro di una Chiesa che ha dimostrato di saper compiere scelte profondamente innovative e che rivelano la creatività dello Spirito del Signore, che fa nuove tutte le cose».
L'Osservatore Romano, 19 aprile 2013.
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Il Papa Buonasera
(F. Trupia per Huffington Post)
Il "papa buonasera" è un oratore di altissimo livello: raffinato, preciso, diretto, alla portata di tutti. Un comunicatore nato. In un mese di pontificato, le sue parole hanno tracciato una linea precisa. Hanno avuto la capacità di mordere la realtà, mettendo a nudo sentimenti, paure e debolezze. Anche personali.
Sì, perché Jorge Mario Bergoglio parte da se stesso: dichiara la sua fallibilità di uomo per acquisire autorevolezza tra gli uomini; esprime i suoi timori per confortare chi ne ha (tutti noi); esplicita le mancanze della Chiesa per renderla più influente. E' un processo argomentativo coraggioso e vincente, dove la debolezza diventa esempio, la manchevolezza punto di forza, il meno più.
Nelle parole di Papa Francesco la contraddizione, invece di fiaccare il ragionamento, lo rinvigorisce; invece di sminuire il personaggio lo fa crescere nella considerazione del mondo. Come per magia, la massima autorità spirituale del cattolicesimo che afferma "Non ho tutte le risposte e neppure tutte le domande" ci conforta, invece di gettarci nel panico. Ci costringe ad accettare i nostri limiti - ecco la magia - e a renderci conto che non sono una nostra misera realtà, ma che li condividiamo con personaggi che ricoprono un ruolo molto più importante di quello che noi riusciremo mai a raggiungere.
E' il paradosso la figura retorica che meglio traduce nella lingua questo meccanismo. Una figura apparentemente semplice, ma tutt'altro che banale perché ha il potere di rivelare la verità trascinandoci in un ragionamento contrario alla doxa, all'opinione comune. E' un paradosso rivelatore la definizione di Francesco del potere:
"Oggi [...] celebriamo l'inizio del ministero del nuovo vescovo di Roma, Successore di Pietro, che comporta anche un potere. [...] Non dimentichiamo mai che il vero potere è il servizio e che anche il Papa per esercitare il potere deve entrare sempre più in quel servizio che ha il suo vertice luminoso nella Croce; deve guardare al servizio umile, concreto ricco di fede, di San Giuseppe e come lui aprire le braccia per custodire tutto il popolo di Dio e accogliere con affetto e tenerezza l'intera umanità, specie i più poveri, i più deboli, i più piccoli." Ed è sempre un paradosso la definizione della tenerezza:
"(...) tenerezza che non è la virtù del debole, anzi, al contrario, denota fortezza d'animo e capacità di attenzione, di compassione, di vera apertura all'altro, capacità di amore. Non dobbiamo avere timore della bontà, della tenerezza!" (Omelia, Piazza San Pietro, 19 marzo 2013)
Un paradosso è la raccomandazione di avere cura di se stessi, come presupposto per riuscire a dare agli altri e a custodire il mondo che ci circonda. Il Papa ci ricorda che sentimenti come l'odio, l'invidia, la superbia sono tossici per chi li prova, prima ancora che per chi ne è oggetto:
"Ma per 'custodire' dobbiamo avere cura di noi stessi! Ricordiamo che l'odio, l'invidia, la superbia sporcano la vita! Custodire vuol dire allora vigilare sui nostri sentimenti, sul nostro cuore, perché è proprio da lì che escono le intenzioni buone e cattive: quelle che costruiscono e quelle che distruggono!" (Omelia, Piazza San Pietro, 19 marzo 2013)
E' un messaggio di civiltà, oltre a essere un messaggio spirituale. Vivere sarebbe estremamente più semplice (e divertente) se tutti lo ricordassimo nella quotidianità: negli uffici o in famiglia o nella coppia, troppo spesso brodi primordiali di malumori, rancori o anche di vera e propria perfidia. Francesco invita a puntare alto: "ad avere sete di assoluto" (Incontro con i rappresentanti delle Chiese e delle comunità ecclesiali, e di altre religioni, Sala Clementina, 20 marzo 2013), ad avere misericordia per rendere il mondo semplicemente "meno freddo e più giusto" (Piazza San Pietro, Angelus, 17 marzo 2013)
E, infine, la Chiesa, considerata a rischio di "autismo". Nelle riunioni pre-conclave il futuro Papa aveva ripetuto: "A una Chiesa autoreferenziale succede lo stesso che a una persona autoreferenziale: diventa paranoica, autistica."
Un pensiero che Papa Francesco ha tradotto in un'esortazione ai sacerdoti a uscire da se stessi e a sporcarsi con il mondo, a "odorare di pecora", anche quando le richieste che ricevono appaiono "inopportune, materiali o banali".
"Questo io vi chiedo: siate pastori con l'odore delle pecore, pastori in mezzo al proprio gregge, e pescatori di uomini."
Tutti, cattolici o non cattolici, dovremmo abbandonare la paura dell'odore di pecora. Dimenticare, almeno per un po', quel deodorante che ci allontana dal mondo e dai suoi odori. Ma, al contempo, dai suoi sapori e colori.
E ora "buon pranzo", come dice Francesco.

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«La santità ordinaria» di Malègue che ha ispirato Papa Bergoglio
di Luigi Accattoli
in “Corriere della Sera” di oggi,  18 aprile 2013
«Il francese lo parlavo piuttosto bene» ebbe a dire in un'intervista il cardinale Bergoglio e via via
vengono fuori gli autori francesi della sua formazione: all'indomani dell'elezione aveva nominato
Léon Bloy («Chi non prega il Signore, prega il diavolo») e domenica nella Basilica di San Paolo ha
citato — senza nominarlo — Joseph Malègue (1876-1940) per il titolo del romanzo postumo
Pierres noires: les Classes moyennes du Salut
(tradotto in italiano dalla Sei nel 1966 con il titolo
Pietre nere: le classi medie della salvezza
).
Malègue è autore apprezzato sia in Francia sia in Italia. Quando apparve
Pietre nere
la critica
francese lo qualificò come «il Proust cattolico». Nell'agosto del 2010 un articolo di «Civiltà
Cattolica» lo paragonava a Claudel, Maritain, Mauriac, Mounier. Papa Francesco l'ha evocato così:
«Ci sono i santi di tutti i giorni, i santi "nascosti", una sorta di "classe media della santità" di cui
tutti possiamo fare parte». Il romanzo è stato definito dai critici «un romanzo della santità», che
narra vicende di «santità ordinaria» ispirate all'idea del filosofo cattolico Henri Bergson che «il
santo apre una via che può essere percorsa da altri uomini». Con questo richiamo il nuovo Papa si
mostra fautore di un ripensamento della «santità canonica» che apra la via al riconoscimento di
forme di «perfezione cristiana» non rispondenti allo standard delle tradizionali «virtù eroiche».
Papa Wojtyla aveva voluto che venissero introdotte Cause in vista della beatificazione di persone
vissute nel matrimonio e in ogni professione. Il cardinale Ratzinger nel volume
La mia vita
(San
Paolo 1997) aveva così accennato alla questione: «Sono convinto che questi santi "piccoli" siano un
grande segno per il nostro tempo».
«Nel grande disegno di Dio — ha detto domenica papa Francesco a lode della santità ordinaria —
ogni dettaglio è importante, anche la tua, la mia piccola e umile testimonianza, anche quella
nascosta di chi vive con semplicità la sua fede nella quotidianità dei rapporti di famiglia, di lavoro,
di amicizia».

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L'Osservatore Romano
(Mariano dell'Olmo) Il 13 marzo 2013 il cardinale Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, è stato eletto Papa assumendo programmaticamente — com’egli stesso ha riferito ai giornalisti incontrandoli tre giorni dopo nell’Aula Paolo VI — il nome di Francesco, il santo di Assisi nel quale povertà, pace, custodia del creato operano all’unisono in una suprema testimonianza di amore, «la smesurata amanza de lo cor enfocato», che Iacopone da Todi cantò nella lauda a lui dedicata (40, vv. 155-156).

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The 2013 TIME 100: Pope Francis among the 100 most influential people in the world
Fonte
TIME presents its annual list of the 100 most influential people in the world, from artists and leaders to pioneers, titans and icons -- PopeFrancis (76): The 100,000 people who were gathered in St. Peter’s Square that chilly evening of March 13, drawn by the legendary (...)