mercoledì 6 agosto 2014

La classe media della santità



Il capolavoro di Joseph Malègue. 

È in uscita nelle edicole italiane un’edizione di Agostino Méridier di Joseph Malègue inserita nella collana «La biblioteca di Papa Francesco», curata da Antonio Spadaro (edizioni Rcs per il «Corriere della Sera» in collaborazione con «La Civiltà Cattolica»). Anticipiamo stralci della prefazione.
(Ferdinando Castelli) Nell’intervista concessa da Papa Francesco a padre Antonio Spadaro, direttore della Civiltà Cattolica, si legge: «Io vedo la santità nel popolo di Dio, la sua santità quotidiana. C’è una “classe media della santità” di cui tutti possiamo far parte, quella di cui parla Malègue». Il Papa in questo passaggio si stava riferendo a Joseph Malègue, uno scrittore francese a lui molto caro. 

Quando fu pubblicato il suo romanzo Augustin ou le Maître est là, il padre Paul Doncoeur, nella rivista «Études», scrisse: «Il romanzo di Joseph Malègue è uno di quei libri che si leggono con difficoltà, ma si rileggono con gioia. Prima di aprire questi due grossi volumi (...) esiterete dieci volte; dopo duecento pagine, dubiterete di avere il coraggio di andare oltre. Arrivati alla fine, vi dispiacerà che sia così rapida. Allora riprenderete il primo volume, quasi dimenticato, e troverete più gustose che alla prima lettura quelle pagine dove tutto ora acquista valore».
Quanti ebbero il coraggio di leggere per intero il romanzo si resero conto di trovarsi dinanzi a un’opera eccezionale. «Lei ha scritto un capolavoro», scrisse all’autore padre Domitien Sertillanges, noto filosofo e teologo. Altri giudizi positivi portavano la firma di Charles Du Bos, Jacques Chevalier, Paul Claudel, Michel Florisoone («È un grandissimo libro. Non dirò un grandissimo romanzo. È qualcosa di più e di diverso»). In Italia il romanzo ebbe un convinto e intelligente estimatore in Francesco Casnati, che lo fece tradurre e pubblicare nella collana «Il Graal» della Sei.
L’opera di Malègue oggi è un capolavoro da riscoprire. È stato appena ristampato in Francia da Cerf e oggi torna anche in Italia. Con Malègue il messaggio cristiano ha raggiunto anche le complesse tecniche del romanzo del XX secolo. Lo si può accostare a Huysmans, Bloy, Mauriac, Bernanos e Green. Ha la densità intellettuale dei grandi libri di Thomas Mann, Hermann Broch, Robert Musil, ma anche le sfumature di Marcel Proust. Anche Paolo VI, compenetrato dalla cultura francese, era un appassionato di Malègue. La sua fu l’epoca dei grandi intellettuali di quel cattolicesimo francese che fece sentire il suo influsso anche in sud America, in particolare grazie al pensiero di Jacques Maritain (1882-1973). Il filosofo francese, convertito grazie a Lèon Bloy, fece una conferenza di gran successo a Buenos Aires nel 1936, l’anno della nascita di Jorge Mario Bergoglio. Gli intellettuali cattolici francesi, soprattutto scrittori quali Paul Claudel, Henri Ghéon e Max Jacob, entrarono nelle librerie argentine. Così l’opera di Malègue (1876-1940).
Lo scrittore, nato in una famiglia di piccola borghesia cattolica a Latour d’Auvergne, compì studi di retorica, filosofia, medicina e si laureò in Diritto. Dopo un periodo di insegnamento all’École Normale di Savenay, lasciò l’incarico per consacrarsi alla letteratura. In questo campo si distingue per lo stile limpido, preciso, sostenuto da una potente immaginazione e da una notevole cultura, anche storico-teologica. La sua bibliografia non è vasta.
Augustin ou le Maître est là è il suo capolavoro, elaborato con accuratezza e passione. Malègue confessava di aver rimesso in cantiere almeno dieci volte molte pagine del romanzo.
Chi è Agostino, protagonista del romanzo di Malègue? È un ragazzo intelligente, affettuoso, aperto alle cose belle. Sua madre è una donna dalla fede viva, quasi una seconda natura, dedita alla famiglia e alle opere di pietà. Il padre è un professore di liceo, colto ma incapace di affermarsi. Religiosamente sfugge a una classificazione; partecipa alla preghiera in famiglia, ma con indifferenza, quasi assente, più liberale che cristiano. Segue con interesse gli studi del figlio, ma è estraneo alla sua formazione religiosa.
L'Osservatore romano