domenica 14 febbraio 2016

Visita all’Ospedale Pediatrico “Federico Gómez” di Città del Messico. Discorso del Santo Padre

Visita all’Ospedale Pediatrico “Federico Gómez” di Città del Messico. Discorso del Santo Padre:"Simeone è il 'nonno' che ci insegna questi due atteggiamenti fondamentali: quello di ringraziare e quello di benedire"
 Sala stampa della Santa Sede

Dono di Papa Francesco:  Vergine col Bambino (51cm x 43cm)
Affresco su tavola del Maestro Franco Fontanella


Nuovi tweet del Papa: "Gesù ci sta aspettando e vuole guarire il nostro cuore da tutto ciò che lo degrada. E' il Dio che ha un nome: misericordia." (14 febbraio 2016)
Twitter 
-Gesù ci aiuta sempre a superare le tentazioni della ricchezza, la vanità e l'orgoglio che cercano di rovinare la verità.
-La Quaresima è tempo per regolare i sensi, aprire gli occhi di fronte a tante ingiustizie, aprire il cuore al fratello che soffre.

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Testo dell'allocuzione del Papa - Il segno (...) indica parole pronunciate a braccio.
Nel pomeriggio, il Santo Padre Francesco è rientrato in elicottero da Ecatepec a Città del Messico dove si è recato in visita all’Ospedale Pediatrico “Federico Gómez”. Al Suo arrivo alle ore 17.45, il Papa è stato accolto dalla “Primera Dama”, dal Ministro della Salute e dal Direttore dell’ospedale che – alla presenza del Board dei benefattori della struttura – lo hanno accompagnato all’auditorium “Jesús Kumate”, dove si trovavano riuniti alcuni degenti con i genitori ed il personale medico e paramedico dell’ospedale. Nell’auditorium il Santo Padre ha pronunciato il discorso che riportiamo di seguito:
Discorso del Santo Padre
 
Traduzione in lingua italiana
Signora Prima Dama, Signora Ministro della Salute, Signor Direttore, Membri del Patronato, Famiglie qui presenti, Amiche e amici, Cari bambini, buonasera!
Ringrazio Dio per l’opportunità che mi dona di poter venire a visitarvi, di incontrarmi con voi e le vostre famiglie in questo Ospedale. Poter condividere un pochino della vostra vita, di quella di tutte le persone che lavorano come medici, infermieri, membri del personale e volontari che li assistono. Grazie.

C’è un passo nel Vangelo che ci racconta la vita di Gesù quando era bambino. Era molto piccolo, come alcuni di voi. Un giorno i suoi genitori, Giuseppe e Maria, lo portarono al Tempio per presentarlo a Dio. E così si incontrano con un anziano chiamato Simeone, che quando lo vede, molto deciso e con molta gioia e gratitudine, lo prende in braccio e comincia a benedire Dio. Vedere il bambino Gesù provocò in lui due cose: un senso di gratitudine e il desiderio di benedire. Glii è venuta voglia di benedire Dio ed essere benedetto da Dio.
Simeone è il “nonno” che ci insegna questi due atteggiamenti fondamentali: quello di ringraziare e quello di benedire. (...)
Io qui (e non solo per l’età) mi sento molto vicino a questi due insegnamenti di Simeone. Da un lato, attraversando quella porta e vedendo i vostri occhi, i vostri sorrisi, i vostri volti ha suscitato il desiderio di rendere grazie. Grazie per l’affetto che avete nell’accogliermi; grazie perché vedo l’affetto con cui siete curati e accompagnati. Grazie per lo sforzo di tanti che stanno facendo del loro meglio perché possiate riprendervi presto. E’ così importante sentirsi curati e accompagnati, sentirsi amati e sapere che state cercando il modo migliore di curarci; per tutte queste persone dico: grazie.
E nello stesso tempo, desidero benedirvi. Voglio chiedere a Dio che vi benedica, accompagni voi e i vostri familiari, tutte le persone che lavorano in questa casa e fanno in modo che quei sorrisi continuino a crescere ogni giorno. A tutte le persone che non solo con medicinali bensì con la “affettoterapia” aiutano perché questo tempo sia vissuto con più gioia. 
(...)  
Conoscete l’indio Juan Diego? Quando lo zio del piccolo Juan era malato, lui era molto preoccupato e angustiato. In quel momento, appare la Vergine di Guadalupe e gli dice: “Non si turbi il tuo cuore e non ti inquieti cosa alcuna. Non ci sono qui io, che sono tua Madre?”.
Abbiamo la nostra Madre: chiediamole di offrirci al suo Figlio Gesù. Ora  bambini chiudete gli occhi: Chiudiamo gli occhi ... e domandiamole quello che il nostro cuore oggi desidera, e poi diciamo insieme: Ave Maria…
Che il Signore e la Vergine di Guadalupe vi accompagnino sempre. Tante grazie! E per favore non dimenticatevi di pregare per me. Che Dio vi benededica. 

Testo originale in Spagnolo 
Señora Primera Dama. Señora Secretaria de Salud Señor Director.
Miembros del Patronato. Familias aquí presentes Amigas y amigos. Queridos niños Buenas tardes.
Agradezco a Dios la oportunidad que me regala de poder venir a visitarlos, de reunirme con ustedes y sus familias en este Hospital. Poder compartir un ratito de sus vidas, la de todas las personas que trabajan como médicos, enfermeras, miembros del personal y voluntarios que los atienden. Gracias.
Hay un pedacito en el Evangelio que nos cuenta la vida de Jesús cuando era niño. Era bien pequeñito, como algunos de ustedes. Un día los papás, José y María, lo llevaron al Templo para presentárselo a Dios. Así se encuentran con un anciano llamado Simeón que, cuando lo ve, muy decidido y con mucha alegría y gratitud, lo toma en brazos y comienza a bendecir a Dios. Ver al niño Jesús provocó en él dos cosas: un sentimiento de agradecimiento y las ganas de bendecir.
Simeón es el «abuelo» que nos enseña esas dos actitudes fundamentales: la de agradecer y a su vez bendecir.
Yo acá (y no sólo por la edad) me siento muy cercano a estas dos enseñanzas de Simeón. Por un lado, al cruzar esa puerta y ver sus ojos, sus sonrisas, sus rostros generó ganas de dar gracias. Gracias por el cariño que tienen en recibirme; gracias por ver el cariño con que se los cuida y acompaña. Gracias por el esfuerzo de tantos que están haciendo lo mejor para que puedan recuperarse rápido.
Es tan importante sentirse cuidados y acompañados, sentirse queridos y saber que están buscando la mejor manera de cuidarnos, por todas esas personas digo: «¡Gracias!».
Y, a su vez, quiero bendecirlos. Quiero pedirle a Dios que los bendiga, los acompañe a ustedes y a sus familias, a todas las personas que trabajan en esta casa y buscan que esas sonrisas sigan creciendo cada día. A todas las personas que no sólo con medicamentos sino que con «la cariñoterapia» ayudan a que este tiempo sea vivido con mayor alegría.
¿Conocen al indio Juan Diego? Cuando el tío de Juanito estaba enfermo, él estaba muy preocupado y angustiado. En ese momento, se aparece la Virgencita de Guadalupe y le dice: «No se turbe tu corazón ni te inquiete cosa alguna ¿No estoy yo aquí, que soy tu Madre?».
Tenemos a nuestra Madre, pidámosle para que ella nos regale a su Hijo Jesús. Cerremos los ojos y pidámosle lo que nuestro corazón hoy quiera, y digamos después juntos
Dios te salve Maria…
Que el Señor y la Virgen de Guadalupe los acompañe siempre. Muchas gracias. Y, por favor, no se olviden de rezar por mí.