venerdì 18 marzo 2016

«FIGLIE MIE, FARSI BELLE È IL PRIMO PASSO VERSO LA SANTITÀ»



di Antonio Sanfrancesco

Uno non si aspetterebbe di trovare la «scrittrice cattolica più pericolosa del mondo» (copyright:Catholic Herald) ad una lezione di trucco. «Le dispiace se ci sentiamo più tardi? Ho trovato una truccatrice bravissima che dà lezioni e non vorrei distrarmi». Non è un caso se un capitolo dell’ultimo libro di Costanza MirianoQuando eravamo femmine – Lo straordinario potere delle donne (Sonzogno, pp. 176, € 15) s’intitola “Della bellezza ovvero sei bella dentro (ma è meglio se ti trucchi un po’)”. Lo stile è quello ironico e divertente dei libri precedenti, da Sposati e sii sottomessa aSposala e muori per lei. Stavolta Miriano, giornalista Rai, si rivolge alle figlie Lavinia e Livia. Ne ha altri due, Tommaso e Bernardo, «ma con i maschi», mette in chiaro, «è più difficile interloquire». 

Farsi belle non è (solo) questione di creme e smalto e capelli ma, scrive l’autrice, «amarvi, riconoscere la vostra bellezza, diventare donne forti e ben formate, capaci di dare vita, dipenderà tantissimo dallo sguardo che avrete su voi stesse, e che io e il babbo abbiamo su di voi e cerchiamo di insegnarvi. Essere belle è un dovere, innanzitutto per se stesse e il primo passo, guarda un po’, per essere sante». I cattolici, insomma, non sono dei castrati o dei sadici che rinunciano ai piccoli piaceri quotidiani. Ed evangelizzare si può anche tra un tocco di mascara e un po’ di fondotinta. «Credo che questo sia un aspetto importante e forse un po’ trascurato da noi cattoliche», dice Miriano. «Dobbiamo tenere all’aspetto, la mia crociata contro le mutande ascellari è ormai arcinota nel mondo delle mie amiche». Non foss’altro perché lo sguardo amorevole dell’altro è fondamentale: «Mi piacerebbe che le mie figlie incontrassero Dio perché il bisogno femminile di sguardo che caratterizza una donna non può essere soddisfatto se non dallo sguardo del Padre», aggiunge. 

Augurarsi che i figli leggano ciò che scrivono i genitori è quasi una pia illusione. Miriano va oltre: «Mi piacerebbe che Lavinia e Livia non si facessero ingannare dai falsi miti di progresso e cercassero la propria vocazione», spiega. «Io ho cominciato a lavorare pensando di realizzarmi con la carriera e poi con la maternità ho rivoluzionato tutto. Su questo la donna di oggi è molto ingannata. Molte fanno i figli e poi li mettono nell’asilo aziendale a tre mesi».

Il titolo del libro, Quando eravamo femmine, è ispirato al documentario premio Oscar nel ’97Quando eravamo re su Cassius Clay, il suo carisma e la battaglia per i diritti civili in favore degli afroamericani. «Non è un invito per le donne a tornare al passato come dicono i miei detrattori», afferma Miriano. Non credo che le due cose, famiglia e carriera, siano incompatibili». Ma, aggiunge, «la vita di Cassius Clay cambia totalmente quando riscopre le proprie radici di uomo di colore, la propria cultura e la fede musulmana. E riscoprendo tutto questo ritorna campione del mondo. È un invito per noi donne a compiere un percorso non a ritornare a ruoli del passato che per fortuna non esistono più». 

Il discorso s’incrocia con il femminismo, le sue conquiste e i problemi che ne sono derivati.  «La libertà di scelta del femminismo come votare o studiare sono ottime cose», dice Miriano. Ma ci sono anche, riconosce, tanti «frutti avvelenati». Al primo posto, dice, la «liberazione sessuale che ha lasciato le donne più sole e più tristi, facendogli posticipare l’esperienza della maternità come se fossimo onnipotenti o spingendoci congelare gli ovuli come incoraggiano a fare le aziende americane. La sessualità s’inserisce in una visione complessiva della persona». Poi il frutto avvelenato più grave è «l’aborto, il divorzio breve e ora pure il divorzio lampo». Tutte cose che «restituiscono una visione dell’uomo come individuo di cui la donna è stata la principale attrice, se non responsabile. È bastato che la donna abbandonasse il suo ruolo per arrivare a questo punto». Miriano ha scritto questo libro per riflettere sull’identità femminile e far sì che le donne «restituiscano all’uomo la sua identità. La latitanza della donna è alla base anche del fatto che non si facciano più figli. L’Occidente è in via di estinzione».   

Sul fatto di essere stata segnalata come la «scrittrice cattolica più pericolosa del mondo» Miriano ci ride su: «Si riferisce alla richiesta di alcuni gruppi in Spagna e Francia di ritirare i miei libri dal mercato», spiega. «È singolare che due Paesi europei chiedano la censura e il ritiro dal mercato dei libri. Ci crediamo tolleranti ma lo siamo solo verso il pensiero unico dominante. Non voglio fare la martire, per carità, perché i martiri sono altri. Sicuramente c’è una certa ostilità verso i cattolici e il pensiero cattolico, non c’è dubbio».  
Famiglia cristiana