martedì 1 marzo 2011

"Elevati" alla vita della grazia


Duccio da Buoninsegna. Gesù Risorto e Maria Maddalena. Predelle della Maestà, Museo dell'Opera del Duomo. Siena


Il brano che pubblico questa sera 1 marzo è tratto (come il precedente, "Per Grazia ricevuta...", pubblicato ieri) dal Credo del popolo di Dio di papa Paolo VI. Non è altro e non vuole essere altro che l’esplicitazione degli articoli del Credo degli apostoli su Gesù Cristo vero Dio e vero uomo.
Vero Dio. Chi ha avuto la grazia di vedere Paolo VI recitare il Credo del popolo di Dio in piazza San Pietro, quel 30 giugno 1968, mi dice che ha ancora davanti agli occhi con commossa gratitudine l’immagine del Papa che dopo le parole in italiano «al Padre consustanziale» ha aggiunto l’espressione greca «homoousios to Patri», segno di umile e audace fedeltà al deposito della fede.
Vero uomo. Ed è nell’incontro gratuito con la Sua umanità che noi Lo riconosciamo vero Dio. L’apostolo prediletto scrive che l’anticristo è colui che nega Gesù nella carne (cfr. 1Gv 4, 3). Nega cioè l’umanità di Gesù, e quindi nega la storia di Gesù accaduta in momenti di tempo e in luoghi particolari.
Nel mistero del Verbo incarnato, direbbe Péguy, evidentemente è più importante la Sua divinità, ma è la Sua umanità a toccare e commuovere il cuore. Negando o idealizzando la Sua umanità come fa l’idealismo, si tenta, per odio e invidia diabolica, di impedire la felicità dell’uomo. È infatti l’incontro gratuito con la Sua umanità che dona all’uomo già qui sulla terra l’inizio della felicità.
Agostino già sapeva attraverso Platone che la felicità è in Dio, ma non godeva di questa felicità perché – scrive – «non abbracciavo umile l’umile mio Dio Gesù». E ancora: «Non godevo di Te finché non ho abbracciato il mediatore tra Dio e gli uomini l’uomo Cristo Gesù che è Dio benedetto nei secoli». Anche Tommaso d’Aquino, all’inizio della parte della Summa theologica su Gesù Cristo, scrive che «al loro destino di felicità gli uomini sono ricondotti attraverso l’umanità di Cristo». Ugualmente santa Teresa di Gesù: «Ho sempre riconosciuto e tuttora vedo chiaramente che non possiamo piacere a Dio e da Lui ricevere grandi grazie se non per le mani della santissima umanità di Cristo». Ed è bello che il primo documento del Concilio ecumenico Vaticano II, la costituzione sulla santa liturgia, fedelmente ripeta: «La Sua umanità, nell’unità della persona del Verbo, è lo strumento della nostra salvezza».
La semplicità del Catechismo per i bambini del papa san Pio X ci aiuta a custodire e a comprendere il mistero di «Colui che» come scrive papa san Leone Magno «rimanendo eterno ha iniziato a esistere nel tempo».
«In che modo il Figlio di Dio si è fatto uomo? Il Figlio di Dio si è fatto uomo prendendo un corpo e un’anima come l’abbiamo noi, nel seno purissimo di Maria Vergine, per opera dello Spirito Santo.
Il Figlio di Dio facendosi uomo cessò di essere Dio? Il Figlio di Dio facendosi uomo non cessò di essere Dio ma rimanendo vero Dio cominciò a essere anche vero uomo.
Gesù Cristo è sempre stato? Gesù Cristo come Dio è sempre stato, come uomo cominciò a essere nel momento dell’incarnazione».


dal "Credo del popolo di Dio" di papa Paolo VI

Elevandoci con la sua Risurrezione alla partecipazione della vita divina che è la vita della grazia

Noi crediamo in nostro Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio. Egli è il Verbo eterno, nato dal Padre prima di tutti i secoli, e al Padre consustanziale, homoousios to Patri; e per mezzo di lui tutto è stato fatto. Egli si è incarnato per opera dello Spirito Santo nel seno della Vergine Maria, e si è fatto uomo: eguale pertanto al Padre secondo la divinità, e inferiore al Padre secondo l’umanità (Denzinger 76), ed egli stesso uno, non per una qualche impossibile confusione delle nature, ma per l’unità della persona (ibid.).
Egli ha dimorato in mezzo a noi, pieno di grazia e di verità. Egli ha annunciato e instaurato il Regno di Dio, e in sé ci ha fatto conoscere il Padre. Egli ci ha dato il suo comandamento nuovo, di amarci gli uni gli altri com’egli ci ha amato. Ci ha insegnato la via delle Beatitudini del Vangelo: povertà in spirito, mitezza, dolore sopportato nella pazienza, sete della giustizia, misericordia, purezza di cuore, volontà di pace, persecuzione sofferta per la giustizia.
Egli ha patito sotto Ponzio Pilato, Agnello di Dio che porta sopra di sé i peccati del mondo, ed è morto per noi sulla Croce, salvandoci col suo sangue redentore. Egli è stato sepolto e, per suo proprio potere, è risorto nel terzo giorno, elevandoci con la sua Risurrezione alla partecipazione della vita divina, che è la vita della grazia. Egli è salito al cielo, e verrà nuovamente, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, ciascuno secondo i propri meriti; sicché andranno alla vita eterna coloro che hanno risposto all’Amore e alla Misericordia di Dio, e andranno nel fuoco inestinguibile coloro che fino all’ultimo vi hanno opposto il loro rifiuto. E il suo Regno non avrà fine.