mercoledì 8 marzo 2017

Martiri di oggi



Alla Gregoriana. Nel pomeriggio di mercoledì 8 marzo, alla Pontificia università Gregoriana, si svolge un incontro dedicato al libro "Testimoni della fede" (Gabrielli editori), presentato sull’Osservatore Romano del 6-7 marzo. Alla conversazione, guidata dal decano della facoltà di Storia e beni culturali della Chiesa, Marek Inglot, partecipano, oltre al curatore del volume, il rettore dell’università, Nuno da Silva Gonçalves, il vescovo Tomo Vukšić, ordinario militare per la Bosnia ed Erzegovina, e il cardinale prefetto della Congregazione delle cause dei santi, del cui intervento anticipiamo ampi stralci
(Angelo Amato) Non è anacronistico parlare di martiri ai nostri giorni. Gli eventi drammatici del secolo scorso e di questo inizio secolo confermano il significato profondo di martirio, che è professione di fede, che accompagna sempre la Chiesa di Cristo nella storia. Afferma a ragione monsignor Virgil Bercea, vescovo della diocesi greco-cattolica di Oradea: «Come in ogni persecuzione fatta da un gruppo di uomini contro i propri simili, il male e la sofferenza provati — a prescindere alla loro motivazione ideologica — sono grotteschi, incomprensibili e contro i valori umani». È la cosiddetta banalità del male. È infatti senza alcuna giustificazione razionale la ferocia diabolica dei persecutori.
È questa l’impressione che si ricava dalla lettura di questo secondo volume, della trilogia curata da Jan Mikrut, e dedicata alla Chiesa cattolica e il comunismo. In particolare questo secondo libro è dedicato alle figure di cristiani, per lo più sconosciuti, che si sono opposti ai sistemi totalitari europei del secolo scorso. Sono cristiani dalla fede profonda e dai gesti coraggiosi, prodigiosa riproposizione del comportamento dei primi martiri del cristianesimo.
La Chiesa non dimentica questi suoi figli coraggiosi e molti di essi sono stati elevati agli onori degli altari. Mi soffermo solo su quei martiri beatificati nel periodo 2008-2017 che appartengono a quei paesi europei che soffrirono la dittatura nazista e comunista. Non si prendono in considerazione i martiri di altri paesi europei — ad esempio le migliaia di martiri spagnoli — o extraeuropei, numerosissimi anch’essi.
Li elenchiamo secondo la data di celebrazione della loro beatificazione:
Francesco Giovanni Bonifacio, trentaquattrenne sacerdote della diocesi di Trieste — nato nell’odierna Slovenia — martirizzato nel 1946. Torturato e gettato nelle foibe, è stato beatificato a Trieste il 4 ottobre 2008. Nel volume che stiamo presentando viene chiamato «Il primo martire delle foibe».
Zoltán Lajos Meszlényi, vescovo ausiliare di Esztergom in Ungheria, martire, morto in campo di concentramento nel 1951. Beatificato il 31 ottobre 2009 a Esztergom.
Jerzy Popiełuszko, sacerdote della diocesi di Warszawa, martire, assassinato dal regime comunista nel 1984. Torturato brutalmente e incaprettato, fu abbandonato nella Vistola, forse ancora vivo. Beatificato a Varsavia il 6 giugno 2010 alla presenza dell’anziana mamma. Il museo a lui dedicato mostra la ferocia inaudita dei suoi carnefici, non uomini ma infernali incarnazioni del male.
Il giovane diciannovenne sloveno Lojze Grozde, martire, torturato e ucciso solo perché cattolico. Beatificato a Celje in Slovenia il 13 giugno 2010. Le sue uniche armi erano la corona del rosario e il vangelo.
Gerhard Hirschfelder, sacerdote appartenente al primo gruppo del movimento di Schönstatt, morto martire nel campo di concentramento di Dachau a 35 anni. È stato beatificato il 19 settembre 2010 a Münster, in Germania.
Szilárd Ignác Bogdánffy, vescovo ausiliare e martire. Arrestato nel 1949, fu prima destinato ai lavori forzati in una miniera di piombo, quindi in un campo di sterminio presso il Mar Nero, dove morì il 2 ottobre 1953. È stato beatificato il 30 ottobre 2010 a Oradea Mare, in Romania. Il tributo dei romeni alla testimonianza del vangelo è stato straordinario.
Georg Hafner, sacerdote della diocesi di Würzburg, martire, morto nel campo di concentramento di Dachau. Beatificato il 15 maggio 2011 a Würzburg.
Alois Andritzki, sacerdote della diocesi di Dresda, martire. Morto a 29 anni nel campo di concentramento di Dachau. È stato beatificato il 13 giugno 2011 a Dresda.
Johannes Prassek, Eduard Müller e Hermann Lange, chiamati i “martiri di Lübeck”, decapitati dai nazisti nel 1943. Insieme a loro fu ucciso anche il pastore protestante Karl Friedrich Stellbrink. La beatificazione di questi tre cappellani cristiani ha avuto luogo a Lübeck il 25 giugno 2011. Alla fine della celebrazione il vescovo luterano di Amburgo, invitato al rito con molti suoi fedeli, tessé il panegirico del cappellano Stellbrink. Si può dire che sia stata una beatificazione ecumenica.
Janos Scheffler, romeno, vescovo di Satu Mare, martire, morto nel famigerato carcere sotterraneo di Jilava il 6 dicembre 1952. Beatificato a Satu Mare il 3 luglio 2011.
Maria Giulia Ivaniševic e quattro consorelle, suore professe dell’Istituto delle figlie della divina Carità, martirizzate nel 1941 in Bosnia Erzegovina e beatificate a Sarajevo il 24 settembre 2011. In un paese a stragrande maggioranza musulmana, la beatificazione vide un’affluenza straordinaria di gente commossa ed edificata.
Carl Lampert, sacerdote diocesano austriaco, martire, decapitato dai nazisti nel 1944. Beatificato a Dornbirn, Austria, il 13 novembre 2011.
Odoardo Focherini, italiano, laico, padre di famiglia martirizzato nel 1944 nel campo di concentramento di Hersbruck. È stato beatificato il 15 giugno 2013 a Carpi in Italia. Il beato Focherini fu assistito fino all’ultimo dal venerabile Teresio Olivelli, morto anch’egli a Hersbruck il 17 gennaio 1945, in seguito alle percosse letali ricevute da un kapò. Il suo delitto? Aver cercato di fare scudo con il proprio corpo a un giovane prigioniero ucraino che veniva brutalmente pestato.
Vladimir Ghika, sacerdote diocesano romeno, martire (1946), beatificato a Bucarest il 31 agosto 2013. Apparteneva a una famiglia nobile ed era diplomatico. E come tale avrebbe potuto salvarsi espatriando. Non lo fece, perché voleva aiutare i suoi compatrioti a resistere saldi nella fede.
Miroslav Bulešič, giovane sacerdote diocesano croato, martirizzato nel 1947 e beatificato a Pola il 28 settembre 2013. Fu diligente studente di filosofia e teologia in questa università.
Il quattordicenne seminarista italiano Rolando Rivi, ucciso in odio alla fede nel 1945 da partigiani comunisti e beatificato a Modena il 5 ottobre 2013. Venne ucciso perché non volle svestirsi della tonaca sacerdotale, a quel tempo indossata anche dai piccoli seminaristi.
Stefan Sàndor, salesiano ungherese, martirizzato nel 1953 e beatificato a Budapest il 19 ottobre 2013.
Giuseppe Girotti, domenicano italiano, morto martire a Dachau nel 1945 e beatificato ad Alba (Italia) il 26 aprile 2014.
Anton Durcovic, vescovo di Iaşi in Romania, martire, ucciso nel 1951 nel famigerato carcere di Sighet (Bucarest) e beatificato a Iaşi il 17 maggio 2014.
Engelmar Unzeitig, sacerdote tedesco dei missionari di Mariannhill, morto martire a Dachau nel 1945 e beatificato a Würzburg il 24 settempre 2016.
Vincenzo Prennushi, arcivescovo di Durazzo e 37 compagni martiri, uccisi in odio alla fede all’epoca dello spietato regime comunista albanese. In questo gruppo ci sono 21 sacerdoti diocesani, 7 francescani, 3 gesuiti, un seminarista e 4 laici, tra i quali una aspirante alla vita consacrata. Sono stati beatificati il 5 novembre 2016 a Scutari. La descrizione delle loro sofferenze e torture è uno spaventoso e diabolico lessico di malvagità, creato dal principe del male.
Aggiungiamo che in questi ultimi mesi sono stati autorizzati da Papa Francesco i decreti sul martirio dei seguenti servi di Dio:
Joseph Mayr Nusser, italiano altoatesino, laico, martirizzato nel 1945, perché si rifiutò di fare il giuramento di fedeltà al Führer. Sarà beatificato il 18 marzo prossimo a Bolzano. È noto il suo “No” aperto e sincero al nazismo.
Teofilo Matulionis, arcivescovo-vescovo di Kaisiadoris in Lituania, ucciso in odio alla fede il 20 agosto 1962. Sarà beatificato il 25 giugno prossimo a Vilnius, in Lituania.
Tito Zeman, sacerdote salesiano slovacco, ucciso in odio alla fede l’8 gennaio 1969, la cui beatificazione è prevista per il 30 settembre prossimo a Bratislava.

L'Osservatore Romano