sabato 6 agosto 2011

Agostino e i flutti del mare




A commento del Vangelo di oggi 7 agosto, XIX domenica del Tempo Ordinario, riporto due capitoli dei "Discorsi" di sant'Agostino.

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DISCORSO 75
SULLE PAROLE DEL VANGELO DI MT 14, 24-33:
"LA NAVICELLA FRATTANTO ERA SBATTUTA DAI FLUTTI
IN MEZZO AL MARE" ECC.
Il significato più profondo 'nascosto nel fatto narrato.
1. 1. Il brano del Vangelo, che abbiamo udito or ora, ammonisce ciascuno di noi a considerare e conoscere dove siamo e dove dobbiamo dirigerci e affrettarci. Poiché ha un significato non trascurabile la barca che traghettava i discepoli di Cristo e a causa del vento contrario correva pericolo in mezzo alle onde. Inoltre non senza un motivo il Signore, lasciata andare la folla, salì sul monte a pregare da solo; di poi andando verso i suoi discepoli camminando sul lago li trovò ch'erano in pericolo, e li riconfortò salendo sulla barca e calmò la tempesta. Ma perché meravigliarsi che possa ricondurre ogni cosa alla calma Colui che ha creato ogni cosa? Tuttavia, dopo esser salito sulla barca, i discepoli ch'erano trasportati da essa, dissero: Tu sei davvero il Figlio di Dio!. Ma prima di questa apparizione costatata chiaramente, s'erano turbati vedendolo camminare sulle acque del lago, poiché avevano detto: È un fantasma!. Egli però, salito sulla barca, eliminò l'esitazione dello spirito dal loro cuore, quando già a causa del dubbio correvano nello spirito un pericolo maggiore che nel corpo a causa della tempesta.
Che cosa significa attraversare il mare in una barca.
2. 2. Attraverso tutte le azioni da lui compiute il Signore ci ammonisce dunque su come dobbiamo vivere quaggiù. In questo mondo tutti infatti sono pellegrini, sebbene non tutti desiderino tornare nella patria. Ma proprio a causa di questo viaggio noi incontriamo le sofferenze dovute a sconvolgimenti e a tempeste; è quindi necessario che siamo almeno nella barca. Poiché se nella barca corriamo pericoli, fuori della barca andiamo incontro a una morte sicura. In realtà, per quante forze abbia nei muscoli delle braccia chi nuota nel mare, talora, sopraffatto dal mare grosso, viene inghiottito dalle onde e affoga. È necessario quindi che siamo nella barca, cioè siamo portati sul legno per essere in grado di attraversare questo mare. Orbene, questo legno, dal quale viene portata la nostra debolezza, è la croce del Signore con la quale veniamo segnati e veniamo preservati dall'annegare nelle tempeste di questo mondo. Siamo soggetti alle tempeste, ma c'è Dio che può venire in nostro aiuto.
La preghiera di Cristo sul monte.
2. 3. Quanto poi al fatto che, lasciata andare la folla, il Signore salì da solo sul monte a pregare, quel monte significa l'alto dei cieli. Poiché il Signore dopo la risurrezione, lasciata la folla, ascese da solo in cielo, e lì intercede per noi, come dice l'Apostolo. C'è pertanto un significato misterioso in quest'azione del Signore il quale, lasciata la folla, sale sul monte per essere solo in preghiera. In effetti egli è ancora oggi il solo primo nato dei risorti il quale dopo la risurrezione del corpo si trova alla destra del Padre quale sommo sacerdote e avvocato delle nostre preghiere. Il capo della Chiesa è nell'alto dei cieli, perché tutte le altre membra lo seguano alla fine. Se dunque intercede per noi, prega da solo, per così dire sulla cima di un monte, al di sopra di tutte le creature più alte.
La barca sbattuta dalla tempesta.
3. 4. Frattanto la barca che trasporta i discepoli, cioè la Chiesa, è agitata e scossa dalle tempeste delle avversità, e non cessa il vento contrario, cioè il diavolo che le si oppone e si sforza d'impedirle di giungere alla tranquillità del porto. Ma più potente è Colui che intercede per noi. Poiché in mezzo a queste nostre tempeste, che ci travagliano, egli ci dà fiducia venendo verso di noi e confortandoci; quando siamo turbati badiamo soltanto di non uscire dalla barca e gettarci in mare. In realtà anche se la barca è sbattuta è tuttavia sempre una barca. Essa sola porta i discepoli e accoglie Cristo. È vero, essa corre pericolo nel mare, ma senza di essa uno va in perdizione. Rimani perciò ben saldo nella barca e prega Dio. Quando non approdano ad alcun risultato tutti gli accorgimenti e sono insufficienti le manovre del pilota e le stesse vele spiegate possono apportare più pericolo che utilità; quando non si può più fare affidamento su ogni specie d'aiuti e di forze dell'uomo, ai passeggeri non resta altro che intensificare le preghiere e implorare l'aiuto di Dio. Colui il quale dà ai naviganti la possibilità di arrivare al porto, abbandonerà forse la propria Chiesa senza condurla alla tranquillità?.
La tempesta si scatena quando è assente il Signore.
4. 5. Ordunque, fratelli, i più violenti sconvolgimenti avvengono in questa barca solo quando in essa non c'è il Signore. Chi però si trova nella Chiesa è forse separato dal Signore? Quand'è che ne è separato? Quando si lascia vincere da qualche passione. Nello stesso senso s'intende ciò ch'è detto simbolicamente in un passo della Scrittura:Il sole non tramonti sulla vostra collera e non date un'occasione al diavolo; ciò poi non va inteso del nostro sole che sembra occupare il primo posto tra i corpi celesti visibili e che può essere visto ugualmente sia da noi che dalle bestie, ma della luce contemplata solo dal cuore puro dei fedeli, come è detto: Era la luce vera che illumina ogni uomo che viene in questo mondo. In effetti questa luce del sole visibile illumina anche gli animali più piccoli e microscopici. La luce vera è perciò la giustizia e la sapienza, luce che lo spirito non riesce più a vedere quando è soggiogato dal turbamento della collera come sotto una coltre di nebbia- è allora che il sole tramonta per così dire sopra la collera d'una persona. Ugualmente in questa barca, quando non c'è Cristo, ognuno è turbato dalle proprie tempeste, cioè dai propri peccati e dalle proprie passioni. La Legge per esempio ti dice: Non dire falsa testimonianza. Se tu sai che la testimonianza è vera, hai la luce nello spirito, se invece, vinto dalla cupidigia d'un turpe guadagno, avrai stabilito di dire una falsa testimonianza, comincerai già ad essere turbato per l'assenza di Cristo sarai sballottato dai cavalloni della tua avidità, correrai pericolo per la tempesta delle tue passioni e sarai sul punto di affondare per l'assenza di Cristo.
Guardare indietro.
5. 6. Quanto è da temersi che la barca diriga il suo corso altrove e si volga a guardare indietro! Ciò avviene quando uno, traviato dalla passione, abbandona la speranza del premio celeste e si volge ai beni visibili e passeggeri. In realtà chi è sconvolto dalle tentazioni delle passioni e tuttavia appunta il suo sguardo sulle realtà interiori dell'anima, non arriva al punto di perdere la speranza, mentre implora il perdono dei propri peccati, e tende tutti i suoi sforzi a superare e attraversare il mare sconvolto dalla furia accanita dei venti. Chi al contrario si distoglie dal suo buon proposito dicendo in cuor suo: "Dio non mi vede poiché non sta a pensare a me né si cura se io pecco", volge la prua, si lascia trasportare dalla burrasca e viene spinto verso il luogo d'onde era partito. Poiché molti sono i pensieri nella coscienza dell'uomo e la barca in cui non si trova Cristo viene agitata dai marosi di questo mondo e da molte tempeste.
La quarta " veglia " della notte.
6. 7. Ora poi la quarta "vigilia" della notte vuol dire la fine della notte poiché una "vigilia" risulta di tre ore. Simboleggia dunque che appunto alla fine del mondo verrà in aiuto il Signore e sarà visto camminare sulle acque. Sebbene infatti questa barca sia sbattuta dai turbini delle tentazioni, vede tuttavia il Signore glorioso camminare sopra tutti i rigonfiamenti del mare, cioè al di sopra di tutte le supreme dignità di questo mondo. In antecedenza infatti, con le parole riguardanti la sua passione, quando nella sua carne ci dava l'esempio dell'umiltà, era stato predetto che le procelle del mare persero la loro forza contro di lui; procelle dalle quali egli si lasciò sopraffare volontariamente per noi, affinché si adempisse la seguente profezia: Sono arrivato al fondo del mare e la tempesta mi ha sommerso. Poiché non respinse i falsi testimoni né le grida del popolo infuriato: Venga crocifisso ! I cuori rabbiosi e i clamori dei furibondi non li represse con la sua potenza ma li sopportò con la sua pazienza. Lo trattarono come vollero, poiché fu ubbidiente sino alla morte, alla morte sulla croce. Poi però risuscitò dai morti e così poté pregare da solo per i suoi discepoli ch'erano nella Chiesa come in una barca ed erano portati dalla fede nella sua croce come da un legno e correvano pericolo a causa delle prove di questo mondo come a causa delle procelle del mare; dopo la sua risurrezione il suo nome cominciò ad essere onorato anche in questo mondo in cui era stato disprezzato, accusato, ucciso; in tal modo egli, che a causa della passione della carne era arrivato fino al fondo del mare ed era stato sommerso dalla tempesta, con l'onore del suo nome calpestava il collo dei superbi come la spuma delle onde. È in tal modo che adesso vediamo il Signore camminare per così dire sul mare, e vediamo sotto i suoi piedi tutta la rabbia di questo mondo.
L'errore dei discepoli prefigurava gli errori degli eretici.
7. 8. Ma ai pericoli delle tempeste si aggiungono anche gli errori degli eretici; non mancano infatti alcuni che tentano lo spirito di quanti sono nella barca dicendo che Cristo non nacque dalla Vergine e non aveva un vero corpo, ma agli occhi apparve solo ciò che in realtà non era. Queste opinioni degli eretici sono nate adesso, quando il nome di Cristo è glorificato tra tutti i popoli, quando cioè Cristo ormai cammina per così dire sopra il mare. I discepoli, messi alla prova, dissero: È un fantasma!. Ma egli con la sua parola ci conferma contro questi funesti individui, dicendoci: Rassicuratevi: sono io! Non abbiate paura!. In effetti gli uomini hanno concepito tali errori a proposito di Cristo a causa d'un vano timore considerando la sua gloria e la sua maestà, e non riescono a immaginare che sia potuto nascere come vero uomo Colui che ha meritato d'essere glorificato in modo tanto sublime, e si sono spaventati al vederlo, per così dire, camminare sul mare. Questo fatto è simbolo della suprema gloria; e per questo i discepoli credevano che fosse un fantasma. Ma quando egli afferma: Sono io, che cos'altro afferma se non che in lui non esiste una realtà fantomatica? Se pertanto mostra la carne, è vera carne- se mostra le ossa, son vere ossa; se mostra le cicatrici, son vere cicatrici. Poiché non c'era in lui il "Sì" e il "No", ma in lui c'era solo il "Sì" , come afferma l'Apostolo. Dal suo corpo uscì quella voce: Rassicuratevi, sono io! Non abbiate paura! Vale a dire: "Non vi spaventate della mia altissima dignità al punto di volermi spogliare della mia realtà. Anche se cammino sul mare, anche se calpesto sotto i miei piedi l'alterigia e l'orgoglio del mondo come le rabbiose procelle, tuttavia mi son mostrato vero uomo,"e il mio Vangelo afferma la verità sul mio conto quando dice che sono nato dalla Vergine, che io, il Verbo di Dio, sono diventato carne, che ho affermato la verità, quando ho detto: Toccatemi e osservate: un fantasma non ha carne ed ossa come vedete che ho io, che le mani del discepolo che dubitava toccarono i segni veri delle mie ferite. Perciò: Sono io; non abbiate paura!".
Un altro errore ugualmente simboleggiato.
8. 9. Questo fatto però, quello cioè per cui i discepoli credettero che Cristo fosse un fantasma, non simboleggia solo quegli eretici; non rappresenta simbolicamente solo quelli che negano che il Signore avesse un corpo umano e talora turbano con il loro cieco errore anche quelli che sono nella barca, ma simboleggia anche quelli che credono che il Signore riguardo a qualcosa ha mentito e non credono che si verificheranno i castighi ch'egli ha minacciato agli empi. Quasi che sia per una parte verace e per un'altra mendace, come un fantasma che si mostra nelle parole, che per così dire è e non è. Coloro però che intendono bene le parole di Colui che dice: Sono io; non abbiate paura! credono ormai tutte le parole del Signore; in tal modo come sperano i premi che promette, così temono i castighi che minaccia. Ora, com'è vero quel che dirà a coloro che nel giudizio staranno alla destra: Venite, voi che siete benedetti dal Padre mio, prendete possesso del regno ch'è stato preparato per voi fin dall'inizio del mondo, così è vero quanto sentiranno dirsi quelli che si troveranno a sinistra: Andate nel fuoco eterno, ch'è stato preparato per il diavolo e i suoi angeli. Orbene, anche questa opinione, secondo la quale certi individui credono che Cristo non abbia minacciato veri castighi agli iniqui e agli scellerati, è sorta dal fatto che vedono molti popoli e innumerevoli folle essere soggetti al suo nome; per conseguenza a costoro sembra che Cristo sia un fantasma perché camminava sulle acque del lago; sembra cioè loro ch'egli mentisca nel minacciare perché non può, per così dire, perdere tanti innumerevoli popoli che sono soggetti al suo nome e alla sua maestà. Cerchino invece di ascoltare lui che dice: Sono io. Non devono dunque aver paura coloro i quali, credendo Cristo verace riguardo a tutte le sue affermazioni, non solo agognano il premio da lui promesso, ma cercano di sfuggire al castigo da lui minacciato; poiché, sebbene cammini sul mare, sebbene cioè gli siano soggetti tutti gli uomini d'ogni specie viventi in questo mondo, tuttavia non è un fantasma e perciò non mentisce quando afferma: Non tutti quelli che mi dicono: "Signore, Signore", entreranno nel regno dei cieli.
Pietro che cammina sulle acque.
9. 10. Di che cosa è simbolo dunque anche il fatto che Pietro osò andare verso di lui sopra le acque? Pietro infatti rappresenta spesso la Chiesa. Quando egli disse:Signore, se sei tu, ordinami di venire verso di te sull'acqua, che cos'altro crediamo che disse se non: "Signore, se sei verace e non mentisci giammai, venga glorificata anche la tua Chiesa in questo mondo, poiché ciò ha preannunziato di te la profezia". Cammini dunque sull'acqua e così venga verso di te quella alla quale è stato detto:Pregheranno il tuo volto tutti i ricchi del popolo. Ma siccome il Signore non è tentato dalla lode umana, mentre spesso gli uomini nella Chiesa si turbano per le lodi e gli onori umani e quasi quasi annegano, per questo Pietro si allarmò nel mare, spaventato dalla grande violenza della tempesta. Chi infatti non ha paura di quelle parole:Coloro i quali vi chiamano felici vi traggono fuori strada e confondono i sentieri dei vostri piedi? E poiché l'anima è impegnata nella lotta contro la brama di ricevere la lode degli uomini, è bene che in un pericolo siffatto ricorra alle preghiere e alle suppliche per paura che, lasciandosi sedurre dal fascino delle lodi, non corra il rischio di vacillare e annegare sotto il peso del biasimo. In mezzo alla tempesta Pietro impaurito gridi: Signore, salvami!. Il Signore infatti gli stende la mano dicendogli, sia pure rimproverandolo: Uomo di poca fede, perché hai dubitato? , cioè: perché guardando dirittamente a colui che cercavi di raggiungere non ti sei vantato solo di quel che sei di fronte al Signore? Tuttavia trae fuori dalle onde del mare e non permette che perisca colui che aveva riconosciuto la propria debolezza e aveva implorato il suo aiuto. Quando poi il Signore salì sulla barca e fu confermata la fede ed eliminato ogni dubbio dei discepoli, dopo che la tempesta era stata sedata in modo che si arrivò al sicuro sulla terraferma, s'inginocchiarono tutti dicendo: Tu sei veramente il Figlio di Dio!. Questa è la gioia eterna: quella per cui si conosce e si ama la verità trasparente, il Verbo di Dio, la Sapienza per mezzo della quale è stata creata ogni cosa, e la sua eccelsa misericordia.

DISCORSO 76

DI NUOVO SUL VANGELO DI MT 14, 24-33:SUL SIGNORE CHE CAMMINAVA SULLE ACQUE DEL MARE
E SUL TIMORE DI PIETRO
Il mare è la vita presente. Pietro figura della Chiesa.
1. 1. Il brano del Vangelo letto or ora ci racconta come Cristo Signore camminò sulle acque del mare e come l'apostolo Pietro camminando sull'acqua ebbe paura e tentennò e, poiché non aveva fede, stava affondando ma poi, riconoscendo la propria debolezza, venne di nuovo a galla; questo brano ci suggerisce che il mare è la vita presente e che l'apostolo Pietro invece è la figura dell'unica Chiesa. Lo stesso Pietro infatti, ch'è il primo nella serie degli Apostoli e assai ardente nell'amore per il Cristo, è spesso lui il solo che risponde per tutti gli altri. Infine quando il Signore Gesù Cristo domandò ai discepoli chi la gente pensasse che egli fosse e i discepoli avevano riferito le diverse opinioni della gente, avendo il Signore chiesto di nuovo e avendo detto: Ma voi chi dite che sono io? fu proprio Pietro che rispose: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente. Diede la risposta uno solo per molti, l'unità che tiene uniti molti. Allora il Signore gli disse: Beato te, Simone, figlio di Giona, poiché questa verità non te l'ha rivelata né la carne né il sangue, ma il Padre mio celeste. Poi soggiunse: E io ti dico. Come se avesse voluto dire: "Poiché tu mi hai detto: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente, anch'io ti dico: Tu sei Pietro". Prima infatti si chiamava Simone. Questo nome di Pietro gli fu posto dal Signore e questo nome aveva un significato simbolico, quello cioè di rappresentare la Chiesa. La pietra infatti era Cristo, Pietro era il popolo cristiano. Poiché "pietra" è il nome primitivo; Pietro quindi deriva da "pietra", non pietra da "Pietro", come il nome di Cristo non deriva da "Cristiano", ma è il nome di "Cristiano" che deriva da Cristo. Tu, dice dunque, sei Pietro e su questa pietra che tu hai riconosciuta pubblicamente, su questa pietra che tu hai riconosciuta come vera, dicendo: Tu sei Cristo, il Figlio del Dio vivente, io edificherò la mia Chiesa, cioè sopra me stesso, Figlio del Dio vivente, io edificherò la mia Chiesa. Edificherò te su di me, non me sopra di te.
La Chiesa è edificata non sugli uomini ma sul Cristo.
2. 2. In verità alcuni, i quali volevano che la Chiesa fosse edificata sugli uomini, andavano dicendo: Io sono di Paolo; io invece sono di Apollo; io al contrario sono di Cefa, cioè di Pietro. Altri però, che non volevano che la Chiesa fosse edificata su Pietro, ma sulla pietra, affermavano: Io invece sono di Cristo. L'apostolo Paolo quindi, quando venne a sapere ch'era preferito lui e Cristo veniva disprezzato: Può forse - disse - essere diviso Cristo? È stato forse crocifisso per voi Paolo? Siete forse stati battezzati nel nome di Paolo?. Come nessuno era battezzato nel nome di Paolo, così neppure nel nome di Pietro, ma tutti nel nome di Cristo; in tal modo Pietro veniva edificato sulla pietra, non già la pietra su Pietro.
Pietro dapprima chiamato beato e poco dopo Satana.
2. 3. Il medesimo Pietro dunque, così chiamato dalla "pietra", proclamato beato, lui ch'era figura della Chiesa, che aveva il primato sugli Apostoli, immediatamente dopo aver sentito ch'era beato, ch'era Pietro, che doveva essere edificato sulla pietra, avendo sentito che il Signore avrebbe sofferto la passione, poiché aveva preannunciato ai suoi discepoli che sarebbe sopravvenuta presto, ne provò dispiacere. Ebbe paura di perdere il Cristo che andava incontro alla morte, ch'egli aveva dichiarato sorgente della vita. Rimase sconvolto e disse: "Dio non voglia, Signore. No, questo non avverrà mai. Abbi misericordia di te stesso, o Dio; non voglio che tu muoia". Pietro diceva a Cristo: "Non voglio che tu muoia", ma meglio diceva Cristo: "Io voglio morire per te". Infine lo rimproverò subito mentre prima lo aveva lodato, e lo chiamò Satana mentre prima lo aveva detto beato. Va via - disse - lontano da me, Satana; tu mi sei di ostacolo, poiché non la pensi come Dio ma come gli uomini. Che cosa vuol fare di noi, che cosa diversa da ciò che siamo, dal momento che ci rimprovera d'essere uomini? Volete sapere che cosa vuol fare di noi? Sentite il salmo: Io ho detto: voi siete dèi e figli dell'Altissimo voi tutti. Ma se avete solo sentimenti umani: Eppure morrete come uomini. Il medesimo Pietro in un solo brevissimo spazio di tempo, poco prima è detto beato, solo un istante dopo Satana. Se ti meravigli della differenza delle due parole, devi considerare la diversità dei motivi. Perché ti stupisci che prima è proclamato beato e poi Satana? Rifletti al motivo per cui era stato detto beato: Poiché questa verità non te l'ha rivelata la carne e il sangue, ma il Padre mio celeste . Beato perché non te l'ha rivelata la carne e il sangue. Se infatti te l'avesse rivelata la carne e il sangue, ciò sarebbe derivato dal tuo sentimento ma poiché non te l'ha rivelata la carne e il sangue, ma il Padre mio celeste, ciò è derivato dalla mia ispirazione, non dal tuo sentimento. Perché dalla mia ispirazione? Perché tutto quello che ha il Padre è mio . Ecco: hai sentito il motivo perché fu chiamato beato e perché Pietro. Perché invece fu chiamato col nome di cui abbiamo orrore e non vogliamo ripetere? Perché? se non perché la rivelazione sarebbe venuta dal tuo sentimento? Poiché tu non ragioni secondo la mente di Dio ma secondo quella degli uomini.
Pietro è figura simbolica dei forti e dei deboli.
Per il fatto che Pietro proclamò: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente , simboleggia i forti nella fede; per il fatto invece che tentenna ed è esitante, non vuole che il Cristo soffra, avendo paura della morte e, non riconoscendo Cristo come la vita, raffigura i fedeli della Chiesa deboli nella fede. Era dunque necessario che in un solo Apostolo, cioè in Pietro, il primo e il più importante nella serie degli Apostoli, nel quale era rappresentata simbolicamente la Chiesa, fosse anche rappresentato l'uno e l'altro genere di fedeli, cioè quelli forti e quelli deboli, poiché la Chiesa non può essere senza gli uni e gli altri.
3. 4. Considerando questo membro della Chiesa, dobbiamo distinguere ciò che viene da Dio e ciò che viene dal nostro sentimento. In effetti solo allora noi non vacilleremo, saremo fondati sulla pietra, saremo saldamente fermi e stabili contro i venti, i rovesci di pioggia, di fronte alle correnti impetuose, vale a dire di fronte alle prove della vita presente. Osservate tuttavia quel grande Apostolo che era Pietro, che allora era la prefigurazione simbolica di noi; ora è fiducioso, ora esitante, ora proclama immortale Cristo, ora ha paura che muoia. Ecco perché la Chiesa di Cristo, ha fedeli saldi nella fede, ma ha pure dei fedeli tentennanti, e non può essere senza quelli stabili nella fede, né senza quelli instabili. Ecco perché l'apostolo Paolo dice: Noi che siamo forti nella fede abbiamo il dovere di sopportare la fragilità di quelli che sono deboli nella fede
L'uomo debole per se stesso è potente per mezzo del Signore.
3. 5. Attinente a questa considerazione è ciò che è stato letto poc'anzi: Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sull'acqua . Se sei tu, comandami; poiché io non sono in grado di farlo in forza del mio potere ma del tuo. Riconobbe quale potere avesse da sé e quale da Colui, per volontà del quale ebbe fiducia d'essere in grado di fare ciò che nessuna debolezza umana sarebbe capace di fare. Se, dunque, sei tu, comandami perché, se lo comanderai, sarà fatto. Ciò che io non riesco a fare fidando sulle mie forze, lo puoi tu col tuo comando. E il Signore: Vieni , gli rispose. Pietro allora senza esitare per nulla, spinto dall'ordine ricevuto e fidando nella presenza di Cristo che lo sosteneva e lo guidava, saltò immantinente giù nell'acqua e cominciò a camminare. Riuscì a fare ciò che voleva il Signore, non già in virtù delle proprie forze, ma del potere del Signore. Un tempo infatti eravate tenebre, ora invece luce, ma per virtù del Signore . Ciò che nessuno riesce a fare per mezzo di Paolo o di Pietro o di alcun altro Apostolo, riesce a farlo per mezzo del Signore. Ecco perché Paolo disprezzandosi utilmente, fa bene a mettere in risalto il Cristo dicendo: È stato forse crocifisso per voi Paolo o siete stati forse battezzati nel nome di Paolo? . Non siete stati dunque battezzati in grazia di me, ma insieme con me; non in virtù di me, ma di lui.
Riconoscere la propria debolezza per ottenere la grazia.
4. 6. Pietro dunque camminò sull'acqua per ordine del Signore, sapendo che non poteva aver questa forza da se stesso. In forza della fede riuscì a compiere ciò che l'umana debolezza non sarebbe stata in grado di fare. Tali sono i membri della Chiesa forti nella fede. Dovete far attenzione, udire, capire, mettere in pratica. Poiché non bisogna mai trattare con i forti nella fede in modo che siano deboli, ma trattare con i deboli in modo che diventino forti. Ora, ciò che impedisce a molti d'essere forti è la presunzione d'essere forti. Nessuno riceverà da Dio il dono della fortezza, se non è persuaso della propria debolezza. Distillando, o Dio, pioggia volontaria per la tua eredità . Perché mi precedete voi che sapete ciò che sto per dire? Frenate la vostra fretta perché possano seguirvi gli spiriti lenti. Ho già detto e ripeto: dovete prima sentire, poi capire e mettere in pratica. Nessuno riceve da Dio il dono della fortezza, se prima non comprende d'essere, per se stesso, debole. Dio dunque invia la pioggia volontaria, come dice il salmo, volontaria, non dovuta cioè ai nostri meriti ma alla volontà di Dio. Distillando dunque Dio la pioggia volontaria per la sua eredità; essa infatti s'è indebolita, ma tu l'hai perfezionata . Tu infatti hai distillato la pioggia volontaria, non considerando i meriti umani ma la tua grazia e misericordia. L'eredità stessa dunque si era indebolita e riconobbe d'essere debole in se stessa affinché fosse forte per grazia tua. Non sarebbe stata resa forte se non fosse diventata debole per essere perfezionata da te in te.
Paolo viene perfezionato riconoscendo la sua debolezza.
5. 7. Osserva Paolo, piccola porzione di questa eredità, osservalo divenuto debole, lui che ha detto: Non sono degno d'essere chiamato Apostolo poiché ho perseguitato la Chiesa di Dio . Perché mai allora sei Apostolo? Per grazia di Dio sono quel che sono. Non sono degno, ma per grazia di Dio sono quel che sono . Paolo divenne debole, ma tu lo perfezionasti. Orbene, poiché per grazia di Dio è quello che è, guarda che cosa dice subito dopo: La sua grazia poi verso di me non è stata inutile, ma mi sono affaticato più di tutti gli altri Apostoli . Bada a non perdere a causa della tua presunzione ciò che hai meritato confessando la tua debolezza. Bravo: tu hai ben ragione di dire: Non merito d'essere chiamato Apostolo. Per sua grazia sono quel che sono e la sua grazia verso di me non è stata inefficace; tutto ciò va benissimo. Ma quando affermi: Mi sono affaticato più di tutti gli altri , sembra che cominci ad attribuirti ciò che poco prima hai attribuito a Dio. Fa' attenzione e continua a leggere. Non sono stato io però ma la grazia di Dio che mi sostiene . Dici bene, o debole: sarai esaltato in modo assolutamente stabile poiché non sei ingrato. Tu sei appunto il medesimo Paolo, piccolo per la tua natura ma grande per la grazia del Signore. Sei tu che hai supplicato tre volte il Signore che ti liberasse da una sofferenza fisica acutissima, simile a un inviato di Satana che ti schiaffeggiava . Che cosa ti fu risposto? Che cosa ti sentisti dire quando facesti questa preghiera? Ti basta la mia grazia, poiché la virtù diviene perfetta attraverso la debolezza . In realtà egli è diventato debole, ma tu l'hai reso assai forte.
Pietro potente non per virtù propria, ma di Dio.
5. 8. Così anche Pietro: Comandami - dice - di venire da te sull'acqua . Oso farlo come uomo, ma non lo chiedo a un uomo. Me lo comanda Dio uomo, perché possa fare ciò che non può l'uomo. Vieni, gli rispose. Pietro allora scese dalla barca e cominciò a camminare sull'acqua; Pietro poté farlo perché glielo aveva ordinato la pietra. Ecco ciò che Pietro fu in grado di fare per grazia del Signore; che cosa poté fare con le sue forze? Vedendo la forza del vento impetuoso ebbe paura e, poiché cominciava ad affondare, gridò: Signore, sono perduto, salvami! . Ebbe fiducia nel Signore, riuscì grazie al Signore; vacillò invece in quanto uomo e ricorse al Signore. Se dicevo: Il mio piede vacilla . Così dice il salmo. È parola di un santo inno di lode a Dio e, se lo comprenderemo, anzi se lo vorremo, anche nostra. Se dicevo: Il mio piede vacilla. Perché vacilla, se non perché è mio? E continua dicendo: La tua misericordia, o Signore, mi aiutava . Non il mio potere, ma la tua misericordia. Il Signore abbandonò forse lui che vacillava quando ne aveva ascoltato la preghiera? Dove sarebbe la verità della seguente affermazione: Chi l'invocò e fu abbandonato? . Dove la verità di quell'altra: E chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvo ? Porgendogli subito la sua mano per aiutarlo, lo sollevò mentre affondava, ma lo rimproverò di aver diffidato: Uomo di poca fede, perché hai dubitato?. Hai avuto fiducia in me e poi hai dubitato del mio potere.
Nell'avversità o nella prosperità di questo mondo la cupidigia è la tempesta.
6. 9. Orsù, fratelli, bisogna por fine al discorso. Considerate il mondo come se fosse un mare, un vento furioso e una gran tempesta. Per ciascuno la propria cupidigia è una tempesta. Se amerai Dio, camminerai sul mare, sotto i tuoi piedi sarà la superbia del mondo. Se tu ami il mondo, la tempesta t'inghiottirà. Esso può divorare i suoi amanti, ma non può sostenerli. Orbene, quando il tuo cuore è agitato dalla cupidigia, per poterla vincere invoca la divinità di Cristo. Voi credete che allora solo soffia il vento contrario quando c'è l'avversità di questo mondo? Si crede infatti che tira il vento contrario e dev'essere invocato Dio quando c'è la guerra, quando avvengono disordini, quando c'è la fame o la peste oppure quando anche a un singolo individuo accade una disgrazia personale. Quando invece il mondo ci è gradito per la felicità temporale, ci sembra che non tiri il vento contrario. Tu però a questo proposito non devi interrogare la tranquillità del mondo ma la tua cupidità. Vedi se la tranquillità è nel tuo cuore; vedi se non ti fa cadere il vento interiore; questo devi vedere! È segno di gran virtù combattere la felicità affinché questa non conduca fuori dalla retta via, non ci corrompa, non ci faccia cadere. È segno di gran virtù - dico - lottare con la felicità; è una gran felicità non lasciarsi vincere dalla felicità. Impara a calpestare il mondo: ricordati d'aver fiducia in Cristo. Se dunque il tuo piede vacilla, se esiti, se non t'innalzi al di sopra di tutto, se cominci ad affondare, di': Signore, sono perduto, salvami! . Di': Sono perduto,per non perire. Poiché dalla morte della carne ti libererà solo chi è morto nella carne per te. Rivolti al Signore, ecc.