sabato 7 febbraio 2015

Oltre la scuola c’è di più



(Nicola Gori) Oltre la scuola c’è di più. Non è un semplice slogan, ma un programma per gettare ponti di dialogo, per integrare bambini di ogni religione, cultura e razza attraverso l’educazione. È un modo per sollecitare la società ad assumersi la propria responsabilità nel campo educativo, evitando di delegare ai professionisti, spesso sottopagati, questo compito che spetta a tutti, a cominciare dai genitori, dal mondo del lavoro e della cultura. 
Questo è in sintesi il messaggio di Scholas occurrentes — realtà di cui ormai fanno parte ben 400.000 istituti scolastici pubblici e privati di ogni ordine e grado sparsi per il mondo — che si è ritrovata davanti a Papa Francesco giovedì pomeriggio, 5 febbraio, nell’aula del Sinodo in Vaticano. L’occasione di questi “stati generali” dell’istituzione è stata la celebrazione del quarto congresso mondiale sul tema «Responsabilità sociale e inclusione», che il Papa ha concluso. Lo ha fatto prima collegandosi via web con vari Paesi del mondo e dialogando con alcuni ragazzi disabili che gli hanno raccontato la loro esperienza.
La prima è stata Isabel, 13 anni, non vedente, che in collegamento da Madrid ha spiegato come riesce a leggere grazie a una tastiera forgiata sul metodo Braille. Il Papa le ha augurato di progredire nel cammino della vita utilizzando le tecnologie e dedicando tempo all’attività sportiva. Da San Paolo del Brasile ha parlato Pedro, 12 anni, affetto da una malformazione genetica. Amante del calcio, ha confessato di essere sempre contento quando gioca, anche se non vince, perché ha la possibilità di stare con gli amici. «Quello che importa non è vincere, quello che importa è giocare e stare insieme agli amici» ha commentato Francesco.
Alicia, 17 anni, affetta da sindrome di Down, sempre da Madrid, ha chiesto al Pontefice se ama scattare foto con il tablet e scaricarle sul computer. Il Pontefice ha confessato di non avere dimistichezza con apparecchi fotografici ed elettronici, aggiungendo: «Che vergogna!». Ancora dalla capitale spagnola Elvira, 11 anni, anche lei affetta da sindrome di down, la quale ha confidato di essere un’ammiratrice dell’argentina Violeta. Dal Papa l’incoraggiamento a coltivare la passione per il canto.
Affetto da ipotiroidismo congenito, lo statunitense Isaiah, 17 anni, collegato dal Nebraska, ha parlato della sua esperienza di programmatore. Francesco gli ha raccomandato di non perdere la speranza di fronte alle difficoltà: «Noi — ha detto — siamo capaci di superarle tutte, abbiamo solo bisogno di tempo per capire; intelligenza per trovare la via e coraggio per andare avanti, per non spaventarsi mai». Manoj, 13 anni, sordo, ha dichiarato di essere un fan di Bruce Lee, spiegando come attraverso il computer e la tecnologia riesca a superare l’handicap. A lui il Pontefice ha ricordato l’importanza della comunicazione, spiegando che «quando non comunichiamo, restiamo soli con i nostri limiti e questo ci fa male. Quando comunichiamo, quello che è più importante è la comunicazione, il dare e il ricevere e questo ci fa bene e non restiamo mai soli. Quindi Scholas può aiutarvi in questo: nella comunicazione». Infine, Bautista, 14 anni, affetto da autismo, ha raccontato della sua passione per la fotografia coltivata grazie al tablet, che gli permette di comporre collage di immagini con programmi specifici. Il Papa gli ha confessato di non avere un tablet e gli ha fatto gli auguri per la sua attività
Successivamente, i rappresentanti degli sponsor e delle aziende che sostengono Scholas occurrentes hanno firmato davanti al Papa il loro impegno formale. Ultimo in ordine di tempo, l’accordo sottoscritto con il Football Club Barcelona, che provvederà a formare insegnanti in varie nazioni. Erano presenti anche rappresentanti di quotidiani di vari Paesi del mondo, soprattutto del centro e del sud America, che pubblicheranno un inserto di Scholas, ripetendo la stessa iniziativa avviata in Argentina con «Clarín».
È stata poi data lettura del testo del “patto educativo”, al quale ha aderito la Libera università Maria Santissima Assunta (Lumsa). Quindi un nuovo collegamento via web con il Mozambico, dove Scholas sta portando avanti un progetto di sostegno e di innovazione tecnologica per gli studenti che non possono permettersi i computer. Grazie a questa iniziativa, i ragazzi non solo potranno collegarsi con i loro coetanei sparsi nel mondo, ma anche coinvolgere i giovani dei rispettivi quartieri e dar loro la possibilità di accedere alla rete. L’incontro si è concluso con il messaggio ai bambini e l’intervento finale di Papa Francesco. Tra i circa 260 presenti — studenti, docenti, pedagoghi, esperti di informatica, artisti, imprenditori — c’erano i due direttori mondiali di Scholas, José del Corral ed Enrique Palmeyro, gli arcivescovi Marcelo Sànchez Sorondo e Vincenzo Zani, e monsignor Guillermo Javier Karcher. In occasione del congresso mondiale è stata lanciata anche Scholas Labs. Si tratta di un programma per accelerare progetti educativi e sostenere imprenditori impegnati nella tecnologia e nell’innovazione per promuovere l’integrazione. Si tratta di un’iniziativa aperta alle persone e alle startup che presentano progetti legati all’educazione e alla tecnologia. Un comitato di esperti riconosciuto a livello mondiale valuterà e selezionerà le migliori proposte che accederanno alla tappa di “accelerazione”, della durata di quattro mesi, e lo sosteranno attraverso finanziamenti e pubblicità. Il primo progetto di Scholas Labs sarà Scholas Ciudadanía, che ha come obiettivo quello di creare uno spazio online per condividere le problematiche degli studenti secondari, promuovendo la loro partecipazione e l’impegno sociale, civile e politico.
L'Osservatore Romano