mercoledì 18 novembre 2015

Il coraggio della differenza




Cristiani e dialogo con l’islam.

«Se i recenti attentati di Parigi sembrano essere una “guerra contro l'Occidente”, il dialogo della Chiesa cattolica con la “parte sana” dell’islam deve continuare. E se è una guerra contro l’Occidente, una guerra contro una civiltà, bisogna allora far prevalere la ragione, anche perché in una guerra ci sono delle leggi». Ne è convinto il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, che in un’intervista rilasciata all’agenzia di stampa francese I.Media, nell’immediatezza degli attentati di Parigi, sostiene che «i cristiani devono avere il coraggio della differenza nel mondo attuale, facendo attenzione a non lasciare germogliare l’odio».
Il porporato ha criticato «il vuoto spirituale dell’Europa» e la mancanza di un’educazione, che danno poi origine alle vocazioni in seno alla jihad.
Secondo Tauran, quella attuale è «una situazione assolutamente precaria; ora tutto può succedere ovunque. Stiamo assistendo ai primi passi di un nuovo mondo che inizia oggi, non domani, con conseguenze per una o due generazioni. Ma il pericolo sarebbe quello di far germogliare l’odio ed è proprio lì che i cristiani devono mostrare il potere dell’amore». Il cardinale è convinto che questi attacchi terroristici non mettano a repentaglio il dialogo con l’islam. Se è vero che «tali episodi danno poca credibilità al dialogo interreligioso», è altrettanto vero che «la maggior parte dei musulmani non è così. Si tratta di persone che vivono normalmente, che hanno amore per il proprio lavoro, per i propri figli; il dialogo poi è anche nostro dovere in quanto cristiani».
Il presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso non è d’accordo con quanti pensano che la Chiesa cattolica sia troppo compiacente con l’islam: «Noi non dialoghiamo con queste persone. Noi dialoghiamo con la parte sana», sperando che influisca su quanti predicano la guerra e il terrore. «La Chiesa riconosce che ci sono verità anche in altre religioni. Tutto ciò che è diverso da noi non è cattivo. Quanto al terrorismo di matrice religiosa, Papa Francesco ha detto che si tratta di una bestemmia. Non è possibile servirsi così di Dio, è una menzogna», ha ribadito.
Per il cardinale Tauran, «questo terrorismo si nutre del vuoto spirituale dell’Europa. Tutti questi giovani che si arruolano trovano lì identità, scopo, soldi. Ciò che manca in Europa è la dimensione spirituale. Perché tutti questi giovani partono? Perché non hanno nulla a casa loro: sono senza lavoro, senza uno scopo nella vita, e guadagnano subito mille dollari al mese, con una rapidissima catechesi musulmana. La soluzione passa per l’educazione: scuola e università».
Infine, il porporato nell’intervista cita come esempio il Libano: «Qui, a scuola, musulmani e cristiani stanno tutti insieme, dalla materna al diploma di maturità. Anche il modo in cui si insegna la storia è molto importante. Dobbiamo avere il coraggio della differenza nel mondo di oggi. In Europa, per esempio, un bambino che a scuola osa dire che è l’unico della classe ad andare al catechismo è oggetto di derisione dei suoi compagni. Già comincia a sapere che cosa significa essere cristiani».

L'Osservatore Romano


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I-Media
(Antoine-Marie Izoard) Si les récents attentats de Paris (France) ont tout d’une “guerre contre l’Occident“, le dialogue de l’Eglise catholique avec “la partie saine“ de l’islam doit se poursuivre. C’est la conviction du cardinal Jean-Louis Tauran, président du Conseil pontifical pour le dialogue interreligieux, pour qui les chrétiens doivent avoir “le courage de la différence“ (...)