venerdì 18 ottobre 2024

CONVIVENZA DI INIZIO CORSO Porto S. Giorgio, 26 settembre – 29 settembre 2024. LODI E CELEBRAZIONE PENITENZIALE

 


LODI – XXV settimana del T.O. - Presiede d. Ezechiele

- Saluto del Presidente

- Ambientale

Kiko

Come in tutte le convivenze iniziamo cantando: “Se oggi ascoltate la sua voce

non indurite i vostri cuori”.

Fratelli, di fronte alla difficoltà di questa convivenza, il Signore mi ispira che

l’unica cosa certa per tutti noi, è il desiderio - è volontà di Dio - che tutti noi ci

convertiamo a Lui, tutti. Qui non c’è nessuno spettatore. Tutti quelli che siete qua

siete stati chiamati a partecipare ad un evento che si chiama la conversione.

Convertirsi a Dio totalmente, eternamente, radicalmente. Non esiste conversione

senza rompere con il peccato per sempre, per tutta l’eternità, se no, non si dà la

conversione, cambiare totalmente vita, accettare la nuova natura che ci viene offerta

in Cristo questa mattina, se no noi entriamo in crisi con noi stessi e con l’assemblea.

Non ci sono spettatori, tutti siamo attori della grazia del Signore che passa in mezzo

a noi. Anche perché di questa grazia che Dio ci dà in questa convivenza ne abbiamo

assolutamente bisogno, soprattutto il nostro spirito di fronte ai fatti che Dio ci

presenta. Abbiamo sentito che alcuni fratelli ci hanno lasciato, sono morti, anche noi

dovremo lasciare presto la nostra tenda, però dobbiamo finire l’opera che Dio ci ha

comandato di realizzare.

Cantiamo: “Se oggi ascoltate la sua voce non indurite i vostri cuori”, cioè non

resistete alla grazia, dice la Chiesa. L’uomo resiste per comodità, per le circostanze,

per quello che sia, perché dubita e resiste all’impulso dello Spirito che ti invita ad

uscire dal peccato e seguire il Signore dove Lui voglia. Chi nasce non sa dove va, la

fede ti porta al cielo seguendo le orme di Cristo, negando te stesso. “Chi vuol venire

dietro a me rinneghi se stesso”, non possiamo essere perversi e utilizzare il bello della

religione per noi stessi, per ingrandire il nostro io, per comodità, per il nostro piacere,

perché non ci porterà da nessuna parte e non riceveremo la pace che è il frutto in

questa vita del trionfo di Cristo. La pace che il mondo non potrà mai dare, che è la

felicità in questo mondo, la pace, shalom; “Pace a voi”. Quelli che non sono cristiani

non conoscono questa pace e Dio non la dà a tutti. Il demonio è l’autore

dell’inquietudine interna, dell’angustia, uno che dentro è pieno di rumore. Uno dei

segni, come diceva S. Ignazio di Loyola, del discernimento dello spirito del demonio

nell’uomo: l’angustia interiore, l’inquietudine. Il frutto del cristianesimo è la pace,

pace profonda dello spirito che non la toglie neanche la sofferenza umana. Dio ci

vuole dare la sua pace, Cristo vuole apparire qui risorto e quando appare Cristo risorto

che dice? “Pace a voi!”, segno che l’uomo riceve la pace di Cristo. La rinnovazione

liturgica ha posto la pace nella liturgia, è importantissima perché è il frutto del

cristianesimo, quello che tutti cerchiamo. Dove c’è la pace c’è riposo interiore,

profondo. Puoi avere 77 o 80 anni e avere pace, ma puoi avere 85 anni e non avere

nessuna pace, aver paura della morte, essere distrutto interiormente, in discomunione

con tutti, con te stesso e con le tue malattie, un inferno. “Se oggi ascoltate la sua voce

non indurite i vostri cuori”. Speriamo, perché Dio oggi ci vuole dare la sua voce, la

sua parola. Cantiamo questo salmo.


- Canto: “Se oggi ascoltate la mia voce”

- Preghiera del Presidente

- Ammonizione al salmo 50

Kiko

Oggi è venerdì, cantiamo le Lodi che cominciano con il salmo 50. Dio stesso ha

ispirato la Parola - e il salmo è Parola di Dio per dirci come ci dobbiamo convertire.

Dio dice che abita in un cuore contrito e umiliato. Che cos’è un cuore contrito? Un

cuore contrito! Speriamo che Dio dia a tutti noi un cuore contrito, capace di piangere

per i propri peccati, veramente. Un uomo contrito nel cuore: è una grazia essere

contrito, aver pentimento dentro per il male fatto. Chi è contrito non giudica l’altro,

non lo giudica, è lui peggiore degli altri. Dove abiterà il Signore? In un cuore contrito

e umiliato. Umiliatevi! Prima che ti umili Dio, umiliati tu. Dio ha mostrato nel suo

Figlio il cammino della vita: se non lo vuoi seguire, se non lo vogliamo seguire,

riceveremo danno perché a te è stato dato molto e molto ti sarà richiesto. Nel mondo

ci sono molte prostitute, molta gente che fa affari, molta gente che ruba, il mondo è

pieno di ladri: a loro non è stato dato nulla e Dio ha misericordia e pazienza con loro,

li lascia peccare. Ma a te sono stati inviati dei profeti, a te il Signore ha chiesto una

cosa importante. Allora convertiamoci, prima che il Signore ci corregga duramente,

forse con malattie o con altre cose. Convertiamoci tutti, io per primo; tutti saremo

giudicati secondo quello che abbiamo ricevuto, tutti! Dice S. Paolo che

immediatamente dopo la morte andiamo al tribunale di Cristo, tutti. I pagani come

pagani, Dio ha un mistero con il mondo. Dio ha avuto silenzi nella storia, ha permesso

cose terribili, ma Dio è disceso ed è venuto a cercare te, a cercare noi. Allora

cantiamo: “Pietà, Signore, abbi pietà”. Vuole che noi gridiamo “Pietà! Nel tuo grande

amore cancella il mio peccato”. Confesseremo i nostri peccati. La battaglia che siamo

chiamati a fare noi in quest’anno è una battaglia durissima; in questa convivenza

veniamo a prendere olio, come una macchina che non può camminare se non fa il

pieno di benzina. Immagina che devi camminare nel deserto e qui non fai nessun

pieno. Tu qui non hai ricevuto lo Spirito Santo, pertanto dopo cosa ti succederà? Che

non puoi camminare, ti si ferma la macchina nel deserto, con un caldo boia, scorpioni.

Ti si ferma la macchina. Avrai problemi in questo anno, ma se hai veramente spirito,

se l’hai ricevuto in questa convivenza camminerai, attraverserai quest’anno e tutti i

problemi che ti verranno con i figli, con i nipoti, con la moglie, con la malattia, con

la vecchiaia, con quello che vuoi. Dio sa il deserto che devi attraversare quest’anno:

allora non stiamo qui ad essere spettatori di nulla, veniamo qui a prendere, c’è la

possibilità di prendere lo Spirito Santo, perché la fede viene per la predicazione. Bene,

cantiamo questo salmo.

- Salmo 50 cantato

- Monizione “A te, Signore, con la mia voce grido aiuto”


Cantiamo il salmo 142, "A te Signore con la mia voce grido aiuto, a te effondo

il mio lamento". Questo salmo è bellissimo! Noi abbiamo grande consolazione dalle

Scritture in mezzo ai combattimenti che tutti dobbiamo avere. Dice: "Strappa la mia

anima da questo carcere e darò grazie al tuo nome. Allora i santi mi faranno corona,

mi feliciteranno per il tuo amore verso di me": in questo combattimento è con noi

anche la Chiesa trionfante, i santi. Noi siamo qui in un combattimento perché il

demonio ci pone delle trappole. Dice il salmo: "Guarda che mi hanno teso un laccio,

guarda che alla mia destra non c’è nessuno". La destra era il posto del difensore,

dell'avvocato, e il salmista dice che lì non c’è più nessuno. Questo salmo si è

adempiuto in Cristo.

"Mentre il mio spirito viene meno, tu conosci il mio sentiero", sento che il mio

spirito si spegne, dice un’altra traduzione, il mio spirito si va spegnendo. È una cosa

terribile quando senti che lo Spirito divino, lo Spirito Santo comincia a sparire.

Eppure dice: "Tu conosci il mio sentiero. Guarda che mi hanno teso un laccio, che

fugge da me ogni conforto, che non c’è chi si curi della mia anima". Cantiamo questo

salmo.

- Canto: "A te Signore, con la mia voce grido aiuto..." (Sal 142)

- II salmo letto

- Ammonizione al canto “Acclamate al Signore”

Facciamo questo salmo come acclamazione in piedi. Dio si compiace dei

nostri canti se sono fatti con vero ringraziamento, con vera gratitudine a Lui. Per

questo sappiamo che l’anima del Magnificat è l’esultazione, la Madonna che esulta.

Esultare in Dio pieni di gioia per la sua bontà. Cristo esulta, ha un’anima

sensibilissima e quando gli raccontano i miracoli, che il demonio viene espulso dal

cuore delle persone, Cristo si commuove: all’improvviso si mette in piedi e comincia

ad esultare a Dio, come un hassid, e fa una berakà: “Ti esalto, ti benedico Padre,

Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli

intelligenti del mondo e le hai date ai piccoli”. Esultare è l’anima della berakà. Dio

si compiace se trova delle persone contente che lo ringraziano per la loro vita, perché

Dio non è assente dalla vita, ci aiuta costantemente in tutto. Io mi trovo sempre pieno

di paura: adesso questa convivenza, poi a Madrid – e umanamente non mi piace – e,

tante cose. Costantemente il Signore mi aiuta, mi aiuta come aiuta tutti, non solo me.

Cantiamo.

- III salmo cantato: “Acclamate al Signore”

- Lettura breve: Eb 13, 7-9

- Monizione al canto: "Maria, Madre del Cammino ardente"

Kiko

Il Signore ci invita, finito il Cammino, a rendere testimonianza, ad essere

discepoli di Cristo. "Tutti sapranno che siete miei discepoli se vi amate come io vi ho

amato". Noi vi abbiamo detto: Come devi amare concretamente? Che significa questo

amore in concreto nella tua vita, perché tutti vedano che tu sei un discepolo di Cristo?


Io vedo che in questa battaglia, in questo carisma, che Dio sta facendo sorgere con

noi, è molto importante la Vergine Maria che è mediatrice di ogni grazia. Cristo l'ha

assunta a sè, l'ha data come madre nostra. Ma è una maternità che non è facile, perché

noi siamo tutti liberi. Questo della libertà è un problema grave che tutti noi dovremo

considerare seriamente: siamo veramente liberi, non è uno scherzo! Cioè, c'è la

possibilità per noi di dannarci, c'è la possibilità per noi di peccare gravemente,

facendo uso della nostra libertà, anche se abbiamo fatto il Cammino, anche se

abbiamo ricevuto tante grazie, perché il Cammino non ci conferma in grazia; anzi,

siamo oggi più liberi di prima, più coscienti. Per questo la maternità della Vergine è

più necessaria che mai.

Cantiamo questo inno che ho fatto alla Vergine Maria: "Maria Madre del

cammino ardente", perché il nostro cammino è come un fuoco: da una parte ci sono

le tentazioni, le passioni, ma lei ci aiuta in questo cammino. Per questo dobbiamo

tutti stare attenti: noi non conosciamo il nostro futuro, cosa Dio ci affiderà. A uno

affiderà una malattia, un cancro o un'altra cosa, e lì vuole mostrare la Sua gloria; a un

altro affiderà un problema, succederà non so cosa nel lavoro, una croce. Non

sappiamo, abbiamo una missione. A un altro affida la missione di evangelizzare, tutti

abbiamo una missione in questo cammino che, ogni volta che invecchiamo, si fa più

rapido. Invecchiare è lo sprint finale: sempre stiamo camminando, non siamo mai

fermi, siamo pellegrini qua. Sapete che il cristiano è uno straniero: è sciocco, è

stupido colui che in qualche maniera si installa con la sua casa, con la sua macchina,

la sua famiglia... smette di essere straniero. Bene, presto gli arriverà la sciagura per

smuoverlo e lui crederà che quella cosa orribile che gli sta capitando è una grazia

grandissima. Lo sta smuovendo, perché chi si installa si corrompe, come dice la

Genesi nel capitolo 11: quando il popolo lascia di guardare ad Oriente si installa nella

valle di Sennaar. I rabbini dicono che sono due parole importantissime della Scrittura:

"Lasciare l'Oriente" e "installarsi". L'Oriente è da dove sorge il sole, dove stava il

paradiso, l'Eden: quando l'uomo lascia di guardare l'Oriente si disorienta. L'Oriente è

Dio: quando l'uomo lascia di guardare Dio si installa. Dio non c'è, devo costruire la

felicità con le mie mani, con la mia intelligenza - allora devo far denaro -, con le mie

concupiscenze, le passioni, le voglie che devo soddisfare. Lì comincia la corruzione

perché l'uomo diventa un egoista integrale e utilizza tutto per se stesso.

Fratelli, abbiamo una grande grazia: il Signore ci ha rivelato la verità della

nostra esistenza. Dio ci ha creato per essere figli di Dio, suoi figli; per avere la natura

divina: FIGLI DI DIO! Ogni uomo è chiamato ad essere figlio di Dio. La Madonna

ci ha detto che l'altro è Cristo, l'altro, qualunque altro, è Cristo per noi: ecco,

dobbiamo portare agli uomini questa realtà. Ecco, alla Vergine Maria che ha ispirato

il Cammino Neocatecumenale, che ha dato il Cammino a voi, alla Chiesa, cantiamo:

"Maria Madre del cammino ardente, tu ci liberi dal fuoco delle passioni con la rugiada

della tua intercessione. Mite Maria, tutta immacolata, angelo custode del terzo

millennio". Ho voluto mettere questa frase: "Angelo custode", perché lei sarà l'angelo

custode del terzo millennio, lei aiuterà nel terzo millennio tutti noi. "Luogo di tutte le

grazie, immagine di ogni virtù, la bellezza della tua anima canta la Gerusalemme

celeste". È una poesia in cui diciamo alla Vergine Maria nostra Madre cose molto

belle.


Bene, la Vergine Maria è viva; sarà contenta di ascoltarci. Abbiamo lì una sua

immagine. Facciamo a lei questo canto chiedendole che ci aiuti in questa convivenza

e nella missione che il Signore ci affida in questo anno. Quando ci sia un problema

lei ci faccia ricordare questa frase di Cristo: "Ecco tua madre", cioè, ecco ci aiuta.


- Canto: "Maria Madre del cammino ardente"

- Ammonizione alla lettura

Ascensión:

Adesso proclameremo la parola centrale che ci aiuti in questa convivenza. È

una parola che ci mette di fronte alla nostra vocazione, che non è altro che essere

santi.

Questa convivenza è l'aiuto di cui abbiamo bisogno quest'anno per la nostra

santità, per entrare nel piano di Dio. Il fatto che tutti noi siamo in cammino è già una

chiamata a essere santi. Qui siete tutti catechisti: allora è già impossibile compiere

questa missione, alla quale ci ha chiamato il Signore, se non siamo santi.

Perché non può essere che predichiamo una cosa che non viviamo, che la

nostra vita deve manifestare quella santità alla quale Dio ci ha chiamato a vivere in

Gesù Cristo. E per questo è così importante questa convivenza, per ritornare di nuovo

all'amore di Dio, per vedere questa responsabilità così grande che Dio ci ha dato con

questa chiamata alla Chiesa. Perché il mondo oggi sta cercando tante cose, vediamo,

ci sorprende, tanti rinnovamenti della società, tante scoperte tecnologiche che stiamo

vedendo, ma non c'è risposta di fronte alla morte.

La risposta di fronte alla morte, solo Cristo l’ha data con la sua risurrezione. Il

Signore è venuto a cercare l'uomo in questo mistero che è ogni persona.

Veramente Dio non ha potuto fare altra cosa per incontrarsi con noi che morire

per ognuno di noi, che entrare in questa umiliazione che è la croce. Essere santi,

questa chiamata significa andare alla umiliazione, alla umiliazione che Dio ci dà nella

storia, entrare come agnelli, come ha fatto Cristo, perché lui possa compiere il suo

piano in noi.

Per questo la parola, la Lettera agli Ebrei è molto forte - l'abbiamo proclamata

già varie volte - però è di una ricchezza immensa che ci sorprende sempre e che

comincia mettendo Gesù Cristo nel Getsemani, rinunciando a tutto per amore nostro.

Questo combattimento che ha fatto per compiere la volontà di Dio, il combattimento

che abbiamo tutti noi di rinunciare al bene immediato per fare la volontà di Dio

veramente. In questa società vediamo, che è difficile, non solo nelle relazioni in

famiglia ma anche nel lavoro, essere cristiano. Anche essere una famiglia numerosa

è una cosa strana in questa società: è un segno di contraddizione per tanti.

Allora vedere Cristo crocifisso, vedere Cristo nel Getsemani, nel Calvario, è

un aiuto che ci serve per entrare nel piano di quest'anno. Questa parola, che è molto

ricca, anche parla dell'educazione che fa il Signore con noi, della correzione.

(................................)


In questa parola appare una figura che noi conosciamo molto bene e che per i

giovani va molto bene. È la figura di Giacobbe e di Esaù. Questa parola ricorda la

perdita della primogenitura di Esaù per un piatto de lenticchie. Il Signore ci invita a

vedere con timore di Dio la chiamata che ci ha fatto, perché possiamo perdere tutto.

Lo dico soprattutto per i giovani che sono così tentati. Quello a cui oggi ci chiama il

Signore, per poter vivere quest'anno, è entrare nel Sacramento del Battesimo. In

questo Sacramento che ci purifica e che ciò che il Signore ci vuole dare: il suo amore.

Che possiamo credere, nella storia che abbiamo oggi, che possiamo credere

veramente nel suo amore.

Alla fine, questa parola ci presenta il Sinai, l'Alleanza del Sinai. Va molto bene

per aiutarci a vedere come va la nostra vita, per prepararci alla confessione, un aiuto

per vedere quello che ha detto Dio nelle dieci parole di vita del Sinai e come viviamo

noi oggi, per poter fare un buon esame di coscienza, per vedere come viviamo. Stiamo

dentro o stiamo fuori della volontà di Dio? Perché in questi 10 comandamenti del

Sinaì c’è tutto il camino della vita.

Perché questa è la felicità, queste parole che Dio ha detto: “Io sono il Signore”!

Vuoi essere felice?

E ci ha dato queste parole che oggi il mondo non conosce. Anzi, le legislazioni

di alcuni paesi dicono il contrario di quello che ha manifestato Dio sul Sinaí.

Abbiamo questo giorno che è un giorno speciale in cui abbiamo tempo per

riflettere alla luce della parola come va la nostra vita in confronto alle parole che ha

dato Dio, come chiave della felicità. Soprattutto il Signore ci invita, più che alla

denuncia di quello che vediamo nella nostra vita, più che a questo a credere nel suo

amore, alla nuova alleanza che ha fatto Gesù Cristo nella croce per noi.

Credere nella potenza della sua risurrezione che è più forte che nostri peccati.


- Lettura: Eb 12, 1 – 24


Kiko

Aspettiamo che Dio ci dia una Parola, sempre che ci sia una Parola per voi e

per me: il Signore può dire "Non c’è parola", perché è una grazia ricevere una Parola

capace di cambiare la nostra vita e di fortificare la nostra volontà, di smuovere il

nostro intimo fino al punto di cambiare, in modo che si dia in noi un cambiamento

reale, profondo, che porti una mutazione vera: è una grazia grandissima! Dio lo sta

desiderando per noi, si può perdere questa grazia se noi disprezziamo la

primogenitura. Dice S. Paolo: "Che nessuno venda la sua primogenitura per un piatto

di lenticchie", e si riferisce alla fornicazione. Che nessuno venda la sua primogenitura

per un piatto di lenticchie, perché in tutti noi si dà Esaù e si dà Giacobbe: i Padri della

Chiesa dicono che Esaù è l’uomo che sta sempre fuori di casa, Giacobbe sta in casa

con la madre, con la famiglia. Questo significa che nel fondo il cristiano ha una vita

interiore con il Signore, con la Vergine Maria e con Gesù Cristo. Il pagano dentro è

vuoto, per questo deve stare sempre in connessione internet, ha terrore della

solitudine, sta sempre fuori, deve sempre divertirsi, stare sempre all'esterno. Ci sono

due uomini, come due sono le vie: una della vita e una della morte.

A quest'uomo che sta fuori, Dio aveva fatto una promessa: gli ha promesso i


beni futuri; e Dio lo metterà alla prova, perché la fede va provata. Ogni dono che Dio

ci fa, noi dobbiamo avvalorarlo e difenderlo. Sapete che dice la Scrittura che Dio

stesso diede a Esaù una fame terribile, una fame da morire.

Sapete che quella del cuore è la prima tentazione del deserto, la tentazione

della fame: "Amerai Dio con tutto il tuo cuore". Questa tentazione, questa prova che

è una delle più importanti, è la tentazione della fame, fame di affetto, di una donna,

fame di amore, fame di mangiare, di stare bene con il corpo. È la tentazione dell'uomo

che mormora: con il cuore si mormora, con il cuore si ama. "Amerai il Signore Dio

tuo con tutto il tuo cuore": con il cuore si giudica, e il giudizio distrugge l'amore. Se

in una comunità i fratelli si cominciano a giudicare, tutto è distrutto; se in una

congregazione religiosa si cominciano a giudicare i superiori si distrugge tutto; lo

stesso nel Cammino, se cominciate a giudicare noi è distrutto tutto, se giudicate i

vostri catechisti è finito il Cammino. Perché la Chiesa è una comunione:

perfettamente uno.

Israele nel deserto mormorava contro Dio nel suo cuore. Cristo ha amato il

Padre e ha amato noi con tutto il cuore, fino al punto che il suo cuore fosse spezzato,

trafitto. Quante volte nel tuo matrimonio hai sentito forse il tuo cuore spezzato! Il

cuore! Noi abbiamo la religione del cuore; Dio ha detto che vuole il nostro cuore, non

vuole soltanto la circoncisione esterna, ma vuole la circoncisione del cuore! Bene,

oggi questo sacramento che celebreremo ci introduce nel Cuore di Cristo, che è

trafitto e dal quale sgorgano sangue ed acqua, e che ci porta al nostro battessimo.

Dicevo che Esaù ha ricevuto le promesse e Dio ha provato il suo cuore. Esaù,

per amore a questa vita terrena, perché si sentiva morire di fame, ha disprezzato la

vita futura, ha disprezzato il cielo e se l’è giocato, si è giocato il cielo per stare bene

adesso. È già tutto profetizzato con Giacobbe e con Esaù: che nessuno venda la sua

primogenitura per un piatto di lenticchie! Attento, perché S. Paolo dice, che, dopo,

Esaù ha pianto chiedendo di nuovo la sua primogenitura, perché si è reso conto che è

rimasto senza niente, che un altro ha occupato il suo posto, un altro che ha avvalorato

i beni futuri, la vita del cielo, che si è reso conto che la vita non poteva essere soltanto

divertirsi qui, stare bene qua. Giacobbe ha dato valore alla promessa: a lui non era

stata data la promessa! E quando Esaù gli dice: "Dammi da mangiare che muoio di

fame", Giacobbe gli dice: "Bene! Dammi la tua primogenitura, dammi le promesse

che ti ha fatto Dio. Dio ti ha promesso il cielo, ti ha promesso l’eredità, la

discendenza, cose tutte che sono per il futuro. Dai a me quello che ti ha promesso, e

io ti do da mangiare adesso”! Esaù vende la sua primogenitura. Dopo Esaù piangerà,

ma non riceverà nulla. Dice S. Paolo ai cristiani! "Guardate che se anche dopo

piangete, non vi sarà data la primogenitura, vi è tolta per sempre". Forse vi siete

giocati la primogenitura e ormai non avete più nessuna parola di conversione, anche

se piangete. La nostra vita per Dio è tutta un presente, e tutti i fatti che ci accadono

concorrono al nostro bene; tutta la nostra vita è un’opera d’arte, e per questo

dobbiamo avere timore. "Felicità per l'uomo che teme il Signore", che si rende conto

che questa vita è un prodigio di santità, che tutto è pensato da Dio, che non si può

giocare. Tutti i capelli della nostra testa sono contati, e per questo soltanto possiamo

dire al Signore! "Se tu conti i nostri peccati, chi si salverà?".


Coraggio, siamo tutti Giacobbe e non Esaù, con una vita profonda. Il Signore

ci insegna ad amare Dio con tutto il cuore. Dio ha creato l’uomo perché ami Dio. Ma

io non so amare Dio con tutto il cuore: Cristo mi ha insegnato ad amare Dio con tutto

il cuore, ci ha insegnato nel deserto a digiunare, ad accettare di non mangiare, a

soffrire con il corpo senza giudicare Dio. Così se soffriamo una persecuzione o un

conflitto, o un problema con tuo marito o con i tuoi figli, guardiamo Esaù che già sta

protestando, già sta in crisi. Il demonio ti dice "Perché? Dì che queste pietre diventino

pane. Guarda quanto soffri, quanto la stai passando male: se sei figlio di Dio, perché

devi passare per questo problema con tua moglie o con tuo marito o con i tuoi figli o

con chi sia? Basta! Questo non è amore di Dio. Dì che queste pietre si trasformino in

pane". Cristo dirà: "Non di solo pane vive l’uomo, la vita non viene dal pane soltanto,

ma da ogni parola che esce dalla bocca di Dio", e tu dici al demonio: "Questo che mi

sta succedendo è Parola di Dio. Da questo, la vita mi viene dall’entrare in questa

storia". Cristo, proprio come il vero Israele, dice: "Cosa credi, che mormorerò contro

Dio dicendo che sta facendo male la storia con me? Non è vero! Questa crisi del mio

matrimonio è necessaria, anche per mia moglie, anche per i miei figli. Cosa mi vuoi

dire tu, satana? È chiaro che sto soffrendo, ma so che questa sofferenza è necessaria

perché la vita non è una stupidaggine”! Allora il demonio viene azzittito totalmente.

Perché un cristiano sia santo, è fondamentale sapere vivere in castità. È

possibile per un giovane vivere oggi in castità? È possibile, con l’aiuto del Signore.

Accettando che c’è una sofferenza, che a volte ci sono momenti molto difficili, che

viene un desiderio irrefrenabile... Ma il Signore dice: “No, coraggio”. Per questo il

celibato è un segno escatologico di una potenza enorme. E i ragazzi desiderano vedere

questo soprattutto nei presbiteri.

Dio ci ha dato una nave spaziale che è il nostro corpo, che è molto complesso

e perfettamente articolato. Ha un meccanismo tale che se tu tocchi una leva rossa si

mette in moto tutto un ingranaggio. Siamo programmati dal Signore, dalla natura, per

dare la vita, soprattutto per perpetuare la specie. E per fare un figlio c’è tutto un

meccanismo che è l’innamoramento. Diciamo quindi che se un prete guarda una

donna negli occhi, una volta, un’altra volta, si mette in moto questo meccanismo che

si chiama la libido. E se tu continui con quella donna, arriva un momento che quella

leva scatta da sé. Può succedere anche a un uomo sposato, con una segretaria, con

chiunque. Ma quando si mette in moto tutto questo meccanismo sei perduto, perché

la natura ha una potenza così grande che la libido si sposta e non hai più voglia di

andare in comunità, hai solo un bisogno urgente di stare con quella donna. Ci sono

barriere che vengono in nostro aiuto, come il pensiero della famiglia, della

comunità... Ma se si mette in moto, tu puoi abbandonare il Cammino, la famiglia, il

presbiterato, tutto. Così, se una persona si innamora, è come una catastrofe, anche per

uno sposato. Noi stessi dobbiamo essere molto attenti.

La pornografia non ha niente a che vedere con l’innamoramento, è un’altra

cosa. Si può mettere lì la libido e un ragazzo può inviziarsi nel vedere immagini

pornografiche: è un incosciente, uno stupido e dopo anche la pornografia produce

assuefazione, ossia puoi trovare lì una gratificazione... La libido è un meccanismo di

gratificazione, perché senza gratificazione l’uomo impazzisce, perde la testa, non può

vivere. L’organismo umano è pensato per essere felice, per gratificarsi, non si può


vivere costantemente soffrendo. Allora c’è un meccanismo in noi che ci permette di

gratificarci mediante la libido. Non tutto nella vita è negativo. Una cosa molto facile

è incanalare male il meccanismo della libido sessuale, che è un gratificatore grande.

E bisogna dire ai nostri ragazzi: “Attenzione, se tu sei preoccupato, distrutto, mezzo

depresso, perché i genitori o a scuola non ti capiscono, è molto facile che il demonio

– perché il demonio esiste – ti inviti a gratificarti”. Importante, se se ne rende conto,

è poter parlare con i genitori o con la comunità.

La nostra libido dovrebbe essere messa in Gesù Cristo. Per questo è importante

la Scrittura, e vivere in comunione. Nella nostra società atea è fondamentale per un

giovane fare il tripode. Non so come potremo insegnare ai giovani a fare attenzione

al loro corpo. Per esempio, è facile dire: “Non resistere al male, accetta la croce”, ma

poi la natura da sé ha una sua struttura che io non conosco e comincia a reagire. Non

so se capite questo. Allora tu con la tua ragione vorresti accettare la croce, ma la realtà

è che sei terrorizzato, ti si impone la natura. La stessa cosa succede con il sesso. Non

è che tu controlli tutto e sei autonomo, la mente non controlla tutti i meccanismi del

tuo organismo. Il nostro organismo è meraviglioso, è fatto da Dio come un’opera

d’arte. Per questo l’educazione dei figli, dei bambini e dei giovani, deve aiutarli a

capire che bisogna stare molto attenti con la libido. Non possono usare la sessualità

per gratificarsi perché si mettono in gioco cose grandi, si può alterare e viziare il

nostro meccanismo di gratificazione. È quello che fa la pornografia e dopo è molto

difficile guarire. Si possono dire molte cose, ma poi i ragazzi hanno le loro crisi. Io

non so come potremo aiutarli, perché dopo, in un attimo, si giocano tutto e

l’organismo entra in un meccanismo che non si controlla più! E salta tutto, la fede, la

comunità, gli studi, tutto. Quando si manifesta questa croce, una cosa che aiuta è dirlo

in comunità. E anche parlarne con l’equipe di catechisti, se è necessario.

Bisogna che i ragazzi siano coscienti dei meccanismi del loro corpo, che siano

attenti a difendersi, e se gli viene il desiderio di peccare devono arrestarlo

immediatamente. È chiaro che ti fa piacere, ma Cristo dice: “Chi guarda una donna

desiderandola ha già commesso adulterio con lei”. Il Signore ha messo una barriera

alla nostra libido per aiutarci: se guardi immagini pornografiche, già sei perduto.

Bisogna stare costantemente combattendo in questa via stretta che è la vita cristiana,

questo combattimento che dobbiamo avere tutti, e tutti i giorni.

Dio in Cristo si è fatto debole quando ha fatto l’uomo libero. È un problema

molto serio la nostra libertà di fronte al male. Che cosa è la tentazione? Perché siamo

messi alla prova? Dio ha voluto così. “Togliete le tentazioni e nessuno si salva”,

diceva S. Antonio del deserto. Le tentazioni sono necessarie per la nostra libertà,

perché c’è un agire in noi e abbiamo bisogno di aggrapparci a Gesù Cristo, di chiedere

aiuto, di conoscere la nostra totale indegnità, il nostro niente più il peccato, come

diceva S. Caterina da Siena. E su questa realtà di niente appare la santità divina che

ti ama. E quando l’uomo sperimenta nel suo profondo questa santità si commuove,

perché quando ti aspetti il castigo, Dio ti ama. È una realtà molto profonda e molto

seria, ma bisogna capirla bene, capire il perché della croce di Cristo. Cosa voglio dire

con questo? Che c’è un vero combattimento, per i ragazzi, per i preti, per le coppie

giovane, per tutti gli sposati...


Spero che non sembri che tutti i problemi riguardano il sesso. È un

comandamento importante ma non è il primo. Un grande aiuto è la preghiera, pregare

la Santa Vergine Maria, e pregare davvero! L’unica cosa che possiamo fare è

insegnare ai fratelli a mettersi nelle mani di Dio, perché solo Dio ci aiuta. Dicono i

salmi che Dio protegge il giusto, lo aiuta nelle tentazioni. Dì dallo profondo:

“Signore, io non ce la faccio, aiutami tu!”. “Signore, se non mi aiuti tu, io sono

perduto”. E ti aiuta. E Lui dice al tuo cuore: “Davvero vuoi che ti aiuti? Non vuoi

vedere più pornografia? Non vuoi peccare?”. “No, non voglio tradirti, non voglio

distruggere la mia famiglia, non voglio fare del male alla mia comunità. Aiutami tu!”.

E il Signore ti aiuta, perché guarda davvero al fondo del tuo cuore. Il problema è se

vogliamo veramente essere aiutati dal Signore, perché è Lui che ci aiuta togliendoci

davanti anche le occasioni.

Ci sono momenti in cui nell’uomo si ripropone tutto, sembra non ti basti

neanche la comunità, né la famiglia. Ma ti aiuta la grazia, l’amore di Gesù Cristo.

Importante è avere intimità con Lui. Per questo bisogna aiutare i fratelli, perché a

volte i nostri ragazzi avranno desiderio di peccare e devono saper passare per questa

valle del pianto. Ci sono momenti difficili, perché la natura è potente. Ma giocarsi

Gesù Cristo, il cielo, l’escatologia, l’amore a Cristo, lo zelo... è terribile! Ecco,

Portare la salvezza al mondo, lì deve stare la nostra libido profonda.

Lo zelo! Dice il Talmud che dallo zelo nasce l’innocenza, dall’innocenza il

sacrificio rituale perché Dio accetta solamente il sacrificio dell’innocente,

dell’agnello. Dal sacrificio rituale nasce il dominio di sé, dal dominio di sé la santità,

dalla santità nasce l’umiltà, dall’umiltà nasce la pietà, dalla pietà lo Spirito Santo: lo

Spirito Santo e lo zelo. Zelo di portare il Vangelo, la salvezza al mondo con Cristo.

Lo zelo, se parliamo del celibato e dei presbiteri, è importantissimo perché la

Scrittura invita a calzarti con l’annunzio del Vangelo e il demonio non ti può mordere

il calcagno, perché sei rivestito dello zelo dell’annuncio del Vangelo. Quando uno si

toglie i sandali e le scarpe dello zelo, il calcagno è libero e il serpente ti morde. Siete

catechisti e avete tutti sperimentato questo: la castità è facilissima quando si è in

missione, ma quando uno va a casa a riposare e non evangelizza... Che succede?

Questo abbiamo sperimentato tutti. È facilissimo, uno comincia a vedere la

televisione, o mettersi in internet...

Ci attende tutti l’esperienza del figlio prodigo. Essere cristiani è sempre un

incontro con una persona che è Cristo. Chi ha trovato Cristo, ha un rapporto affettivo

con lui perché è una Persona. Senza questo incontro personale, che comprende tutta

la tua persona, l’affettività, l’amore, tutto..., non si può essere cristiani.

Cristo insegna a tutti noi ad amare Dio con tutto il cuore, senza mormorare

contro Dio. Allora questa mattina il Signore invita tutti noi ad amare lui con tutto il

cuore. Cristo è arrivato ad amarlo fino a che il suo cuore fosse morto per Dio, fosse

trafitto. Anche la Vergine Maria l’ha amato con il cuore, posto che una spada ha

attraversato il suo cuore, la sua anima, il più profondo del suo Spirito, e lei non ha

protestato.

Il cristiano sa che Dio riesce perfino ad aprire il mare, quando il mare chiude

completamente la strada e il faraone sta lì, dietro. O, come dice Israele, quando il

falco insegue la colomba e la colomba che non ne può più vuole rifugiarsi nella

fenditura della roccia e lì appare un serpente, e la colomba è perduta completamente;

in quel momento si realizza la Pasqua, diceva Israele. Ma a volte Dio ti porta lì perché

tu scopra il suo amore. S. Paolo dice: “'Noi sappiamo che tutto concorre al bene di

coloro che amano Dio". Tutti noi dovremo essere sottoposti alla prova.

Andate fuori di qui e vedrete il mondo come sta, capisci come è la situazione

del mondo: le coppie distrutte, gli uomini pieni di odio, di rancore, di avarizia, tanti

mali che circondano l’uomo. Noi siamo tolti dal mondo e dalle sue concupiscenze,

dalle sue schiavitù e siamo messi nel suo Regno, dove Lui è presente, ci conduce Lui

e ci ha portati a questa convivenza per consolarci e per dirci che ci vuole bene. Amare

Dio è l’unica verità il resto è tutto vanità, dicono i Padri del deserto. Amare Dio!

Amarlo! Dio è amore. Ecco, appare sul Monte Sinai: “Shemà, Israel, Ascolta, Israele,

io sono l’unico e amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua

mente e con tutte le tue forze”. Dio appare sulla terra e dice che Lui esiste ed è amore;

invita l’uomo ad amarlo, come Unico, come l’unica vera missione che ha l’uomo

sulla terra: scoprire Dio ed amarlo. Lasciarsi amare da Dio ed amarlo, amarlo. Dopo

da questo amore scaturisce l’amore tra di noi: “Amatevi come io vi ha amato!”.

Amatevi! Questa è la nostra missione: amarci. Donatevi gli uni agli altri. Abbiate

pazienza gli uni con gli altri e misericordia. Amatevi, amatevi! In questo amore

riconosceranno tutti che siete miei discepoli. Appare una nuova generazione, una

nuova realtà: uomini nuovi sulla terra, uomini perdonati da Dio e amati da Dio.

Questo amore, che portano in sé, lo mostrano con la propria allegria, con la pace, con

la voglia di annunciare il Vangelo, contenti di portare una parola di lieto annuncio e

di salvezza. Non c’è cosa più grande che aiutare Cristo a salvare gli uomini.

Coraggio, fratelli! Se oggi vedi che il tuo cuore è pieno di rivalità, di invidia,

di amore al denaro, di lussuria, che sta sempre in lotta con il marito, con la moglie,

con gli altri... Come si potrà curare il cuore? Abbiamo esperienza che nel Cammino

il Signore cura il cuore, lo rigenera. Prepariamoci con la Parola di Dio per la

celebrazione penitenziale, per ricevere lo Spirito di Gesù che si lascia uccidere, che

ama il suo nemico, che non oppone resistenza al malvagio. Questa è la fede: Cristo

ha dato la sua vita perché tu possa ricevere lo Spirito Santo; la santità divina si

deposita in te perché tu divenga tempio dello Spirito Santo.


- Ammonizione alla scrutatio

Adesso faremo un tempo di preghiera con la Scrittura. Dio sta preparando un

esercito per la nuova evangelizzazione. Per questo le convivenze sono una

formazione, un aiuto a formarvi, poco a poco.

Dopo l’estate, vediamo in che rapporto siete con la Scrittura, se Dio vi parla o

no; è una grazia che Dio vi parli; molti di voi non avete Parola e siete completamente

aridi nel vostro spirito, completamente buio. Ma noi, come catechisti, abbiamo nella

Parola di Dio un’arma importantissima; dovremmo scrutare la Parola tutti i giorni e

troveremo in essa un nutrimento. Bisogna leggere costantemente la Scrittura, anche

per il lavoro che noi facciamo, per predicare il Vangelo, e vedrete che dopo lo Spirito

Santo vi porta, vi fa ricordare quello che avete letto e possiamo utilizzarlo nella


predicazione in modo che la nostra parola sia piena, satura di sale, della Parola di Dio

che salva, la Parola che guarisce e cura le persone.

Speriamo che la Parola trovi risonanza nelle corde del vostro spirito. Due ore

per stare a contatto con il Signore, profondamente, veramente. Per questo dovete

chiedere al Signore che vi aiuti, che vi dia il suo Spirito.

Scrutiamo la lettera agli Ebrei, capitolo 12, versetto 2:

“Corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo

sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento. Egli,

di fronte alla gioia che gli era posta dinanzi, si sottopose alla croce,

disprezzando il disonore, e siede alla destra del trono di Dio. (Eb 12, 2)

Bisogna leggere tutti i passi paralleli. Sommergetevi nei paralleli sul dono

dello Spirito Santo e lasciate che lo Spirito Santo vi conduca per questo itinerario.

Abbiamo due ore di tempo per la scrutatio, Scrutando potete fare un albero,

appuntando quello che vi dice il Signore. Vi chiedo di uscire in silenzio, per favore.

Offrite il silenzio al Signore per non perdere l’intimità con Cristo.

Preghiamo.

- Preghiera


2 ore di preghiera con la Scrittura, scrutando Eb 12, 2 (più il tempo per andare e

venire)


H 17.30 - PENITENZIALE

- Canto: “Tu che sei fedele”

- Preghiera del Presidente

- Ambientale

Kiko

Dio vuole da tutti noi la conversione. Che significa la conversione? Che

accettiamo il dono da Dio: è gratuito, Suo Figlio! Che mettiamo sotto la croce di

Cristo la nostra vita perché il sangue di Cristo ci lavi e possiamo, confessandoci,

confessando i nostri atteggiamenti di peccato, il nostro essere diverso da quello di

Cristo crocifisso, possiamo ricevere lo Spirito Santo che ci perdona i peccati e ci

ridona la grazia battesimale.

Lo Spirito Santo abitando in noi ci fa figli di Dio, amici di Dio, santi! I cristiani

si chiamavano santi perché erano santificati dallo Spirito Santo. Io, fratelli, vengo a

questa convivenza pensando al Sangue di Cristo: non posso dubitare del valore del

Sangue di Cristo e mi invita a non dubitare del suo amore, del valore del suo Sangue

che può trasformare l'uomo più peccatore in un santo, perché Cristo lo ama, non lo

giudica. Dio ama anche i malvagi, ha amato noi peccatori. E questo è un amore

sorprendente, il mondo non può amare così, non capisce il farsi peccato, crede che

bisogna fare giustizia. Il mondo non comprende la giustizia della croce.

In questa celebrazione il Signore ci invita a guardare Cristo che ha dato la vita

per noi. Cristo è morto per te, perché tu non viva più per te stesso ma possa vivere

per Lui. La verità è che siamo tutti peccatori. Ma dice S. Paolo, che Cristo è morto

per i peccatori. Quando eravamo nemici di Dio, Cristo è morto per noi: ma Cristo non

ci ha giudicato, ha dato la vita per noi, ha dato la vita per te perché tu possa vivere

una vita nuova, non più per te stesso ma per Lui, e ricevendo lo Spirito di Cristo tu

diventi uno con Lui.

Cristo ci offre adesso la possibilità in questo sacramento di morire a noi stessi.

E' Cristo l'unico capace di amare il nemico. "Non sono più io che vivo, è Cristo che

vive in me", - dice S. Paolo -. Allora, qual è il cammino di conversione che ha fatto

con noi Cristo? Uno solo: uccidere il nostro io, il nostro orgoglio, la nostra superbia,

per vivere Lui in noi.

Il Signore ha scelto tutti noi per una missione, ma non la possiamo portare

avanti se in noi, non vive Cristo e per questo dovremmo morire a noi stessi. Pertanto,

questo sacramento realizza quello che fa il Battesimo, morire all'uomo vecchio,

all'uomo della carne, seppellire nella croce di Cristo l'uomo che uccide Dio e uccide

il prossimo, confidando che in questo sacramento Cristo ci dia della sua natura.

Perché ancora il nostro io superbo è vivo, non vuole morire, non abbiamo rinnegato

noi stessi.

Cristo stesso viene qui risorto nella figura dei presbiteri vestiti di resurrezione,

per donare a noi la possibilità di nascere di nuovo attraverso questo sacramento.

Allora abbiamo fiducia: dice S. Paolo che Cristo abita in noi per la fede. Se abbiamo

fiducia che adesso possiamo rinascere di nuovo, quando domani ci troviamo con un

evento che ci uccide Cristo sarà in noi, lo vivremo con lui e potremo salire sulla croce,

potremo amare il fratello.

Chi dica che ama Dio che non vede e non ama il fratello che vede, mente, -

dice S. Giovanni -. Per vedere Cristo nei fratelli della comunità abbiamo bisogno di

ricevere lo Spirito Santo, lo Spirito stesso di Cristo, quello Spirito che lo ha portato a

salire sulla croce.

Dio ti ha chiamato a una vita nuova, e questo sacramento lo fa presente: Cristo

ci perdona i peccati e ci dona del Suo Spirito che ci permette di morire perché si veda

in noi che Cristo sta vivo.

- Vangelo cantato del giorno: Lc 9, 18-22

- Omelia

P. Mario

Cari fratelli e sorelle, il Signore ci concede un altro anno qui sulla terra, per

andare verso il cielo. Prego il Signore che mi ispiri Lui a spezzare questa parola che

ci aiuti a confessare i nostri peccati, perché il giusto pecca sette volte al giorno e che

non è tanto giusto anche di più.


Ci troviamo in tempi difficili. In questi giorni, si sta tenendo all'ONU, un

congresso in vista sul futuro dell'umanità. Sapete che già l'agenda 2030 che era stata

programmata, è stata quasi un fallimento totale, per cui si sono riuniti di nuovo. Ho

seguito alcuni interventi. Grazie a Dio - non faccio nomi - però c'è stato qualcuno che

ha detto: ma forse ci troviamo in questo momento di disastro, di guerre e di distruzioni

perché abbiamo rifiutato Dio. Ha detto che il disorientamento che c'è è per aver

rifiutato la fede cattolica, mi sembra anche giudeocristiana. Ha detto anche quella

parola. Un altro ha fatto una critica a questo presunto progresso che si sta preparando

dove si toglie la libertà, l'iniziativa privata, si cancellano le nazionalità, si vuole

rendere tutti uguali: ha fatto una critica al tipo di democrazia che si sta come

imponendo a tutti, universale, dove spariscono le identità delle persone, delle nazioni,

delle culture e si vuole programmare una umanità unica, un pensiero unico, togliendo

la libertà alle persone.

In questo contesto in cui il Signore, ci ha chiamati a essere suo tempio vivente,

tempio dello Spirito Santo, a noi cristiani, per essere luce, sale e lievito in questo tipo

di generazione, per questo ci convoca e iniziamo questa questo nuovo corso,

riconoscendo i nostri peccati di infedeltà, per essere rinnovati da lui e poter affrontare

questa missione di santità che ci affida.

Mi ricordo una udienza che fece Papa Paolo VI, l’11 febbraio 1971 che mi

rimase impressa, commentando questo Vangelo diceva: la gente che dice che io sia?

Oggi potremmo anche dire: molti teologi, preti chi dicono che io sia?

Purtroppo, dopo il modernismo del secolo scorso, in cui Gesù Cristo non era

considerato Figlio di Dio, ma inferiore al Padre, una personalità carismatica, piena di

doni di Dio, ma non Figlio di Dio, svuotando la forza dei sacramenti attraveso i quali

il Signore, vivo e risorto, attua, agisce e continua ad agire nella nostra umanità, a

santificare, a perdonare. E così hanno svuotato completamente la fede cristiana. Oggi

abbiamo teologi con tanto di laurea che non credono in Gesù Cristo. Per cui questa

domanda di Paolo VI che diceva: questa è una domanda che ogni cristiano deve farsi

tutti i giorni. Chi è Gesù Cristo oggi per me?

Per questo il Signore ci dice: “Voi chi dite che io sia?”. Sì, quelli dicono che

sei Elia, un altro un profeta, ma tu chi dici che io sia? Qui è importante la risposta

personale.

Qui, in questo testo del Vangelo di Luca, Pietro - sempre pieno di entusiasmo

– dice: “Tu sei il Cristo”. Nel Vangelo di Matteo si sviluppa di più e dice: “Tu sei

Cristo, il Figlio di Dio”. Se noi diamo questa risposta, Gesù Cristo è il mio Salvatore,

è colui che mi è sempre vicino, che mi assiste, mi aiuta nei combattimenti con il

demonio, se noi gli rispondiamo questo: è il mio amore, il mio tesoro, l'unico centro

del mio cuore, della mia vita! Allora Gesù, dice a Pietro, e a voi oggi: “Beato te,

Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te lo ha rivelato”. Nessuno

può riconoscere Gesù Cristo come il Figlio di Dio senza una ispirazione che viene da

Dio. Se qualcuno di noi, se noi riconosciamo oggi come il Signore nostro Salvatore

unico vero Dio, il Salvatore di tutta l'umanità è per dono di Dio, una rivelazione che

il Signore ci ha fatto attraverso il battesimo e lo sviluppo del germe del battesimo nel

cammino neocatecumenale. Tanti e tanti anni per conoscere più a fondo Gesù Cristo


che non è un fantasma, non è un ideale, non è come si pensa oggi: tutto quello che

propone è molto bello, ma impossibile da raggiungere.

No, Gesù Cristo ha il potere di crescere dentro di noi, di trasformarci. Noi

crediamo perché l'abbiamo visto e sperimentato, tirarci fuori dai nostri sepolcri, dai

nostri peccati, cambiare la nostra vita. Siamo testimoni suoi, siamo dei graziati o

possiamo dire siamo dei privilegiati. Non perché ci insuperbiamo e disprezziamo gli

altri che non hanno avuto questo dono come noi. Per questo il Signore dice: “Non

giudicare nessuno”. Anzi, vi dico molta, molta gente vi precederà nel regno dei cieli,

prostitute e pubblicani che mai mi hanno conosciuto. Non è per questo che si è

rivelato a noi e ci ha dato questo privilegio di conoscerlo, ma ci ha scelto per essere

luce, sale e lievito di questa umanità che sta perdendo il senso del vivere. Quanti

suicidi, quanti si rifugiano nelle droghe, nel sesso: manca il senso della vita. La nostra

missione, è mostrare questa trasformazione: tesoro messo in vasi di creta! E’ vero, gli

altri dovrebbero vedere in noi dei punti di riferimento, di consolazione, di sostegno

nei momenti più duri, più bui delle croci. Quanti disastri in questi ultimi anni, quante

alluvioni, quanti terremoti, quanti segni da parte di Dio, per richiamare l’umanità a

ritornare a Lui. Noi dovremmo avere questo discernimento, quandp la gente rimane

dall'oggi al domani senza niente, né casa, né lavoro, e questo può avvenire anche a

noi, in un momento. In questi giorni, il Papa in Lussemburgo e oggi in Belgio ha

ripetuto più volte: siamo al bordo di una guerra mondiale totale. Questa è la realtà in

cui stiamo vivendo.

Allora, rallegriamoci e rendiamo grazie a Dio, se come a Pietro ha fatto anche

a noi questa rivelazione, abbiamo un punto di rifugio anche nel momento della Croce,

come Gesù Cristo del Getsemani, anche se comporta un combattimento, che tutti

proviamo tra la mia volontà e la volontà di Dio.

Però, che succede a Pietro, al quale il Signore ha detto: “Beato te, Simon

Pietro”. Quando poi dice: il Figlio dell'uomo deve andare a Gerusalemme, essere

perseguitato, essere ucciso, torturato, morire, Pietro lo prende in disparte e gli dice:

“Non sia mai Signore, questo mai succederà!”. E a colui, che Gesù aveva chiamato

“beato”, ora dice: “Vattene da me, satana. Tu pensi come gli uomini”.

Questo è per noi, noi abbiamo questo grande dono di conoscere un po' più a

fondo il Signore, il tesoro nascosto che ci ha fatto, che ci ha rivelato, fatto carne dentro

di noi. Dicevamo ai professori della Università itinerante, l'altro giorno, ai professori

itineranti: voi predicate quello che avete vissuto! Nel cammino, la Parola di Dio, si

fa carne in noi. Qual è il buon teologo? Quello che manifesta questa esperienza, sa

comunicare questa sapienza che viene dal cielo fatta carne nella sua vita, allora può

trasmetterla. Se è uno che ha solo studiato teologia con tanto di titolo ma non ha

esperienza di questa Sapienza, trasmette filosofie, teorie che allontanano dal Signore.

Allora, anche per noi è importante questo che dice Dio: “Via da me Satana, tu

non pensi come Dio, ma pensi come gli uomini”. E qui è il nostro combattimento, il

mio, il vostro di ciascuno di noi di accettare che il Signore, attraverso le croci di

qualsiasi tipo, ci forgi - non so se capite la parola foggiare - io la capisco molto bene,

perché mio papà forgiava il ferro per preparare i ferri dei cavalli. Li forgiava sul

fuoco, il ferro diventava rosso, rosso e poi lo batteva. Tutti noi dobbiamo essere


forgiati dalla croce di Cristo. Garrigou-Lagrange, che io cito spesso, specialista della

vita spirituale, anche Carmen lo citava, diceva: Non immaginiamo come i sette vizi

capitali hanno messo radici profonde dentro di noi, per cui per l'unica forma che il

Signore ha per estirparli, è che ce li tolga, a poco a poco, attraverso la malattia, la

vecchiaia, la morte. Li strappi da noi e ci renda abili a poterlo contemplare, purificati

dall'uomo vecchio. È un lavoro che richiede perseveranza, costanza, non perdersi

d’animo

Volevo anche completare un’altra cosa; il Papa, nell’udienza scorsa, ha fatto

un intervento molto bello, anche inerente al discorso di Kiko, con cui ha aperto la

convivenza questa mattina e che vedremo ancora in seguito. Dice:

“A livello culturale oggi il demonio non esiste. La più grande astuzia del

demonio è far credere che non esiste. È astuto il demonio, lui ci fa credere che non

esiste e così domina tutto”.

Tutti questi orrori che stanno succedendo non si spiegano se non come opera

del demonio. Sapete che in certe parti hanno costruito un santuario a satana e vogliono

che sia riconosciuto come al pari delle altre religioni: a satana. Il nostro mondo

tecnologico e secolarizzato è pieno di maghi, di occultismo, spiritismo, astrologi,

venditori di fatture, amuleti. Il demonio, che è stato cacciato dalla porta, rientra dalla

finestra. Il Papa faceva il commento che ho citato dicendo che Gesù Cristo si è

sottomesso a questa battaglia con il demonio nel deserto, dopo aver ricevuto il

Battesimo e prima di iniziare il suo ministero apostolico. E dice che la battaglia contro

lo spirito del male si vince come ha fatto Gesù Cristo: a colpi di parola di Dio! Dice:

Non metterti a discutere con il demonio! Appena appare, caccialo! Il demonio entra

attraverso i pensieri; un pensiero, un attaccamento, un'avarizia, un'impurità, tu

cominci a pensare, a pensare e lui direttamente entra dentro nell'anima e ti corrode, ti

conduce a bere. Per questo S. Pietro dice: “Vegliate e siate sobri, perché come un

leone ruggente, va in giro cercando chi divorare!”. Un padre della chiesa dice: il

demonio è come un cane che è legato ad una catena. Gesù Cristo gli impedisce, non

gli permette che attui, non può mordere nessuno se non chi si avvicina e lo ascolta.

Ma se tu non lo ascolti, forse ti fa un po' di paura, e se rispondi con la parola di Dio

se ne va. Diceva ancora il Papa: la tecnologia moderna ha inventato mezzi

innumerevoli per dare occasione al diavolo. Pensiamo alla pornografia in rete dietro

la quale c'è un mercato fiorentissimo, lo sappiamo tutti. E’ il diavolo che lavora e

mette in pericolo i nostri figli e i nostri nipoti, perché ci cascano, magari con il

telefonino. Dice: la consapevolezza dell'azione del diavolo, nella storia non deve

scoraggiarci. Dobbiamo rispondere: Io sono col Signore, vattene! Noi cristiani, con

la grazia di Dio, siamo più furbi di lui.

Ecco, c'è S. Giovanni di Avila, protettore dei preti spagnoli, che nel suo libro

“Ascolta, figlia” dedica 6 o 7 capitoli alla lussuria, dice: Perché il Signore anche

nell'età dell'adolescenza soprattutto, con queste pulsioni sessuali, che fanno parte

dello sviluppo normale e che oggi ci dicono che vanno soddisfatte, mentre la Chiesa

ha sempre detto di no. Certo, puoi cadere, ma se cadi, ti confessi, la Chiesa non si

scandalizza mai dei nostri peccati, ci perdona 70 volte 7 al giorno. Sei caduto?

Confessati, vai ai sacramenti, dove Gesù Cristo ti rialza e a poco a poco sarai guarito.

Ma perché il Signore permette per tanto tempo questi vizi? Per dimostrarti che tu non


ti puoi salvare da solo. Le vittime della pornografia non sono solo gli adolescenti,

anche adulti, anche preti, anche seminaristi, anche coppie sposate.

Diceva prima Kiko: il Signore mette davanti a noi due strade: la vita o la morte.

Ma siamo liberi di rispondere. Conclude il Papa: non preoccupiamoci, non

scandalizziamoci il Signore è più forte e furbo del diavolo, se ricorriamo a lui con

perseveranza, lui ci salva da questi nuovi demoni mediatici che ci circondano.

Allora tutto questo per arrivare al sacramento. Domani, se Dio vorrà, con il

suo aiuto parleremo del Giubileo, che è un dono enorme del Signore. Dovremo

parlare perché dobbiamo prepararci a questo grande dono di effusione di grazia per

venire incontro alla nostra debolezza, sostenerci in questo combattimento contro

Satana. Tutta la Chiesa celeste, purgante, tutti collaborano, siamo in un corpo, non

combattiamo da soli, non ci salviamo da soli.

Ecco, il Signore nella sua sapienza non solo ha attuato sulla terra eventi di

salvezza, ma continua a attuare attraverso i sacramenti. Questo sacramento che ci ha

lasciato, che riscopre, fa presente il battesimo, il battesimo dove l'uomo vecchio è

stato distrutto e nasce l'uomo nuovo, come nel seno della donna, rehem, in cui viene

generato un figlio, ecco, in questo sacramento il Signore vivo e risorto è lui stesso

che agisce attraverso i presbiteri, a cui ha dato il potere di perdonare i peccati. Per cui

l'unica cosa che ci viene richiesta è di essere umili e dire, confessare i nostri peccati,

confidando nel suo perdono per avere il cuore aperto ad accogliere la forza dello

Spirito Santo, che poi sarà confermato di nuovo nella celebrazione dell’Eucarestia.

Approfittiamone! Purtroppo, conosco alcuni che nonostante tutta la

predicazione non se ne approfittano, sono qui con l'ombrello, ascoltano con

l'ombrello e l’acqua non penetra: qui c’è la libertà delle persone. Ma se tu veramente

sei pentito e ti confessi il Signore ha il potere di rinnovarti oggi.


- Confesso e Preghiera penitenziale

- Confessioni individuali

- Azione di grazie della Celebrazione penitenziale

- Canto alla Pace: “Per amore de miei fratelli”

- Conclusione della Penitenziale

- Benedizione

- Canto: “Grazie a Jahvè”


10 minuti di riposo


PROIEZIONE DEI VIDEO

- Introduzione

P. Mario

Ora vedremo un video che ci aiuta a comprendere il grande dramma della

pornografia e dell’inganno in cui cadono tanti giovani, anche attraverso la musica,

soprattutto la musica trap. Alcuni fratelli, anche giovani, vanno al cammino, vanno

alla parola, vanno all’eucarestie, eccetera, ma hanno una doppia vita, doppia vita, allo

stesso tempo frequentano locali di pornografia o vedono pornografia e dopo, quando

decidono di lasciarli, si lamentano che non possono riprendere un cammino come

loro pensavano, perché sono intrappolati in queste menzogne e si va rovinando il

cervello. Se questi abusi arrivano a un certo punto, ci si può riprendere, ma superato

un limite non si può riprendere. Abbiamo consultato il dottor Gandolfini, e se avete

pazienza di ascoltarlo, vedrete, per es., come la musica trap, la musica che quel

giovanotto ascolta, ne diventa vittima: il fatto di quel ragazzo che esce di casa, dopo

aver ascoltato questa musica e uccide la prima ragazza che trova... I ragazzi non si

rendono conto. Per questo è importante vigilare e, come abbiamo detto, sfruttare i

mezzi che la Chiesa ci dà, che sono soprattutto i sacramenti. Non lasciare la comunità.

Va bene, allora, speriamo che vi serva. L'altro video sarà migliore.


- Proiezione del Video “Dipendenze, pornografia e musica trap – Quando la

ricerca della felicità spalanca le porte dell’inferno”


Vorrei aggiungere un piccolo commento prima di vedere l’altro video, è molto

importante riconoscere i sintomi che un ragazzo dà quando viene travolto da queste

cose, anche più leggere, non dello sballo finale: ci sono dei sintomi: diventa più

nervoso, si chiude improvvisamente. Per i genitori, per i catechisti e gli educatori è

importante saper leggere dal comportamento, ci sono certe manifestazioni che,

quando uno si chiude in silenzio o ha delle reazioni di scatto, si arrabbia, lì bisogna

stare attenti, sapere, leggere, vedere, dialogare con il figlio, con i figli e vedere cosa

gli sta succedendo. Come quando si manifesta una malattia e ci si preoccupa, nel

ricercare la causa.

Adesso vediamo un breve video sulla convivenza che abbiamo fatto con 600

presbiteri dopo la Pasqua scorsa, per rallegrarci...

Ascensión:

È un video anche per i giovani: i giovani possano vedere che i nostri presbiteri

vivono felici, perché sembra che alcuni hanno paura di alzarsi per il seminario. Che

vedano questo, e sentano un po’ di santa invidia e vogliano entrare in seminario

perché veramente l'ambiente che abbiamo vissuto in questa convivenza era

meraviglioso. Abbiamo presbiteri che sono stupendi, innamorati di Cristo e vogliamo

mostrare questo ai nostri giovani perché possano seguire le orme di tanti presbiteri

santi che ci sono nel Cammino.

Kiko:

Molto bene, molto bene. Evviva i preti santi che abbiamo.


- Proiezione del video: “Incontro con i Presbiteri dei SRM alla Domus

Galilaeae”

Cena negli alberghi