giovedì 9 giugno 2011

Detti dei Padri del Deserto 4


Augurandoci  la buonanotte...

I sacerdoti della regione visitarono le celle dei monaci dei dintorni. Li abitava Pastor. L'abate Anub si presentò e gli disse: « Invitiamo questi sacerdoti ad accettare qui oggi i doni di Dio, preparando una agape ». Pastor che era ritto in piedi stette lungo tempo così, senza rispondere. L'abate Anub si ritirò contristato. Quelli che erano seduti accanto a lui gli domandarono perché non avesse risposto. « Questo non mi riguarda», rispose loro, « perché sono già morto; un morto tace. Non consideratemi quindi come fossi tra voi».
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Alcuni fratelli andarono a visitare un santo anziano che abitava in un luogo deserto. Trovarono presso la sua cella dei bambini che custodivano le greggi e parlavano tra loro in modo fastidioso. I fratelli videro l'anziano, gli palesarono i propri pensieri e trassero beneficio dalle sue risposte. Poi gli dissero: « Padre, perché accetti d'avere intorno questi bambini e non gli ordini di cessare tanto baccano? ». L'anziano rispose: « Fratelli, credetemi, vi sono giorni in cui vorrei dare questo ordine, ma mi fermo, dicendo: « Se non sopporto questa bazzecola, come potrei sopportare una più grande prova, se Dio permette che mi si presenti? ». Così non dico niente, per abituarmi a sopportare tutto ciò che accade ».
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Un fratello interrogò un anziano: « Quale è la cultura dell'anima che porta frutti? ». L'anziano rispose: «La cultura dell'anima consiste in questo: l' hesychia del corpo, molte preghiere corporali, non fare attenzione alle colpe degli uomini ma solamente alle proprie. Se l'uomo persevera in tutto questo, la sua anima non tarderà a produrre frutti »

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Fu domandato a un anziano: « Come avviene che io mi scoraggi senza tregua? ». « Perché non hai ancora visto la meta », rispose.

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Un novizio volle un giorno rinunciare al mondo. Disse all'anziano: "Voglio diventare monaco". L'anziano rispose: " Non ce la farai". L'altro disse: "Ce la farò". L'anziano disse: "Se realmente lo vuoi, va', rinuncia al mondo, poi vieni ad abitare nella tua cella. Egli se ne andò, donò ciò che possedeva, tenne per sé cento monete e tornò dall'anziano. L'anziano gli disse: « Va' ad abitare nella tua cella ». Andò ad abitarvi. Mentre era là i suoi pensieri gli dissero: « La porta è vecchia e deve essere sostituita ». Andò dunque a dire all'anziano: «I miei pensieri mi dicono: La porta è vecchia e deve essere sostituita ». L'anziano gli rispose: « Tu non hai ancora rinunciato al mondo; va', rinuncia al mondo, e poi abita qui». Se ne andò, donò novanta monete, ne tenne dieci e disse all'anziano: « Ecco, ho rinunciato al mondo ». L'anziano gli disse: « Va', abita nella tua cella ». Andò ad abitarvi. Mentre era là i suoi pensieri gli dissero: «Il tetto è vecchio e deve essere rifatto ». Andò dall'anziano: « I miei pensieri mi dicono: Il tetto è vecchio e deve essere rifatto ». L'anziano gli disse: « Va', rinuncia al mondo ». Il fratello se ne andò, donò le dieci monete e tornò dall'anziano: « Ecco che ho rinunciato al mondo ». Mentre era nella sua cella i suoi pensieri gli dissero: «Ecco, tutto è vecchio, verrà il leone e mi mangerà ». Espose i suoi pensieri all'anziano che gli disse: « Vorrei che tutto cadesse su di me e che il leone venisse a mangiarmi, per essere liberato dalla vita. Va', dimora nella tua cella e prega Dio ».