mercoledì 28 ottobre 2015

28 ottobre. Santi Giuda e Taddeo



E la cosa bella è che nel gruppo dei suoi seguaci, 
tutti, benché diversi, coesistevano insieme, 
superando le immaginabili difficoltà: 
era Gesù stesso, infatti, il motivo di coesione, 
nel quale tutti si ritrovavano uniti. 
Questo costituisce chiaramente una lezione per noi, 
spesso inclini a sottolineare le differenze 
e magari le contrapposizioni, 
dimenticando che in Gesù Cristo 
ci è data la forza per comporre le nostre conflittualità.
Il gruppo dei Dodici è la prefigurazione della Chiesa, 
nella quale devono avere spazio tutti i carismi, 
i popoli, le razze, tutte le qualità umane, 
che trovano la loro composizione e la loro unità nella comunione con Gesù.

Benedetto XVI, 11 ottobre 2006

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Dal Vangelo secondo Luca 6,12-16

Avvenne che in quei giorni Gesù se ne andò sulla montagna a pregare e passò la notte in orazione.
Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede il nome di apostoli: Simone, che chiamò anche Pietro, Andrea suo fratello, Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo d'Alfeo, Simone soprannominato Zelota, Giuda di Giacomo e Giuda Iscariota, che fu il traditore.
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Non siamo apostoli per la nostra volontà, per un desiderio, per quanto nobile sia. E' Gesù che costituì, che fece i Dodici. E' opera sua, come la nostra stessa vita è una sua opera che scaturisce dalla sua intimità con il Padre. Mette i brividi pensare al grande mistero della profonda intimità con Gesù alla quale e per la quale siamo stati chiamati. Essa giunge al punto di fare di noi degli alter Christus, degli altri Cristo, condividendo con Lui vita e missione. Gesù è sceso in missione sulla terra uscendo dall'intimità con il Padre per cercare e salvare la pecora perduta. Si è consumato nell'amore che lo ha gettato all'ultimo posto, il posto più lontano dal Padre, scavalcando in una corsa a ritroso, il peccatore più grande della storia. L'ultimo posto di Gesù perché nessuno resti escluso dalla salvezza. Nell'ultimo posto di Gesù vi è il nostro ultimo posto, quello dell'apostolo, quello che ci è riservato ogni giorno. E' esattamente dove i fatti della nostra vita ci conducono che siamo inviati in missione. E' nella difficoltà sul lavoro, in famiglia, dove e con chi sia, che siamo mandati ad essere Cristo stesso, a portare la salvezza, a caricarsi dei peccati del mondo, o meglio a lasciare che Cristo li carichi sulle sue spalle che ha preso in prestito da noi. E' questa la chiamata che ci ha raggiunti, l'amore che consuma il male consumando la nostra vita, perché il mondo riceva la vita, quella vera che ci è data e che sovrabbonda in noi.