giovedì 1 dicembre 2011

Grande Festa di Capodanno a Madrid


sopra: la locandina della Celebrazione delle Famiglie

"Grazie alla famiglia cristiana siamo nati noi giovani”, questo sarà il loro motto o slogan, in chiaro riferimento e, nel contempo, in segno di ringraziamento per la Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid 2011.

I distinti momenti della celebrazione avrànno inizio alle ore 14:30 con l’intrattenimento religioso e musicale dell’orchestra e del coro della GMG e del coro del Cammino Neocatecumenale. A seguire si reciterà il Rosario, mentre alcuni giovani si recheranno in piazza portando sulle spalle l’immagine della Virgen de la Almudena.

All’interno del momento di preghiera e del mistero del Rosario, si inseriranno le esperienze e le storie di famiglie e di giovani, sebbene non sarebbe previsto l’intervento di nessuno dei rappresentanti dei movimenti e delle realtà ecclesiali. Sarà anche proiettato un videomessaggio di Benedetto XVI. Il culmine dell’evento sarà l’Eucaristia presieduta dal Cardinale Rouco Maria Varela.

Sono invitati a partecipare all’evento i pellegrini di tutta la Spagna e di altri paesi europei, accompagnati dai loro vescovi. Ha confermato la sua presenza il Cardinale Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, che inviterà i presenti a partecipare al VII Incontro Mondiale delle Famiglie, che si terrà nella città italiana di Milano dal 30 maggio al 3 giugno.

Gli atti saranno contrassegnati dall’austerità imposta dalla crisi e dalla necessità di solidarietà per i più colpiti. Come ha confermato anche il segretario generale della provincia ecclesiastica di Madrid, suor Maria Rosa de la Cierva, la raccolta dell’Eucaristia sarà destinata interamente a coprire le spese dla giornata. Inoltre, quest’anno non si finanzierà il viaggio dei Re Magi. Come in occasioni passate, le madri con i bambini avranno cabine speciali per proteggersi dal freddo.

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Proprio qualche ora fa, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in Udienza i partecipanti alla XX Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia, che si è svolta dal 29 novembre al 1° dicembre 2011 per celebrare il duplice XXX anniversario dell’Esortazione Apostolica Familiaris consortio e dell’istituzione del Dicastero. Riportiamo di seguito il discorso che il Papa rivolge ai presenti:

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Signori Cardinali,

Venerati Fratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio,
cari fratelli e sorelle!

Sono lieto di accogliervi in occasione dell’Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia, nella ricorrenza di un duplice XXX anniversario: dell’Esortazione Apostolica Familiaris consortio, pubblicata il 22 novembre 1981 dal beato Giovanni Paolo II, e del Dicastero stesso, da lui istituito il 9 maggio precedente con il Motu Proprio Familia a Deo instituta, come segno dell’importanza da attribuire alla pastorale familiare nel mondo e, al tempo stesso, strumento efficace per aiutare a promuoverla ad ogni livello (cfr Giovanni Paolo II, Familiaris consortio, 73). Saluto cordialmente il Cardinale Ennio Antonelli, ringraziandolo per le parole con cui ha introdotto il nostro incontro, come pure Monsignor Segretario, gli altri collaboratori e tutti voi, qui convenuti.

La nuova evangelizzazione dipende in gran parte dalla Chiesa domestica (cfr ibid., 65). Nel nostro tempo, come già in epoche passate, l’eclissi di Dio, la diffusione di ideologie contrarie alla famiglia e il degrado dell’etica sessuale appaiono collegati tra loro. E come sono in relazione l’eclissi di Dio e la crisi della famiglia, così la nuova evangelizzazione è inseparabile dalla famiglia cristiana. La famiglia è infatti la via della Chiesa perché è "spazio umano" dell’incontro con Cristo.

I coniugi, "non solo ricevono l’amore di Cristo, diventando comunità salvata, ma sono anche chiamati a trasmettere ai fratelli il medesimo amore di Cristo, diventando comunità salvante" (ibid., 49). La famiglia fondata sul sacramento del Matrimonio è attuazione particolare della Chiesa, comunità salvata e salvante, evangelizzata ed evangelizzante. Come la Chiesa, essa è chiamata ad accogliere, irradiare e manifestare nel mondo l’amore e la presenza di Cristo. L’accoglienza e la trasmissione dell’amore divino si attuano nella dedizione reciproca dei coniugi, nella procreazione generosa e responsabile, nella cura e nell’educazione dei figli, nel lavoro e nelle relazioni sociali, nell’attenzione ai bisognosi, nella partecipazione alle attività ecclesiali, nell’impegno civile.

La famiglia cristiana, nella misura in cui, attraverso un cammino di conversione permanente sostenuto dalla grazia di Dio, riesce a vivere l’amore come comunione e servizio, come dono reciproco e apertura verso tutti, riflette nel mondo lo splendore di Cristo e la bellezza della Trinità divina. Sant’Agostino ha una celebre frase: "immo vero vides Trinitatem, si caritatem vides", "Ebbene, sì, tu vedi la Trinità, se vedi la carità" (De Trinitate, VIII,8). E la famiglia è uno dei luoghi fondamentali in cui si vive e si educa all’amore, alla carità.

Nella scia dei miei Predecessori, anch’io ho più volte esortato gli sposi cristiani ad evangelizzare sia con la testimonianza della vita che con la partecipazione alle attività pastorali. L’ho fatto anche di recente, ad Ancona, in occasione della chiusura del Congresso Eucaristico Nazionale italiano. Là ho voluto incontrare insieme i coniugi e i sacerdoti.

Infatti, i due Sacramenti detti "del servizio della comunione" (CCC, n. 1534), Ordine Sacro e Matrimonio, vanno ricondotti all’unica sorgente eucaristica. "Entrambi questi stati di vita hanno, infatti, nell’amore di Cristo, che dona se stesso per la salvezza dell’umanità, la medesima radice; sono chiamati ad una missione comune: quella di testimoniare e rendere presente questo amore a servizio della comunità per l’edificazione del popolo di Dio.

Questa prospettiva consente anzitutto di superare una visione riduttiva della famiglia, che la considera mera destinataria dell’azione pastorale. La famiglia è ricchezza per gli sposi, bene insostituibile per i figli, fondamento indispensabile della società, comunità vitale per il cammino della Chiesa" (Omelia ad Ancona, 11 settembre 2011). In virtù di ciò "la famiglia è luogo privilegiato di educazione umana e cristiana e rimane, per questa finalità, la migliore alleata del ministero sacerdotale. Nessuna vocazione è una questione privata, tanto meno quella al matrimonio, perché il suo orizzonte è la Chiesa intera" (ibid.).

Vi sono degli ambiti in cui è particolarmente urgente il protagonismo delle famiglie cristiane in collaborazione con i sacerdoti e sotto la guida dei Vescovi: l’educazione di bambini, adolescenti e giovani all’amore, inteso come dono di sé e comunione; la preparazione dei fidanzati alla vita matrimoniale con un itinerario di fede; la formazione dei coniugi, specialmente delle coppie giovani; le esperienze associative con finalità caritative, educative e di impegno civile; la pastorale delle famiglie per le famiglie, rivolta all’intero arco della vita, valorizzando il tempo del lavoro e quello della festa.

Cari amici, ci prepariamo al VII Incontro Mondiale delle Famiglie, che si terrà a Milano dal 30 maggio al 3 giugno del 2012. Sarà per me e per noi tutti una grande gioia ritrovarsi insieme, pregare e fare festa con le famiglie venute da tutto il mondo, accompagnate dai loro Pastori. Ringrazio la Chiesa Ambrosiana per il grande impegno profuso finora e per quello dei prossimi mesi. Invito le famiglie di Milano e della Lombardia ad aprire le porte delle loro case per accogliere i pellegrini che verranno da tutto il mondo.

Nell’ospitalità sperimenteranno gioia ed entusiasmo: è bello fare conoscenza e amicizia, raccontarsi il vissuto di famiglia e l’esperienza di fede ad esso legata. Nella mia lettera di convocazione all’Incontro di Milano chiedevo "un adeguato percorso di preparazione ecclesiale e culturale", perché l’evento riesca fruttuoso e coinvolga concretamente le comunità cristiane in tutto il mondo.

Ringrazio quanti hanno già realizzato iniziative in tal senso e invito chi non lo ha ancora fatto ad approfittare dei prossimi mesi. Il vostro Dicastero ha provveduto a redigere un prezioso sussidio con catechesi sul tema "La famiglia: il lavoro e la festa"; ha inoltre formulato per le parrocchie, le associazioni e i movimenti una proposta di "settimana della famiglia", e sono auspicabili altre iniziative.

Grazie ancora per la vostra visita e per il lavoro che svolgete a favore delle famiglie e a servizio del Vangelo. Mentre assicuro di ricordarvi nella preghiera, di cuore imparto a ciascuno di voi e ai vostri cari una speciale Benedizione Apostolica.

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Il commento che segue è di M. Introvigne.

Questa mattina Benedetto XVI ha ricevuto in un'udienza conclusiva dei loro lavori i partecipanti alla XX Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia, che era iniziata il 29 novembre per celebrare il duplice trentesimo anniversario dell’Esortazione apostolica «Familiaris consortio» e dell’istituzione del Dicastero da parte del beato Giovanni Paolo II (1920-2005) con il Motu Proprio «Familia a Deo instituta».

Non a caso, ha detto il Papa, queste iniziative furono prese trent'anni fa dal beato Giovanni Paolo II, il Papa della nuova evangelizzazione. Infatti, «la nuova evangelizzazione dipende in gran parte dalla Chiesa domestica». Oggi, semmai, la situazione si è fatta più cupa. «Nel nostro tempo, come già in epoche passate, l’eclissi di Dio, la diffusione di ideologie contrarie alla famiglia e il degrado dell’etica sessuale appaiono collegati tra loro».

Ma «come sono in relazione l’eclissi di Dio e la crisi della famiglia, così la nuova evangelizzazione è inseparabile dalla famiglia cristiana. La famiglia è infatti la via della Chiesa perché è "spazio umano" dell’incontro con Cristo. I coniugi, "non solo ricevono l’amore di Cristo, diventando comunità salvata, ma sono anche chiamati a trasmettere ai fratelli il medesimo amore di Cristo, diventando comunità salvante" (Familiaris consortio, 49)».

Parole impegnative, queste del beato Giovanni Paolo II, ma che cosa significano esattamente? In che senso la famiglia salva? «La famiglia fondata sul sacramento del Matrimonio - ha risposto Benedetto XVI - è attuazione particolare della Chiesa, comunità salvata e salvante, evangelizzata ed evangelizzante. Come la Chiesa, essa è chiamata ad accogliere, irradiare e manifestare nel mondo l’amore e la presenza di Cristo». Scendendo più nel dettaglio, «l'accoglienza e la trasmissione dell’amore divino si attuano nella dedizione reciproca dei coniugi, nella procreazione generosa e responsabile, nella cura e nell’educazione dei figli, nel lavoro e nelle relazioni sociali, nell’attenzione ai bisognosi, nella partecipazione alle attività ecclesiali, nell’impegno civile».

Questo ruolo della famiglia cristiana, ha aggiunto il Pontefice, ha una vera e profonda dimensione teologica. «La famiglia cristiana, nella misura in cui, attraverso un cammino di conversione permanente sostenuto dalla grazia di Dio, riesce a vivere l’amore come comunione e servizio, come dono reciproco e apertura verso tutti, riflette nel mondo lo splendore di Cristo e la bellezza della Trinità divina. Sant’Agostino [354-430] ha una celebre frase: "immo vero vides Trinitatem, si caritatem vides", "Ebbene, sì, tu vedi la Trinità, se vedi la carità" (De Trinitate, VIII,8). E la famiglia è uno dei luoghi fondamentali in cui si vive e si educa all’amore, alla carità».

Il Papa ha pure ricordato come quest'anno ad Ancona, in occasione della chiusura del Congresso Eucaristico Nazionale italiano, egli abbia «voluto incontrare insieme i coniugi e i sacerdoti. Infatti, i due Sacramenti detti "del servizio della comunione" (CCC, n. 1534), Ordine Sacro e Matrimonio, vanno ricondotti all’unica sorgente eucaristica. "Entrambi questi stati di vita hanno, infatti, nell’amore di Cristo, che dona se stesso per la salvezza dell’umanità, la medesima radice; sono chiamati ad una missione comune: quella di testimoniare e rendere presente questo amore a servizio della comunità per l’edificazione del popolo di Dio. Questa prospettiva consente anzitutto di superare una visione riduttiva della famiglia, che la considera mera destinataria dell’azione pastorale. […] La famiglia è ricchezza per gli sposi, bene insostituibile per i figli, fondamento indispensabile della società, comunità vitale per il cammino della Chiesa" (Omelia ad Ancona, 11 settembre 2011). In virtù di ciò "la famiglia è luogo privilegiato di educazione umana e cristiana e rimane, per questa finalità, la migliore alleata del ministero sacerdotale. […] Nessuna vocazione è una questione privata, tanto meno quella al matrimonio, perché il suo orizzonte è la Chiesa intera" (ibid.)».

Ma, in pratica, come può la famiglia diventare protagonista della nuova evangelizzazione? Il Pontefice ha indicato alcuni specifici «ambiti in cui è particolarmente urgente il protagonismo delle famiglie cristiane in collaborazione con i sacerdoti e sotto la guida dei Vescovi: l’educazione di bambini, adolescenti e giovani all’amore, inteso come dono di sé e comunione; la preparazione dei fidanzati alla vita matrimoniale con un itinerario di fede; la formazione dei coniugi, specialmente delle coppie giovani; le esperienze associative con finalità caritative, educative e di impegno civile; la pastorale delle famiglie per le famiglie, rivolta all’intero arco della vita, valorizzando il tempo del lavoro e quello della festa».

Infine, Benedetto XVI ha invitato tutta la Chiesa a prepararsi fin da ora al VII Incontro Mondiale delle Famiglie, che si terrà a Milano dal 30 maggio al 3 giugno del 2012. «Sarà per me e per noi tutti una grande gioia - ha detto il Papa - ritrovarsi insieme, pregare e fare festa con le famiglie venute da tutto il mondo, accompagnate dai loro Pastori.». In previsione della grande affluenza Benedetto XVI ha invitato «le famiglie di Milano e della Lombardia ad aprire le porte delle loro case per accogliere i pellegrini che verranno da tutto il mondo. Nell’ospitalità sperimenteranno gioia ed entusiasmo: è bello fare conoscenza e amicizia, raccontarsi il vissuto di famiglia e l’esperienza di fede ad esso legata». Ma non sarà sufficiente una preparazione logistica. Occorre, ha detto il Papa, «un adeguato percorso di preparazione ecclesiale e culturale, perché l’evento riesca fruttuoso e coinvolga concretamente le comunità cristiane in tutto il mondo. Ringrazio quanti hanno già realizzato iniziative in tal senso e invito chi non lo ha ancora fatto ad approfittare dei prossimi mesi». È bello che Milano 2012 sia concepita e preparata come una grande festa. Ma è importante che non vada perduta l'occasione di ricordare con adeguati elementi culturali e dottrinali la centralità della famiglia a un mondo che sembra averla dimenticata.