Berlusconi, Vaticano: Perplessità e disagi su vicende italiane
di Filippo Di Giacomo
Citta del Vaticano, 23 ago. (LaPresse) - "Esasperante, esagerato, non appropriato, fuori luogo". Così si è espresso in un'intervista a 'Repubblica' Gianfranco Girotti, arcivescovo di curia, dopo l'ultima manipolazione para-religiosa del caso Berlusconi da parte del ministro Angelino Alfano che, niente meno, ha paragonato la condanna di Berlusconi per evasione fiscale al processo subito da Gesù Cristo che, invece, come narra il Vangelo di Matteo ("date a Cesare quel che è di Cesare") le tasse le pagava e le faceva pagare anche ai discepoli. Comunque, esasperante, esagerato, non appropriato e fuori luogo tra le mura leonine sono anche i qualificativi che la diplomazia pontificia attribuisce, senza alcuna fatica, all'attuale momento politico italiano. Profondo appare, in particolare, il disagio vaticano per la rottura della tradizionale alleanza, tra le due diplomazie, per soluzioni condivise sui problemi posti dallo scacchiere europeo ed internazionale.
Il quattro luglio, Enrico Letta è stato ricevuto da Papa Francesco in visita privata. Questo gli ha offerto l'occasione di presentare al Pontefice la moglie e i figli. Ma lo ha soprattutto esentato dal farsi accompagnare, come sarebbe di rito per le visite ufficiali, dal ministro degli Esteri Emma Bonino. E' sempre stato difficile infatti per la politica vaticana prendere sul serio la "legenda aurea" creata dalla stampa italiana intorno al braccio destro di Marco Pannella, soprattutto quando operava a Bruxelles. E la scelta di Enrico Letta di attribuirle, senza particolari meriti politici o elettorali, la carica di ministro degli Esteri, Oltretevere è stata interpretata come un pegno che Letta Junior offriva in dono (dopo le vicende libiche e l'entrata a gamba tesa della Francia in una zona tradizionalmente d'influenza italiana) all'anticattolicesimo compulsivo di François Hollande. E l'attuale inazione della diplomazia italiana sulla sponda Sud del Mediterraneo, che ha sempre avuto una presenza "forte" soprattutto in Libano e in Egitto, sembra confermare le previsioni più pessimistiche degli uomini della politica vaticana.
Inoltre in questi giorni, una forte amarezza aleggia negli uffici della Segreteria di Stato per l'inefficienza della diplomazia europea, ideologicamente orientata in senso anticristiano e per questo, in passato, spesso sollecitata all'azione da quella italiana, di fronte alla sanguinosa cristianofobia in corso in tutto il Sud Mediterraneo. Nel frattempo giungono sempre più numerose in Segreteria di Stato le preoccupazioni, espresse dal mondo delle Ong anche non confessionali, sull'occupazione dei radicali dell'agenzia Agire, l'ente del nostro ministero degli Esteri che raccoglie e smista i fondi della cooperazione e del servizio umanitario. L'altro grave disappunto, già espresso formalmente al premier Letta dalla diplomazia vaticana, è sulla legge contro l'omofobia giacente in parlamento: così come è stata redatta, 'Criminalizzerebbe' il cento per cento del magistero cattolico sulla materia. Ed esporrebbe ad azioni penali chiunque osasse pubblicarlo oppure distribuirlo.
La Presse
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“Il Cavaliere accetti la sentenza i verdetti definitivi si eseguono”
intervista a Gianfranco Girotti a cura di Orazio La Rocca
in “la Repubblica” del 23 agosto 2013
«Le sentenze vanno rispettate ed eseguite. Sempre. E la condanna definitiva dell’ex premier Silvio
Berlusconi non fa eccezione». Così il vescovo Gianfranco Girotti, reggente emerito della
Penitenzeria apostolica e consultore della Congregazione della Dottrina della Fede, sulla condanna
a 4 anni di reclusione di Berlusconi. Lo stesso vescovo che esprime fortissime riserve su quanto
detto ieri dal ministro degli Interni Angelino Alfano sul “giusto processo”, accostando il processo
subito da Gesù davanti a Pilato e ai capi del Sinedrio di Gerusalemme e i processi di oggi, a partire
dal caso Berlusconi. Accostamento liquidato dal monsignor Girotti, tra i più stretti collaboratori di
Benedetto XVI, come «paragone esasperante,esagerato, non appropriato e fuori luogo».
Monsignor Girotti, le sentenze non vanno rispettate e rese esecutive?
«Non c’è alcun dubbio che ogni sentenza emessa al massimo grado, come può essere la Cassazione
per la giustizia italiana o il Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica per la Santa Sede, debba
essere rispettata ed eseguita. A nessuno è consentito fare diversamente, sia l’anonimo imputato che
il personaggio celebre come è, ad esempio, l’ex premier Berlusconi ».
È lecito accostare i limiti del processo di Cristo ai processi di oggi?
«È una analogia irrispettosa. Non si può accostare, nemmeno indirettamente, il processo di Gesù
Cristo celebrato davanti a Ponzio Pilato e al Sinedrio con i processi che vedono protagonista l’ex
premier. È un accostamento sbagliato, artificioso, fatto per altri fini; una analogia priva di senso,
non rispettosa, per di più, della verità storica. Il ministro parlava di giusti processi nel corso di una
sua visita ad un carcere. Ma come dimenticare che in particolare è per Berlusconi che si invoca il
giusto processo per difenderlo dalle sue vicende giudiziarie».
Eppure Alfano lo ha fatto anche come cattolico.
«Quanti si avventurano a difendere a tutti i costi una persona sottoposta a processi giudiziari, come
è il caso del ministro Alfano e Berlusconi, si aggrappano a tutto e a tutti nel disperato tentativo di
salvarla. In questo caso il ministro pare che voglia far breccia anche tra i cattolici. Ma non credo
proprio che riuscirà nel suo intento».
